Droga
Cocaina alla Casa Bianca, dicono che non troveranno mai il colpevole. La rete impazzisce sugli ultimi video di Hunter

Mentre è confermato che la polvere bianca trovata alla Casa Bianca è cocaina, il sito Politico ha rivelato che «un funzionario a conoscenza delle indagini ha avvertito che è improbabile che la fonte della droga venga determinata, dato che è stata scoperta in un’area altamente trafficata dell’ala Ovest».
In pratica, vi stanno dicendo, fingendo fonti anonime: mettetevela via, popolani, non sapremo mai di chi è quella bustina di coca, con buona pace della tecnica, oramai vecchia di secoli, delle impronte digitali. Tanto più che, notizia delle ultime ore, non sarebbe l’ala Ovest il luogo in cui è stata trovata la sostanza.
Sulla questione era intervenuta anche la portavoce nera e lesbica (ci tiene a farcelo sapere, perché si sente un record vivente, un personaggio storico di rilievo, ha detto pure di recente) della Casa Bianca Karine Jean-Pierre, che aveva suggerito che la droga poteva essere stata portata dentro dai turisti che fanno il giro del palazzo.
Eccerto. Vai a fare il tour nel posto più controllato del pianeta, e ti porti dietro la bamba. La cosa è stata notata anche dall’indomito ex inquilino della Casa, Donaldo Trump, che ha ricordato che ogni angolo della residenza è sorvegliato da telecamere, e che lui stesso ha appena dato ad un procuratore che lo perseguita molti nastri ripresi dal sistema a circuito chiuso.
Infatti uno ci pensa: ma chi mai potrebbe pensare di entrare nella residenza più protetta del pianeta – l’emblema stesso della legge – eludendo i controlli?
A questo punto le possibilità si restringono, e di moltissimo. Mentre qualche disperato comincia a pensare di puntare il dito sulla povera Kamala Harris, la rete si sta perdendo dietro ai video dell’affaccio di Hunter Biden durante i fuochi artificiali del 4 luglio.
What's Hunter doing? Is that what I think it is? pic.twitter.com/bd1lOATIai
— Ian Miles Cheong (@stillgray) July 5, 2023
Hunter is so obviously strung out. 45 seconds between blinks and he’s jumpy and weird the entire time. pic.twitter.com/kplZvGDj77
— Ian Miles Cheong (@stillgray) July 6, 2023
Eccolo lì, dietro al vegliardo imbalsamato, il ragazzo di cui abbiamo visto la passione per il crack – la forma più tossica della cocaina – declinata in modi immaginabili: la fuma mentre corre in macchina, la fuma dentro una camera di isolamento sensoriale in un rehab, la pesa con la bilancia elettronica mentre ne discute con una donna a caso, dorme con la pipa da crack in bocca, mostra i suoi denti completamente rovinati dall’uso di droga.
Hunter Biden filmed himself smoking crack behind the wheel, driving at 172mph on way to Vegas: photos https://t.co/ExS2SqdTIJ pic.twitter.com/Gf3Ptkpg8i
— New York Post (@nypost) July 2, 2023
Do You Think These Are Real Photos Of Hunter?
How Can Liberals Tell Me The Laptop Is Fake?
Then Say Im In A CULT !!!! Well Im A Proud Member Of What Ever Cult Goes Against Smoking Crack In The White House. pic.twitter.com/sIJWXugjYi
— Trumps Nephew (@ForgiatoBlow47) July 7, 2023
Guardatelo sudato all’inverosimile, che smandibola e si passa la mano sul naso. Ovviamente queste immagini non provano nulla: la malizia è nell’occhio di chi guarda. È il famoso effetto Kuleshov: proiettate nei volti filmati quello che vi suggerisce il contesto.
