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Geopolitica

Zelens’kyj da Trump: in preparazione il trilaterale con Putin

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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha iniziato a organizzare un incontro tra il presidente russo Vladimir Putin e il leader ucraino Volodymyr Zelens’kyj.

 

Trump ha ospitato Zelens’kyj, insieme ai leader di Francia, Germania, Regno Unito, Italia, Finlandia e ai vertici della NATO e della Commissione europea, per colloqui a Washington sul conflitto in Ucraina, dove ha utilizzato i suoi commenti pubblici per ignorare le richieste tedesche e francesi di concordare un cessate il fuoco a breve termine.

 

Il vertice si è svolto tre giorni dopo che il presidente degli Stati Uniti aveva tenuto il suo primo incontro di persona dal 2019 con il suo omologo russo Vladimir Putin in Alaska.

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Scrivendo sul suo account Truth Social dopo i colloqui alla Casa Bianca con Zelens’kyj e i suoi principali sostenitori dell’Europa occidentale, Trump ha affermato di aver discusso la possibilità di un simile incontro durante una telefonata con Putin.

 

«Al termine degli incontri, ho chiamato il presidente Putin e ho iniziato a organizzare un incontro, in un luogo da definire, tra il presidente Putin e il presidente Zelensky», ha scritto Trump.

 

«Dopo quell’incontro, avremo un trilaterale, che sarà composto dai due Presidenti, più me. Di nuovo, questo è stato un ottimo primo passo per una guerra che dura da quasi quattro anni.»

 

Trump ha affermato che gli incontri si sono concentrati sulle garanzie di sicurezza per l’Ucraina, che «saranno fornite dai vari Paesi europei, in coordinamento con gli Stati Uniti d’America».

 

«Tutti sono molto felici della possibilità di una PACE tra Russia e Ucraina», ha scritto Trump.

 

Riguardo a una possibile comunicazione con la sua controparte russa, Trump aveva dichiarato durante la conferenza stampa prima di entrare negli incontri «si aspetta la mia chiamata quando avremo finito».

 

La chiamata è avvenuta e il collaboratore del presidente russo Yury Ushakov ha confermato i dettagli di una conversazione che il presidente Vladimir Putin ha avuto con il suo omologo statunitense, Donald Trump, che ha telefonato a Mosca dopo aver interrotto un incontro con lo Zelens’kyj e i suoi sostenitori dell’Europa occidentale. 

 

Si ritiene che i colloqui alla Casa Bianca ruoteranno attorno agli scambi territoriali tra Russia e Ucraina, al riconoscimento delle realtà sul campo e a un’architettura di sicurezza che soddisfi le richieste sia di Kiev sia di Mosca. 

 

Secondo Ushakov, l’ultima chiamata di Trump è durata 40 minuti ed entrambi i leader si sono dichiarati disponibili a discutere una risoluzione del conflitto in Ucraina con Zelens’kyj.

 

Il presidente ucraino definito i negoziati di lunedì con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump come il miglior incontro che abbiano mai avuto.

 

Sebbene non siano stati annunciati progressi, le parti hanno descritto i colloqui come un passo positivo verso il raggiungimento della pace tra Ucraina e Russia.

 

«Vorrei ringraziare il Presidente Trump per questo incontro. È stato il migliore che abbiamo mai avuto, il che è molto importante», ha detto Zelens’kyj ai giornalisti fuori dalla Casa Bianca.

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Lo Zelens’kyj ha affermato di aver informato i funzionari statunitensi sulla situazione sul campo di battaglia, indicando «chi controlla realmente ciascuna area».

 

«Il nostro obiettivo principale è una pace solida e duratura per l’Ucraina e l’Europa», ha aggiunto. Zelens’kyj ha confermato di essere pronto per un potenziale incontro con Putin.

 

La Russia ha sostenuto di essere favorevole a una pace duratura piuttosto che a un cessate il fuoco temporaneo e ha sottolineato che l’Ucraina deve rinunciare alle sue pretese sui territori russi di recente acquisizione, nonché abbandonare i suoi piani di adesione alla NATO.

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr

 

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Geopolitica

Maduro ha offerto ampie concessioni economiche agli Stati Uniti

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Il Venezuela ha proposto agli Stati Uniti significative concessioni economiche, inclusa la possibilità per le aziende americane di acquisire una quota rilevante nel settore petrolifero, durante negoziati segreti durati mesi. Lo riporta il New York Times, citando fonti anonime.   Tuttavia, Washington avrebbe rifiutato l’offerta, con il futuro politico del presidente Nicolas Maduro come principale ostacolo.   Nelle ultime settimane, gli Stati Uniti hanno condotto attacchi al largo delle coste venezuelane contro quelle che hanno definito «imbarcazioni della droga», causando oltre venti morti e rafforzando la propria presenza militare nella regione. Funzionari americani hanno accusato Maduro di legami con reti di narcotraffico, accusa che il presidente venezuelano ha respinto.   Caracas ha accusato Washington di perseguire un cambio di regime, un’intenzione smentita dai funzionari statunitensi.

