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Alimentazione

La scienza è chiara: i metalli pesanti negli alimenti per bambini sono dannosi per il cervello

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense.

 

 

 

Un rapporto del 2019 di Healthy Babies Bright Futures ha osservato che oltre ai metalli pesanti, gli alimenti per l’infanzia sono pieni di altre sostanze chimiche neurotossiche, tra cui perclorato, ftalati e glifosato, che, insieme, possono avere impatti significativi sulla salute.

 

 

Oltre ai metalli pesanti, gli alimenti per l’infanzia sono pieni di altre sostanze chimiche neurotossiche che, insieme, possono avere impatti significativi sulla salute

 

A febbraio, i genitori di bambini piccoli hanno avuto una brutta sorpresa: hanno appreso che molti alimenti per l’infanzia acquistati nei negozi, sia convenzionali sia biologici, contengono pericolosi livelli di metalli pesanti che abbassano il QI.

 

Questa scoperta, risultato di un’indagine della Commissione della Camera per la Supervisione e la Riforma, ha documentato la presenza di arsenico inorganico altamente tossico, cadmio, piombo e mercurio negli alimenti per bambini – a livelli molto al di sopra dei limiti fissati dai regolatori per l’acqua potabile e altri prodotti .

 

Un rapporto dell’ottobre 2019 di Healthy Babies Bright Futures ha promosso l’indagine del Congresso. Nei test su 168 alimenti per neonati, l’organizzazione ha scoperto che il 95% era contaminato da almeno uno dei quattro metalli e, più spesso, da due o più.

Molti alimenti per l’infanzia acquistati nei negozi, sia convenzionali sia biologici, contengono pericolosi livelli di metalli pesanti che abbassano il QI

 

Tutti e quattro i metalli sono neurotossine già note nei bambini, sostanze che «influenzano particolarmente lo sviluppo neurologico e le prestazioni intellettuali». Secondo il rapporto del Congresso:

 

«L’esposizione a metalli pesanti tossici provoca una diminuzione permanente del QI, una riduzione della futura produttività economica e un aumento del rischio di futuri comportamenti criminali e antisociali nei bambini. I metalli pesanti tossici mettono in pericolo lo sviluppo neurologico del neonato e la funzionalità cerebrale a lungo termine».

 

L’arsenico, un contaminante delle acque sotterranee comune in molte aree, «è classificato al primo posto tra le sostanze presenti nell’ambiente che rappresentano la minaccia potenziale più significativa per la salute umana», si legge nel rapporto. Il piombo è al secondo posto, il mercurio al terzo e il cadmio al settimo.

 

«L’esposizione a metalli pesanti tossici provoca una diminuzione permanente del QI, una riduzione della futura produttività economica e un aumento del rischio di futuri comportamenti criminali e antisociali nei bambini. I metalli pesanti tossici mettono in pericolo lo sviluppo neurologico del neonato e la funzionalità cerebrale a lungo termine»

livelli di arsenico trovati negli alimenti per l’infanzia testati erano fino a 91 volte il massimo consentito dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense per l’acqua in bottiglia e fino a 69 e 177 volte per cadmio e piombo, rispettivamente.

 

I livelli di mercurio negli alimenti per bambini superavano fino a 5 volte il livello stabilito dalla US Environmental Protection Agency per l’acqua potabile.

 

 

Industria e inazione normativa

Quattro società – Beech-Nut, Gerber, Hain e Nurture – hanno collaborato con la richiesta della sottocommissione del Congresso di documenti interni e dati dei test. Tre società – Campbell, Sprout Organic Foods e Walmart – si sono rifiutate.

 

L’indagine ha rilevato che per la stragrande maggioranza degli alimenti per l’infanzia, i produttori «sono liberi… di non condurre alcun test». Secondo il rapporto, la FDA «ha messo a punto solo uno standard di metallo per una categoria ristretta di alimenti per l’infanzia» – uno standard di arsenico inorganico di 100 parti per miliardo (ppb) per i cereali di riso. Ma anche questo standard «è troppo alto per evitare effetti neurologici sui bambini».

