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Famiglia

“Mia figlia di 3 anni è la trans più giovane del mondo”

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A riportare il caso è il quotidiano britannico Mirror.

 

Dall’età di tre anni, l’unico figlio di Jeneen Schofield ha fatto la stessa richiesta per Natale e il compleanno: «voglio essere una bambina».

 

Mentre gli scatti di famiglia mostrano il bimbo con la divisa del Liverpool, Jeneen dice che il suo bambino, nato maschio, ha presto capito che avrebbe dovuto vivere la vita di una femmina. E l’anno scorso, all’età di sette anni, il suo desiderio si è avverato quando il suo nome è stato ufficialmente cambiato tramite un atto unilaterale – in Luna.

 

Ha iniziato a indossare la gonna a scuola e ha ottenuto anche un nuovo passaporto come uno dei bambini transgender più giovani della Gran Bretagna.

 

Ha iniziato a indossare la gonna a scuola e ha ottenuto anche un nuovo passaporto come uno dei bambini transgender più giovani della Gran Bretagna.

Oggi, la madre apre orgogliosamente il suo cuore agli eventi che cambiano la vita e sfida i detrattori che credono che la sua decisione di lasciare che Luna scegliesse il suo genere fosse prematura. Operatrice del SSN Jeneen, 37 anni, racconta del momento in cui Luna, ora otto anni, è stata «liberata» e parla del suo «processo di lutto» nel lasciar andare il suo bambino.

 

La mamma racconta: «Luna ha iniziato a chiedere di diventare femmina sin dal terzo compleanno. Credevo che fosse una fase e le ho detto di smettere di comportarsi da sciocca. Ma lei insisteva. La mia famiglia pensava che fosse troppo giovane per prendere la decisione di essere una femmina, ma non volevo dirle come si sentiva e sapevo che non sarebbe passata». 

 

La storia di Luna arriva quando le cifre mostrano che il numero di bambini affetti da disforia di genere in Gran Bretagna è raddoppiata nell’ultimo anno.

 

Il numero di bambini affetti da disforia di genere in Gran Bretagna è raddoppiata nell’ultimo anno. Le segnalazioni all’unica clinica specializzata in Inghilterra per bambini transgender sono aumentate di quasi il 100% in quattro anni.

Le segnalazioni all’unica clinica specializzata in Inghilterra per bambini transgender sono aumentate di quasi il 100% in quattro anni.

 

Solo nell’anno passato, 2.590 bambini sono stati indirizzati al Gender Identity Development Service con sede a Leeds, dove è stata visitata Luna.

 

Jeneen racconta come Luna abbia sempre evitato le «cose tipo calcio», preferendo giocare con le bambole e vestiti. A cinque anni le fu permessa una «transizione sociale». Jeneen aggiunge: «prima di allora, aveva indossato abiti da principessa in negozio con me o a casa. Per il suo quinto compleanno ha trascorso la giornata a Disneyland Paris vestita da principessa. Non poteva essere più felice!».

 

«In cima a ogni lista dei desideri di Natale e di compleanno c’era diventare una bambina. È stato difficile accettare quello che stavo vedendo».  Luna aveva iniziato la scuola da poche settimane quando Jeneen chiese di parlare con l’insegnante.

 

Dice: «era la Giornata Mondiale del Libro. Spiegai all’insegnante che Luna voleva vestire i panni di Alice nel Paese delle Meraviglie e le chiesi se pensava che potesse esserci qualcos’altro. L’insegnante accettò la mia richiesta, aggiungendo che aveva notato che, durante i giochi di travestimento, Luna era sempre la mamma o la sorella».

 

«All’improvviso ero così spaventata dalle conseguenze che poteva avere su di lei. Mi sono seduta in macchina e ho pianto a dirotto. Non sapevo davvero cosa significasse essere trans. Per settimane ero pietrificata al pensiero che Luna avrebbe avuto una vita senza amore e piena di persone che la odiavano».

 

Ma Jeneen afferma che i video di YouTube dei genitori di bambini trans che raccontano della loro situazione, oltre a risorse scaricate da Mermaids, l’ente benefico per il supporto ai trans, l’hanno aiutata a capire che Luna poteva trovare la felicità.

