Genetica
Zanzare, gene-drive e future pandemie

Renovatio 21 pubblica il comunicato del Comitato Internazionale per l’Etica della Biomedicina (CIEB).
Nel corso dell’estate 2023 gli italiani hanno avuto modo di sperimentare la multiforme pervasività delle restrizioni imposte dall’agenda emergenziale che le élites finanziarie globali stanno attuando al di sopra e al di là dei governi nazionali e delle loro dichiarazioni di intenti, talvolta di pura facciata.
Esempio eclatante di tale pervasività è offerto dall’entrata in vigore del Digital Service Act (DSA) che concretizzerà i peggiori incubi orwelliani attribuendo alla Commissione europea – ossia a un organo che di fatto non risponde ad alcuno – l’autorità per esercitare non solo il potere di censurare le informazioni trasmesse per via digitale, ma anche di decidere l’attendibilità delle fonti relative e dunque di creare una verità unica da propalare: ciò che, se da una parte costituisce un macroscopico attentato alla libertà d’espressione e d’informazione, dall’altra ha il merito di rendere evidente, a chi ha occhi per vedere, l’incolmabile divario che separa ogni atto della Commissione Europea dal modello consolidato di democrazia.
Tuttavia, più che dalle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, la principale minaccia alla libertà e alla vita stessa dei cittadini europei deriverà – come sempre – dagli sviluppi della biomedicina e delle biotecnologie.
Dopo la cosiddetta campagna vaccinale anti-COVID, centrata sull’impiego di terapie geniche suscettibili di interagire con il DNA umano e la sua espressione e di produrre effetti avversi imprevedibili nel breve come nel lungo periodo, e proprio per questo funzionali agli interessi dell’industria farmaceutica, le élites di cui sopra hanno concentrato l’attenzione sul gene-drive, ossia sulla tecnica di biologia sintetica in grado di aumentare il tasso di ereditarietà di una determinata caratteristica genetica all’interno di una popolazione, allo scopo principale di ridurre la popolazione medesima. (1)
Note anche come genetic extinction technologies (2), le tecniche di gene-drive interferiscono in modo particolarmente incisivo con le leggi naturali e determinano rischi per la biodiversità, l’ecosistema e la stessa vita umana di cui non è possibile apprezzare compiutamente la portata, tenuto conto dell’incertezza scientifica che circonda le modalità e i risultati sperimentali, da una parte, e dell’ampiezza delle maglie della normativa internazionale rilevante, dall’altra. (3)
L’esempio più noto in tal senso è quello relativo alle zanzare portatrici del patogeno responsabile della malaria – malattia prevenibile mediante l’assunzione di farmaci di uso consolidato – che vengono geneticamente modificate allo scopo di determinare la loro auto-estinzione e, con esse, la scomparsa della malattia: è ovvio, infatti, che il primo dei due esiti attesi (l’estinzione delle zanzare), pur essendo presentato come un risultato positivo, determina di fatto una riduzione della diversità biologica e collide con la disciplina internazionale concernente la responsabilità e i risarcimenti per i casi di danno alla biodiversità, di cui al Protocollo di Nagoya-Kuala Lumpur del 2010.
L’esempio delle zanzare si rivela particolarmente efficace alla luce delle notizie che imputano a questo insetto la diffusione di alcune rare patologie in habitat molto diversi da quelli d’origine, come nel caso della febbre Dengue in Lombardia e in Toscana e del virus Usutu in Sardegna (5). È infatti ragionevole prevedere che casi del genere, insieme ad altri opportunamente enfatizzati da certa stampa (6), offriranno il destro agli stakeholders per esercitare azioni di pressione sulle autorità politiche, a tutti i livelli, affinché le tecniche di gene-drive siano indicate come le sole in grado di affrontare efficacemente le crisi sanitarie che potrebbero derivare dalla diffusione delle patologie richiamate. (7)
Anche da questo punto di vista il gene-drive apre una nuova fase: se, in passato, il ricorso alle biotecnologie poggiava su considerazioni di natura essenzialmente economica, oggi il consenso che circonda la biologia sintetica deriva, più che dalla convergenza di interessi finanziari (8), dal primato assunto nella società contemporanea dalla tecno-scienza e dalla biopolitica.
