Nucleare
Lo Sri Lanka vuole costruire reattori nucleari con l’aiuto di Mosca
Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
L’ambasciata russa ha reso noto che «l’incontro si è concentrato sulle necessità del settore energetico». Le autorità srilankesi stanno considerando diverse opzioni per affrontare la crisi energetica della nazione insulare. Nel 2023 rischiano di esserci molti tagli alla corrente.
Lo Sri Lanka, alla ricerca di fonti alternative per soddisfare il proprio fabbisogno energetico, ha discusso con la Russia una cooperazione in materia di energia nucleare. Nei giorni scorsi il ministro dell’Energia e dell’elettricità, Kanchana Wijesekera, ha parlato dell’iniziativa con l’ambasciatore russo Levan Dzhagaryan.
Le autorità srilankesi sono alla ricerca di nuove fonti di approvvigionamento per affrontare la crisi energetica e di combustibili nel Paese, a sua volta causata da una crisi economica caratterizzata da scarse riserve di valuta estera.
L’ambasciata russa, in un messaggio su Twitter, ha reso noto che «l’incontro si è concentrato sulle necessità del settore energetico dello Sri Lanka, come il carburante, le operazioni di raffineria, la fornitura di carbone e la cooperazione nell’energia nucleare». Stesse parole utilizzate dal ministro Wijesekera, che ha inoltre citato “il memorandum d’intesa firmato per la cooperazione in materia di energia nucleare con Rosatom”. Rosatom è una società statale russa specializzata in energia nucleare e prodotti ad alta tecnologia.
Alcuni studiosi hanno rivelato ad AsiaNews che «la Russia sarebbe in grado di risolvere la maggior parte dei problemi energetici dello Sri Lanka». All’inizio di quest’anno, soprattutto nel periodo precedente all’assunzione delle funzioni da parte dell’attuale ministro Wijesekera, «il Paese ha avuto difficoltà a garantire le forniture energetiche. Per questo motivo, l’isola sta cercando la cooperazione energetica con altre nazioni. La Russia può svolgere un ruolo significativo in tal senso».
I russi rivelano di essersi già impegnati con il ministero dell’Energia dello Sri Lanka per incrementare gli scambi commerciali nel settore energetico. Le discussioni si sono concentrate sulla fornitura di petrolio e carbone, ma hanno anche «toccato la possibilità di altri progetti, considerando le capacità della Russia in materia di energia nucleare».
Secondo fonti del ministero dell’Energia, la Russia è pronta a espandere la cooperazione commerciale con lo Sri Lanka non solo nel settore dell’energia, ma anche in quelli dell’agricoltura, del turismo e della sanità.
Nel gennaio 2018, la Russia e lo Sri Lanka avevano tenuto colloqui per un uso pacifico dell’energia nucleare. Nikolay Spassky, vicedirettore generale della società nucleare statale russa Rosatom, aveva incontrato l’ex ministro dell’Energia e il ministro della Scienza, della tecnologia e della ricerca, Ranjith Siyambalapitiya e Susil Premajayantha.
Studiosi e ingegneri delle più importanti università nazionali hanno commentato dicendo che «la Russia, essendo uno dei principali attori nella realizzazione di reattori nucleari, potrebbe offrire conoscenze tecniche e investimenti. Mentre la popolazione srilankese potrebbe opporsi al progetto, la Russia potrebbe proporre diverse opzioni, tra cui le piattaforme off-shore».
Fonti del Ceylon Electricity Board (CEB) hanno spiegato che «lo Sri Lanka dovrà affrontare una grave crisi energetica nel 2023 a causa del problema dell’approvvigionamento di carbone per la centrale elettrica di Norocholai. Il Paese ha bisogno di 38 spedizioni di carbone prima del 30 aprile 2023; le scorte di carbone esistenti saranno sufficienti solo fino al 20 gennaio 2023».
Lo Sri Lanka, che ottiene il 40% dell’elettricità dal carbone, non è riuscito a procurarsi i combustibili fossili necessari a causa della crisi valutaria dei cambi. Inoltre, ha aggiunto il CEB, «a causa delle condizioni meteorologiche avverse, al momento non possiamo scaricare le partite di carbone. Di conseguenza, nel 2023 saremo costretti a subire interruzioni di corrente molto lunghe, rischiando il più lungo taglio della storia».
