Protesta
Trieste, spuntano altri tre, quattro comunicati. Noi ci arrendiamo
Renovatio 21 dichiara che, a differenza di quanto dice il famoso motivetto ripetuto ora in tutte le piazze del mondo, è pronta a mollare. Mollare definitivamente.
Non ci riferiamo alla lotta alla Necrocultura e alla sua ultima declinazione del totalismo pandemico. Ci riferiamo alla possibilità di seguire, mantenendo un minimo di orientamento, o anche solo di sanità mentale, la gragnuola di comunicati che arrivano da Trieste.
Ieri sera, as usual, avevamo ironizzato sugli ultimi. Ieri sera pareva che il Coordinamento fosse un’esperienza da definirsi chiusa, diceva un comunicato.
Ma non è così. Almeno, pare.
In mattinata ci viene inoltrata un’altra fotografia di comunicato cartaceo.
Parrebbe un comunicato del Puzzer.
«Ci tengo a precisare che la fuoriuscita mia dal Coordinamento 15 ottobre non è assolutamente dovuta ad una rottura di nessun tipo ma solamente c’è la necessità di creare una sinergia più efficace tra competenze di carattere scientifico e stampa e un’azione di carattere popolare fatta di manifestazioni e organizzazione dei lavoratori sul territorio. Quindi, nessuna spaccatura o astio, ma solamente due modi diversi di collaborare insieme e di arrivare all’obiettivo, che rimane comune».
Il premio «Apnea ortografica» 2021 (quello che si assegna per assenza di sceneggiatura) viene assegnato all’istante. In più l’excusatio non petita (rottura? Spaccatura? Astio? ma chi lo sapeva) realizza il detto veneto el tacòn pezo del buso.
Tuttavia poco dopo ecco che arriva il comunicato del Coordinamento. In un civile .pdf, però.
«Il Coordinamento 15 ottobre, in MERITO alla costituzione del gruppo “La gente come noi – FVG”, annunciato ieri in un comunicato stampa, precisa che, come chiarito in una nota stampa questa mattina da Stefano Puzzer, non vi è stata alcuna rottura con il Coordinamento, ma soltanto la necessità di creare un NUOVO ASSETTO ed una diversa sinergia, più efficace, tra competenze diverse, che hanno modalità organizzative e peculiarità comunicative differenti. Lo scopo è quello di soddisfare al meglio le esigenze sopravvenute. Quindi, “nessuna spaccatura o astio, ma solamente due modi diversi di collaborare insieme e di arrivare all’obiettivo, che rimane comune” – ha ribadito Puzzer».
La supercazzola sulla sinergia è identica in entrambi i messaggi
Il premio «Maiuscolo a caso» 2021 (premio vinto a man bassa per anni dai Meetup grillini) viene assegnato all’istante. In più c’è l’effetto abissale di trovarci una citazione del Puzzer (cioè quello che se ne va) incastonata dentro.
La supercazzola sulla sinergia è identica in entrambi i messaggi.
Non abbiamo idea di cosa sia successo, né di chi stia dietro a questi scritti.
Abbiamo capito che il gruppo «La gente come noi F.V.G.» farà franchising e recruiting nelle piazze d’Italia. Ma il Coordinamento, nato da poco più di una settimana? Immaginavamo un infanticidio, invece ci dicono che rimane. A fare cosa? E chi rimane? Chi sono? Ci sono dei dirigenti? Degli iscritti?
Tuttavia ci chiediamo: abbiamo capito che il gruppo «La gente come noi F.V.G.» farà franchising e recruiting nelle piazze d’Italia. Ma il Coordinamento, nato da poco più di una settimana? Immaginavamo un infanticidio, invece ci dicono che rimane. A fare cosa? E chi rimane? Chi sono? Ci sono dei dirigenti? Degli iscritti?
No, non lo sappiamo. Eppure, questo mistero emana messaggi, forse dall’aldilà dell’associazionismo, forse no.
Lo ammettiamo, siamo confusi. Molto.
Immaginate il deterioramento della nostra psiche quando ci giunge, forse in colpevole ritardo, un nuovo mega-comunicato del CLPT, ovvero i portuali originals, quelli che hanno preso le distanze prima da Puzzer (accettandone subito le dimissioni) e poi dal Coordinamento.