È in questo senso che va interpretata, ad esempio, la singolare decisione con cui la Conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità, tenutasi a Cancun nel dicembre 2016, ha respinto la proposta di moratoria sul gene-drive, ossia su una tecnica che ha tra i suoi scopi dichiarati proprio la riduzione della diversità biologica.
Altrettanto significative appaiono, nella prospettiva indicata, le dichiarazioni di organismi che, pur definendosi etici, non esitano a ossequiare la capacità del gene-drive «di … estinguere altre specie in modo mirato, rapido, efficace e quasi automatico» e costruiscono nuovi paradigmi culturali a esso funzionali affermando che il fine primario del progresso scientifico non è più «la conoscenza fine a sé stessa, ma la riduzione delle sofferenze umane». (10)
Sulla scorta di tali viatici, e stante l’indeterminatezza della nozione di «sofferenza umana», gli stakeholders avranno buon gioco nel giustificare l’impiego delle tecniche di gene-drive allo scopo di modificare geneticamente zanzare (o altri insetti ematofagi e in prospettiva anche acari, artropodi, mammiferi quali i pipistrelli o qualsiasi altro vettore utile) per veicolare a distanza – superando al volo le resistenze di critici e dubbiosi – vaccini e terapie destinati a salvare l’umanità da grandi flagelli e future pandemie. (11)
Ma si può andare ancora oltre, perché nulla esclude che in futuro il gene-drive sarà utilizzato per modificare geneticamente vettori in grado di diffondere agenti patogeni al fine di innescare – secondo una versione aggiornata di guerra batteriologica – quella drastica riduzione dell’umanità che taluni reputano necessaria allo scopo di limitare le emissioni antropiche di CO2 e assicurare così la stabilità del clima a vantaggio dei fortunati (scelti da chi?) che sopravviveranno.
Ricordando che fin dal 2018 l’Unione europea ha definito «grande flagello» qualsiasi «malattia prevenibile da vaccino», indipendentemente dalla sua gravità, e ha raccomandato agli Stati di attuare «un approccio alla vaccinazione sull’intero arco della vita» (12), c’è da chiedersi quanti, in buona fede, e soprattutto dopo l’affaire COVID, si sentirebbero di escludere scenari biopolitici come quelli appena descritti.
In vista di questi e altri possibili sviluppi, il CIEB sollecita il pubblico a prendere coscienza:
- dell’autoreferenzialità del progresso tecnologico e del fatto che la convergenza delle tecnologie (ingegneria genetica, biologia sintetica, nanotecnologie, bioinformatica, robotica, etc.) è finalizzata, più che a svolgere funzioni di utilità sociale, a concentrare ulteriore potere nelle mani dei soggetti che già oggi controllano la vita di miliardi di individui regolando l’accesso alle fonti primarie della sopravvivenza, ossia alle risorse alimentari e sanitarie;
- del fatto che le tecniche di gene-drive suscitano macroscopici dilemmi etici in quanto volte a riprogrammare le caratteristiche genetiche degli organismi viventi allo scopo esplicito di estinguere intere specie, creando al contempo ex novo sistemi biologici artificiali le cui proprietà e funzionalità costituiranno – in una rinnovata prospettiva eugenetica – invenzioni biotecnologiche coperte da brevetto;
- del fatto che, al di là delle ottimistiche e rassicuranti dichiarazioni degli stakeholders, l’accesso alle eventuali applicazioni biomediche di queste invenzioni sarà non solo rischioso, ma anche costoso e discriminatorio e quindi in contrasto con i principi bioetici di beneficenza, non maleficenza e giustizia;
- del fatto che, curiosamente, solo una parte del mondo scientifico viene interpellata e coinvolta dagli stakeholder – e conseguentemente dai media e dalla politica – nella definizione dei rischi collegati alle tecniche in parola e delle relative strategie di governance.