 

Aggiunge: «più facevo ricerche, più mi rendevo conto che la transizione non significava la fine. Luna potrebbe avere una vita felice e trovare l’amore come femmina».

 

Gli psicologi del Servizio Sanitario Nazionale britannico hanno affermato che i bambini possono scegliere troppo presto di vivere come sesso opposto

Ma questo mese gli psicologi del Servizio Sanitario Nazionale britannico hanno affermato che i bambini possono scegliere troppo presto di vivere come sesso opposto. Sostengono che lasciare ai bambini di sei anni la scelta della «transizione sociale» potrebbe causare danni a lungo termine dovuti alla costrizione tanto prematura.

 

Anche due noti medici hanno consigliato cautela. Lo psicologo sociale Dr. David Canter ha dichiarato: «A nessuno dovrebbe essere assegnata l’etichetta di transgender prima della pubertà. Se il bambino è infelice, i motivi dovrebbero essere esplorati senza assegnare etichette». 

 

Il consulente psichiatra e docente televisivo Raj Persaud ha aggiunto: «è necessaria un’attenta valutazione medica per capire cosa sta succedendo. Solo così si possono prendere decisioni».

 

Ma la mamma single Jeneen insiste sul fatto che sarebbe stato un errore lasciare che Luna vivesse una bugia. E sottolinea: «una cosa di cui ero sicura era che non avrei mai incoraggiato Luna a diventare una ragazza».

 

Nel 2016 Jeneen portò Luna al Liverpool Pride, dove Mermaid aveva uno stand. Lì hanno incontrato una famiglia con un bambino trans di un solo anno maggiore di Luna. Jeneen ricorda: «aveva iniziato a indossare abiti da ragazza e sembrava così felice. Ho chiesto a Luna se voleva dei vestiti da ragazza normale, piuttosto che abiti da principessa, ed era davvero entusiasta».

 

Quindi portò Luna a Primark, dove comprarono tre abiti, un paio di jeans rosa con i pompon. «Vederla entrare e uscire dai camerini con i suoi nuovi vestiti mi faceva sciogliere il cuore, era come se fosse stata liberata», dice Jeneen.

 

«Tornate a casa, Luna ha svuotato il suo guardaroba di tutti i vestiti da maschio, li ha messi in alcuni sacchetti e ha indossato i vestiti nuovi con orgoglio». Giorni dopo Jeneen disse a sua madre che Luna avrebbe indossato abiti femminili.

 

Racconta: «abbiamo avuto una discussione esplosiva, mia madre mi ha detto, “Non posso portarla fuori con i vestiti da femmina!” Le ho gridato che doveva essere più comprensiva e di supporto».

 

«Mi ha richiamato più tardi dicendo quanto le dispiacesse, quanto ci amasse, ma era così spaventata. Spiegai che ero più spaventata di chiunque altro, ma non potevo aiutare Luna da sola. E col benestare della direttrice dell’inizio del secondo anno di scuola, Luna indossava con orgoglio l’uniforme da femmina. Tutti erano così benevoli. Altri bambini avevano chiesto perché indossava un vestito da femmina e lei rispondeva: “Perché mi rende felice”».

 

«Il senso di sollievo quando è tornata a casa quel primo giorno con un sorriso sul viso è stata travolgente».

 

Poi è arrivata la questione del nome.

 

Dopo aver provato con Alice per una settimana, ha scelto Luna, un accenno al fatto che lei e Jeneen cercano la luna di notte per esprimere un desiderio prima di coricarsi.

 

Dopo essere stata un’infermiera per 11 anni, Jeneen ha iniziato una terapia che l’ha aiutata a vivere la sua nuova vita. Questo, oltre a essere parte di una preziosa rete di Mermaid a Liverpool, le ha dato la sicurezza e la forza per gestire commenti online «orribili».

Tuttavia, il processo non è stato facile e Jeneen ammette di essere «in lutto» mentre le foto dei “ricordi” di Facebook mostrano Luna da neonato –«facendomi sentire come se avessi perso il mio bambino».