Here is Hunter Biden smoking crack on video. pic.twitter.com/yxgTVxslnY
— Dollar Dog Town Resident (@ProcessCmplt76) July 2, 2023
Tuttavia, colpisce l’impudenza: il mondo ha visto le sue foto oscene, l’abisso demenziale del suo vizio, i suoi traffici di corruzione imbarazzante e apocalittica (investe in centrali atomiche cinesi, si mette in mezzo alla questione dei biolaboratori USA in Ucraina), abbiamo visto pochi giorni fa lo squallore della lotta contro la spogliarellista madre della sua ultima figlia casuale, che Hunter non vuole usi il nome Biden, e dicendo che non ha soldi riduce gli alimenti – eppure lui si affaccia alla Casa Bianca di fronte al popolo americano, senza problema alcuno.
Forse la droga, più che a lui, serve agli elettori USA.
Nel frattempo, Joe Biden, sempre più imbalsamato, ride quando gli chiedono della coca in casa sua.
Joey "The Joke" Biden Laughs Off Questions About Cocaine Found in the White House on Sunday. What an absolute disgrace! pic.twitter.com/MsGL3Br0Rk
— Denn Dunham (@DennD68) July 5, 2023
Come riportato da Renovatio 21, aveva riso anche quando il giornalista gli aveva domandato delle accuse di corruzione che investono il suo clan, a partire dall’immancabile Hunter, fino a lambire lo stesso presidente.
Tutti questi risolini, e la faccia stampata… siamo sicuri che bisogna sospettare di Hunter?
Maybe Hunter is not the only one doing coke at the White House.
This is unedited. Count the blinks. pic.twitter.com/tbgUeVtugT
— MAZE (@mazemoore) July 7, 2023
Droga
I cartelli della droga imparano la guerra con i droni in Ucraina

Il sessanta per cento dello «tsunami bianco» di cocaina che sta inondando Europa e Stati Uniti proviene dalla Colombia. Lo riporta EIRN.
Sempre alla ricerca delle tecnologie e delle tecniche più moderne, le bande di narcotrafficanti messicane e colombiane stanno inviando combattenti in Ucraina «per apprendere le tattiche dei droni con visuale in prima persona (FPV) e utilizzare tali conoscenze in modi nuovi e mortali in patria», scrive il sito web danese Dagens il 27 agosto.
La Colombia è probabilmente diventata il maggiore esportatore di mercenari. «Dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina nel 2022, la Legione Internazionale di Difesa Territoriale ucraina ha aperto le sue porte a volontari provenienti da tutto il mondo, tra cui decine, se non centinaia, di ex militari colombiani», scrive Radio France International. «Un evento che ha evidenziato questo fenomeno è stato l’arresto di due colombiani, di ritorno dall’Ucraina durante uno scalo a Caracas, in Venezuela, nel 2024».
I mercenari sono stati inviati a Mosca, dove sono stati imprigionati. «Giovani ex soldati ed ex ufficiali, non vendetevi. Combattete per la vostra patria, non morite in guerre straniere», ha insistito il presidente colombiano Gustavo Petro il 17 agosto 2025, su X. Il Petro stava rispondendo a un messaggio del premier sudanese Kamil Idris, indirizzato ai colombiani, che chiedeva la fine dei mercenari colombiani in Darfur e, più in generale, in Sudan.
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In Messico, potenti cartelli della droga si sono rivolti a questi veterani per rafforzare le proprie forze. Ex soldati colombiani (sia narcotrafficanti che anti-narcotrafficanti) vengono reclutati per addestrare i «sicarios», sviluppare tattiche di commando e rafforzare la sicurezza dei leader dei cartelli.
Tra gli episodi più oscuri che hanno coinvolto i mercenari colombiani c’è stato l’assassinio del presidente haitiano Jovenel Moïse, avvenuto il 7 luglio 2021 nella sua residenza di Port-au-Prince. L’inchiesta ha rapidamente rivelato il coinvolgimento diretto di un commando composto principalmente da ex soldati colombiani, reclutati tramite società di sicurezza private e assunti come personale di sicurezza.
E ora, membri dei cartelli della droga messicani e dei gruppi di guerriglia colombiani si stanno unendo alla Legione Internazionale ucraina per padroneggiare la guerra in prima linea con i droni.
L’Ucraina è diventata un banco di prova globale per droni, offrendo agli agenti del cartello un’esperienza pratica con attacchi a basso costo e ad alto impatto.