Il CIEB, inoltre, chiede al Governo italiano di valutare se le tecniche di gene-drive integrino le fattispecie vietate dai trattati internazionali sulle armi di distruzione di massa, con specifico riferimento alla Convenzione di Washington, Mosca e Londra sulle armi biologiche del 1972 e alla Convenzione di Parigi e New York sulle armi chimiche del 1993, e, nel caso, di adottare i provvedimenti necessari.
Il CIEB, infine, invita il Governo e i media italiani a promuovere finalmente un dibattito pubblico trasparente e oggettivo sui rischi suscitati dalle tecniche di gene-drive, che coinvolga in particolare ricercatori scevri da conflitti di interesse e svincolati da schieramenti (bio)politici.
CIEB, 31 agosto 2023
NOTE
1) A differenza delle biotecnologie, che utilizzano organismi viventi per degradare o trasformare materie prime allo scopo di ottenere determinati prodotti, la biologia sintetica mira a ridisegnare i circuiti metabolici e genetici degli organismi viventi per costruire ex novo strutture, funzionalità e interi organismi artificiali, non esistenti in natura: a tali scopi la biologia sintetica interagisce con la bioingegneria, la biologia computazionale, la bioinformatica e la robotica. In via generale e introduttiva delle problematiche che saranno esaminate nel presente Parere, si ricorda che le tecniche di gene-drive, oggetto di sperimentazione da circa vent’anni, sono state e sono ampiamente finanziate dalla Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA), l’agenzia del Dipartimento della difesa del governo degli Stati Uniti d’America incaricata di sviluppare nuove tecnologie per uso militare.
2) Altra espressione fortemente evocativa degli scopi del gene-drive è Genocidal Genes (geni genocidi). Per una rassegna dei rischi suscitati dalla tecnica in parola, di cui si dirà di seguito nel testo, si veda l’appello contro il gene-drive intitolato A Call for Conservation with a Conscience: No Place for Gene Drives in Conservation lanciato dal gruppo internazionale di scienziati impegnato nella prevenzione dell’Erosione dei diritti, nel controllo delle Tecnologie invasive e nel monitoraggio della Concentrazione di potere finanziario (ETC Group) fondato, tra gli altri, dalla celebre etologa Jane Goodall. L’appello in questione è riportato in https://www.etcgroup.org/files/files/final_gene_drive_letter.pdf.
3) Il riferimento è ai protocolli addizionali alla Convenzione sulla diversità biologica firmata a Rio de Janeiro nel 1992, ossia al Protocollo di Cartagena del 2000 sulla biosicurezza e al Protocollo di Nagoya del 2010 sull’accesso alle risorse genetiche e l’equa condivisione dei benefici derivanti dal loro utilizzo, nonché al Protocollo di Nagoya-Kuala Lumpur del 2010, addizionale al citato Protocollo di Cartagena, in materia di responsabilità e risarcimenti in caso di danno alla biodiversità.
4) Recentemente, il «Polo GGB (Genomica, genetica e biotecnologie)» di Terni (…) ha annunciato di essere riuscito a modificare geneticamente, in laboratorio, le zanzare Anopheles portatrici del protozoo Plasmodium responsabile della malaria, allo scopo di determinarne l’estinzione. Senza nulla togliere alla veridicità di questi annunci, va ricordato che pochi anni fa dichiarazioni relative ad analoghe sperimentazioni si sono rivelate fallaci e fonte di contenziosi legali, come nel caso del progetto di rilascio nelle isole Cayman di zanzare Aedes aegypti geneticamente modificate: cfr. https://biosafety-info.net/articles/agriculture-organisms/insectsmicroorganisms/cayman-islands-abandons-failed-gm-mosquito-project/. A ciò si aggiunga l’eventualità che le zanzare geneticamente modificate sopravvivano alla programmata estinzione e trasmettano il gene-drive alle generazioni successive, o ad altre specie, provocando effetti imprevedibili nel lungo periodo, quali la resistenza a determinati farmaci: cfr. J. Cotter-D. Perls, Gene-edited organisms in agriculture: Risks and unexpected consequences, in https://foe.org/wp-content/uploads/2018/09/FOE_GenomeEditingAgReport_final.pdf. Del resto, la storia degli interventi dell’uomo sugli equilibri naturali è costellata di macroscopici errori, tra cui può ricordarsi il tentativo compiuto alla fine degli anni Cinquanta nella Cina di Mao Zedong di sterminare passeri e topi per salvaguardare i raccolti, che invece causò una carestia senza precedenti e decine di milioni di morti: https://www.vanillamagazine.it/la-campagna-di-sterminio-del-passero-in-cina-fu-tra-le-cause-del-peggior-disastro-ambientale-della-storia-1/.
