Sanità
Lista incompleta dei morti dopo il vaccino in Italia

Portate pazienza se in queste settimane non siamo riuscite a rilanciare tempestivamente le notizie che si sono susseguite nel Bel Paese riguardo alle persone morte dopo il vaccino. Alcuni giornali locali hanno provato, dapprima, a parlare dei casi avvenuti nel loro territorio, sempre mantenendo il più profondo scetticismo (perfino nei titoli!) riguardo al nesso causale «vaccino-morte»: il mantra «nessuna correlazione» è invincibile a qualsiasi latitudine.
Altri casi vengono da osservatori su Facebook, dove la faccenda è divenuta davvero triste e grottesca: utenti che si vantavano di essersi sottoposti al vaccino sperimentale («FATTO!» è il tipico commento, magari in aggiunta a una foto di profilo con la primula e l’hashtag vaccinaro di ordinanza) ce li ritroviamo pochi giorni dopo nei necrologi.
Ad ogni modo, Renovatio 21 cerca di recuperare iniziando a stilare una lista, incompleta e ovviamente in progress, delle morti avvenute dopo la vaccinazione in Italia. Nota bene: abbiamo scritto dopo la vaccinazione, non a causa della vaccinazione.
Non serve ricordare al lettore che ci troviamo comunque davanti alla punta dell’iceberg. Il numero dei decessi non riportati non può che essere maggiore.
Contattate la redazione qualora aveste qualche caso documentato da aggiungere: info@renovatio21.com
D.V., un poliziotto di Catania, è morto il 7 marzo, 12 giorni dopo la somministrazione del vaccino, ma aveva iniziato a sentirsi molto male dal giorno dopo l’inoculazione, peggiorando drasticamente di giorno in giorno fino alla sua morte.
S.P., sottufficiale della Marina militare, è morto dopo la somministrazione del vaccino dello stesso lotto. Il militare è deceduto in casa a Misterbianco (Catania) l’indomani dell’iniezione. Si tratta, come nel caso sopra, del famigerato primo lotto AstraZeneca ad essere ritirato in Italia, il ABV2856.
S.S., operatrice sanitaria, muore per un malore improvviso. Lavorava presso una casa di riposo in Piemonte, dove avevano somministrato al personale il vaccino Pfizer. Aveva 42 anni
V.R., bidello di Acerra di 58 anni, è morto quattro giorni dopo la vaccinazione con il farmaco a vettore virale AstraZeneca. Aveva avuto brividi e malessere. Entrato in ospedale non ne è più uscito. La moglie ha denunciato tutto alla Polizia.
C.S., odontoiatra tedesco che operava all’Ospedale di Bressanone, è morto di ictus dopo essere stato ricoverato in terapia intensiva. Come operatore sanitario aveva ricevuto da poco le due dosi del vaccino COVID. Dopo la seconda dose del vaccino, dice un medico suo collega «avrebbe accusato forti dolori alle articolazioni, febbre e aritmie cardiache». Aveva 63 anni.
M.M., cinquantenne impiegato della Croce Rossa di Voghera, è morto in seguito ad un arresto cardiaco. Su Facebook aveva postato di aver ricevuto la prima dose del vaccino il 15 gennaio e la seconda il 12 febbraio.
A.M., insegnante di 62 anni, muore tre giorni dopo il vaccino AstraZeneca. Aveva accusato forti dolori addominali qualche ora dopo l’iniezione. Ordinato il sequestro della salma l’autopsia rivela che non ci sarebbe nesso, avrebbe avuto un infarto intestinale. Risultano indagati dalla Procura di Napoli il medico curante e il cardiologo che l’ha visitata prima del decesso.
S.D., un’infermiera di 40 anni che lavorava presso la residenza per anziani in Piemonte, è morta improvvisamente per arresto cardiaco poche settimane dopo l’avvio della campagna di vaccinazione per ospiti e operatori sanitari.
Giuseppe Maniscalco, vice comandante della sezione di PG presso Procura della Repubblica di Trapani, muore per un malore dopo la somministrazione. Viene disposta l’autopsia.
M.F., muore improvvisamente di arresto cardiaco all’età di 49 anni. Sul suo profilo Facebook il 5 febbraio aveva postato di aver ricevuto la seconda dose del vaccino.
S.T., insegnante piemontese di 57 anni, muore il giorno dopo la vaccinazione. Nella notte aveva accusato un malore. All’arrivo i medici del 118 chiamati della moglie ne hanno constatato la morte. Aveva ricevuto il farmaco AstraZeneca.
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Segnalate casi documentati a info@renovatio21.com
Bizzarria
Chirurgo del servizio sanitario pubblico britannico si è fatto amputare le gambe per «gratificazione sessuale»

Le autorità britanniche hanno condannato il chirurgo Neil Hopper a 32 mesi di carcere dopo essersi amputato le gambe per gratificazione sessuale.