 

Ma precisa: «ho spiegato come mi sentivo agli amici all’esterno della comunità trans. Mi hanno detto che avrei dovuto essere grata di avere un figlio, qualunque fosse il genere. È un’emozione complessa essere genitore di un bambino trans. L’ultima cosa che volevo era offendere qualsiasi genitore che avesse perso un figlio a causa di un incidente o di una malattia».

 

Dopo essere stata un’infermiera per 11 anni, Jeneen ha iniziato una terapia che l’ha aiutata a vivere la sua nuova vita. Questo, oltre a essere parte di una preziosa rete di Mermaid a Liverpool, le ha dato la sicurezza e la forza per gestire commenti online «orribili».

 

Racconta: «ho smesso di leggere i commenti che dicevano che i genitori dovrebbero essere uccisi o fatti a pezzi. Questo riguardava la felicità di Luna. So che verrà giudicata man mano che cresce, odiata per qualcosa che non ha scelto, ma posso avere un figlio morto o una figlia felice e sicura di sé».

 

A volte, Jeneen si è rivolta alle comunità trans e LGBT, ad avvocati e persino al suo parlamentare per ricevere supporto. Un momento toccante è arrivato quando Luna è stata ribattezzata l’anno scorso. Jeneen afferma: «il vicario non avrebbe potuto essere più solidale, ha anche indossato una sciarpa di seta arcobaleno».

 

Un momento toccante è arrivato quando Luna è stata ribattezzata l’anno scorso. Jeneen afferma: «il vicario non avrebbe potuto essere più solidale, ha anche indossato una sciarpa di seta arcobaleno»

«Quando vedo e ascolto come Luna abbia accettato il suo vero io, quanto sia felice, intelligente e divertente, mi rende molto orgogliosa. I bambini hanno bisogno di essere se stessi per sbocciare, non quello che qualcun altro vuole che siano».

 

Luna ha avuto cinque appuntamenti presso la clinica che tratta la disforia di genere e può porre domande ed esplorare idee sulla propria identità.

 

Jeneen afferma: «il prossimo cambiamento sarà tra qualche anno quando Luna inizierà la pubertà e potrà scegliere da sola se assumere i bloccanti ormonali, le medicine o qualsiasi altra cosa desideri. Ma sarà una decisione sua, e solo sua».

 

 

Fonte: Mirror

 

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Famiglia

Il presidente polacco firma la nuova legge sull’imposta zero sul reddito per i genitori con due figli


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Il presidente polacco ha firmato una legge che abolisce l’imposta sul reddito delle persone fisiche per i genitori che crescono due o più figli, nel tentativo di sostenere e incoraggiare le famiglie e rilanciare l’economia.

 

Il disegno di legge appena approvato elimina l’obbligo di pagare l’imposta sul reddito per le famiglie con un reddito annuo fino a 140.000 zloty (32.973 euro). Grazie all’agevolazione fiscale, si prevede che una famiglia polacca media avrà a disposizione 1.000 zloty in più (235 euro) al mese.

 

Il presidente polacco Karol Nawrocki, insediatosi ad agosto, ha presentato il disegno di legge prima che fosse approvato dal Parlamento, come mezzo per aiutare finanziariamente le famiglie e incoraggiare un tasso di natalità sostenibile in un paese che, come la maggior parte degli altri, soffre di un calo del tasso di natalità.

 

«Bisogna trovare risorse finanziarie per le famiglie polacche», ha affermato Nawrocki durante la presentazione del disegno di legge. Ha sottolineato il fatto che la Polonia sta attraversando una crisi di natalità. Lo scorso anno, il numero di nascite in Polonia ha raggiunto un nuovo minimo. Il tasso di natalità della Polonia è uno dei più bassi al mondo, attestandosi a 1,1 entro il 2024, ben al di sotto del tasso di sostituzione. Solo otto paesi hanno un tasso di natalità inferiore a quello della Polonia, secondo il Population Reference Bureau.

 

Le consultazioni pubbliche sulla legge prima della sua approvazione hanno rilevato che l’agevolazione fiscale è molto popolare tra i polacchi. Circa il 76% degli intervistati ha affermato che la legge era «assolutamente necessaria», e solo il 16% si è dichiarato fermamente contrario, ha riportato EuroNews.

