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Geopolitica

561° giorno di guerra

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– L’offensiva ucraina potrebbe concludersi in 6-7 settimane, riporta The Economist, citando fonti dell’amministrazione Biden.

 

– L’Azerbaigian ha concentrato le truppe al confine con l’Armenia e sulla linea di demarcazione con il Nagorno-Karabakh, la situazione è esplosiva, ha detto il primo ministro armeno Nikol Pashinyan. Secondo Pashinyan, «la situazione è tale che la comunità internazionale, gli Stati membri del Consiglio di sicurezza dell’ONU devono adottare misure serie per prevenire una nuova esplosione nella regione». Il Ministero degli Esteri azero ha definito una «manipolazione politica» la dichiarazione del primo ministro Nikol Pashinyan sulla concentrazione delle truppe di Baku al confine tra i due paesi e in Karabakh.

 

– La Corte suprema anticorruzione ucraina ha ordinato al Comitato anticorruzione di aprire un procedimento penale contro il ministro della Difesa Rustem Umerov per l’abuso d’ufficio quando era a capo del Fondo del demanio.

 

– La battaglia dall’interno di un blindato russo.

 

– Giornale turco Aydınlık: Il nuovo ministro della Difesa ucraino, Rustem Umerov, è legato all’organizzazione vietata in Turchia di Fethullah Gulen (FETO), che le autorità della repubblica accusano di essere coinvolta nel tentativo di colpo di Stato del 2016. Umerov ha studiato presso il collegio di Crimea per bambini dotati, questo istituto ha ricevuto finanziamenti dalla FETO. Anche Ruslan Umerov, fratello del funzionario, ha studiato in questa scuola. Entrambi sono chiamati «figli dell’America» a Kiev. Da giovane, Rustem Umerov ha partecipato al programma Future Leaders Exchange (FLEX) del Dipartimento di Stato americano. Umerov si occuperà dell’attuazione dei piani statunitensi nella regione.

 

– Le donne ucraine soggette al servizio militare non potranno lasciare il paese, ha affermato il rappresentante di Zelens’kyj in parlamento, Fiodor Venislavsky. Inoltre, dal primo ottobre, le donne medico e le farmaciste dovranno registrarsi presso i centri di reclutamento.

 

– Il Pentagono ha annunciato che gli Stati Uniti stanno trasferendo all’Ucraina proiettili all’uranio impoverito per i carri armati Abrams.
La Casa Bianca ha affermato che i proiettili all’uranio impoverito trasferiti a Kiev non rappresentano una minaccia radioattiva.

 

– I vescovi greco-cattolici ucraini (uniati) hanno incontrato Papa Francesco e gli hanno detto che l’elogio del passato imperiale della Russia «ha addolorato il popolo ucraino».

 

– L’UE resta indietro rispetto alla promessa di inviare all’Ucraina un milione di munizioni entro febbraio, scrive Bloomberg. Finora, l’UE ha speso circa la metà dei 2 miliardi di euro stanziati, ma ha consegnato all’Ucraina solo circa 224.000 munizioni e 2.300 missili dalle scorte esistenti. Secondo Bloomberg, ora l’Unione Europea produce 300mila proiettili all’anno. Ma il ministro della Difesa estone Hanno Pevkur ha detto che l’UE vuole raddoppiare la produzione di proiettili di artiglieria nei prossimi sei mesi. Allo stesso tempo, fonti Bloomberg affermano che entro la fine del 2024 l’UE potrà raggiungere la cifra di un milione di proiettili all’anno.

 

– Il porto ucraino di Kilia dopo l’attacco notturno: un deposito petrolifero è in fiamme da quasi 24 ore, nessuno degli 11 droni Geran-2 è stato abbattuto.

 

Bloomberg: Ursula von der Leyen ha incontrato Mohammed bin Zayed, presidente degli Emirati Arabi Uniti, giovedì. L’Unione Europea vuole che fermi le esportazioni di merci sanzionate in Russia.

 

– Il generale ucraino Naev, comandante delle «forze congiunte» dice a Reuters che la difesa aerea si sta addestrando all’utilizzo di sistemi occidentali per difendere le centrali elettriche nella prossima stagione invernale.

 

– Erdogan: Non c’è nessuna prospettiva di pace in Ucraina all’orizzonte.

