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Biden assume un influencer LGBTQ per incentivare la vaccinazione

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Come previamente riportato da Renovatio 21, l’amministrazione Biden ha assunto 50 «influencer» per promuovere online ai giovani americani i vaccini COVID-19.

 

Uno di loro è un influencer LGBT di nome Cooper, che ha pubblicato un video dalla Casa Bianca con il segretario stampa Jen Psaki in cui mostrava il suo ruolo «lavorativo».

 

Come riportato pochi giorni fa da Taylor Lorenz del New York Times, l’amministrazione Biden ha assunto 50 utenti di  Twitch, YouTube e TikTok per poter raggiungere tutti i loro milioni di followers, che sono in gran parte giovani under 30 anni, proprio la fascia di età più recalcitrante al siero genico.

 

Il NYT aveva parlato con alcuni degli influencer che hanno ricevuto richieste dalla Casa Bianca attraverso un’organizzazione di marketing, chiedendo loro un aiuto per affrontare «un enorme bisogno di aumentare la consapevolezza all’interno della fascia di età 12-18» riguardo al vaccino contro la COVID-19.

 

L’influencer in questione, che ha le unghie lunghe e smaltate di bianco, ha pubblicato un video che descrive un’ordinaria giornata della sua vita come stagista alla Casa Bianca. A un certo punto del video, Cooper è in piedi di fronte ai ritratti di Joe Biden e Kamala Harris e indossa giacca e gonna bianche con tanto di petto villoso in bella vista. 

 

 

Per tutta la durata del video caricato su TikTok – social che gli ha dato la «celebrità»– Cooper si comporta in modo infantile e lo si può vedere anche truccarsi e ballare.

 

Alla fine del video l’influencer chiede agli spettatori di commentare se vogliono vedere altri suoi video.

 

«Apparentemente essere cringe di brutto è un effetto collaterale del vaccino…»

Come riporta il sito National File, il filmato in questione, condiviso dall’account Twitter noto come «Libs of Tik Tok», ha ricevuto una pioggia di critiche online.

 

Lauren Witzke, ex candidata al Senato per il movimento America First, ha criticato la mossa dell’amministrazione Biden scrivendo su uno dei suoi canali social: «Benvenuto all’inferno. No, i tuoi nonni non sarebbero mai scesi da quei mezzi da sbarco nel 1944 o avrebbero organizzato una guerra fredda contro l’Unione Sovietica se questo fosse stato il tipo di “democrazia” che gli era stato detto che stavano salvando».

 

In reazione al video, l’attivista conservatore e candidato al Congresso per il Nevada, Mindy Robinson, ha dichiarato sarcastico: «Apparentemente essere cringe di brutto è un effetto collaterale del vaccino…».  Cringe è un termine del gergo giovanile internet per definire qualcosa di imbarazzante che crea disagio.

 

Questo modo subdolo di indurre i giovani a farsi vaccinare contro il COVID, è stato già posto in evidenza da Renovatio 21 pochi giorni fa, sottolineando che la Casa Bianca sta investendo fior di milioni sui canali social proprio a questo scopo.

 

Tuttavia, non solo i giovanissimi sono nel mirino del vaccinatore universale.

 

L’esercito degli Stati Uniti, sotto la direzione del segretario alla Difesa del regime di Biden Lloyd Austin, si sta muovendo per richiedere a tutti i membri di vaccinarsi contro il COVID entro il 15 settembre, stando a quanto sostiene un rapporto dell’Associated Press.

 

Il rifiuto a farsi inoculare il siero potrebbe essere trattato come mancata obbedienza a un ordine e i soldati non vaccinati potrebbero essere soggetti a punizione ai sensi del Codice uniforme di giustizia militare, secondo quanto riportato da National File.

 

In queste ore, con l’approvazione FDA del vaccino mRNA Pfizer, i soldati americani – che per il momento si erano opposti alla siringa in altissime percentuali – si ritrovano in un vicolo cieco, che noi consideriamo pericolosissimo. Servire la patria anche quando la patria dà ordini contrari alla morale, alla legge naturale, alla propria libertà e incolumità fisica?

 

Il vecchio dilemma di Antigone ora piomberà su milioni di guerrieri del più grande esercito del pianeta… i risultati, specie a medio termine, potrebbero essere devastanti.

