Geopolitica
Le Filippine stringono molteplici accordi di difesa mentre gli USA spingono il conflitto con la Cina nel Pacifico

Si muove anche lo scacchiere militare dall’altra parte del mondo. In particolare, negli ultimi tempi un Paese fondamentale per la stabilità nel Pacifico, le Filippine, stanno intessendo trame militari internazionali
Dal 2022, le Filippine hanno firmato nuovi accordi di difesa con l’Unione Europea, l’India e la Gran Bretagna, mentre anche Giappone, Canada e Francia stanno cercando di firmare accordi sulle forze in visita, che permetterebbero a questi Paesi di inviare truppe nelle basi filippine, secondo le loro ambasciate, come fa ora il VFA (visting foreign agreement, un accordo tra un Paese e una nazione straniera che ha forze militari in visita in quel Paese) di Manila con gli Stati Uniti.
Se adottati, questi accordi darebbero alle Filippine una delle reti di sicurezza più solide dell’Asia, ampliando la posta in gioco globale nelle crescenti tensioni sul Mar Cinese Meridionale, affermano i funzionari filippini.
«Dato che siamo i perdenti, sfruttiamo le nostre relazioni con altri Paesi», ha affermato Jonathan Malaya, vicedirettore del Consiglio di sicurezza nazionale del paese. «La nostra rete di alleanze è fondamentale».
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Cinque mesi fa si era registrato l’ennesimo scontro in mare tra imbarcazioni cinesi e Filippine, con collisione di navi della Marina filippina e della Guardia costiera nel Mar Cinese Meridionale.
Come riportato da Renovatio 21, anno fa il presidente Ferdinando Marcos junior, detto «Bongbong», disse appena eletto che «la Cina è il nostro grande partner», riprendendo la linea di cortesia stabilita tra Mao Zedong e suo padre Ferdinando e sua madre Imelda. Tuttavia, riguardo alla questione del Mar Cinese, Bongbong si è allineato con la sentenza della Corte internazionale di arbitrato dell’Aia che nel 2016 ha definiva «senza basi legali le rivendicazioni cinesi su quasi il 90% del Mar Cinese meridionale.
L’anno scorso Marcos aveva poi incontrato Biden e rinsaldato l’alleanza con Washington, irritando Pechino.
Al contempo, il Paese vive l’improvvisa recrudescenza di attività terroristiche islamiche.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Geopolitica
L’ala armata di Hamas pubblica un nuovo video sugli ostaggi

Prisoner Alon Ohel Due to Netanyahu’s stubborness, he has been held captive in Gaza City for more than 700 days pic.twitter.com/Zebb4y9L9u
— Free Palestine Together For Palestine🇺🇦🇵🇸 (@InaNobumaru) September 23, 2025
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Geopolitica
Netanyahu: «uno Stato palestinese non si realizzerà». All’ONU dicono il contrario