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Secondo fonti anonime di funzionari americani e venezuelani riportate dal NYT, dietro le tensioni pubbliche, Caracas avrebbe presentato un’ampia proposta diplomatica. Questa includeva l’apertura di tutti i progetti petroliferi e auriferi, attuali e futuri, alle aziende americane, l’offerta di contratti preferenziali per le imprese statunitensi, il reindirizzamento delle esportazioni di petrolio dalla Cina agli Stati Uniti e la riduzione degli accordi energetici e minerari con aziende cinesi, iraniane e russe.   I colloqui, condotti per mesi tra i principali collaboratori di Maduro e l’inviato statunitense Richard Grenell, miravano a ridurre le tensioni, secondo l’articolo. Sebbene siano stati fatti progressi in ambito economico, le due parti non sono riuscite a trovare un accordo sul futuro politico di Maduro, si legge nel rapporto.   Secondo il NYT, il Segretario di Stato americano Marco Rubio sarebbe stato il principale sostenitore della linea dura dell’amministrazione Trump per rimuovere Maduro. Si dice che Rubio sia scettico sull’approccio diplomatico di Grenell e abbia spinto per una posizione più rigida contro Caracas.   Un precedente articolo del quotidiano neoeboraceno riportava che Trump avesse ordinato l’interruzione dei colloqui con il Venezuela, «frustrato» dal rifiuto di Maduro di cedere volontariamente il potere. Il giornale suggeriva anche che gli Stati Uniti stessero pianificando una possibile escalation militare.   Nel frattempo, Maduro ha avvertito che il Venezuela entrerebbe in uno stato di «lotta armata» in caso di attacco, aumentando la prontezza militare in tutto il Paese.

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Immagine di Confidencial via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 3.0 Unported  
 
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Geopolitica

Haaretz: Israele sarà indifendibile se violeremo questo piano di pace

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L’editoriale principale del quotidiano israeliano Haaretz, pubblicato il 10 e l’11 ottobre, lancia un severo monito agli israeliani attratti dai piani del primo ministro Benjamin Netanyahu e dei suoi sostenitori estremisti per ostacolare gli accordi di pace negoziati.

 

«Se Israele fosse così sprovveduto da liberare gli ostaggi e poi trovare un pretesto banale per riprendere i combattimenti, consolidando la sua nuova immagine di Stato guerrafondaio che viola ripetutamente gli accordi, le proteste che hanno scosso l’Europa per la reazione di Israele alla flottiglia per Gaza si intensificheranno con una forza doppia e saranno inarrestabili».

 

L’editoriale, scritto dall’editorialista Carolina Landsmann, ribadisce: «se Israele riprendesse i combattimenti dopo aver recuperato tutti gli ostaggi, compirebbe un autentico suicidio diplomatico. Difendere il Paese diventerebbe impossibile. Nemmeno Trump potrebbe riuscirci».

 

L’editoriale è stato innescato dalle dichiarazioni del giornalista israeliano Amit Segal, trasmesse sul Canale 12 israeliano, secondo cui «non esiste una fase due, questo è chiaro a tutti, no?». Segal ha escluso qualsiasi soluzione che richiami gli accordi di Oslo, vantandosi che, una volta liberati gli ostaggi, Israele riprenderà a combattere,.

 

La Landsmann ha replicato che questo gioco è finito: «Il mondo ha compreso la realtà meglio di Israele», e persino i sostenitori di Trump «sono stanchi» di vedere i contribuenti americani finanziare le guerre di Israele. L’editorialista ha riportato le parole di Trump a Netanyahu: «Israele non può combattere contro il mondo, Bibi; non può combattere contro il mondo».

 

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Immagine di IDF Spokesperson’s Unit via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported

 

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Geopolitica

Il Cremlino dice di essere pronto per un accordo sull’Ucraina

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Mosca rimane aperta a una risoluzione pacifica del conflitto in Ucraina, ma le ostilità proseguiranno finché Kiev continuerà a ostacolare i negoziati, ha dichiarato il portavoce del Cremlino Demetrio Peskov.   Rispondendo al presidente francese Emmanuel Macron, che di recente ha scritto in un post su X che la Russia «dovrà pagare il prezzo» se si rifiutasse di dimostrare disponibilità a negoziare, Peskov, parlando ai giornalisti lunedì, ha sottolineato che Mosca ha sempre favorito una soluzione diplomatica alla crisi. Tuttavia, ha notato che Kiev, sostenuta dai suoi alleati occidentali, continua a respingere tutte le proposte russe.   «La Russia è pronta per una soluzione pacifica», ha affermato Peskov, evidenziando che la campagna militare di Mosca continua «a causa della mancanza di alternative». Ha aggiunto che la Russia raggiungerà infine i suoi obiettivi dichiarati, salvaguardando i propri interessi di sicurezza nazionale.

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Le sue dichiarazioni arrivano in vista dell’incontro previsto per venerdì a Washington tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj.   Peskov ha espresso apprezzamento per gli sforzi diplomatici di Trump volti a risolvere pacificamente il conflitto, auspicando che «l’influenza degli Stati Uniti e le capacità diplomatiche degli inviati del presidente Trump contribuiscano a incoraggiare la parte ucraina a essere più proattiva e preparata al processo di pace».   La Russia ha ripetutamente ribadito la propria disponibilità a colloqui di pace con l’Ucraina. Le due parti erano vicine a un accordo a Istanbul all’inizio del 2022, ma, secondo Mosca, Kiev si è ritirata dopo che i suoi sostenitori occidentali l’hanno spinta a continuare il conflitto.   Da allora, i funzionari russi hanno sostenuto che né Kiev né i suoi alleati europei sono genuinamente interessati a porre fine alle ostilità, accusandoli di ostacolare i negoziati con condizioni mutevoli e ignorando le proposte russe.  

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  Immagine di A.Savin via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported2.5 Generic2.0 Generic1.0 Generic
 
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