 

– Gli Stati Uniti stanno trasferendo per la prima volta beni russi all’Ucraina, ha dichiarato il Segretario di Stato Anthony Blinken a Kiev. «Oltre alle esigenze di sicurezza dell’Ucraina, è la prima volta che trasferiamo all’Ucraina i beni confiscati agli oligarchi russi sanzionati, che saranno ora utilizzati per sostenere i veterani ucraini». Non ha specificato di chi siano i beni trasferiti a Kiev. Si sa che si tratta di una somma di 5,4 milioni di dollari. Gli Stati Uniti hanno congelato 330 miliardi di dollari appartenenti alla Russia.

 

– Un momento nella battaglia di Rabotino. Si tratterebbe di un attacco aereo contro quattro bombe FAB-500 guidate sulle unità ucraine nelle rovine del villaggio.

 

– «Povorot na Vostok», la «svolta ad est» politica, economica e culturale. Il 67% dei russi la sostiene, il 15% si dichiara indifferente, l’11% è contrario. (Sondaggio VZIOM). La Russia fa parte dell’Europa e il futuro è a ovest 20% (nel 2008 45%). La Russia è una civiltà a parte e il futuro è ad est 67% (nel 2008 42%)

 

Politico: L’Ucraina minaccia l’Unione Europea di azioni legali. Secondo la decisione della Commissione Europea, fino al 15 settembre è vietata l’esportazione di grano ucraino nei mercati di Polonia, Ungheria, Slovacchia e Bulgaria. Se il divieto verrà prorogato, l’Ucraina intende intentare una causa contro la Polonia e l’UE presso l’Organizzazione mondiale del commercio.

 

– Danilov, presidente del consiglio di sicurezza ucraino, dice che tenere le elezioni, come chiedono gli alleati occidentali, potrebbe destabilizzare il paese. Dice anche che la Terza Guerra Mondiale è già iniziata e nessuno deve commettere l’errore di credere altrimenti.

 

– Il primo carro armato britannico Challenger 2 è stato distrutto nella regione di Zaporiggia in direzione Orekhov Verbevo.

 

Worner, vicedirettore del Telegraph: credere che l’Europa potesse in qualche modo uscire relativamente indenne dalla guerra in Ucraina è sempre stato un pio desiderio. Era anche delirante pensare che le sanzioni avrebbero fatto cadere Putin. La continua attesa di quel momento è, temo, un po’ come aspettare Godot. Probabilmente non arriverà mai. E nel frattempo l’economia europea diventa sempre più debole. Chi sarà distrutto per primo dalle sanzioni? Putin o l’Europa? Potrebbe essere un testa a testa.

 

– L’Associated Press riferisce che 20.000 ucraini hanno subito l’amputazione di almeno un arto durante il conflitto. Un gran numero di militari soffre di traumi psicologici, che fanno aumentare il tasso di criminalità e la violenza domestica. In Ucraina mancano operatori sanitari che possono prendersi cura dei feriti.

– Reuters: il dipartimento di stato fa appello alla Corea del Nord chiedendo che non fornisca armi alla Russia. Il consigliere per la sicurezza nazionale Sullivan dice che Pyongyang «pagherà» per eventuali forniture a Mosca.

 

– L’Ucraina accusa la Russia di aver bombardato un mercato a Konstantinovka nel Donbass controllato da Kiev. Nel bombardamento sono morti 17 civili, 32 sono rimasti feriti. Secondo Zelensky il bombardamento di Konstantinovka è «un attacco terroristico deliberato» motivato dai successi militari di Kiev. Intanto gli osservatori russi suggeriscono che la bomba sia stata lanciata da un aereo ucraino.

 

– Le consultazioni tra l’SVR (Servizio di intelligence estera russo) e la CIA sono rare, ma regolari. Il dialogo professionale è utile per ridurre le incomprensioni, ha dichiarato Sergei Naryshkin, capo del Servizio segreto estero russo. Ha anche parlato degli avversari della Russia e degli errori di calcolo nelle previsioni dell’Occidente: «La Gran Bretagna è stata un avversario geopolitico estremamente pericoloso della Russia per molti secoli e, guidata ora dagli Stati Uniti, nuoce ancora; dopo il crollo dell’URSS, gli Stati Uniti sono stati irragionevolmente etichettati come partner della Russia; gli Stati Uniti rimangono l’avversario più pericoloso e implacabile della Russia; l’Occidente ha sbagliato a calcolare il suo desiderio di sconfiggere militarmente la Russia perché ha giudicato male il suo potenziale; gli Stati Uniti e i loro alleati sono stati coinvolti nel conflitto in Ucraina sulla base delle loro fantasiose previsioni sul crollo dell’economia russa nel giro di pochi mesi; la Russia, dopo il successo dell’operazione speciale, dovrà dare un contributo significativo allo sviluppo di nuove norme di interazione in un mondo multipolare».