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Nucleare
La Russia testa con successo un missile da crociera a propulsione nucleare con gittata illimitata
Il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato domenica il successo del test di un missile da crociera a propulsione nucleare, il 9M730 Burevestnik, con una portata teoricamente illimitata. Durante la prova di questa settimana, il missile avrebbe percorso 14.000 km in 15 ore di volo, dimostrandosi, secondo Putin, «invincibile» contro i sistemi di difesa missilistica attuali e futuri.
«Si tratta di un’arma unica al mondo», ha dichiarato Putin in un incontro con i generali impegnati nel conflitto in Ucraina. Il missile Burevestnik (nome in codice NATO: SS-X-33 Stone o SSC-X-9 Skyfall, noto anche come Petrel), svelato nel 2018 come risposta all’espansione della NATO e allo sviluppo dello scudo missilistico statunitense dopo l’uscita dal Trattato antimissili balistici del 1972, è stato a lungo considerato irrealizzabile, ma Putin ha confermato il completamento dei «test cruciali».
Secondo l’agenzia Reuters, l’annuncio rappresenta un chiaro monito all’Occidente affinché non sottovaluti le capacità militari russe, mentre la guerra in Ucraina continua senza prospettive di pace. «Per Trump, che ha definito la Russia una “tigre di carta” per non aver rapidamente sconfitto l’Ucraina, il messaggio è che Mosca resta un attore militare globale, specie nel campo nucleare, e che le sue proposte sul controllo degli armamenti dovrebbero essere prese sul serio», scrive Reuters.
L’annuncio segue la decisione degli Stati Uniti di autorizzare l’Ucraina a utilizzare missili a lungo raggio forniti dall’Occidente per colpire in profondità il territorio russo, riportata giovedì dal Wall Street Journal.
🚨🚨 Unlimited-range Burevestnik joins Russia’s elite missile club — after flying 14K km
A glimpse inside Russia’s top-tier arsenal 🧵👇 https://t.co/IjcrJRWJp5 pic.twitter.com/fABARGFVJs
— Sputnik India (@Sputnik_India) October 26, 2025
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Come riportato da Renovatio 21, Putin ha avvertito che un attacco di missili Tomahwak alla Russia comporterebbe una risposta «molto seria, se non schiacciante». Alla vigilia della revoca delle restrizioni, le forze nucleari russe hanno condotto un’esercitazione su terra, mare e aria per testare la prontezza e la catena di comando.
Sabato, il presidente Trump ha dichiarato che non incontrerà Putin fino al raggiungimento di un accordo di pace per porre fine al conflitto ucraino. «Devo essere certo che troveremo un’intesa», ha detto ai giornalisti sull’Air Force One, diretto a Kuala Lumpur per un tour asiatico. «Non voglio perdere tempo. Ho sempre avuto un ottimo rapporto con Vladimir Putin, ma questa situazione è stata una grande delusione».
Trump ha cancellato il vertice di pace con Putin previsto a Budapest, esprimendo frustrazione per la mancanza di progressi. «Pensavo che la pace in Medio Oriente sarebbe stata più complessa», ha detto, citando successi come la mediazione tra Azerbaigian e Armenia. «India e Pakistan, quasi tutti gli accordi che ho concluso sembravano più difficili di quello con Russia e Ucraina, ma c’è molto odio tra Zelens’kyj e Putin».
In risposta, Trump ha annunciato nuove sanzioni contro le due principali compagnie petrolifere russe, accusando Mosca di scarsa serietà nei negoziati di pace.suggenerendo che discuterà degli acquisti di petrolio russo da parte della Cina con il premier Xi Jinping durante l’incontro in Corea del Sud. «La Cina sta riducendo significativamente gli acquisti di petrolio russo, e l’India li ha interrotti del tutto. Abbiamo imposto sanzioni», ha dichiarato Trump.
Come riportato da Renovatio 21, a marzo dell’anno scorso Putin aveva annunziato il completamento dei test del missile Burevestnik, come pure del del drone sottomarino con capacità nucleare Poseidon, un’arma in grado di scatenare immani tsunami radiattivi in grado di affondare le città costiere se non interi Paesi insulari come la Gran Bretagna.
Agli albori del conflitto ucraino, Putin aveva parlato del fatto che la Russia dispone di nuove armi, che nessuno ha, dichiarandole chiaramente migliori di quelle della NATO, parlando di armi basate su «nuovi principi della fisica» e solo cinque mesi fa delle armi nucleari più avanzate al mondo. In pochi, 0ramai, pensano che bluffasse.
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Immagine screenshot da Twitter
Nucleare
Stupende immagini della fusione nucleare
Plasma is better in colour! Watch one of our latest #plasma pulses in our ST40 tokamak, filmed using our new high-speed colour camera at an incredible 16,000 frames per second.