Il medico presso il Royal Cornwall Hospitals NHS Trust a Truro, in Cornovaglia, dove, secondo diverse fonti, ha effettuato centinaia di interventi di amputazione prima del 2019, anno in cui egli stesso ha subito l’amputazione di entrambe le gambe.
La Corte di Truro ha appreso che l’uomo ha mentito agli assicuratori sostenendo che le lesioni alle gambe erano dovute a sepsi e non autoinflitte. Si è appreso che nel maggio 2019 Hopper aveva subito amputazioni sotto il ginocchio a seguito di una «malattia misteriosa». In realtà, aveva usato ghiaccio e ghiaccio secco per congelarsi le gambe, quindi è stato necessario asportarle, ha affermato il procuratore Nicholas Lee.
I bizzarri dettagli del caso sono emersi durante il processo. Hopper era da tempo eccitato dall’idea di amputarsi le gambe, arrivando addirittura ad acquistare video pornografici di uomini che si facevano estrarre volontariamente i genitali. Secondo quanto appreso dalla corte, i reati di pornografia estrema erano collegati a video di mutilazioni corporee che lo Hopper aveva acquistato online e che non includevano bambini.
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Aveva inviato a un altro personaggio, Marius Gustavson precedentemente incarcerato per aver guidato un’organizzazione di body modification estreme come il sito EunuckMaker («produttore di eunuchi»), una foto del suo pene eretto prima di procedere con l’amputazione delle gambe.
L’operazione ha seguito un iter specifico. Sotto la guida del Gustavson, Hopper aveva immerso i piedi nel ghiaccio secco mentre moglie e figli erano fuori casa. Quando i paramedici sono arrivati, hanno creduto che soffrisse di sepsi.
Lo Hopper ha ricevuto 466.000 sterline dagli assicuratori dopo aver accettato quella richiesta di risarcimento. «Sarà fantastico essere un doppio amputato», ha scritto Hopper in un messaggio di testo prima di commettere il suo crimine.
Prima che emergesse lo scandalo e la frode, il medico della Cornovaglia era stato definito «il più coraggioso di Bretagna» e aveva partecipato a programmi TV in cui raccontava la sua esperienza di amputato. Particolare degno di nota è quello per il quale, secondo quanto si apprende, il chirurgo vascolare prima di programmare la propria auto-amputazione aveva eseguito come medico statale centinaia di amputazioni.
La questione richiama alla mente la possibilità che molti dottori, e infermieri, le cui storie talvolta finiscono nelle cronache, esprimano durante la loro pratica medica impulsi sadici e perversi, arrivando persino a totalizzare, secondo calcoli, centinaia di vittime.
Il medico era stato arrestato nel marzo 2023 ed è sospeso dall’albo dei medici dal dicembre 2023. Lo Hopper soffriva di «disforia corporea» fin dall’infanzia e i suoi piedi rappresentavano per lui un «indesiderato inconveniente» e un «disagio persistente e senza fine», ha un dottore sentito dalla BBC.
Secondo quanto sentito in tribunale, lo Hopper aveva acquistato tre video dal sito web EunuchMaker, rispettivamente per 10 e 35 sterline, che mostravano uomini che si facevano rimuovere volontariamente i genitali, scambiando circa 1.500 messaggi con Gustavson sulle sue amputazioni degli arti inferiori e su come le aveva eseguite, chiedendogli anche quanto ghiaccio secco avesse usato. Gustavson è stato condannato all’ergastolo con una pena minima di 22 anni all’Old Bailey nel 2024 per aver guidato un’organizzazione di body modification estreme, come la castrazione.
Come riportato da Renovatio 21, il Gustavson era stato condannato all’ergastolo con una pena minima di 22 anni nel carcere dell’Old Bailey nel 2024 per aver guidato un’organizzazione che praticava modifiche corporee estreme.
Il sito Eunuch Maker contava circa 23.000 abbonati in tutto il mondo. Secondo la BBC, il sito gli aveva fruttato circa 375.000 dollari. Il Gustavsone e i suoi assistenti filmavano le procedure e le pubblicavano sul sito web dove erano disponibili in pay-per-view.
La presunta «disforia dell’integrità corporea» è un fenomeno in crescita in tutto il mondo. L’anno passato i medici hanno amputato il quarto e il quinto dito sani della mano sinistra di un ventenne del Quebecco perché credeva che non facessero parte del suo corpo.
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Le connessioni di tali pratiche di perversa «cura» amputante di una presunta «disforia» con la questione del transessualismo – promosse dallo Stato moderno e pagate dal contribuente – dovrebbe saltare agli occhi di tutti.