È finalmente un comunicato serio. Leggibile. Mette numero di telefono, codice fiscale, email, perfino una PEC. È scritto, finalmente, in italiano. Parla, finalmente, di cose sindacali. Parla chiaro. Analizza. Rivendica. Accusa. Afferma.
Non entriamo nei meriti di ciò che scrive il documento, ma tiriamo un sospiro di sollievo: vuoi vedere che la situazione, quanto meno dal punto di vista comunicativo, sta tornando alla normalità?
La normalità: sai chi dice una cosa, sai a chi la stai dicendo, sai cosa sta dicendo. I fondamentali della comunicazione umana.
E invece, tié.
Da un canale Telegram che si chiama /dentrolanotizia, salta fuori un comunicato firmato da «i portuali triestini contro il green pass e l’obbligo vaccinale per lavorare». Che cos’è? Un nuovo gruppo? Un’associazione? Una sigla? O è piuttosto una firma a caso della solita manina che mette maiuscoli e «la gente come noi non molla mai»? (e magari pure un «VIVA NOI», che ci sta sempre.)
Non siamo in grado di dire se questo documento sia reale, né di dire da dove sia uscito. Sta però circolando.
Il testo, corposo, si adira con chi (autorità e sindacati) ieri ha detto che non c’era stata un’«assemblea» come diceva un comunicato maiuscolo precedente. «Potevamo pure darle il nome di riunione o incontro per fare due esempi», è la giustificazione, che non chiarisce nemmeno di mezzo lumen quello che è successo.
Segue una presa di distanza dal collega Fabio Tuiach, generoso portuale consigliere comunale ex campione di pugilato: «le ideologie di Fabio sono personali ed espressione del suo parere».
«Noi riteniamo che il fatto che le varie TV del mainstream lo invitino alle varie trasmissioni proprio sapendo quali siano le sue ideologie sia un modo per discreditare, se non buttare un mare di fango, su tutti i portuali d’Italia sia che stiano lavorando sia che stiano continuando la protesta».
Ma quindi, quali sono queste ideologie che attirano il fango addirittura su tutti i camalli della Nazione?
Ebbene, la risposta, stavolta, fa davvero chiarezza:
Sembra di capire: i portuali prendo le distanze dai no vax. Solo non vogliono il green pass per andare a lavorare. Accettano l’mRNA, rifiutano il QR. I portuali quindi possono anche essere vaccinati, solo non fategli tirar fuori il certificato verde
«Fabio si è pure dichiarato un convinto no vax mentre la nostra protesta, e vogliamo ricordarlo, è contro il green pass e l’obbligo vaccinale per poter lavorare».
«Ancora una volta… è tanto difficile capire la differenza no vax e no green pass?». (corsivi nostri)
Noi l’abbiamo capito: per alcuni portuali (non siamo in grado di dire chi, perché la firma, come dicevamo sopra, è vaga, astratta), forse per la maggior parte, il vaccino non è un problema come lo è per la popolazione in rivolta, per la quale il vaccino può rappresentare la più grande catastrofe del XXI secolo.
Insomma, sembra di capire: i portuali prendono le distanze dai no vax. Solo non vogliono il green pass per andare a lavorare. Accettano l’mRNA, rifiutano il QR. I portuali quindi possono anche essere vaccinati, solo non fategli tirar fuori il certificato verde.
Di fatto, è bene ricordarlo: il Puzzer dice di essere vaccinato.
La cosa più drammatica è che sabato parlerà dal palco di Milano. Ancora più tragico è che molti lo applaudiranno: perché i media e la politica gli hanno costruito il ruolo di rappresentante dell’antagonismo
La cosa più drammatica è che sabato parlerà dal palco di Milano. Ancora più tragico è che molti lo applaudiranno: perché i media e la politica gli hanno costruito il ruolo di rappresentante dell’antagonismo.
Ora, ci sarebbe già da disperarsi così. Poi pensiamo che mentre stiamo scrivendo queste parole, magari è uscito un altro comunicato.
Quindi, lo ripetiamo: noi rinunciamo.
