Economia
L’Ungheria svela un progetto congiunto di gasdotto con la Russia

L’Ungheria ha annunciato progressi nella costruzione di un nuovo oleodotto con la Serbia per il trasporto di petrolio russo. Il Ministro degli Esteri Peter Szijjarto ha affermato che il progetto sta «procedendo» e ha promesso di opporsi ai tentativi di Bruxelles di isolare Budapest dall’approvvigionamento energetico russo.
L’oleodotto lungo 300 km, che avrà una capacità annua prevista di 4-5 milioni di tonnellate, consentirà alla Serbia di ricevere petrolio russo tramite l’oleodotto Druzhba e posizionerà l’Ungheria come hub di transito.
Lo Szijjarto ha fatto l’annuncio lunedì dopo l’incontro con il vice ministro dell’Energia russo Pavel Sorokin e il ministro serbo delle Miniere e dell’Energia Dubravka Dedovic-Handanovic. Lo Szijjarto ha affermato che tutte le parti sostengono il progetto, che potrebbe essere operativo entro il 2027, e hanno esaminato i dettagli di investimento e costruzione.
«Stiamo andando avanti con i partner serbi e russi per costruire un nuovo oleodotto tra l’Ungheria e la Serbia», ha scritto Szijjarto su X.
We’re moving forward with Serbian and Russian partners to build a new oil pipeline between Hungary and Serbia. While Brussels is banning Russian energy, cutting links and blocking routes, we need more sources, more routes. Hungary won’t fall victim to these disastrous decisions.
— Péter Szijjártó (@FM_Szijjarto) July 21, 2025
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Parlando con i giornalisti, il ministro di Budapest ha accusato Bruxelles di voler «tagliarci fuori dal petrolio e dal gas russi, costringendo le famiglie ungheresi a pagare da due a quattro volte di più». «Non lo permetteremo. Stiamo costruendo nuove fonti, non le stiamo chiudendo», ha continuato.
Lo Szijjarto non ha rivelato l’esatto ruolo di Mosca nel progetto, ma il vice primo ministro russo Alexander Novak ha dichiarato al Forum economico internazionale di San Pietroburgo il mese scorso che il Paese era pronto sia a contribuire alla costruzione sia a fornire petrolio all’oleodotto in progetto.
Le forniture di petrolio russo all’UE sono crollate a causa delle sanzioni legate all’Ucraina, tra cui un embargo sul greggio trasportato via mare dal 2023 e un tetto massimo al prezzo del petrolio russo. Bruxelles ora mira a eliminare completamente le importazioni di energia dalla Russia entro il 2028, nell’ambito del suo piano RePowerEU.
L’Ungheria, fortemente dipendente dall’energia russa, si oppone al piano e ha recentemente bloccato nuove sanzioni contro Mosca, ma ha revocato il veto a luglio dopo aver ottenuto esenzioni nazionali. Il 18° pacchetto di sanzioni include un tetto dinamico al prezzo del petrolio russo e restrizioni alle importazioni di prodotti petroliferi derivati dal greggio russo in paesi terzi.
Come riportato da Renovatio 21, anche Slovacchia ed Austria chiedono la revisione degli eurodivieti sul gas russo. Nel frattempo, il caldo ha spinto le riserve europee fi GNL al di sotto del 20% rispetto alla media.
Come riportato da Renovatio 21, il premier magiaro Vittorio Orban, dicendo di parlare in questo all’unisono con il presidente serbo Aleksandr Vucic, aveva dichiarato in un’intervista a Tucker Carlson che i due Paesi avrebbero ritenuto un attacco alle loro forniture energetiche come qualcosa a cui avrebbero risposto con la guerra.
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Immagine di EU2017EE Estonian Presidency via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Economia
S&P declassa il rating creditizio della Francia

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Economia
La logica dietro al crollo delle criptovalute. Anche la bolla dell’IA pronta a scoppiare?

In un articolo pubblicato sul suo Substack, l’ex Segretario del Lavoro degli Stati Uniti Robert Reich si è unito agli economisti, banchieri e trader che avvertono del rischio imminente di uno scoppio della bolla finanziaria.
Reich ha individuato due bolle pronte a esplodere: quella dell’Intelligenza Artificiale e quella delle criptovalute – che, secondo lui, potrebbe essere già collassata, come suggerito dal crollo del 10-11 ottobre.
«Le azioni legate all’Intelligenza Artificiale e ai relativi data center rappresentano circa il 75% dei rendimenti delle principali aziende USA, l’80% della crescita degli utili e il 90% dell’aumento delle spese in conto capitale. Tuttavia, un rapporto del MIT rivela che il 95% delle aziende che utilizzano l’IA non genera profitti», ha scritto.
La bolla dell’IA ha arricchito alcuni magnati, come Ellison di Oracle, ma Oracle è gravata da debiti e a luglio le agenzie di rating hanno declassato il suo outlook a negativo, una situazione simile a quella di altre aziende del settore.
Quanto alle criptovalute, Reich le ha definite «un classico schema Ponzi», che consuma enormi quantità di energia senza produrre nulla di concreto. Quando le bolle dell’IA e delle criptovalute scoppieranno, ha avvertito Reich, «temo che milioni di americani comuni ne pagheranno le conseguenze, perdendo risparmi e posti di lavoro».
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In seguito alle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina della scorsa settimana, il mercato delle criptovalute ha registrato il più grande crollo della sua storia, con una perdita stimata di oltre 150 miliardi di dollari a livello globale. Il bitcoin è calato del 14% tra il 10 e l’11 ottobre, mentre Ether ha toccato un ribasso del 12%. I token minori hanno subito perdite ancora più pesanti. Si tratta della fine della bolla delle criptovalute?
Reich si è interrogato sulla questione, rispondendo: «Quando scoppierà la bolla delle criptovalute? Forse è già iniziato». Ha inoltre sottolineato l’«enorme volume di prestiti» che ha alimentato il rialzo delle criptovalute durato nove mesi. Secondo Derive, gli investitori hanno puntato massicciamente su opzioni di Bitcoin ed Ether, segnalando un’ampia scommessa sul crollo del mercato.
Quanto alla presunta «stabilità» delle stablecoin, il tracollo delle criptovalute ha colpito anche queste. Bitget riferisce che la stablecoin USDe di Ethena ha perso il 35%, scendendo a 0,65 dollari su Binance, «un movimento notevole per qualcosa che dovrebbe essere stabile… Quando una stablecoin perde il 35% del suo ancoraggio, è naturale chiedersi cosa la sostenga davvero… Le stablecoin sono progettate per resistere a queste pressioni».
Un altro castello di carte finanziarie sta per crollare catastroficamente sull’economia globale?
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Immagine screenshot da Twitter
Economia
JP Morgan: l’oro potrebbe raggiungere i 10.000 dollari

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