I livelli di mercurio negli alimenti per bambini superavano fino a 5 volte il livello stabilito dalla US Environmental Protection Agency per l’acqua potabile.

 

Per decenni, le autorità di regolamentazione non hanno prestato attenzione ai genitori di bambini con autismo che hanno segnalato carichi corporei di metalli pesanti nei loro figli di gran lunga superiori alle linee guida federali sulla sicurezza, anche quando le preoccupazioni dei genitori erano supportate da ricerche e video domestici (vedi sotto) e dopo i trattamenti per rimuovere questi metalli dal corpo. In molti casi, quei trattamenti hanno documentato un netto miglioramento e persino il recupero dall’autismo diagnosticato.

 

Valutazione della tossicità da metalli pesanti

I tossicologi generalmente valutano gli effetti di una sostanza sulla salute umana in due modi. In primo luogo, prendono in considerazione forme specifiche di tossicità (come il cancro o il danno nello sviluppo neurologico) e valutano «le condizioni in cui queste forme di tossicità potrebbero apparire» negli individui esposti alla sostanza, tenendo conto della via di ingresso nell’organismo (es. ingestione, iniezione, inalazione o assorbimento cutaneo).

 

Per decenni, le autorità di regolamentazione non hanno prestato attenzione ai genitori di bambini con autismo che hanno segnalato carichi corporei di metalli pesanti nei loro figli di gran lunga superiori alle linee guida federali sulla sicurezza

La seconda strada per la valutazione della tossicità prevede l’esame della relazione dose-risposta.

 

Tuttavia, per la «valutazione del rischio e dell’impatto nella vita reale» dell’esposizione cronica a basso livello – come l’ingestione quotidiana di alimenti contaminati – i tossicologi sostengono sempre più che gli studi dose-risposta «classici» siano inadeguati.

 

Questi scienziati sottolineano invece la necessità di valutare «fattori interagenti complessi», comprese le finestre di suscettibilità (come la gravidanza o lo sviluppo precoce); vulnerabilità genetichenutrizionali o metaboliche che predispongono a esiti peggiori; e la co-esposizione a più tossine, portando a effetti potenzialmente sinergici.

 

Il rapporto del 2019 di Healthy Babies Bright Futures ha osservato che oltre ai metalli pesanti, gli alimenti per l’infanzia sono pieni di altre sostanze chimiche neurotossiche – tra cui percloratoftalati e glifosato – e tutte queste esposizioni quotidiane possono «sommarsi» e generare impatti significativi sulla salute.

 

Fondamentalmente, gli scienziati considerano l’arsenico, il cadmio, il piombo e il mercurio come «tossine senza soglia», cioè possono causare effetti negativi «praticamente a tutti i livelli di esposizione».

Gli scienziati considerano l’arsenico, il cadmio, il piombo e il mercurio come «tossine senza soglia», cioè possono causare effetti negativi «praticamente a tutti i livelli di esposizione»

 

 

Abbondante evidenza di neurotossicità

L’evidenza incontrovertibile che l’arsenico inorganico, il cadmio, il piombo e il mercurio sono neurotossici delinea gli effetti sotto forma di un QI ridotto così come esiti negativi dello sviluppo neurologico, come il disturbo dello spettro autisticoil disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD) – due condizioni che sono state in aumento costante per diversi decenni e, inoltre, spesso si verificano contemporaneamente.

 

C’è una ricerca particolarmente esaustiva che collega i metalli all’autismo, comprese le prove di biomarcatori da urinasangue, capelli, unghie e denti da latte, che evidenziano differenze marcate nei livelli di questi metalli nei bambini autistici rispetto a quelli neurotipici.