 

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Immagine di Marsilar via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International

 

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Famiglia

Il servizio sanitario britannico difende i «benefici» del matrimonio tra cugini di primo grado

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Attivisti e politici britannici hanno criticato il Servizio Sanitario Nazionale (NHS) per aver sostenuto i «benefici» dei matrimoni tra cugini di primo grado, paragonando il rischio genetico di tali unioni a quello di avere figli in età avanzata o di consumare fumo e alcol durante la gravidanza.   I matrimoni tra cugini sono legali in Gran Bretagna dal XVI secolo, quando Enrico VIII modificò le norme di parentela per sposare Catherine Howard, cugina di Anna Bolena. La legge attuale vieta i matrimoni tra genitori, figli e fratelli, ma consente quelli tra cugini di primo grado. Il fenomeno è spesso ora discusso a causa della pratica diffusa presso la comunità di immigrati dal Pakistan e zone limitrofe.   Il deputato conservatore Richard Holden ha proposto un disegno di legge per vietare tali unioni, sostenendo che mettono a rischio la salute dei bambini. La proposta è tornata alla Camera dei Comuni la settimana scorsa e dovrebbe essere discussa in seconda lettura all’inizio del prossimo anno.   In risposta alle richieste di riforma, il Genomics Education Programme dell’NHS ha pubblicato un articolo che valuta l’opportunità di un divieto, citando «vari potenziali benefici, tra cui sistemi di supporto più efficaci per le famiglie allargate e vantaggi economici». Pur riconoscendo un maggiore rischio di patologie congenite, l’NHS lo ha paragonato a quello della genitorialità tardiva o del consumo di fumo e alcol in gravidanza.   Un precedente documento di un trust NHS di Bradford, riportato dai media, indicava che i matrimoni tra cugini, legati a circa il 30% dei difetti congeniti locali, erano paragonabili al ritardo della maternità oltre i 34 anni nelle donne bianche, descrivendo entrambe come pratiche culturali influenzate da valori sociali.

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Holden ha duramente criticato la pubblicazione, dichiarando che «il Servizio Sanitario Nazionale dovrebbe smettere di sottomettersi a pratiche culturali dannose e oppressive», accusando il governo laburista di ignorare le richieste di vietare tali unioni, definite «una porta secondaria per l’immigrazione».   I critici hanno sostenuto che le linee guida dell’NHS ostacolano gli sforzi di sensibilizzazione. Aisha Ali-Khan, che ha perso tre fratelli a causa di problemi di salute legati al matrimonio tra cugini dei suoi genitori, ha dichiarato al *Daily Mail* di non voler vedere «altre famiglie passare quello che abbiamo passato noi». Aneeta Prem, presidente della Freedom Charity, ha definito tali unioni un «rischio per la tutela».   Un portavoce dell’NHS ha chiarito che l’articolo rappresenta un «riassunto delle ricerche e dei dibattiti politici esistenti», non una posizione ufficiale, aggiungendo che l’educazione e la consulenza genetica sarebbero più efficaci di un divieto.   Nel 2017 era emersa la storia del quartiere di Redbridge, nell’East London, dove si era detto che la mortalità infantile e altri problemi di salute potevano essere collegati alla diffusione di matrimoni tra cugini di primo e secondo grado nelle famiglie di origine sudasiatica.   Il Consiglio di Redbridge era stato informato dal Child Death Overview Panel (CDOP) che le «relazioni consanguinee» tra coppie almeno cugine di secondo grado hanno contribuito al 19% delle circa 200 morti infantili registrate tra il 2008 e il 2016. Durante una riunione del Consiglio per la salute e il benessere, era emerso che le cause dei decessi erano «anomalie genetiche e congenite».   I matrimoni tra consanguinei sono legali nel Regno Unito. Una ricerca del 2016 stima che fino al 40% dei matrimoni in Egitto coinvolga almeno cugini di secondo grado. A Redbridge, la maggior parte di queste unioni riguarda coppie di origine pakistana, ma il rapporto indica che il fenomeno si estende anche a famiglie di nomadi.   La Gran Bretagna non è l’unico Paese toccato dal problema.   Come riportato da Renovatio 21, l’anno scorso il governo svedese stava valutando una modifica della legge che vieterebbe i matrimoni tra cugini, una mossa volta principalmente a limitare problemi come l’oppressione dell’onore, diffusa nelle comunità di migranti. Attualmente, la legge svedese proibisce i matrimoni tra genitori e figli o fratelli germani, sebbene i fratellastri possano sposarsi con un’esenzione. I matrimoni tra cugini sono ancora legali, ma questo potrebbe cambiare presto.   In Norvegia, la scorsa estate è stata promulgata una legge simile, in cui i funzionari hanno sottolineato l’aumento del rischio di malattie genetiche e complicazioni per la salute causate dalla consanguineità. Tra questi rischi rientrano tassi più elevati di nati morti e mortalità infantile.   Il problema dell’endogamia delle comunità islamiche non riguarda solo la Svezia, e viene discusso, sia pur a bassa voce, da alcuni anni.   Già negli anni 2000 erano emersi dati secondo cui «il 70% di tutti i pakistani è consanguineo e in Turchia la percentuale è tra il 25% e il 30%» scriveva nel 2010 un articolo di PJ Media. «Una stima approssimativa rivela che quasi la metà di tutti coloro che vivono nel mondo arabo è consanguinea. Una grande percentuale di genitori che sono imparentati proviene da famiglie in cui il matrimonio misto è una tradizione da generazioni».

