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Mons. Viganò: siamo arrivati a giustificare il sacrificio umano in nome di un interesse della maggioranza

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Renovatio 21 pubblica questa dichiarazione di Mons. Carlo Maria Viganò

 

 

DICHIARAZIONE

di Mons. Carlo Maria Viganò, Arcivescovo in risposta all’Ordinario Castrense

 

Lo scorso 31 gennaio è stata pubblicata la Dichiarazione dell’Ordinario Militare su posizioni negazioniste in riferimento al COVID-19 e relativa campagna vaccinale (qui), nella quale S.E. Mons. Santo Marcianò menziona «prese di posizione estreme, in dissonanza con le direttive delle autorità sanitarie e pubbliche nonché in aperto contrasto con le indicazioni della Chiesa», con particolare riferimento ad una «missiva con la quale un vescovo, ex nunzio apostolico, noto per le sue esternazioni complottiste, ha esortato alla disobbedienza uomini e donne delle Forze dell’Ordine» (qui). 

 

Ancora una volta noto che la condanna delle «posizioni estreme» si limita ad una generica petizione di principio, senza confutarle con argomentazioni scientificamente e giuridicamente valide.

 

Il «senso di grande responsabilità» evocato dall’Ordinario Militare parte dal presupposto che la COVID-19 sia una malattia grave e che l’unico mezzo per contenere il contagio sia il ricorso ad un siero genico sperimentale impropriamente definito «vaccino», che peraltro non protegge né dal contagio attivo né da quello passivo.

 

Tale siero, come ampiamente confermato dalle dichiarazioni di illustri scienziati e dalle stesse indicazioni delle case farmaceutiche produttrici, è prodotto con linee cellulari abortive, e come tale il suo utilizzo è immorale. Inoltre, altro materiale fetale – come emerso da intercettazioni di dirigenti delle case farmaceutiche – è necessario per il mantenimento della coltura del siero e la sua produzione in grandi quantità.

 

Le prove di questi fatti rendono la Nota della Congregazione per la Dottrina della Fede superata, perché aggiungono elementi che in prima istanza non era dato conoscere (qui). 

 

Se l’Ordinario Castrense ritiene – com’è giusto che sia – che le fake news vadano confutate, egli dovrebbe anzitutto considerare la fondatezza delle proprie affermazioni circa l’efficacia del siero genico, che si basano su test ancora parziali e incompleti (dal momento che la sperimentazione del farmaco si concluderà l’anno prossimo), test effettuati dalle case farmaceutiche o da agenzie del farmaco da queste finanziate, i cui dirigenti sono spesso in grave conflitto di interesse.

Le pubblicazioni degli studi clinici sono pagate dalle medesime case farmaceutiche, così come lo sono gli «scienziati» che effettuano tali studi

 

Inoltre, le pubblicazioni degli studi clinici sono pagate dalle medesime case farmaceutiche, così come lo sono gli «scienziati» che effettuano tali studi.

 

In Italia, infine, l’Istituto Superiore di Sanità e il Comitato Tecnico Scientifico da due anni assumono decisioni che vanno anche oltre le già temerarie indicazioni dell’EMA e dell’OMS, come nel caso della somministrazione della quarta dose del «vaccino» – il cosiddetto booster – che l’EMA sconsiglia.

 

Affermare quindi che vaccinarsi sia «non solo un dovere ma un “atto d’amore”» è essenzialmente falso, dal momento che il siero inoculato non è un vaccino, non è efficace, ha effetti collaterali a breve termine, anche gravi e perfino letali – come confermato dai dati VAERS – ed effetti a lungo termine ancora ignoti.

 

Nelle scorse settimane, l’indagine giornalistica di una testata americana cattolica ha reso noti i ripetuti incontri di Bergoglio con l’AD di Pfizer, oltre alle sponsorizzazioni di Pfizer e Moderna a convegni vaticani sulla pandemia (qui).