 

C’è una ricerca particolarmente esaustiva che collega i metalli all’autismo, comprese le prove di biomarcatori da urina, sangue, capelli, unghie e denti da latte, che evidenziano differenze marcate nei livelli di questi metalli nei bambini autistici rispetto a quelli neurotipici

La ricerca conferma anche che «la co-esposizione a più metalli può provocare una maggiore neurotossicità rispetto all’esposizione a un singolo metallo, in particolare durante i primi anni di vita».

 

Uno studio del 2017 ha mostrato, ad esempio, che i bambini con autismo hanno nel sangue livelli più alti di arsenico e mercurio rispetto agli individui sani.

 

Un altro studio pubblicato nel 2015 ha rilevato livelli più elevati di mercurio, piombo e alluminio nei capelli dei bambini autistici, rispetto ai controlli abbinati.

 

Gli studi sull’intelligenza non sono rassicuranti. Ad esempio, una meta-analisi di studi sull’arsenico non solo ha mostrato un «notevole effetto negativo sullo sviluppo neurologico e sui disturbi comportamentali», ma ha concluso che ogni 50% di aumento dei livelli di arsenico produrrebbe una diminuzione di 0,4 nel QI dei bambini.

 

Nelle popolazioni europee, i ricercatori hanno stimato le perdite di QI dovute a cibi contaminati da piombo che vanno da 0,1 a 0,49 punti QI.

Nelle popolazioni europee, i ricercatori hanno stimato le perdite di QI dovute a cibi contaminati da piombo che vanno da 0,1 a 0,49 punti QI

 

Anche il cadmio e il mercurio sono associati a una scarsa cognizione.

 

 

Proteggere le generazioni attuali e future

Una caratteristica interessante del rapporto del Congresso di febbraio sugli alimenti per bambini è che condanna il vuoto normativo prevalente, rimproverando la FDA (così come l’industria) per non aver agito.

 

Ciò che rende ancora più preoccupante la riluttanza delle autorità di regolamentazione ad ascoltare i genitori è che i genitori sono stati in grado di citare non solo la loro esperienza diretta, ma anche le abbondanti prove sugli effetti neurotossici dei metalli sui bambini. Quelle prove – e le ramificazioni per la società in generale – non sono né nuove né oscure.

«La conseguente perdita di intelligenza causa una diminuzione della produttività economica che persiste per tutta la vita di questi bambini»

 

Nel 2005, ad esempio, uno studio ha conquistato i titoli della CBS per aver mostrato che «centinaia di migliaia di bambini nascono ogni anno con un QI inferiore associato all’esposizione [in utero] al mercurio» e che i decrementi permanenti del QI – perdite che vanno da «un quinto di punto di QI fino a 24 punti – «costa agli Stati Uniti 8,7 miliardi di dollari all’anno in termini di perdita di guadagni».

 

Gli autori dello studio del 2005 sul mercurio e il QI hanno avvertito: «La conseguente perdita di intelligenza causa una diminuzione della produttività economica che persiste per tutta la vita di questi bambini».

 

Tuttavia, gli effetti non sono necessariamente limitati a una singola generazione, come dimostrano gli studi sull’epigenetica e l’eredità transgenerazionale. Le modificazioni epigenetiche, definite come «alterazioni stabili ed ereditabili nell’espressione genica e nella funzione cellulare», si verificano in risposta a fattori scatenanti ambientali, compresi i metalli pesanti.

Gli effetti non sono necessariamente limitati a una singola generazione, come dimostrano gli studi sull’epigenetica e l’eredità transgenerazionale

 

Uno studio del 2017 ha dimostrato che i cambiamenti epigenetici indotti dall’arsenico, ad esempio, hanno effetti di vasta portata sull’omeostasi cellulare e sui percorsi che portano al cancro.

 

Lungi dall’essere «adattivi», i ricercatori avvertono che questi cambiamenti epigenetici, trasmissibili alla prole, hanno il potenziale di «generare una moltitudine di stati patologici».

 

Come riportato da The Defender alla fine di febbraio, l’azione legale potrebbe essere l’unico modo per proteggere le generazioni attuali e quelle future di bambini da questi alimenti tossici e dai loro impatti a valle.