5) Cfr. https://milano.repubblica.it/cronaca/2023/08/24/news/virus_dengue_nuovi_casi_lombardia_screening_castiglione_adda-412170391/, nonché https://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/medicina/2023/08/28/zanzare-positive-al-virus-usutu-a-oristano-primo-caso-del-2023_f60191f0-159f-4126-81c1-9e2d926370f7.html.
6) È il caso della presunta endemizzazione della febbre del Nilo in Piemonte e in Emilia Romagna: https://www.rainews.it/tgr/piemonte/articoli/2023/08/febbre-del-nilo-13-casi-in-piemonte-con-due-morti-6ec732e4-6207-4535-9a53-04d0c44169f5.html.
7) Per una panoramica degli orientamenti in materia cfr. A. Kelsey-D. Stillinger-T. Binh Pham-J. Murphy-S. Firth-R. Carballar-Lejarazù, Global Governing Bodies: A Pathway for Gene Drive Governance for Vector Mosquito Control, in https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7470596/, nonché M. Mohanti, What if we used mosquitoes to vaccinate people? Japan actually did, In https://www.indiatimes.com/technology/science-and-future/mosquitoes-vaccination-carriers-japan-study-538324.html.
8) Secondo alcune stime, il settore svilupperà un volume di affari di circa 85 miliardi di dollari entro il 2030.
9) Cfr. https://www.pologgb.com/gene-drive-la-commissione-un-sulla-biodiversita-respinge-la-moratoria/.
10) Cfr. il parere del Comitato etico della Fondazione Umberto Veronesi intitolato «Gene-drive e responsabilità ecologica», in https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/da-non-perdere/malaria-e-zanzare-il-gene-drive-funziona.
11) A proposito dell’abusato termine «pandemia», è il caso di ricordare che di esso non esiste una definizione unanimemente condivisa, né sul piano medico né su quello giuridico, e che la stessa identificazione dei suoi elementi costitutivi (cause, estensione geografica, gravità) resta a tutt’oggi controversa.
12) Cfr. il Parere n. 7 del CIEB riportato in https://www.ecsel.org/wp-content/uploads/2022/03/VII-Parere-del-CIEB.pdf.
Il testo ufficiale del presente Parere è pubblicato sul sito: www.ecsel.org/cieb
Renovatio 21pubblica questo comunicato per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
Genetica
Scienziati cinesi creano topi fertili con due «padri»

Un gruppo di scienziati in Cina hanno creato topi fertili da due «genitori» maschi, un risultato salutato da alcuni come un passo avanti verso la possibilità per due uomini di avere figli geneticamente imparentati.
I ricercatori della Shanghai Jiao Tong University, guidati da Yanchang Wei, hanno combinato il materiale genetico di due spermatozoi all’interno di un ovulo privato del nucleo. Utilizzando una tecnica chiamata editing epigenomico, hanno alterato sette siti del DNA, rimuovendo così le barriere che normalmente impediscono lo sviluppo negli embrioni con soli geni paterni.
Dei 259 embrioni impiantati in topi femmina, solo due sono sopravvissuti fino all’età adulta. Entrambi erano maschi, ed entrambi hanno poi generato una prole sana, a conferma del successo dell’esperimento su due generazioni.