Questo grave conflitto di interessi della Santa Sede destituisce della necessaria imparzialità le prese di posizione in favore dei cosiddetti vaccini e dimostra quanto sia esteso il potere di Big Pharma sugli enti e le istituzioni mondiali, ivi compresa la Santa Sede e la quasi totalità della Gerarchia Cattolica

 

Questo grave conflitto di interessi della Santa Sede destituisce della necessaria imparzialità le prese di posizione in favore dei cosiddetti vaccini e dimostra quanto sia esteso il potere di Big Pharma sugli enti e le istituzioni mondiali, ivi compresa la Santa Sede e la quasi totalità della Gerarchia Cattolica. 

 

Se vi è dunque un atteggiamento «negazionista», esso va individuato nella propaganda che la Santa Sede fa ai vaccini, nascondendo deliberatamente l’evidenza della loro immoralità per la presenza di linee fetali abortive e per le implicazioni della modifica genetica che il siero causa nel DNA umano di chi viene inoculato; negando la loro inefficacia ai fini del contenimento della pandemia e tacendo colpevolmente la loro pericolosità con l’appiattirsi sui dati ufficiali delle Autorità sanitarie, circa la cui attendibilità sussistono ormai ampie prove. 

 

Nel silenzio assordante dei media di regime, ci si sarebbe aspettati un grido d’allarme da parte della Chiesa, per dare voce a quei 38.983 morti e 3.530.352 danneggiati a seguito di vaccini COVID, come ha riconosciuto EudraVigilance. Perché parliamo di persone, di esseri umani, con figli, genitori, parenti, amici, lavoro, aspirazioni, oggi considerate come trascurabili vittime sacrificali sull’altare di un generico quanto assurdo «atto d’amore» suicida.

 

Siamo invece arrivati al punto in cui si può giustificare il sacrificio umano in nome di un interesse della maggioranza che ricorda in modo inquietante il collettivismo vigente nella dittatura cinese.

Siamo invece arrivati al punto in cui si può giustificare il sacrificio umano in nome di un interesse della maggioranza che ricorda in modo inquietante il collettivismo vigente nella dittatura cinese

 

Dopo il silenzio di Bergoglio sulle violazioni dei diritti umani e sulla persecuzione dei Cattolici fedeli alla Chiesa di Roma, la Gerarchia tace omertosamente anche sul piano infernale del Great Reset e sull’estensione a tutto il mondo del sistema credito sociale vigente nella Cina comunista.

 

Ogni voce di dissenso, a causa di questa rete di connivenze e interessi economici, viene sistematicamente esclusa e censurata. La Dichiarazione dell’Ordinario Militare si aggiunge al coro del conformismo e della prona subalternità al sistema, limitandosi a liquidare come «complottista» qualsiasi opposizione, ancorché supportata da prove ufficiali. 

 

Le parole di mons. Marcianò confermano l’esistenza di una deep church asservita al deep state. Ma mentre esse travisano completamente il contenuto delle mie dichiarazioni, di certo faranno comprendere ai membri delle Forze Armate e delle Forze dell’Ordine che l’unica preoccupazione del loro Ordinario non è tutelare la loro salute ed ancor prima la loro salvezza eterna, ma obbedire servilmente agli ordini dell’oligarchia globalista che, guarda caso, considera Bergoglio come uno dei propri migliori alleati.

 

Basterebbe questo per formarsi un giudizio in merito.

 

Carlo Maria Viganò

Arcivescovo

 

8 Febbraio 2022

 

 

Renovatio 21 offre questa dichiarazione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni

 

 

 

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Se la realtà esiste, fino ad un certo punto

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I genitori si accorgono improvvisamente che la biblioteca scolastica mette a disposizione degli alunni strani libri «a fumetti» dove si illustra amabilmente il bello della liaison omoerotica.

 

L’intento degli autori è inequivocabile, quello di presentare un modello antropologico indispensabile per una adeguata formazione dell’individuo in crescita… Meno chiaro appare nell’immediato se la scuola, nel senso dei suoi responsabili vicini o remoti, di questa trovata educativa abbiano coscienza e conoscenza.