I ricercatori avvertono che questi cambiamenti epigenetici, trasmissibili alla prole, hanno il potenziale di «generare una moltitudine di stati patologici»

 

Nel 2019, Children’s Health Defense (CHD) ha intentato una causa contro Beech-Nutper per aver spacciato la sua linea di prodotti Beech-Nut Naturals come «100% naturale» nonostante i residui di diversi pesticidi sintetici.

 

L’azione legale di CHD ha sostenuto che l’etichettatura e il marketing fuorvianti «ingannano i genitori che cercano di essere consapevoli sui contenuti degli alimenti per l’infanzia che fanno mangiare ai loro figli».

 

Sono già numerose nel paese le cause legali per difendere i bambini esposti a alimenti per l’infanzia contaminati da metalli pesanti che hanno sviluppato autismo o ADHD.

 

 

Lyn Redwood, RN, MSN
Children’s Health Defense Team

 

 

 

Traduzione di Alessandra Boni

 

 

© 19 marzo 2021, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.

 

 

 

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Alimentazione

Un leader agricolo messicano assassinato in seguito allo sciopero nazionale

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Bernardo Bravo Manríquez, presidente della principale associazione di agrumicoltori di Michoacán e membro del Fronte Nazionale per il Salvataggio della Campagna Messicana (FNRCM), il gruppo agricolo più attivo del Messico, è stato assassinato la mattina del 20 ottobre.

 

Bravo, alla guida degli Agrumicoltori della Valle di Apatzingán, aveva partecipato allo sciopero nazionale degli agricoltori del 14 ottobre, organizzato con successo dal FNRCM per sollecitare il governo a introdurre politiche a sostegno dell’agricoltura nazionale, minacciata da speculatori finanziari internazionali e dai loro cartelli.

 

Gli agrumicoltori avevano guadagnato l’attenzione nazionale gettando in strada circa due tonnellate di lime di alta qualità durante lo sciopero, permettendo alla gente di raccoglierli, per evidenziare che il prezzo pagato ai produttori per ogni chilo di lime è nettamente inferiore al costo di produzione.

 

Secondo Aristegui News, l’associazione di Bravo ha spiegato la partecipazione allo sciopero con la richiesta di istituire una banca per lo sviluppo agricolo con crediti agevolati e tassi bassi, per rilanciare le campagne. I coltivatori di lime hanno anche proposto concessioni idriche, protezione della filiera produttiva e prezzi equi.

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Gli agricoltori hanno chiarito ai legislatori di non volere sussidi, ma misure per affrontare «le cause strutturali» della crisi che colpisce il settore, chiedendo «un solido quadro giuridico che ci protegga da speculazioni e abusi». L’articolo ha inoltre riportato che Bravo, come leader del settore, aveva denunciato estorsioni da parte di gruppi criminali organizzati e l’assenza di sicurezza per i coltivatori di lime.

 

A febbraio, Bravo aveva segnalato di aver ricevuto minacce, annunciando la chiusura degli uffici amministrativi della sua azienda. Nella dichiarazione rilasciata il giorno del suo assassinio, il FNRCM ha chiesto al governo di indagare sull’omicidio, ma ha anche criticato «l’indifferenza» del governo alle richieste di dialogo, che crea «condizioni di vulnerabilità per i produttori». La dichiarazione ha evidenziato l’esclusione, da parte del Segretario dell’Agricoltura Julio Berdegué, di due leader del FNRCM, Baltazar Valdez Armentía di Sinaloa e Yako Rodríguez di Chihuahua, da un incontro del 17 ottobre con i leader agricoli, nonostante l’approvazione del Ministero del Governo.