 

– Ad agosto diminuiscono le importazioni di petrolio russo dall’India. Gli sconti concessi dalla Russia sono diminuiti a soli 5 $ al barile.

 

– Russia e Arabia Saudita annunciano che i tagli di produzione introdotti a settembre (300.000 e 1 milione di barili al giorno rispettivamente) verranno prolungati fino a dicembre.

 

– L’aeronautica americana utilizzerà l’aeroporto di Rovaniemi (769 km da San Pietroburgo) in Finlandia, scrive il quotidiano finlandese Iltalehti.

 

– Borrell arriva in visita in Georgia e mette in campo la sua abilità diplomatica: «[Lo status di candidato] deve essere guadagnato, guadagnato attraverso riforme serie e l’impegno nei confronti dei valori dell’UE. Ad essere onesti, c’è ancora molto lavoro da fare”.

 

– La quota dei BRICS nel PIL mondiale, dopo l’ingresso nell’organizzazione di Argentina, Egitto, Iran, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita ed Etiopia, salirà al 30% a partire dal gennaio 2024, contro il 26% attuale. È quanto emerge da un rapporto del dipartimento di ricerca della State Bank of India (SBI). La quota dei sei nuovi membri dei BRICS nella produzione economica globale è ora del 4%. Secondo la banca, il contributo della Cina al PIL totale dei BRICS raggiunge il 70%, quello dell’India il 13%, quello della Russia l’8%, quello del Brasile il 7% e quello del Sudafrica il 2%, che insieme fanno la quota dei BRICS del 26% del PIL globale.

 

– Il Sudafrica ha aderito al progetto russo-cinese di una stazione lunare scientifica congiunta, scrive il Global Times. Il memorandum è stato firmato il primo settembre dai rappresentanti delle agenzie spaziali del Sud Africa e della Cina. La realizzazione della stazione è prevista per il periodo dal 2025 al 2035. Il Ministero degli Esteri cinese ha precedentemente affermato che il progetto è aperto a tutte le parti interessate.

 

Rassegna tratta dal canale Telegram La mia Russia.

 

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Geopolitica

Trump e Putin si telefonano: «può portare alla pace»

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Giovedì il presidente russo Vladimir Putin ha avuto una conversazione telefonica con il presidente statunitense Donald Trump, come confermato dal portavoce del Cremlino Demetrio Peskov.

 

Circa 40 minuti prima della conferma russa, Trump aveva annunciato sulla sua piattaforma Truth Social di essere impegnato in una chiamata «in corso» e «prolungata» con Putin.

 

Il colloquio tra i due leader si è tenuto in un contesto di crescenti tensioni tra Mosca e Washington, a seguito della proposta di Trump di fornire all’Ucraina missili Tomahawk a lungo raggio, in grado di colpire in profondità il territorio russo, in vista del suo incontro programmato con Volodymyr Zelens’kyj per venerdì.

 

Mosca ha criticato duramente questa possibile decisione, avvertendo che annullerebbe la fiducia diplomatica costruita tra Russia e Stati Uniti senza alterare la situazione sul campo.

 

Fornire tali armi a Kiev spingerebbe Mosca ad adottare contromisure necessarie, ha dichiarato il portavoce del Cremlino Peskov.

 

La telefonata rappresenta il primo contatto tra Putin e Trump dal loro incontro di persona a Anchorage, in Alaska, a metà agosto. Mosca ha riferito che, dopo il vertice, le comunicazioni con Washington si sono notevolmente ridotte. Tuttavia, i funzionari russi hanno sottolineato che il processo avviato in Alaska «non è terminato» e che lo «spirito di Anchorage» rimane «vivo».

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Trump ha dichiarato che il colloquio con Putin potrebbe condurre a un accordo di pace per il conflitto ucraino. Le tensioni tra Stati Uniti e Russia si sono intensificate a causa delle possibili forniture di missili Tomahawk all’Ucraina, e i negoziati di pace sono rimasti in stallo. Trump ha descritto la conversazione, durata due ore e mezza, come «molto produttiva», suggerendo che un accordo di pace potrebbe essere imminente.

 

«Ho trovato che fosse una chiamata eccellente, molto produttiva… Pensiamo di poter fermare [il conflitto]», ha detto. «Questa potrebbe essere una chiamata così fruttuosa che alla fine… vogliamo raggiungere la pace».