Each pulse lasts around a fifth of a second. What you’re seeing is mostly visible light from the… pic.twitter.com/jWKmcl0tEx — Tokamak Energy (@TokamakEnergy) October 15, 2025
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Nucleare
Conferenza mondiale sulla fusione nucleare in Cina
Il 14 ottobre è stata inaugurata nella megalopoli cinese di Chengdu, in Cina, la seconda riunione ministeriale del World Fusion Energy Group dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA), con 1.000 partecipanti.
Il Global Times, giornale in lingua inglese del Partito Comunista Cinese, ha titolato: «Il “sole artificiale” di nuova generazione della Cina in fase di aggiornamento per i test al plasma: un esperto», offrendo un riassunto del programma cinese sulla fusione, con particolare attenzione al Tokamak superconduttore sperimentale avanzato (EAST).
Zhong Wulu, vicedirettore del Southwest Institute of Physics della China National Nuclear Corporation (CNNC) e responsabile della Divisione di Scienza della Fusione, ha dichiarato: «Per raggiungere l’energia da fusione commerciale, dobbiamo completare sei fasi, e al momento siamo alla terza». Il Zhong ha elencato le sei fasi come «esplorazione concettuale, esperimenti su larga scala, esperimenti al plasma, reattori sperimentali, reattori dimostrativi e reattori commerciali».
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Huang Mei, capo scienziato del CNNC e responsabile del progetto del ciclotrone elettronico, ha detto al Global Times che, nonostante la tabella di marcia preveda la produzione di energia da fusione entro il 2050 circa, «stiamo lavorando intensamente per anticipare questa scadenza il più possibile». Nella fase 3, il 20 gennaio 2025, il Tokamak EAST ha raggiunto un funzionamento continuo del plasma ad alto confinamento per 1.066 secondi (circa 17 minuti e tre quarti), con temperature superiori a 82 milioni di gradi Celsius.
Tuttavia, questo risultato straordinario non ha ancora raggiunto il punto di pareggio, in cui una reazione di fusione produce più energia di quella usata per riscaldare il plasma, né l’ignizione, in cui la reazione diventa autosostenibile.
Il Global Times sottolinea che gli esperti cinesi evidenziano come «i materiali e l’ingegneria rappresentino ulteriori sfide. È necessario sviluppare materiali strutturali capaci di resistere a temperature estreme e intense radiazioni neutroniche, magneti superconduttori altamente affidabili, sistemi criogenici e sistemi di diagnostica e controllo per monitorare il plasma in tempo reale con feedback rapido».
Questo sta portando a concentrarsi su leghe di tungsteno per componenti strutturali e magneti superconduttori in niobio-stagno, niobio-titanio o materiali superconduttori ad alta temperatura. Un’altra questione cruciale è «l’autosufficienza al trizio». Un obiettivo chiave è il passaggio dell’EAST a un reattore sperimentale, corrispondente alla quarta fase del processo.
Huang Mei del CNNC ha espresso ottimismo, secondo il Global Times, affermando che «il Southwest Institute of Physics, come “squadra nazionale” per la fusione, accelererà i progressi tecnici attraverso diverse piattaforme». Ha aggiunto: «Il momento che attendo con più entusiasmo è quando useremo il primo kilowatt di energia da fusione per accendere una lampadina, sarà l’istante più emozionante».
Come riportato da Renovatio 21, due mesi fa scienziati cinesi avevano introdotto un nuovo dispositivo di prova per la produzione di fusione.
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Lo scorso marzo la Cina aveva fatto sapere che costruirà un reattore ibrido a fusione-fissione entro il 2030, con l’obiettivo di generare 100 megawatt di elettricità continua e connettersi alla rete nazionale entro la fine di questo decennio.
Come riportato da Renovatio 21, la Cina sta portando avanti le ricerche sulla fusione da anni. La Cina ha accelerato con i suoi studi per la fusione dopo che negli scorsi anni un team di scienziati cinesi aveva affermato di aver trovato un metodo nuovo e più conveniente per il processo.
Una volta scoperto un processo stabile per ottenere la fusione, potrebbe entrare in giuoco l’Elio-3, una sostanza contenuta in grande abbondanza sulla Luna, dove la Cina, come noto, sta operando diverse missioni spaziali di successo. Da qui potrebbe svilupparsi definitivamente il ramo cosmico dello scacchiere internazionale, la geopolitica spaziale che qualcuno già chiama «astropolitica», e già si prospetta come un possibile teatro di guerra.
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Immagine generata artificialmente
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