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Sebbene in precedenza gli scienziati fossero riusciti a produrre topi con due madri, la riproduzione con due padri si è rivelata significativamente più difficile a causa della necessità di un’ampia riprogrammazione dell’espressione genetica. Un tentativo simile all’inizio di quest’anno ha richiesto 20 modifiche genetiche per produrre topi sterili.
Al contrario, questo metodo più recente evita l’editing genetico diretto, utilizzando proteine CRISPR modificate per regolare i marcatori epigenetici anziché le sequenze di DNA.
Nonostante il traguardo tecnico, gli esperti avvertono che l’applicazione di tali metodi agli esseri umani è irta di complicazioni etiche e biologiche. Christophe Galichet del Sainsbury Wellcome Centre ha avvertito che «è impensabile traslarlo agli esseri umani a causa dell’elevato numero di ovuli necessari, dell’elevato numero di donne surrogate necessarie e del basso tasso di successo». Nella fecondazione in vitro convenzionale spesso crea svariati embrioni (anche decine) per ciascun ciclo, la maggior parte dei quali vengono scartati, congelati o non sopravvivono all’impianto. Altri ancora, come sottolineato da Renovatio 21, si fondono con altri embrioni in utero conducendo al mostruoso fenomeno, in grande crescita, delle chimere umane: esseri umani che dispongono di più DNA, in quanto alcuni loro organi, compresi quelli sessuali, sono di fatto dei loro fratelli «minori» di provetta, che continuano a vivere (ed in alcuni casi a svilupparsi orrendamente) dentro il corpo del fratello «maggiore».
Esperimenti come quelli sui topi non rispondono ad alcuna legittima esigenza medica e sono «pura ingegneria sociale», volta a ridefinire la genitorialità e ad indebolire ulteriormente la struttura naturale della famiglia ha scritto su National Review il bioeticista Wesley J. Smith. I sostenitori immaginano un futuro in cui le coppie omosessuali aggirerebbero l’adozione o i donatori. I critici ribattono che un simile futuro mercificherebbe la riproduzione, cancellerebbe la maternità e priverebbe intenzionalmente i figli di una madre. Anche se alla fine le sfide tecniche venissero superate, restano interrogativi sulla sicurezza a lungo termine dell’editing dell’epigenoma e se la società sia preparata ad affrontare i costi morali di questo tipo di manipolazione riproduttiva.
Come riportato da Renovatio 21, due anni fa topi con due padri erano stati prodotti ancora due anni fa con ovuli prodotti a partire da cellule staminali maschili da ricercatori dell’Università di Osaka.
La ricerca sulla modifica sessuale delle cellule va avanti molto speditamente. A fine 2022 era emerso un esperimento israeliano in cui cellule staminali maschili e femminili erano state derivate dalla stessa persona.
La frontiera per le produzione di creature con due padri o due madri – cioè, la transessualizzazione, o desessualizzane, della riproduzione umana – rimane in verità la gametogenesi, cioè la creazione sia di ovuli e sia di spermatozoi a partire da cellule qualsiasi (della pelle, delle ossa, etc.), aprendo così la possibilità di ovuli ottenuti da uomini e spermatozoi ottenuti da donne.
Esperimenti di gametogenesi sui roditori stanno avvenendo in varie parti del mondo. Più in generale, pare esservi un enorme sforzo scientifico verso i gameti artificiali.
Scienziati cinesi avevano invece ottenuto a inizio anno topi di laboratorio a partire da ovuli non fecondati, utilizzando la bioingegneria CRISPR.
Come riportato da Renovatio 21, ad agosto 2022 scienziati israeliani avevano creato un embrione di topo a partire da cellule staminali, facendolo crescere in un ectogenesi, cioè tramite un utero artificiale.
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Gli effetti sulla società umana sono impossibili da prevedere. Con la gametogenesi un uomo potrà diventare «padre» e un altro uomo la «madre», una «donna» potrà diventare «padre» creando dalle sue cellule uno spermatozoo, e poi magari si avrà anche l’incrocio allucinante per cui il «padre» è una donna e la «madre» un uomo.