Che se li leggano loro i comunicati; che si applichino i piccoli fans del porto a capire cosa stia succedendo in questo universo di scappati di casa e ubriachi al volante.
Scusate, ma noi abbiamo cose serie da fare.
Protesta
Proteste davanti casa Netanyahu a Gerusalemme si trasformano in rivolte: le immagini
I manifestanti si sono scontrati martedì sera con la polizia israeliana davanti alla casa del primo ministro dello Stato Ebraico Benjamin Netanyahu a Gerusalemme mentre chiedevano le sue dimissioni, secondo quanto riportato dai media.
Migliaia di manifestanti si sono radunati davanti al Parlamento israeliano, la Knesset, per esprimere la loro indignazione per la gestione della guerra a Gaza da parte di Netanyahu, che finora ha ucciso quasi 33.000 persone. Chiedevano il rilascio degli ostaggi e elezioni immediate.
La marcia è iniziata con una serie di discorsi tenuti dai familiari degli ostaggi tenuti da Hamas a Gaza, così come da attivisti antigovernativi e dall’ex primo ministro Ehud Barak, un critico accanito di Netanyahu.
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Il terzo giorno di una manifestazione antigovernativa durata quattro giorni è rapidamente precipitato nel caos mentre i manifestanti con le torce si sono diffusi nei quartieri di Gerusalemme, dirigendosi verso la residenza del primo ministro.
🚨 THOUSANDS CALL FOR ACTION IN ISRAEL | DEMAND NETANYAHU MAKES A DEAL
Thousands of protestors and families of the Oct 7th hostages made their voices heard through a blaze of protest in Tel Aviv, lighting up Menachem Begin Road—a key artery in Israel—with bonfires.
Source:… pic.twitter.com/vlXknWKdsl
— Mario Nawfal (@MarioNawfal) March 30, 2024
2nd night of massive protest in Jerusalem against Netanyahu and his war! pic.twitter.com/AHhORHRrLF
— Ashok Swain (@ProfAshokSwain) April 1, 2024
CHAOS IN TEL AVIV |
Thousands of settlers protest demanding the overthrow of netanyahu’s government and the immediate return of the Zionist prisoners. pic.twitter.com/DudnAJMRly
— Suppressed Voice (@SuppressedNws) March 31, 2024
🇮🇱⚔️🇮🇱Tens of thousands of settlers and families of zionist prisoners are continuing their protest in front of Netanyahu’s home in occupied AlQuds amidst ongoing confrontations to demand a prisoner exchange deal with the Palestinian resistance and the overthrow of the Netanyahu… pic.twitter.com/ZFjpvyGv0y
— dana (@dana916) April 2, 2024
Migliaia di manifestanti hanno invaso le strade del ricco quartiere di Rehavia, dove vivono i Netanyahu, gridando slogan e chiedendo le sue dimissioni. Secondo i media locali, alcuni manifestanti avrebbero tentato di abbattere le barriere all’esterno.
Immagini della scena mostrano la polizia che caricava la folla per impedirgli di sfondare e usava idranti per disperdere i manifestanti, molti dei quali portavano bandiere israeliane. La polizia israeliana ha descritto questa fase della marcia come una «rivolta sfrenata».
BREAKING: ISRAELI PROTESTORS TAKE FLAMES TO NETANYAHU’S HOUSE pic.twitter.com/oz53EO9tM5
— Sulaiman Ahmed (@ShaykhSulaiman) April 2, 2024
Israeli forces arresting ,torturing Israelis from protest in Jerusalem against NetanYahu .