Il cartello di Jalisco Nuova Generazione sta già impiegando droni armati di granate contro rivali e forze governative in Messico. La Colombia ha registrato 115 attacchi con droni collegati al cartello nel 2024, incluso uno che ha abbattuto un elicottero della polizia e ucciso 12 persone.
I dissidenti delle FARC e la fazione EMC stanno utilizzando sempre più droni nel conflitto interno colombiano, soprattutto dove i colloqui di pace sono falliti. Inoltre, nelle regioni messicane con una forte presenza di cartelli come Sinaloa e Chihuahua, i droni vengono ora utilizzati per imboscate, sorveglianza e persino sganciare bombe.
Persino i funzionari ucraini avvertono che i combattenti stranieri stanno imparando a «uccidere con un drone da 400 dollari», per poi esportare questa conoscenza a livello globale.
Non è la prima volta che viene detto che l’uso di droni come strumenti militari nel teatro di guerra ucraino sta praticando un cambio di paradigma che rimodellerà con probabilità i conflitti di tutto il XXI secolo.
Come riportato da Renovatio 21, un mese fa Londra ha annunziato la produzione congiunta di droni con l’Ucraina; Zelens’kyj una quindicina di giorni fa ha parlato di un possibile grande accordo con gli USA per i droni nel suo Paese. Poche settimane prima, il presidente russo Vladimir Putin aveva affermato che la Russia stava approntando una branca separata dell’esercito dedicata ai droni.
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Come riportato da Renovatio 21, Putin durante una riunione della Commissione militare-industriale del Paese sullo sviluppo di sistemi aerei senza pilota dello scorso settembre aveva annunciato che nel 2024 l’esercito russo avrebbe ricevuto dieci volte più droni rispetto all’anno precedente – una produzione praticamente decuplicata.
Mesi fa Kiev ha condotto su tutto il territorio russo – compreso l’estremo oriente siberiano – l’operazione «tela di ragno», con la quale, tramite piccoli droni remotati, ha attaccato aeroporti e colpito bombardieri.
Come riportato da Renovatio 21, i narcocartelli da mesi hanno iniziato a condurre operazioni con droni armati contro le forze americane delle frontiere.
Come riportato da Renovatio 21, l’uso dei droni per il trasporto della droga è estremamente comune oramai, con oltre 9.000 incursioni di droni dei narcos messicani nello spazio aereo statunitense.
I cartelli della droga costituiscono il quinto più grande datore di lavoro in America Latina.
I cartelli messicani, che vengono da un periodo di sanguinari conflitti interni, sono stati pionieri dell’uso di droni commerciali per sganciare bombe sulle bande rivali.
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Droga
Trump valuta l’ipotesi di attacchi in Venezuela e minaccia di abbatterne gli aerei

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Droga
Trump disintegra la barca di narcotrafficanti venezuelani in acque internazionali

Un’imbarcazione che trasportava droga e terroristi dal Venezuela è stata annientata dall’esercito statunitense nel Mar dei Caraibi martedì, ha rivelato lo stesso presidente statunitense Donald J. Trump a inizio settimana.
«Abbiamo appena sparato, negli ultimi minuti, contro una barca, una barca che trasportava droga, con un sacco di droga a bordo», ha annunciato il Presidente durante una conferenza stampa nello Studio Ovale.
«E lo vedrete, e ne leggerete. È successo solo pochi istanti fa».
🚨 @POTUS: We just, over the last few minutes, shot out a drug-carrying boat… and there’s more where that came from… These came out of Venezuela. pic.twitter.com/JlurCZWBpG
— Rapid Response 47 (@RapidResponse47) September 2, 2025
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Il Segretario di Stato Marco Rubio ha confermato il successo operativo in una dichiarazione rilasciata poco dopo.
«Come ha annunciato poco fa il presidente degli Stati Uniti, oggi l’esercito statunitense ha condotto un attacco letale nei Caraibi meridionali contro una nave adibita al trasporto della droga partita dal Venezuela e gestita da un’organizzazione designata come narcoterroristica», ha spiegato Rubio in una dichiarazione sui social media.
As @potus just announced moments ago, today the U.S. military conducted a lethal strike in the southern Carribean against a drug vessel which had departed from Venezuela and was being operated by a designated narco-terrorist organization.