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La questione, che alcuni osservatori fanno risalire proprio alla cultura musulmana, si riflette con decisione nelle comunità immigrate: «la ricerca della BBC ha anche scoperto che mentre i pakistani britannici rappresentavano solo il 3,4% di tutte le nascite in Gran Bretagna, rappresentavano il 30% di tutti i bambini britannici con disturbi recessivi e un tasso più elevato di mortalità infantile» continua PJ Media.   «Le prove mediche dimostrano che una delle conseguenze negative della consanguineità è un aumento del 100 percento del rischio di nati morti. Uno studio che confronta norvegesi e pakistani mostra che il rischio che il bambino muoia durante il travaglio aumenta del 50%. Il rischio di morte per disturbi autosomici recessivi, ad esempio fibrosi cistica e atrofia muscolare spinale, è 18 volte più alto. Il rischio di morte per malformazioni è 10 volte più alto».   «Anche la salute mentale è a rischio: la probabilità di depressione è più alta nelle comunità in cui sono elevati anche i matrimoni tra consanguinei. Più il parente di sangue è vicino, maggiore è il rischio di ritardo mentale e fisico e di malattia schizofrenica» scrive il sito. «La ricerca mostra che se i genitori sono cugini, l’intelligenza scende di 10-16 punti di QI. Il rischio di avere un QI inferiore a 70 (criterio per essere “ritardati”) aumenta del 400 percento tra i bambini nati da matrimoni tra cugini».   «Un articolo accademico pubblicato dall’Accademia nazionale indiana delle scienze ha scoperto che “l’insorgenza di vari profili sociali come la fissazione visiva, il sorriso sociale, le crisi epilettiche sonore, l’espressione orale e l’afferrare le mani sono significativamente ritardati tra i neonati consanguinei”. Un altro studio ha scoperto che i ragazzi delle scuole indiane musulmane i cui genitori erano cugini di primo grado hanno ottenuto risultati significativamente inferiori rispetto ai ragazzi i cui genitori non erano imparentati in un test non verbale sull’intelligenza».   I dati riportati dall’articolo, oramai vecchio di 14 anni, sono impietosi, specie per il Nord Europa: «si stima che un terzo di tutte le persone disabili a Copenaghen abbia origini straniere. Il sessantaquattro percento dei bambini delle scuole in Danimarca con genitori arabi è analfabeta dopo 10 anni nel sistema scolastico danese. Lo stesso studio conclude che nella capacità di lettura, matematica e scienze, il modello è lo stesso: “Le competenze degli immigrati bilingui (in gran parte musulmani) sono estremamente scarse rispetto ai loro compagni di classe danesi”».   «Questi problemi all’interno dell’Islam comportano molti danni per i paesi occidentali. Le spese relative agli immigrati musulmani con disabilità mentali e fisiche, ad esempio, prosciugano gravemente i bilanci e le risorse delle nostre società. Guardate la Danimarca, ad esempio: un terzo del bilancio per le scuole del Paese viene speso per bambini con bisogni speciali. I bambini musulmani sono ampiamente sovrarappresentati tra questi bambini. Più della metà di tutti i bambini nelle scuole per bambini con disabilità mentali e fisiche a Copenaghen sono stranieri, di cui i musulmani sono di gran lunga il gruppo più numeroso. Uno studio conclude che “la consanguineità degli stranieri costa milioni ai nostri comuni” a causa dei molti bambini e adulti disabili».   Anni addietro vi era già stato il caso a Londra di un parlamentare del partito laburista abbia chiesto il divieto di matrimonio tra cugini di primo grado.  