 

Il FNRCM ha avvertito che il governo dovrebbe collaborare con il movimento per «costruire un’alleanza con lo Stato per salvare le campagne e l’economia nazionale». Ha inoltre denunciato le pressioni del governo statunitense e delle sue entità, che cercano di «aggravare la polarizzazione sociale e l’ingovernabilità per giustificare interventi». In questo contesto, il governo non dovrebbe adottare «gesti divisivi e discriminatori contro i produttori nazionali», ha concluso il FNRCM.

 

È noto che i cartelli della droga abbiano anche interessi agricoli, soprattutto nel campo dell’avocado, frutto divenuto particolarmente popolare negli USA con le ultime generazioni per le sue proprietà nutritizie.

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Alimentazione

Oltre 9 mila bambini intossicati coi pasti scolastici gratuiti in Indonesia

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.   Il programma da 10 miliardi di dollari, presentato come «grande successo» dal presidente, è finito al centro delle polemiche dopo ben 103 episodi di intossicazione in 16 province. Le cucine, spesso gestite dai militari, e le lunghe catene di distribuzione favoriscono contaminazioni batteriche. In alcuni casi i menù contenevano persino carne di squalo. Esperti parlano di un «fallimento sistemico», mentre cresce il malcontento anche per le clausole di segretezza previste nel programma.   È salito a più di 9 mila il numero di bambini intossicati dopo aver consumato i pasti scolastici gratuiti voluti dal presidente indonesiano Prabowo Subianto e costato 10 miliardi di dollari. Lo ha riferito, durante un’udienza parlamentare, l’agenzia nazionale per gli alimenti e i farmaci aggiornando i dati che inizialmente si erano fermati a 6mila bambini intossicati.   Nonostante le critiche crescenti Prabowo continua tuttavia a difendere il programma (conosciuto con l’acronimo MBG in Indonesia) definendolo un grande successo. L’ex generale delle forze indonesiane Kapassus, accusato di crimini contro l’umanità per i crimini commessi nella repressione della lotta indipendentista del Timor Est, ha insistito sul fatto che si tratterebbe solo di «piccole increspature» rispetto ai risultati complessivi del programma. Ha inoltre sottolineato che milioni di bambini indonesiani oggi possono godere di pasti gratuiti e nutrienti, un fatto da lui descritto come senza precedenti nella storia del Paese. Ha aggiunto che molti Stati vorrebbero replicare il modello indonesiano e ha persino vantato un tasso di successo del 99,99%.