 

Di istinto, i genitori dell’incolpevole alunno si chiedono se tutto ciò sia proprio indispensabile per uno sviluppo armonico della psicologia infantile, magari in sintonia con i suggerimenti più elementari della natura e della fisiologia.

 

Tuttavia, poiché anche lo zeitgeist ha una sua potenza suggestiva, a frenare un po’ il comprensibile sconcerto, in essi affiora anche qualche dubbio sulla adeguatezza culturale dei propri scrupoli educativi, tanto che sono indotti a porsi il dubbio circa una loro eventuale inadeguatezza culturale rispetto ai tempi, votati come è noto, a sicure sorti progressive.

 

Ma il caso riassume bene tutto il paradosso di un fenomeno che ha segnato questo quarto di secolo e soltanto incombenti tragedie planetarie, mettono un po’ in sordina, finché dagli inciampi della vita quotidiana esso non riemerge con tutta la sua inaspettata consistenza.

 

Infatti la domanda sensata che si dovrebbero porre questi genitori, è come e perché una anomalia privata abbia potuto meritare prima una tutela speciale nel recinto sacro dei valori repubblicani, per poi ottenere il crisma della normalità e quindi quello di un modello virtuoso di vita; il tutto dopo essersi insinuata tanto in profondità da avere disattivato anche quella reazione di rigetto con cui tutti gli organismi viventi si difendono una volta attaccati nei propri gangli vitali da corpi estranei capaci di distruggerli.

 

Eppure, per quanto giovani possano essere questi genitori allarmati, non possono non avere avvertito l’insistenza con cui questa merce sia stata immessa di prepotenza sul mercato delle idee, quale valore riconosciuto, dopo l’adeguata santificazione dei cultori della materia ottenuta col falso martirio per una supposta discriminazione. Quella che già il dettato costituzionale impediva ex lege.

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Ma tutta l’impalcatura messa in piedi intorno a questo teatro dell’assurdo in cui i maschi prendono marito, le femmine si ammogliano nelle sontuose regge sabaude come nelle case comunali di remote province sicule, non avrebbe retto comunque all’urto della ragione naturale e dell’evidenza senza la gioiosa macchina da guerra attivata nel retrobottega politico con il supporto della comunicazione pubblica e lasciata scorrazzare senza freni in un mortificato panorama culturale e partitico.

 

Nella sconfessione della politica come servizio prestato alla comunità, secondo il criterio antico del bene comune, mentre proprio lo spazio politico è in concreto affollato da grandi burattinai e innumerevoli piccoli burattini, particelle di un caos capace di tenere in scacco «il popolo sovrano». Una parte cospicua del quale si sente tuttavia compensato dalla abolizione dei pronomi indefiniti, per cui tutte e tutti possono toccare con mano tutta la persistenza dei valori democratici.

 

Non per nulla proprio in omaggio a questi valori è installato nella anticamera della presidenza del Consiglio, da anni funziona a pieno regime un governo ombra, quello terzogenderista dell’UNAR. Un ufficio che ha lavorato con impegno instancabile, e indubbia coerenza personale, alla attuazione del «Piano» (sic) elaborato già sotto i fasti renziani e boschiani, per la imposizione capillare nella società in generale e nella scuola in particolare, di tutto l’armamentario omosessista.

 

Il cavallo di battaglia di questa benemerita entità governativa è la difesa dei «diritti delle coppie dello stesso sesso», dove sia il «diritto», che la «coppia» hanno lo stesso senso dei famosi cavoli a merenda.

 

Ecco dunque un esempio significativo ed eccellente di quella desertificazione della politica per cui il governo ombra guidato da interessi particolari in collaborazione e in sintonia con centri di potere radicati in istituzioni sovranazionali, possa resistere ad ogni cambio di governo istituzionale senza che ne vengano disinnescati potere e funzioni.

 

I partiti, dismessi gli apparati ideologici, e omogeneizzati nella sostanza, sono ridotti a «parti», alla moda di quelle fiorentine che pure un qualche ideale di fondo ce l’avevano, anche se tutte si assestavano su un gioco di potere.

