Geopolitica
Biden annuncia con la Meloni a fianco «lanci aerei americani in Ucraina». Poi lo correggono: «voleva dire Gaza»
Il presidente più anziano della storia americana, Joe Biden, ha commesso la sua ultima gaffe mentale annunciando i piani di Washington per effettuare un primo lancio militare di rifornimenti vitali nell’enclave palestinese.
Il leader americano ha annunciato venerdì una nuova iniziativa umanitaria – il giorno dopo che le autorità sanitarie di Gaza hanno accusato le forze israeliane di aver ucciso più di 100 persone che cercavano di raggiungere un convoglio di aiuti – ma a quanto pare ha parlato male e si è ripetutamente riferita a Gaza come all’Ucraina.
«Nei prossimi giorni ci uniremo ai nostri amici in Giordania e ad altri nel fornire lanci di cibo e rifornimenti aggiuntivi in Ucraina e cercheremo di continuare ad aprire altre strade verso l’Ucraina, inclusa la possibilità di un corridoio marittimo per fornire grandi quantità di quantità di assistenza umanitaria», ha detto Biden.
Più tardi, nelle sue osservazioni preparate, Biden ha osservato che «gli aiuti che affluiscono a Gaza non sono affatto sufficienti adesso», e il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, ha anche chiarito che Biden «si riferiva a Gaza» quando ha parlato dell’Ucraina.
he really means it to him as a young man…Biden announced that the United States is “providing airdrops of food and other supplies into Ukraine.”
The White House immediately corrected Biden’s announcement: “He meant Gaza.” pic.twitter.com/7WULVtOyCu
— Peacemaker (@peacemaket71) March 1, 2024
L’ultimo intoppo mentale dell’81enne Biden arriva pochi giorni dopo essersi sottoposto all’esame fisico annuale, con i medici che affermano che è abbastanza sano e pienamente «idoneo al servizio», anche se l’esame medico non includeva alcun test cognitivo.
I critici hanno a lungo criticato l’amministrazione americana per una presunta mancanza di trasparenza sulla salute di Biden, sostenendo che il presidente non è mentalmente idoneo a ricoprire la carica, soprattutto dopo che un recente rapporto del pubblico ministero ha suggerito che fosse troppo anziano e confuso per sostenere un processo.
All’inizio di questa settimana, Biden si riferiva alla controparte cinese Xi Jinping come al «capo della Russia» e apparentemente non riusciva a ricordare il nome del suo ex capo, Barack Obama. Lunedì sera, Biden ha anche portato il suo messaggio elettorale al pubblico televisivo, ma ha erroneamente datato la sua agenda per il 2024 a quattro anni fa.
«Il presidente non ha bisogno di un test cognitivo», ha insistito mercoledì la portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flikr
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Geopolitica
Putin sostiene Maduro nella situazione di stallo con gli Stati Uniti
Il presidente russo Vladimir Putin ha rinnovato il suo pieno appoggio al presidente venezuelano Nicolás Maduro, nonostante l’intensificazione della presenza militare statunitense nei Caraibi.
I due leader hanno evidenziato l’eccezionale solidità dei rapporti tra Mosca e Caracas nel corso di una telefonata avvenuta giovedì. Secondo quanto riferito dal Cremlino, Putin «ha espresso solidarietà al popolo venezuelano e ha ribadito il proprio sostegno alla ferma determinazione del governo guidato da Maduro nel difendere la sovranità nazionale e gli interessi del Paese dalle ingerenze esterne».
I presidenti hanno confermato l’impegno a dare piena attuazione al trattato di partenariato strategico firmato lo scorso maggio.
Dal canto suo, il governo venezuelano ha fatto sapere che Putin e Maduro hanno sottolineato «la natura strategica, solida e in costante crescita delle relazioni bilaterali» e che il leader russo ha manifestato il proprio sostegno agli sforzi di Maduro volti a «rafforzare la pace, la stabilità politica e lo sviluppo economico».
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La telefonata è arrivata pochi giorni dopo il sequestro, da parte degli Stati Uniti, di una petroliera salpata da un porto venezuelano all’inizio del mese. La procuratrice generale statunitense Pam Bondi ha dichiarato che la nave era già stata sanzionata in passato per aver presumibilmente trasportato petrolio iraniano.
Caracas ha definito l’operazione «un atto di pirateria» e ha accusato Washington di voler «saccheggiare» le risorse naturali venezuelane.
Da settembre gli Stati Uniti hanno dispiegato una flotta navale nei Caraibi e hanno fermato oltre venti imbarcazioni sospettate di traffico di droga in acque internazionali. Secondo quanto riportato da Reuters, l’amministrazione americana si starebbe preparando a intercettare ulteriori navi che trasportano greggio venezuelano nell’ambito della campagna di massima pressione contro Maduro, accusato dal presidente Donald Trump di collusione con i cartelli della droga.
Maduro ha respinto categoricamente ogni legame del suo governo con il narcotraffico, ha promesso di difendere il Paese da una eventuale invasione e ha bollato le azioni di Washington come «colonialiste», avvertendo che potrebbero scatenare «una guerra folle» nella regione.
Come riportato da Renovatio 21, due settimane fa si era parlato di una telefonata segreta tra Trump e Maduro.
Gli Stati Uniti hanno offerto una taglia di 50 milioni di dollari per informazioni che conducano all’arresto o alla condanna di Maduro, ritenuto dagli americani a capo di una ghenga narcoterrorista.
Diverse notizie della scorsa settimana indicano che Washington stia pianificando operazioni in Venezuela e abbia identificato potenziali bersagli legati al presunto narcotraffico. Gli USA avrebbero schierato nella zona circa 16.000 soldati e otto navi da guerra della Marina.
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Il Venezuela ha stigmatizzato il rinforzo militare come violazione della sovranità e tentativo di golpe. Il governo venezuelano starebbe cercando appoggio da Russia, Cina e Iran. Mosca ha di recente riaffermato la sua alleanza con Caracas, esprimendo pieno sostegno alla leadership del Paese nella difesa della propria integrità. Mosca ha accusato il mese scorso Washington di preparare il golpe in Venezuela.
Come riportato da Renovatio 21, Maduro, che avrebbe offerto ampie concessioni economiche agli USA per restare al potere, sarebbe stato oggetto di un tentativo di rapimento tramite il suo pilota personale.
Trump nelle scorse settimane ha ammesso di aver autorizzato le operazioni CIA in Venezuela. Di piani CIA per uccidere il presidente venezuelano il ministro degli Interni del Paese aveva parlato lo scorso anno.
Come riportato da Renovatio 21, Maduro aveva denunciato l’anno scorso la presenza di mercenari americani e ucraini in Venezuela. «Gli UA finanziano Sodoma e Gomorra» aveva detto.
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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
Geopolitica
L’Ungheria dice che il capo della NATO «pugnala alle spalle» e «alimenta la guerra»
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