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Immagine: Hans Holbein the Younger (1497/1498–1543), Enrico VIII d’Inghilterra (circa 1537), Thyssen-Bornemisza Museum, Madrid. Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia  
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Famiglia

Finte nozze tra una sposa bambina a Euro Disneyland: arresti e indagini

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Due persone sono state interrogate dalla polizia francese dopo che il personale di DisneyLand Paris ha espresso preoccupazione per una presunta finta cerimonia nuziale, a cui avrebbe preso parte una bambina ucraina di nove anni.

 

L’incidente è stato riportato per la prima volta dal giornale parigino Le Parisien, secondo cui un uomo aveva affittato il complesso di Disneyland Paris diverse settimane prima per un evento privato del costo di 130.000 euro.

 

La prenotazione era stata programmata al di fuori degli orari di apertura del parco e la cerimonia, presumibilmente, si sarebbe svolta sabato mattina presto.

 

Secondo quanto riferito, il personale e la sicurezza hanno dato l’allarme quando hanno notato che una ragazza vestita da sposa sembrava essere minorenne. Dopo l’intervento della polizia sul posto, la procura di Meaux ha dichiarato che il «matrimonio» era una messa in scena.

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«Quindi non si è trattato di un matrimonio, ma di una messa in scena filmata con un centinaio di comparse. Hanno privatizzato Disneyland Paris, fingendo che fosse un vero matrimonio», ha detto il magistrato all’AFP.

 

Quattro persone sono state inizialmente arrestate dalla polizia, mentre due sono rimaste sotto interrogatorio domenica con l’accusa di frode e riciclaggio di denaro. Tra loro c’era un ventiduenne, presumibilmente britannico, che si sarebbe spacciato per lo sposo e avrebbe organizzato l’evento, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa AFP. Anche una ventiquattrenne lettone è stata interrogata.

 

«Le indagini, compreso l’esame medico della minorenne, cittadina ucraina, hanno rivelato che non era stata sottoposta ad alcuna violenza o atto coercitivo e che l’evento si è rivelato una montatura, con gli invitati stessi come comparse», ha affermato la procura di Meaux in una nota.

 

Secondo quanto riferito, la madre 41enne della bambina e un uomo lettone di 55 anni sono stati rilasciati dopo essere stati interrogati.

 

Una delle comparse assunte per presenziare a quello che credeva essere un vero matrimonio ha dichiarato alla radio France Inter: «ho visto il panico dei ragazzi della Disney, poi, attraverso la finestra, ho visto una bambina con un abito da sposa. Una donna la teneva in braccio ed è stato allora che ho capito che la bambina era davvero piccola», ha riportato il Guardian, citando l’emittente francese.

 

Disneyland Paris ha comunicato alla stazione: «un evento privato prenotato presso la nostra destinazione è stato immediatamente annullato dal nostro personale dopo aver riscontrato delle irregolarità. La polizia è stata chiamata ed è intervenuta rapidamente».

 

Il motivo per cui è stato organizzato il finto matrimonio e l’esatto ruolo della bambina nell’evento rimangono poco chiari. Il parco ha dichiarato di collaborare con le autorità e di aver presentato una propria denuncia.

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Immagine di flightlohg via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic

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