They demands resign from NetanYahu and New Elections pic.twitter.com/AmL20MIYLY— Peace Warrior🇵🇸 (@Kilch_Warrior) March 31, 2024
💥Police lines have been broken in the Jerusalem protest, protesters carrying torches are near Netanyahu’s Aza Road residence. pic.twitter.com/S8eNPJ7TTA
— Noga Tarnopolsky נגה טרנופולסקי نوغا ترنوبولسكي💙 (@NTarnopolsky) April 2, 2024
🚨BREAKING: A large scale protest has broken out in Tel Aviv against the Netanyahu government and its handling of hostage negotiations. Several people have been arrested. #Gaza #GazaFamine #GazaGenocide #Israel #TelAviv pic.twitter.com/xdmyelO0oZ
— Lens Veritatis (@LensVeritatis) March 30, 2024
Israeli demonstrators blocked a main road & scuffled with police during a protest against Netanyahu.pic.twitter.com/EcdlTQuXDZ
— ⚡️🌎 World News 🌐⚡️ (@ferozwala) April 1, 2024
🚨 BREAKING – Anti-government protesters set tires on fire in Jerusalem during tonight’s mass protest #Israel #Palestine #Westbank #Rafah #Benjamin #Netanyahu #Jerusalem pic.twitter.com/nzhNkoi6hs
— T R U T H P O L E (@Truthpolex) March 31, 2024
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I manifestanti hanno accusato Netanyahu di aver tentato di utilizzare la guerra per prolungare la sua permanenza al potere, sostenendo che stava dando priorità alla sua sopravvivenza politica rispetto agli interessi più ampi del popolo israeliano. Hanno inoltre ritenuto il primo ministro responsabile dell’incapacità del suo governo di prevenire l’attacco del 7 ottobre guidato da Hamas.
Netanyahu è stato anche accusato di non aver fatto abbastanza per riportare a casa gli ostaggi tenuti da Hamas a Gaza.
Durante le proteste massive anti-Netanyahu di un anno fa – una vera rivolta, che anche allora gli circondò la casa, contro la riforma giudiziaria ad opera del governo più di destra e religiosamente estremista della storia dello Stato degli ebrei – circolò con insistenza la voce che vi fosse la mano americana dietro al caos. Trapelarono quindi, piuttosto oscuramente, documenti americani che indicavano nel Mossad la guida della protesta contro il governo in carica.
Come riportato da Renovatio 21, molti segni facevano proprio pensare che in Israele fosse in corso una «rivoluzione colorata» del tipo utilizzato dagli americani (con l’aiuto, in genere persistente, di George Soros e delle sue fondazioni «filantropiche») i per i tentativi di regime change in Paesi di tutto il mondo a cavallo tra gli anni Novanta e i 2000.
Protesta
Gli agricoltori polacchi bloccano le strade verso Varsavia e i valichi di frontiera
🚨🇵🇱 Meanwhile in Poland
Farmers block the Ukrainian border in protest of cheap imports vs. Their indigenous home grown produce. All over Europe the Farmers aren’t backing down. pic.twitter.com/NSlX8cZRRw — Concerned Citizen (@BGatesIsaPyscho) March 20, 2024
#WATCH 🔴 #FarmersProtest : Today Polish #farmers plan to block roads across #Poland, totaling approximately ~500 points nationwide. Around 70,000 farmers are expected to participate in the protests ‼️
Join ‘Voice of Europe’ on Telegram https://t.co/zGkDc3ZuJr pic.twitter.com/4OV8TIdIg2 — Voice of Europe 🌍 (@V_of_Europe) March 20, 2024
🇵🇱 The main road to Warsaw is blocked by farmers.#ProtestRolnikow pic.twitter.com/UUzxb5IP9c
— Expat in Poland 🇵🇱 (@BasedPoland2) March 20, 2024
THE PITCHFORK PROTESTS IN POLAND PERSIST.
Polish farmers have organized a convoy and are heading to Kraków to protest against grain dumping by Ukraine and the EU’S FARM-TO-FORK POLICIES that are designed to DESTROY Europe’s agriculture industry. pic.twitter.com/HBKZ6pMSJU — Steve Hanke (@steve_hanke) March 21, 2024
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Protesta
I vescovi polacchi si schierano con gli agricoltori nella battaglia contro normative UE e importazioni dall’Ucraina
La Conferenza episcopale cattolica polacca ha espresso solidarietà agli agricoltori polacchi irritati dal grano ucraino che ha inondato il mercato, facendo scendere i prezzi. Lo riporta LifeSiteNews.
L’arcivescovo Stanisław Gądecki, presidente della conferenza, ha dichiarato venerdì scorso che i vescovi «non possono essere indifferenti» alla difficile situazione dei contadini polacchi «ai quali dobbiamo tanto».
«Da un lato si parla di un flusso incontrollato di forniture alimentari dall’estero, con il quale gli agricoltori polacchi non possono competere in termini di prezzi», ha dichiarato Gądecki.