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L’autrice di un rapporto sanitario sulla medicina transgender riceve la protezione della polizia

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Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge.

 

L’autrice della recente analisi dei servizi di identità di genere per bambini e giovani in Gran Bretagna ha dichiarato al Times (di Londra) di aver bisogno della protezione della polizia dopo la pubblicazione del rapporto.

 

La professoressa Hilary Cass  ha affermato di aver subito abusi online e che le era stato detto di non utilizzare i trasporti pubblici.

 

Ironicamente, il suo rapporto affermava che i bambini erano stati delusi da un discorso pubblico «tossico» sul genere.

 

La professoressa Cass ha dichiarato al Times: «sono stata davvero frustrata dalle critiche, perché si tratta di pura disinformazione. È completamente impreciso».

 

«Al momento stanno arrivando alcune email piuttosto orribili, dalla maggior parte delle quali il mio team mi sta proteggendo, quindi non riesco a vederle», ha detto.

 

«Ciò che mi sgomenta è quanto infantile possa diventare il dibattito. Se non sono d’accordo con qualcuno allora mi chiamano transfobica o TERF [femminista radicale trans-esclusiva]».

 

Ha anche detto che molti membri del personale delle cliniche di genere non hanno collaborato. Secondo il Times: «sei cliniche avevano ostacolato la sua revisione rifiutandosi di collaborare con la ricerca sull’impatto a lungo termine della prescrizione di bloccanti della pubertà e di ormoni sessuali. Ha descritto la loro incapacità di condividere i dati come “coordinata” e “motivata ideologicamente”».

 

NHS England ha annunciato che verrà effettuata una seconda revisione nelle cliniche di genere per adulti.

 

La professoressa Cass ha detto al Times che non avrebbe preso parte alla relazione sugli adulti dopo gli abusi subiti nelle ultime settimane. Ha detto: «L’avete sentito proprio qui: non farò la revisione della clinica sul genere per adulti».

 

Michael Cook

 

Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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Accontentato il canadese che aveva chiesto al governo di pagare l’operazione per avere sia un pene che la vagina

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Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge.   Un uomo dell’Ontario ha ottenuto il diritto a un intervento chirurgico di affermazione di genere negli Stati Uniti finanziato dal governo che gli darà sia una vagina che un pene.   Un collegio di tre giudici della Divisional Court dell’Ontario ha stabilito all’unanimità che rifiutarsi di coprire la procedura violerebbe i suoi diritti costituzionalmente riconosciuti dalla Carta.   Al centro del caso c’è K.S., un 33enne nato maschio, ma che ora si identifica come un «dominante femminile» non binario. Usa un nome femminile. Secondo lui, l’intervento più appropriato per sostenere la sua identità di genere è una «vaginoplastica con conservazione del pene», una procedura offerta presso il Crane Center for Transgender Surgery di Austin, in Texas. Non è disponibile in Canada.   Secondo un articolo del National Post, K.S. ha sostenuto che «costringerlo a farsi rimuovere il pene invaliderebbe la sua identità e sarebbe simile a un atto illegale di terapia di conversione».   Secondo il National Post:   «Solo perché la vaginoplastica è elencata come un servizio assicurato non significa che nessun tipo di vaginoplastica sia qualificabile, ha sostenuto l’OHIP in tribunale».   «La corte non è stata d’accordo. La vaginoplastica e la penectomia sono elencati come servizi distinti e separati nell’elenco degli interventi chirurgici dell’Ontario ammissibili al finanziamento, ha affermato la corte. “Il fatto che la maggior parte delle persone che si sottopongono ad un intervento di vaginoplastica lo facciano con modalità che comportano anche una penectomia” non cambia la disposizione. Se la provincia avesse voluto assicurare un solo tipo di vaginoplastica (vaginoplastica con asportazione del pene), avrebbe dovuto redigere l’elenco in modo diverso, ha affermato la Corte».   È interessante notare che la corte si è basata sugli standard WPATH, che recentemente sono stati attaccati per mancanza di rigore scientifico. Gli standard WPATH «si riferiscono espressamente alla vaginoplastica senza penectomia come opzione chirurgica per alcune persone non binarie», ha scritto il giudice Breese Davies nella sentenza della corte.   La Corte ha affermato chiaramente che la «vaginoplastica con conservazione del pene» è una questione di diritti umani. «Il diritto alla sicurezza della persona tutelato dalla Carta tutela la dignità e l’autonomia dell’individuo», si legge nella sentenza. Richiedere a un transgender maschio nato o a una persona non binaria «di rimuovere il proprio pene per ricevere finanziamenti statali per una vaginoplastica sarebbe incoerente con i valori di uguaglianza e sicurezza della persona».   Michael Cook   Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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Atlete delle scuole medie si rifiutano di competere contro transessuali