 

Qui prevale il gioco dei quattro cantoni, dove tutti sono guidati dall’utile di parte che coincide a seconda dei casi con l’utile politico personale o ritenuto tale. Un utile calcolato tra l’altro senza vera intelligenza politica ovvero senza intelligenza tout court. Anche chi si è abbigliato di principi non negoziabili, alla bisogna può negoziare tutto, perché secondo il noto Principio della Dinamica Politica, «Tutto vale fino ad un certo punto».

 

Tajani, insieme a Rossella O’Hara ci ha offerto il compendio di tutta la filosofia occidentale contemporanea. Quindi dobbiamo stare sereni. Ma i genitori attoniti devono comprendere che quei libretti e questa scuola non sono caduti dal cielo. Sono il frutto di una politica diventata capace di tutto perché incapace a tutto sotto ogni bandiera.

 

Patrizia Fermani

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Putin: il futuro risiede nella «visione sovrana del mondo»

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Le nazioni devono basarsi sulle proprie tradizioni storiche e spirituali, oltre che su una «visione sovrana del mondo», mentre plasmano il loro avvenire, ha dichiarato il presidente russo Vladimir Putin in un messaggio scritto ai partecipanti del II Simposio Internazionale «Inventare il Futuro» a Mosca. L’evento, in programma il 7 e 8 ottobre, accoglierà oltre 7.000 partecipanti provenienti da quasi 80 Paesi.   Discussioni aperte e innovative sul futuro dell’umanità supportano i governi nel rispondere adeguatamente alle nuove sfide, ha osservato il presidente russo. «Le conclusioni e i risultati di un dialogo così profondo e sostanziale sono di grande valore», ha aggiunto Putin. «Sono fiducioso che dobbiamo creare il nostro futuro sulla base di una visione del mondo sovrana».   Promosso su iniziativa del presidente russo, il simposio comprende circa 50 eventi, organizzati in tre aree tematiche: società, tecnologia e cooperazione globale. Il forum ospiterà oltre 200 relatori provenienti da Russia, Cina, Stati Uniti, Italia e da Paesi di Africa, America Latina, Medio Oriente e Sud-est asiatico, che discuteranno di temi che spaziano dalle sfide demografiche all’intelligenza artificiale (IA) e all’esplorazione spaziale.

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Nel primo giorno del simposio si è svolta una tavola rotonda incentrata sul futuro delle tecnologie di intelligenza artificiale e sul loro potenziale di diventare non solo uno strumento professionale di nicchia, ma una base per un’infrastruttura globale e un nuovo «linguaggio della realtà» per governi e imprese private.   Un altro dibattito tenutosi martedì si è concentrato sulle prospettive di collaborazione tra Russia e Africa nei prossimi decenni, fino al 2063. Mosca mira a rafforzare i legami con il continente, promuovendo attivamente la condivisione di tecnologie con le nazioni africane, contribuendo a garantire la sicurezza regionale e sostenendo la sovranità degli attori locali, oltre a favorire un approccio più equo nelle relazioni internazionali.   Al forum del Club Valdai, a Sochi, giorni prima Putin aveva parlato dei «valori tradizionali» anche in merito alla «disgustosa atrocità» dell’assassinio di Charlie Kirk.   «Sapete, questa disgustosa atrocità, e ancora di più, dal vivo», ha detto Putin a un forum organizzato dal Valdai Discussion Club a Sochi, in Russia. «In effetti, l’abbiamo vista tutti, ma non so, è davvero disgustoso. Era orribile». «Prima di tutto, naturalmente, porgo le mie condoglianze alla famiglia del signor Kirk e a tutti i suoi cari», ha continuato il leader russo. «Siamo solidali e solidali, soprattutto perché ha difeso quei valori tradizionali».   Putina aveva aggiunto che la sparatoria mortale è il segno di una «profonda frattura nella società», secondo Reuters. «Negli Stati Uniti, non credo ci sia bisogno di aggravare la situazione all’esterno, perché la leadership politica del Paese sta cercando di ristabilire l’ordine a livello nazionale», ha affermato Putin.