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Ma sul terreno la realtà è molto diversa. L’agenzia indonesiana per gli alimenti ha spiegato che da gennaio a settembre si sono verificati 103 casi di intossicazione alimentare, che hanno colpito 9.089 bambini. «Da fine luglio e nel mese di agosto i casi sono aumentati notevolmente», ha dichiarato Taruna Ikrar, responsabile dell’agenzia, aggiungendo che i problemi hanno origine nelle cucine. Quelle coinvolte nei casi di intossicazione, perlopiù gestite da militari, che Prabowo dall’inizio del suo mandato ha coinvolto in una serie di agenzie statali, erano operative da meno di un mese.   «Gli ingredienti vengono preparati di notte, cucinati al mattino presto e raggiungono le scuole solo a mezzogiorno. Questo processo è altamente soggetto alla proliferazione batterica», ha dichiarato un deputato, suggerendo di sostituire il programma con trasferimenti diretti di denaro ai genitori.   Sri Raharjo, direttore del Centro studi sull’alimentazione e la nutrizione dell’Università Gadjah Mada, ha descritto i ripetuti casi di intossicazione alimentare come un «fallimento sistemico» nella preparazione, nella lavorazione e nella distribuzione degli alimenti. «Il cibo cotto non dovrebbe essere conservato per più di quattro ore. Anche la qualità dell’acqua deve essere priva di contaminazioni», ha spiegato esortando il governo a condurre controlli periodici, fornire formazione continua ai lavoratori e imporre sanzioni severe a coloro che non rispettano gli standard di sicurezza.   L’episodio più recente è avvenuto nella provincia del Sulawesi Sudorientale, dove 46 alunni sono stati ricoverati con nausea, vertigini e diarrea dopo aver consumato i pasti gratuiti. Casi analoghi sono stati segnalati a Nunukan (Kalimantan settentrionale), Bogor (Giava Occidentale), Sragen e Wonogiri (Giava Centrale), oltre che in altri distretti. A Bogor, 223 studenti sono rimasti intossicati e decine sono stati ricoverati, costringendo le autorità locali a dichiarare uno stato di emergenza A Sragen, 196 persone, tra studenti, insegnanti e familiari, hanno riportato sintomi simili.   In un secondo momento è finito sotto accusa anche in menù servito ai bambini, in particolare nel Kalimantan orientale, dove almeno 25 studenti si sono ammalati a causa della presenza nei pasti dello squali fritto in salsa di pomodoro, un alimento ricco di mercurio e non adatto ai bambini. Le autorità indonesiane responsabili del programma MBG si sono difese sostenendo che la carne di squalo è un alimento consumato abitualmente nella regione, e che quindi fa parte delle tradizioni locali.   Parlando con AsiaNews, Wisnu Rosariastoko, dipendente di una banca privata, ha messo in dubbio l’efficacia e la sicurezza del progetto. «Riflettendo sul programma, mi vengono in mente le ricche tradizioni culinarie dell’Indonesia, dove cucinare non è solo un modo per nutrirsi, ma anche un’espressione della comunità e della cultura. Tuttavia, l’iniziativa sembra aver perso di vista questi valori, privilegiando la quantità rispetto alla qualità e alla sicurezza».   Anche la mancanza di trasparenza ha ulteriormente alimentato il malcontento popolare. La presenza di una clausola di segretezza, che impone ai beneficiari di mantenere il silenzio sui casi di intossicazione alimentare, ha sollevato serie preoccupazioni circa l’impegno del governo in materia di trasparenza e responsabilità. A un giornalista della CNN Indonesia sarebbe stato revocato il pass stampa dal palazzo presidenziale dopo aver posto a Prabowo una domanda relativa al MBG sabato.   Secondo Tan Shot Yen, medica e nutrizionista, l’iniziativa non risponde nemmeno all’obiettivo dichiarato di fornire pasti sani e nutrienti: «quello che abbiamo trovato sul campo sono, in realtà, pasti di junk food», ha denunciato durante un’audizione speciale alla Camera dei rappresentanti. In risposta alla situazione, che rischia di peggiorare nelle prossime settimane, l’esercito ha cominciato a produrre multivitaminici da inserire nei pasti.

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Ieri il viceministro della Difesa, il maresciallo in pensione Donny Ermawan Taufanto, ha simbolicamente consegnato 4,8 milioni di pillole multivitaminiche prodotte dal laboratorio militare a 100 cucine che servono i pasti gratuiti nella capitale Jakarta. Anche il coinvolgimento dei militari aveva suscitato critiche, da parte soprattutto delle fasce più giovani della popolazione, ma il governo si è difeso affermando che queste decisioni rientrano nella «difesa nazionale» del settore farmaceutico che così dovrebbe essere in grado di fornire medicinali e vitamine a un prezzo più economico.   Il programma MBG era tra le principali promesse politiche fatte da Prabowo in vista delle elezioni presidenziali dello scorso anno. Il programma è stato finora esteso a 22,7 milioni di beneficiari e il governo prevede che coprirà 82,9 milioni di persone entro la fine dell’anno. Il programma mira a contrastare il ritardo della crescita, una condizione causata dalla malnutrizione che colpisce un quinto dei bambini di età inferiore ai cinque anni in Indonesia.   La Fondazione indonesiana per l’assistenza legale (YLBHI) ha annunciato che i cittadini hanno il diritto di citare in giudizio il governo per le conseguenze del programma. «I casi di intossicazione alimentare che hanno colpito migliaia di bambini possono essere classificati come perdite materiali e immateriali, soddisfacendo i criteri per atti illeciti», ha affermato Arif Maulana, vicedirettore per l’advocacy e le reti di YLBHI.   Secondo l’avvocato, le possibili vie legali sono due: un’azione collettiva per ottenere risarcimenti oppure una causa civile, finalizzata a costringere il governo a rivedere e migliorare le politiche senza necessariamente puntare a un risarcimento.   Invitiamo i lettori di Renovatio 21 a sostenere con una donazione AsiaNews e le sue campagne. Renovatio 21 offre questo articolo per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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Alimentazione