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Un filmato che sta circolando in rete sembra mostrare un gruppo di cinque ragazze delle scuole medie che protestano per essere state costrette a competere contro un avversario maschio biologico transessuale fatto competere con loro.

 

Secondo quanto riportato dai media americani, in una sentenza all’inizio di questa settimana una corte d’appello federale si era pronunciata a favore della competizione dei maschi transgender nelle gare femminili dopo che era stato citato in giudizio lo Stato del West Virginia per la sua legge che vieta agli atleti trans di competere negli sport femminili nelle scuole pubbliche e nelle università.

 

Dopo la sentenza, l’adolescente è apparsa a una gara di lancio del peso per competere contro femmine biologiche.

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Per protesta, molte ragazze sono entrate nel settore del lancio del peso, si sono alzate brevemente e se ne sono andate senza lanciare un colpo.

 

Il video è stato condiviso dalla campionessa di nuoto, ora attivista per gli sport femminili, Riley Gaines.

 

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«Cinque atlete delle scuole medie del West Virginia si rifiutano di lanciare il lancio del peso contro un uomo» scrive la Gaines. «Ciò avviene appena 2 giorni dopo che la Corte d’Appello del Quarto Circuito ha bloccato la legge WV che dice che devi competere nella categoria che corrisponde al tuo sesso».

 

«È un giorno triste in cui le ragazze di 13-14 anni devono essere le adulte nella stanza, ma non potrei essere più ispirata e orgogliosa di queste ragazze. Quando è troppo è troppo. La marea sta cambiando!» chiosa la bionda nuotatrice.

 

Il sito OutKick riferisce che una delle ragazze che hanno preso parte alla manifestazione ha rivelato che l’atleta transgender ha vinto l’evento di lancio del peso.

 

Come riportato da Renovatio 21, l’anno scorso una squadra di basket femminile si ritira dal torneo per protesta contro un giocatore transgender che domina abitualmente le partite. Due mesi fa è emerso che una squadra di basket femminile di una scuola superiore del Massachusetts è stata costretta a rinunciare alla partita dopo che un giocatore transgender della squadra avversaria ha ferito tre giocatrici.

 

Secondo il sito web SheWon.org, gli uomini con confusione di genere hanno vinto centinaia titoli negli sport femminili.

 

La pagine web mostra centinaia di nomi di atlete superate in gara da transessuali in ben 29 discipline sportive: ci sono ciclismoatleticasollevamento pesinuoto, canottaggio, corsa campestre, golf, sci alpino, sci nordico, skateboard, surf, biliardo, perfino il poker.

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Come riportato da Renovatio 21, il transessualismo sta divenendo un problema in quantità impressionanti di discipline praticate dalle donne: abbiamo visto casi per il nuoto, la maratona, il ciclismo, la BMX, l’hockey, il sollevamento pesi, il basket

 

Problemi si sono avuti anche in sport di combattimento come la boxe, dopo un caso avvenuto ad un torneo nello Stato della Georgia, la Federazione statunitense di jiu-jitsu ha emanato una proibizione di competizione per i transessuali maschi negli eventi femminili.

 

In una lettera di protesta contro la follia transgender, l’ex campionessa di ciclocross Hannah Arensman aveva annunciato l’anno scorso che si è ritirata causa della presenza di transessuali nelle competizioni.

 

«Negli ultimi anni, ho dovuto gareggiare direttamente con ciclisti uomini negli eventi femminili», si legge in una lettera resa pubblica dalla Arensman. «Poiché questo è diventato sempre più una realtà, è diventato sempre più scoraggiante allenarsi duramente come me solo per dover perdere contro un uomo con l’ingiusto vantaggio di un corpo androgenizzato che intrinsecamente gli dà un evidente vantaggio su di me, non importa quanto mi alleno duramente».

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