Il fine, per chi segue Renovatio 21, è noto: «se la riproduzione della specie venisse rimpiazzata dalla riproduzione artificiale, i bambini nascerebbero uguali di entrambi i sessi, o indipendenti da questo fattore» (…) la tirannia della famiglia biologica sarebbe finalmente spezzata» scriveva nel libro Dialectics of Sex (1970) la pensatrice femminista Shulamith Firestone.
Vale la pena di sottolineare quale significato morale dava alla rivoluzione della riproduzione artificiale la Firestone: «il tabù dell’incesto – scriveva ancora la Firestone – attualmente serve solo a preservare la famiglia: se ci sbarazzassimo della famiglia ci sbarazzeremmo anche delle repressioni che vedono la sessualità posta in formazioni specifiche».
Ci aspetta una società artificiale, senza famiglia, scientificamente satanica. Tenendo presente questo, non possiamo non capire che l’unica risposta possibile è quella di rifiuto radicale delle biotecnologie procreative, che vanno bandite in maniera totale e castigate con punizioni draconiane.
Perché altrimenti, l’umanità – oramai sempre più cavia… – farà esattamente la fine del topo…
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Animali
Minatori trovano uno scarafaggio di 40 milioni di anni. Quanto siamo vicini al Jurassic parco?

Russian miners find 40-million-year-old cockroach The fossilized insect was discovered in a piece of amber in Kaliningrad Region pic.twitter.com/4YfK7FV3Hf
— Acidicus (@Acidicus) June 26, 2025
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Genetica
Mosca attacca le infrastrutture energetiche ucraine

La Russia ha condotto un’ondata di attacchi contro le infrastrutture energetiche ucraine che sostengono lo sforzo militare-industriale di Kiev. Lo dichiara il ministero della Difesa di Mosca.
In una dichiarazione di martedì, il ministero ha affermato che le sue forze hanno condotto un «attacco di gruppo utilizzando armi terrestri, aeree e marittime a lungo raggio e ad alta precisione, nonché droni d’attacco» su obiettivi nel territorio controllato da Kiev. Secondo i funzionari, gli attacchi erano diretti a «impianti di gas ed energia a supporto dell’industria della difesa ucraina, infrastrutture aeroportuali militari e siti per lo stoccaggio e la preparazione di droni d’attacco».
«Gli obiettivi degli attacchi sono stati raggiunti», si legge nella dichiarazione.
Anche i funzionari ucraini hanno confermato gli attacchi, riconoscendo che sono stati imposti blackout temporanei localizzati per ridurre al minimo l’impatto sulla rete elettrica. Il ministero dell’Energia ha chiarito, tuttavia, che le restrizioni non avrebbero interessato i consumatori residenziali, le infrastrutture critiche o le aziende che importano più del 60% della loro elettricità.
Naftogaz, la compagnia statale ucraina del gas, ha segnalato danni agli impianti di produzione nella regione settentrionale di Poltava, aggiungendo che non ci sono state vittime. Funzionari locali hanno anche confermato che nove insediamenti nel distretto di Mirgorod sono rimasti senza fornitura di gas a seguito degli attacchi.
Nella regione di Kharkov, i droni russi hanno danneggiato linee elettriche e trasformatori, provocando blackout localizzati, ha riferito la testata ucraina Strana.ua, mentre la procura locale ha confermato che infrastrutture critiche, edifici residenziali e aziende hanno subito danni, ma non si sono verificati feriti.
Per mesi Mosca ha lanciato attacchi a lungo raggio contro installazioni militari ucraine e infrastrutture energetiche collegate alle operazioni di difesa, affermando che questi attacchi non hanno mai preso di mira i civili. Nel frattempo, la Russia ha spesso accusato l’Ucraina di condurre attacchi contro le sue infrastrutture civili, comprese le aree residenziali e gli impianti di lavorazione del petrolio in tutto il Paese.
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Immagine di Maxim Maksimov via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
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