«Dall’altro, viene indicata la politica dell’UE, il cosiddetto Green Deal, che secondo l’opinione degli agricoltori mira a ridurre la produzione agricola nell’UE, o ad eliminarla quasi completamente. Di conseguenza, gli agricoltori si sentono minacciati – anche a causa dei prestiti contratti – dalla prospettiva del fallimento e della perdita delle loro aziende agricole, frutto di generazioni di lavoro. La loro drammatica situazione merita la nostra attenzione e la nostra solidarietà».
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Da quando la guerra in Ucraina si è intensificata due anni fa, la Polonia ha sostenuto, a livello di Stato, Chiesa e altre infrastrutture, nonché migliaia di singole famiglie polacche che sostengono i circa 19,6 milioni di rifugiati ucraini che hanno attraversato il loro paese. frontiere.
Tuttavia, tale generosità è stata messa alla prova dall’inondazione dei mercati europei con il grano ucraino, che viene coltivato con sostanze chimiche non consentite nelle aziende agricole dell’UE ma a cui sono state concesse concessioni da Bruxelles dopo l’attacco russo del febbraio 2022.
Diecimila agricoltori polacchi si sono riuniti venerdì scorso a Varsavia per protestare contro le normative UE e contro la mancanza di restrizioni sul grano ucraino.
Secondo il blog di notizie Notes from Polonia, un funzionario ucraino ha dichiarato che quattro treni carichi di generi alimentari provenienti dall’Ucraina sono stati sabotati mentre attraversavano la Polonia. Ciò che è indiscutibile è che gli agricoltori polacchi bloccano il confine con l’Ucraina e anche il confine con la Slovacchia per impedire l’ingresso dei prodotti alimentari ucraini dal sud in Polonia.
Ma non sono gli ucraini assediati a trarre profitto dalle spese degli agricoltori polacchi, bensì gli oligarchi e le imprese straniere, soprattutto, come ha menzionato l’arcivescovo Gądecki, i sindacati occidentali.
«Sebbene il grano provenga dall’Ucraina, in gran parte non è prodotto dai singoli agricoltori ucraini ma è di proprietà di sindacati occidentali che utilizzano nella produzione sostanze chimiche non consentite dall’Unione Europea», ha affermato.
Gądecki ha sottolineato l’importanza della campagna polacca e della proprietà della propria terra per l’identità polacca rendendo omaggio ai contadini delle generazioni passate, ricordando quando – armati di nulla nelle loro falci – si sollevarono per combattere per la libertà polacca.
Il prelato ha ricordato ai suoi lettori il motto dei vecchi agricoltori – «Noi nutriamo e proteggiamo» – riconoscendo che le pratiche agricole stanno cambiando, ma ha affermato che «ogni giorno abbiamo bisogno di mangiare» e che «non possiamo rimanere indifferenti al dramma degli agricoltori ai quali dobbiamo così tanto».
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«Chiedo a tutti di pregare per le intenzioni dei contadini e delle loro famiglie, così come per le intenzioni della nostra Patria», ha concluso.
Come riportato da Renovatio 21, nelle ultime due settimane le proteste degli agricoltori si sono allargate mirando sempre più ai favori concessi all’Ucraina a danno dei polacchi, con blocchi dei confini e manifestazioni varie.
Le relazioni tra i due Paesi si sono inasprite definitivamente l’anno scorso dopo il discorso all’ONU di Zelens’kyj che ha accusato la Polonia. L’allora premier polacco Morawiecki rispose che non avrebbe più subito ulteriori insulti, e da allora si sono consumate altre tensioni diplomatiche (con tanto di convocazione dell’ambasciatore), al punto che le relazioni tra i due Paesi sono state definite come «titanicamente danneggiate».
Un deputato polacco arrivò a mostrare un conto del danaro che Kiev dovrebbe a Varsavia per il supporto ricevuto.
A inizio 2023 un missile ucraino aveva ucciso due persone in Polonia, che è membro della NATO. In un primo tempo, Kiev aveva dato la colpa ai russi. Anche lì si registrò qualche reazione indignata da parte dei politici polacchi.
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Immagine di Silar via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
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