 

In precedenza, Trump aveva scritto su Truth Social che durante la telefonata erano stati compiuti «grandi progressi» e aveva annunciato che lui e Putin avevano concordato di organizzare un vertice bilaterale a Budapest, in Ungheria.

 

Il presidente USA ha riferito ai giornalisti che l’incontro si terrà probabilmente entro due settimane, dopo i colloqui tra il Segretario di Stato americano Marco Rubio e il ministro degli Esteri russo Sergio Lavrov, oltre all’incontro di Trump con il leader ucraino Volodymyr Zelens’kyj a Washington, previsto per venerdì. L’ultimo vertice Putin-Trump, svoltosi ad Anchorage, in Alaska, ad agosto, non aveva prodotto risultati concreti, ma giovedì Trump ha dichiarato di aver «posto le basi» per un processo di pace più ampio.

 

Riguardo alle possibili consegne di missili Tomahawk a Kiev, Trump non ha né confermato né smentito i piani, sottolineando però che, pur disponendo di «molti» missili, gli Stati Uniti ne hanno bisogno per la propria sicurezza e «non possono esaurire» il loro arsenale.

 

Secondo Yury Ushakov, consigliere di Putin per la politica estera, durante la telefonata il presidente russo ha avvertito Trump che l’invio di Tomahawk a Kiev non cambierebbe l’andamento del conflitto, ma potrebbe «compromettere gravemente le prospettive di una soluzione pacifica» e danneggiare le relazioni tra Russia e Stati Uniti.

 

Ushakov ha sottolineato che Putin ha riaffermato l’impegno di Mosca per una «risoluzione politico-diplomatica pacifica», descrivendo la discussione come «molto concreta ed estremamente franca», aggiungendo che i preparativi per il prossimo vertice Putin-Trump inizieranno immediatamente, con Budapest in fase di valutazione come sede.

 

Il primo ministro ungherese Vittorio Orban ha poi scritto su X di aver discusso con Trump, confermando che i preparativi sono già in corso.

 

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Budapest si prepara ad ospitare il vertice Putin-Trump

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L’Ungheria e la Russia hanno avviato discussioni sui preparativi per il vertice tra il presidente russo Vladimir Putin e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, previsto a Budapest, ha annunciato il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto.   In un post su Facebook pubblicato venerdì, Szijjarto ha riferito di aver avuto una conversazione telefonica con Yury Ushakov, principale consigliere di Putin per la politica estera, confermando che «i preparativi sono in pieno svolgimento».   Il primo ministro ungherese Viktor Orban ha dichiarato di aver parlato al telefono con Putin venerdì. Szijjártó ha aggiunto che il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov e il Segretario di Stato americano Marco Rubio si incontreranno più tardi nella stessa giornata.   Szijjarto ha sottolineato che l’Ungheria è pronta a garantire la sicurezza dei colloqui tra Russia e Stati Uniti, che si concentreranno sul conflitto ucraino, e che Budapest accoglierà Putin con rispetto, assicurandogli libertà di movimento da e per il Paese.

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Giovedì Orban aveva annunciato che Budapest è pronta a ospitare l’incontro tra i due presidenti, definendolo «una grande notizia per i popoli amanti della pace nel mondo» e descrivendo l’Ungheria come «un’isola di pace».   L’incontro tra Trump e Putin è stato annunciato per la prima volta dal presidente statunitense giovedì, dopo una telefonata tra i due leader, la prima in quasi due mesi, durata oltre due ore secondo il Cremlino e la Casa Bianca. Trump ha definito la conversazione «molto produttiva», sottolineando che «sono stati compiuti grandi progressi».   Anche il Cremlino ha confermato il vertice programmato, con Ushakov che ha dichiarato che i preparativi sarebbero iniziati «senza indugio». Ha precisato che Budapest era stata proposta come sede dell’incontro da Trump e che Putin aveva subito appoggiato l’idea.   L’ultimo incontro tra Putin e Trump si era tenuto a metà agosto in Alaska, incentrato sul conflitto in Ucraina e sul rilancio delle relazioni tra Russia e Stati Uniti. È stato il loro primo faccia a faccia dal 2019. Entrambi i leader avevano definito il vertice produttivo, pur senza registrare progressi significativi.   Sebbene i contatti tra Mosca e Washington siano successivamente diminuiti, Lavrov ha dichiarato all’inizio di questa settimana che il processo avviato in Alaska «non è concluso» e che le due nazioni hanno ancora «molto da fare».