— Marco Rubio (@marcorubio) September 2, 2025
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Ore dopo, il presidente Trump ha diffuso su Truth social filmati e ulteriori dettagli sull’attacco.
«Stamattina presto, su mio ordine, le forze armate statunitensi hanno condotto un attacco cinetico contro i narcoterroristi del Tren de Aragua, identificati con certezza, nell’area di responsabilità del SOUTHCOM. Il TDA è un’organizzazione terroristica straniera designata, che opera sotto il controllo di Nicolas Maduro, responsabile di omicidi di massa, traffico di droga, traffico sessuale e atti di violenza e terrorismo negli Stati Uniti e nell’emisfero occidentale”, ha dichiarato il Presidente».
WATCH: The U.S. military destroyed a Venezuelan drug boat in international waters with 11 Tren de Aragua narcoterrorists aboard, the Trump admin says. pic.twitter.com/qpOq1Yk2Lz
— Fox News (@FoxNews) September 2, 2025
«L’attacco è avvenuto mentre i terroristi si trovavano in mare in acque internazionali, impegnati a trasportare stupefacenti illegali diretti negli Stati Uniti. L’attacco ha causato la morte di 11 terroristi. Nessun membro delle forze armate statunitensi è rimasto ferito durante l’attacco. Vi preghiamo di far sì che questo serva da avviso a chiunque pensi anche solo di introdurre droga negli Stati Uniti d’America. ATTENZIONE!»
Si tratta di un primo colpo delle annunciate operazioni cinetiche programmate dal presidente americano contro il narcotraffico. Ad inizio mandato era trapelata l’ipotesi di un utilizzo delle forze speciali contro i narcocartelli messicani. La prospettiva, respinta dal presidente messicano Claudia Sheinbaum, ha scatenato una rissa al Senato di Città del Messico la scorsa settimana.
Le tensioni tra Stati Uniti e Venezuela sono in aumento. Secondo quanto riferito, sette navi da guerra statunitensi e un sottomarino d’attacco rapido a propulsione nucleare stanno già pattugliando i Caraibi meridionali o lo faranno presto, insieme a più di 4.500 marinai e marine. Maduro ha risposto visitando un grande spiegamento militare ritratto in video e mandato in rete nelle scorse ore.
Venezuelan President Maduro stages a show of force as US warships deploy near Venezuela.pic.twitter.com/5LtAwKHrPv
— Clash Report (@clashreport) August 29, 2025
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La Casa Bianca accusa da tempo Maduro di guidare una rete di narcotrafficanti nota come «Cartel de los Soles», sebbene non vi siano prove schiaccianti o prove concrete che lo dimostrino, tuttavia lo scorso anno gli USA sono arrivati a sequestrare un aereo presumibilmente utilizzato dal presidente di Carcas. È stato anche accusato di aver trasformato l’immigrazione in un’arma.
Il regime di Maduro sostiene che la presenza degli Stati Uniti nella regione rappresenta una minaccia diretta e potrebbe preannunciare un conflitto militare nel prossimo futuro. «I venezuelani sanno chi c’è dietro queste minacce militari degli Stati Uniti contro il nostro Paese», ha affermato la scorsa settimana il ministro della Difesa venezuelano, il generale Vladimir Padrino. «Non siamo narcotrafficanti, siamo persone nobili e laboriose».
Le forze visibili nel settore sono state create per «combattere e smantellare le organizzazioni dedite al traffico di droga, i cartelli criminali e le organizzazioni terroristiche straniere nel nostro emisfero», ha dichiarato venerdì il vice capo dello staff della Casa Bianca, Stephen Miller, sottolineando quella che pare essere ufficialmente la dottrina geopolitica trumpiana, ossia la «difesa emisferica», dove gli USA – non troppo lontano dalla dottrina Monroe – difendono il proprio settore globale. Di qui l’interesse per la Groenlandia, le immediate trattative sul Canale di Panama, e le provocazioni sull’annessione del Canada e persino del Messico, che ha avuto il suo Golfo rinominato in Golfo d’America.
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Immagine screenshot da Twitter
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