Uno Stato palestinese non verrà mai istituito a ovest del fiume Giordano, ha insistito il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.
Dopo Regno Unito, Canada e Australia, domenica anche il Portogallo ha riconosciuto formalmente lo Stato palestinese, unendosi a una lista crescente di Paesi che lo hanno fatto dall’inizio della campagna militare di Israele contro Hamas a Gaza.
«Ho un messaggio chiaro per quei leader che riconoscono uno Stato palestinese dopo l’orribile massacro del 7 ottobre: state dando una ricompensa enorme al terrore», ha detto Netanyahu in una dichiarazione video su X domenica.
«Non accadrà. Uno Stato palestinese non verrà creato a ovest del Giordano», ha affermato, aggiungendo di averlo impedito per anni nonostante «le enormi pressioni» in patria e all’estero.
JUST IN:
🇮🇱🇵🇸 Netanyahu with a warning to the whole world after the recognition of Palestine:
“There will be NO Palestinian state west of the Jordan”
He Promises to aggressively expand the illegal settlements on the Palestinian territory
“We have doubled the Jewish… pic.twitter.com/EYZeFkBb20
— Megatron (@Megatron_ron) September 21, 2025
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Netanyahu nega lo Stato palestinese proprio mentre all’Assemblea Generale ONU politici di varie nazioni dichiarano di riconoscere la Palestine.
Poche ore fa lo ha fatto il presidente della Repubblica Francese Emanuele Macron.
I declare that today, France recognizes the State of Palestine. pic.twitter.com/8kg6xukuO0
— Emmanuel Macron (@EmmanuelMacron) September 22, 2025
Anche Gran Bretagna, Lussemburgo, Slovenia, Andorra, Irlanda, Norvegia, Belgio, Spagna, Canada, Australia, Principato di Monaco, Portogallo e altri Paesi hanno dichiarato di riconoscere lo Stato Palestinese.
🇵🇸 🇬🇧 “I stand before you today, beneath the emblem of the United Nations, to confirm the historic decision of the British Government to recognize the State of Palestine.” pic.twitter.com/10h1zQSWKS
— State of Palestine (@Palestine_UN) September 22, 2025
🇵🇸 🇱🇺 “ That is why, I solemnly declare that as of today, Luxembourg formally recognizes the State of Palestine.” pic.twitter.com/NFWOrS1SVa
— State of Palestine (@Palestine_UN) September 22, 2025
🇵🇸 🇸🇮 “Slovenia has acted, we recognized the State of Palestine.” pic.twitter.com/EezLwgNbup
— State of Palestine (@Palestine_UN) September 22, 2025
🇵🇸 🇦🇩 “The Government of Andorra approved the recognition of the State of Palestine.” pic.twitter.com/AbUdRmg1Zt
— State of Palestine (@Palestine_UN) September 22, 2025
🇵🇸 🇮🇪 “The only way to end the appalling cycle of violence is to forge a political path. That is why Ireland, last year, recognized the state of Palestine.” pic.twitter.com/BNBqYq0ETi
— State of Palestine (@Palestine_UN) September 22, 2025
🇵🇸 🇳🇴 “Last year, Norway recognized the State of Palestine.” pic.twitter.com/pnp09sEyUg
— State of Palestine (@Palestine_UN) September 22, 2025
🇵🇸 🇧🇪 “Belgium is giving out a strong diplomatic and political signal to the world today by joining the group of countries that announced the recognition of the State of Palestine.” pic.twitter.com/bO6HRgaJ7u
— State of Palestine (@Palestine_UN) September 22, 2025
🇵🇸 🇪🇸 “The State of Palestine must be a fully fledged member of the United Nations. As soon as possible we must conclude the procedure to admit the state of Palestine to this organization on an equal footing with the rest of states here in.“ pic.twitter.com/wkNBDYnkYU
— State of Palestine (@Palestine_UN) September 22, 2025
🇵🇸 🇨🇦 “Canada recognizes the State of Palestine.” pic.twitter.com/VFypk90xPB
— State of Palestine (@Palestine_UN) September 22, 2025
🇵🇸 🇦🇺 “We must break the cycle of violence. Yesterday, Australia recognized the State of Palestine.” pic.twitter.com/s83cSgKt3X
— State of Palestine (@Palestine_UN) September 22, 2025
🇵🇸 🇲🇨 “We wish to recognize Palestine as a State under international law.” pic.twitter.com/vDIMRdBcCd
— State of Palestine (@Palestine_UN) September 22, 2025
🇵🇸 🇵🇹 “Portugal formally recognized the State of Palestine as a sovereign State with full rights.” pic.twitter.com/Mzk5vd5xAa
— State of Palestine (@Palestine_UN) September 22, 2025
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L’Italia, con il ministro forzista Antonio Tajani, ha dichiarato più vagamente che «l’Italia sostiene fermamente il sogno del popolo palestinese di avere uno Stato»-
🇵🇸 🇮🇹 “Italy strongly supports the dream of the Palestinian people to have a State.” pic.twitter.com/NIvqVzCM2L
— State of Palestine (@Palestine_UN) September 22, 2025
Il segretario generale dell’ONU Antonio Guterres ha dichiarato, facendo circolare la massima sui canali social ufficiali delle Nazioni Unite, che «uno Stato per i palestinesi è un diritto, non una ricompensa».
🇵🇸 🇺🇳 “Let’s be clear: statehood for the Palestinians is a right not a reward.” pic.twitter.com/UpPMxkSg95
— State of Palestine (@Palestine_UN) September 22, 2025
“Statehood for the Palestinians is a right, not a reward.”
At #UNGA, @antonioguterres calls on world leaders to ensure the two-State solution prevails for the people of Israel, Palestine and all of humanity.https://t.co/9cqvyO5mBF pic.twitter.com/U3eAuh1tkZ
— United Nations (@UN) September 22, 2025
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Come riportato da Renovatio 21, la scorsa settimana Netanyahu aveva affermato che Israele deve iniziare a costruire un’economia più autosufficiente, preparandosi all’isolamento.
«Potremmo trovarci in una situazione in cui le nostre industrie della difesa saranno bloccate», ha affermato in un discorso di domenica. «Non abbiamo scelta. Almeno nei prossimi anni, dovremo fare i conti con questi tentativi di isolamento».
Come riportato da Renovatio 21, a giugno il ministro delle finanze, affiliato al Partito Religioso Nazionale – Sionismo Religioso, Bezalel Smotrich aveva invitato le banche israeliane dovrebbero fornire servizi ai coloni colpiti dalle sanzioni dell’Unione Europea, nonostante le potenziali ripercussioni.
Israele riceve circa 3,3 miliardi di dollari all’anno in aiuti militari e di sicurezza dagli Stati Uniti, oltre a pacchetti aggiuntivi approvati dal Congresso. Secondo il Council on Foreign Relations, Washington ha fornito circa 310 miliardi di dollari, principalmente in assistenza militare, dal 1946.
Negli ultimi giorni Netanyahu ha più volte ripetuto alla TV americana che Israele non è dietro all’assassinio dell’attivista conservatore Charlie Kirk.
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Immagine di Basil D Soufi via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
Geopolitica
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