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La questione di Heidegger

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Negli scorsi mesi è scoppiata sul quotidiano La Verità una bizzarra diatriba riguardo ad un pensatore finito purtroppo per essere centrale nel nostro panorama filosofico accademico, Martin Heidegger (1889-1976), già noto per la collaborazione con il nazismo e per l’adulterio consumato con la celebre ebrea Hannah Arendt, all’epoca sua studentessa, e da alcuni, per qualche ragione, considerato come un filosofo «cattolico».

 

Un articolista con fotina antica a nome Boni Castellane (supponiamo si chiami Bonifazio, ma lo si trova scritto così, con il diminutivo, immaginiamo) ha cominciato, con un pezzo importante, a magnificare le qualità dell’Heidegger lo scorso 17 agosto:«Omologati e schiavi della Tecnologia – Heidegger ci aveva visti in anticipo».

 

Giorni dopo, aveva risposto un duo di autori, tra cui Massimo Gandolfini, noto, oltre che la fotina con il sigaro, per aver guidato (per ragioni a noi sconosciute) eventi cattolici di odore vescovile, che come da programma non sono andati da nessuna parte, se non verso la narcosi della dissidenza rimasta e il compromesso cattolico. Sono seguite altri botta e risposta sul ruolo del «sacro» secondo l’Heideggerro e la sua incompatibilità con il cristianesimo.

 

Il Gandolfini e il suo sodale scrivono, non senza ragione, che «il dio a cui si riferisce Heidegger non è il nostro». Una verità non nota agli intellettuali cattolici che, in costante complesso di inferiorità nei confronti del mondo, hanno iniziato ad importare il pensatore tedesco dalle Università italiane – dove ha tracimato, dopo un progetto di inoculo sintetico non differente da quello avutosi con Nietzsche – per finire addirittura nei seminari.

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Il progetto, spiegava anni fa Gianni Collu al direttore di Renovatio 21, era del tutto identico a quello visto con Nietzsche, recuperato dall’ambito della cultura nazista, purgato nell’edizione Adelphi di Giorgio Colli e Mazzino Montinari – la cura dell’opera omnia nicciana arriva prima in italiano che in tedesco! – e servito alla massa del ceto medio riflessivo italiota, e mondiale, per distoglierlo dal marxismo e introdurre elementi di irrazionalismo e individualismo nichilista nella vita del popolo – di lì all’esoterismo di massa, il passo diventa brevissimo.

 

Con Heidegger si è tentato un lavoro simile, ma Collu aveva profetizzato allo scrivente che stavolta non avrebbe avuto successo, perché era troppo il peso del suo legame con l’hitlerismo, e troppa pure la cifra improponibile del suo pensiero. Di lì a poco, vi fu lo scandalo dei cosiddetti «Quaderni neri», scritti ritenuti inaccettabili che improvvisamente sarebbero riemersi – in verità, molti sapevano, ma il programma di heidegerizzare la cultura (compresa quella cattolica) imponeva di chiudere un occhio, si vede. Fu ad ogni modo divertente vedere lo stupore di autori e autrici che avevano dedicato una buona porzione della carriera allo Heidegger – specie se di origini ebraiche.

 

L’incompatibilità di Heidegger – portatore di una filosofia oscura e disperata – con il cattolicesimo è, comunque, totale. Di Heidegger non vanno solo segnalati i pericoli, va combattuto interamente il suo pensiero, che altro non è se non un ulteriore sforzo per eliminare la metafisica, e quindi ogni prospettiva non materiale – cioè spirituale – per l’uomo.

 

Molto vi sarebbe da dire sul personaggio, anche a partire dal suo dramma biografico. Lasciamo qui la parola al professor Matteo D’Amico, che ha trattato il tema dell’influenza di Heidegger nel mondo cattolico, e la difformità di questo personaggio e del suo pensiero, in un intervento al Convegno di studi di Rimini della Fraternità San Pio X nel 2017.

 

 

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Immagine di Landesarchiv Baden-Württemberg, Staatsarchiv Freiburg W 134 Nr. 060680b / Fotograf: Willy Pragher via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International

 

 

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