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Record di matrimoni con le ucraine in Polonia

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Secondo uno studio recente riportato da diversi media, nel 2024 la Polonia ha registrato un numero record di matrimoni tra cittadini polacchi e immigrate ucraine.

 

Una ricerca dell’Università di Łódź, basata sui dati dell’Ufficio centrale di statistica (GUS), ha rilevato che lo scorso anno si sono celebrati 2.556 matrimoni tra polacchi e ucraini, con un incremento del 22% rispetto al 2022 e quasi il triplo rispetto a dieci anni fa.

 

Questo aumento ha generato malcontento in alcune fasce della società polacca. Uno studio dell’Università di Varsavia, citato da Onet.pl, ha mostrato che quasi la metà delle giovani donne polacche ha un’opinione negativa sulle rifugiate ucraine, con un’avversione più marcata tra le donne di età compresa tra i 20 e i 29 anni.

 

Il risentimento verso gli ucraini è stato alimentato anche da accuse secondo cui questi ultimi approfitterebbero dei sussidi familiari, avrebbero un accesso privilegiato ai servizi pubblici e contribuirebbero all’aumento della criminalità, ha scritto il quotidiano francese Le Monde il mese scorso.

 

La Polonia è una delle principali destinazioni per i rifugiati ucraini dall’inizio dell’escalation del conflitto tra Kiev e Mosca nel febbraio 2022. Attualmente, oltre 1,5 milioni di cittadini ucraini, prevalentemente donne, risiedono nel Paese, con circa un milione di persone che beneficiano dello status di protezione temporanea, secondo il rapporto. La legge polacca consente a chi ha la protezione temporanea e sposa un cittadino polacco di richiedere un permesso di soggiorno temporaneo come familiare.

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Gli uomini polacchi sono molto più propensi a sposare donne ucraine – con 2.021 matrimoni – rispetto alle donne polacche che sposano uomini ucraini, che hanno rappresentato 535 unioni. Tuttavia, Onet ha evidenziato che i matrimoni con ucraini costituiscono solo circa il 2% del totale nazionale.

 

Il mese scorso, il presidente polacco Karol Nawrocki ha firmato una legge che inasprisce le condizioni per i rifugiati ucraini che ricevono sussidi statali. Pur garantendo agli ucraini la possibilità di rimanere in Polonia almeno fino a marzo 2026, la normativa lega l’accesso ai sussidi alla dimostrazione di un’occupazione per almeno un genitore e all’iscrizione scolastica dei figli.

 

Il Nawrocki ha inoltre sottoposto al parlamento due ulteriori proposte di legge sui rifugiati: una che rende più severe le regole per ottenere la cittadinanza e un’altra che criminalizza la promozione di movimenti nazionalisti ucraini estremisti.

 

Come riportato da Renovatio 21, nelle polemiche tra Varsavia e Kiev si inserisce anche la storia della Seconda Guerra Mondiale, con i polacchi che vogliono siano riconosciute le violenze genocide dei collaborazionisti hitleriani ucraini, che sono epperò ora gli eroi del regime di Kiev.

 

Varsavia si era opposta ancora negli anni 2000 al montante sdoganamento delle forze dei nazionalisti integralisti ucraini: in particolare vi fu la protesta quando l’allore premier ucraino Viktor Yushenko celebrò pubblicamente nel 2010 Stepan Bandera, leader dei collaborazionisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Varsavia all’epoca si era espressa contro la glorificazione degli ucronazisti assieme alla comunità ebraica internazionale, che ora invece non proferisce parola, a partire dall’ambasciatore israeliano a Kiev.

 

La Polonia ha a più riprese annunciato il suo rifiuto a mandare truppe in Ucraina – almeno ufficialmente.

 

Due anni fa la lite sul grano tra i due Paesi, tracimata nel discorso di Zelens’kyj all’Assemblea Generale ONU, portò a frizioni tra i due Paesi era «titanicamente danneggiato».

 

Con il cambio di governo è tornata l’aria filo-ucrainista a Varsavia, arrivando nelle scorse ore a vedere la Polonia chiedere alla Germania di lasciar perdere le indagini sulla distruzione del gasdotto Nord Stream e a negare l’estradizione di un sospettato – un atto che ha fatto sbottare il ministro degli Esteri ungheresi Pietro Szijjarto, che ha accusato il presidente polacco Tusk di «difendere i terroristi».

 

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