I casi di amputazioni inflitte, anche più prosaicamente, alle truffe di assicurazioni non sono infrequenti. Nel 2001 si parlò di un signore della provincia autonoma di Bolzano che si sarebbe fatto amputare una gamba dal cugino ottenere un risarcimento dalle assicurazioni, con le quali sarebbero state stipulati contratti da oltre un miliardo di lire in caso di invalidità permanente. Contrariamente all’ingegnoso programma, l’uomo perì sul posto, mentre il cugino fu arrestato e messo in carcere.
La vicenda ispirò, dal Trentino al Veronese ed oltre, diverse conversazioni, battute e probabilmente pure la canzone del gruppo rock di estrema destra scaligero «Truffa all’assicurazione» (2003).
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Immagine screenshot da YouTube
Sanità
Kennedy spiega perché respingere le nuove regole dell’OMS sulla pandemia

The proposed amendments to the International Health Regulations open the door to the kind of narrative management, propaganda, and censorship that we saw during the COVID pandemic. The United States can cooperate with other nations without jeopardizing our civil liberties,… pic.twitter.com/k9IWRavu9D
— Secretary Kennedy (@SecKennedy) July 18, 2025
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Sanità
Inizia il processo per l’ospedale accusato di aver ucciso una bambina non vaccinata con sindrome di Down

È finalmente iniziato il processo per la morte di una diciannovenne avvenuta in un ospedale dello Stato USA del Wisconsin nel 2021, i cui genitori accusano il personale medico di una serie di cattive condotte che hanno causato la morte della ragazza non vaccinata. Lo riporta Life Site.
Nel febbraio 2022, Grace Schara è stata ricoverata al St. Elizabeth Hospital di Appleton il 6 ottobre 2021, cinque giorni dopo essere risultata positiva al COVID-19. Schara era affetta dalla sindrome di Down ed è stata descritta dal padre Scott come una persona ad alto funzionamento. Il St. Elizabeth fa parte dell’Ascension Medical Group, che si definisce «basato sulla fede».
I genitori Scott e Cindy Schara hanno descritto una serie di aspetti preoccupanti del trattamento riservato alla figlia, a partire dalle critiche del personale ospedaliero per il loro rifiuto delle vaccinazioni contro il COVID-19 e per la loro accettazione di protocolli di trattamento alternativi, per poi arrivare alle letture imprecise dell’ossigeno nel sangue utilizzate per tentare di attaccare Grace a un respiratore.
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In particolare, le è stata erroneamente assegnata una DNR (Do Not Resuscitate – la disposizione che in America il cittadino può dare per evitare che lo so rianimi) e le è stato somministrato un cocktail di sedativi, ansiolitici e morfina man mano che le sue condizioni di salute peggioravano. Alla fine è morta dopo che i parenti hanno respinto l’insistenza della famiglia sul fatto che non fosse una DNR e le sue suppliche di rianimarla. La famiglia ha aggiunto all’epoca che i funzionari dell’ospedale si sono rifiutati di incontrarli in seguito per ascoltare le loro lamentele.
Da allora, gli Schara hanno lavorato per far conoscere la storia di Grace attraverso vari mezzi, tra cui un sito web, chiunque nei media volesse ascoltarli e cartelloni pubblicitari.
Nel dicembre 2022, gli Schara hanno segnalato il disinteresse delle autorità statali nell’affrontare il caso, affermando di aver richiesto che il dipartimento per la Sicurezza e i Servizi Professionali del Wisconsin (DSPS), il dipartimento dei Servizi Sanitari (DHS) e il dipartimento di Giustizia (DOJ) indagassero su diversi aspetti nell’ambito delle rispettive competenze, ma nessuno ha riscontrato illeciti.
L’anno seguente, la famiglia ha intentato una causa contro l’ospedale sostenendo che Grace era morta a causa di un «cocktail letale di farmaci» e di un «ordine fraudolento di non rianimazione», dovuto a «negligenza» e «trattamento non consensuale» da parte di operatori sanitari, e ha annunciato nel novembre 2023 di aver ottenuto un processo con giuria, che hanno salutato come «la prima volta che le intenzioni dei medici entrano in gioco in questo modo in una causa civile».
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Ora, il Milwaukee Journal Sentinel riporta che la selezione della giuria è iniziata il 2 giugno, con le arringhe introduttive che inizieranno il giorno successivo. L’intero processo è trasmesso in diretta streaming da Children’s Health Defense.
Gli Schara affermano che non rilasceranno interviste con la stampa prima della fine del processo, in modo da mantenere l’attenzione sulla questione in questione ed evitare che i media tentino di screditare la loro causa parlando di «teorie del complotto».
«Tutte le mie teorie sono state sviluppate dopo la morte di Grace», afferma Scott Schara. «Non sono rilevanti per la sua esperienza in ospedale. Se mi fanno sembrare pazzo, distolgono l’attenzione dai fatti del caso».
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Immagine da OurAmazingGrace.net
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