Un terzo dei Paesi è afflitto da prezzi alimentari «anormalmente alti»: rischio di disordini sociali

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L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) lancia l’allarme: i prezzi dei prodotti alimentari restano eccezionalmente elevati in tutto il mondo, e in molti Paesi sono aumentati fino a cinque volte rispetto ai livelli medi del decennio scorso. Un’escalation che, secondo l’agenzia delle Nazioni Unite, rischia di alimentare nuovi disordini sociali, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo o politicamente instabili.

 

«Le condizioni attuali ricordano i periodi che hanno preceduto la Primavera Araba e la crisi alimentare del 2007-2008», si legge nel rapporto diffuso in questi giorni. E il messaggio è chiaro: le turbolenze globali, legate alla sicurezza alimentare, «sono tutt’altro che finite».

 

Un’analisi di BloombergNEF, basata sui dati FAO, evidenzia come il quadro sia il risultato di una combinazione di fattori: eventi meteorologici estremi, tensioni geopolitiche e politiche monetarie espansive. L’aumento dei prezzi di gasolio e benzina – spinti anche dai conflitti in corso e dalle restrizioni commerciali – ha fatto lievitare i costi di produzione e di trasporto dei beni agricoli.

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A questo si aggiunge il fattore monetario: l’eccessiva stampa di denaro da parte di molte economie avanzate ed emergenti durante e dopo la pandemia ha rappresentato, secondo gli analisti, il principale motore dell’inflazione globale.

 

Secondo la FAO, nel 2023 il 50% dei Paesi del Nord America e dell’Europa ha registrato prezzi alimentari «anormalmente elevati» rispetto alla media del periodo 2015-2019. L’organizzazione definisce «anormale» un livello di prezzo superiore di almeno una deviazione standard rispetto alla media storica per ciascuna merce e regione, spiega Bloomberg.

 

La tendenza, tuttavia, non riguarda solo l’Occidente: anche in Asia, Africa e America Latina l’impennata dei prezzi sta riducendo l’accesso ai beni di prima necessità, colpendo le fasce più vulnerabili della popolazione.

 

La FAO richiama nel suo rapporto due momenti emblematici della storia recente che mostrano il legame diretto tra caro-viveri e instabilità politica.

 

Un esempio è la cosiddetta «Primavera araba» (2010-2011): il forte aumento dei prezzi del grano e del pane, dovuto alla siccità e ai divieti di esportazione imposti dalla Russia, contribuì a scatenare proteste in Tunisia, Egitto, Libia e Siria. L’inflazione alimentare fu un fattore chiave, che si sommò al malcontento politico e sociale.

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Un ulteriore caso è quello della crisi alimentare del 2007-2008: in quel periodo, i picchi dei prezzi globali dei cereali provocarono rivolte in oltre 30 Paesi, tra cui Haiti, Bangladesh, Egitto e Mozambico, dove i beni di prima necessità divennero inaccessibili per ampie fasce della popolazione.

 

Gli analisti concordano sul fatto che quando «l’inflazione alimentare supera la crescita del reddito», si innesca una spirale pericolosa che può condurre a crisi sociali e politiche.

 

Con l’aumento dei costi dei beni di base e la perdita di potere d’acquisto, cresce la pressione sui governi, già provati da crisi energetiche, conflitti regionali e tensioni valutarie.

 

In breve, il mondo potrebbe trovarsi di fronte a «una nuova stagione di rivolte per il pane».

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