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Le contraddizioni del Coronavirus. Intervista con il dottor Paolo Gulisano

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Renovatio 21 intervista il dottor Paolo Gulisano, medico ed epidemiologo. Il dottor Gulisano è specializzato in Igiene e Medicina Preventiva. Cultore e docente di Storia della Medicina, all’attività di medico affianca da anni un impegno culturale di saggista e scrittore. Ha dedicato libri alla divulgazione della storia della medicina così come alla letteratura britannica e gaelica e alla religione. Renovatio 21 ha idee differenti sull’origine del virus e sul bioterrorismo, ma crediamo che la parola di un esperto vada sempre ascoltata.

 

 

Dott. Gulisano, sulla genesi del Coronavirus ci sono diverse ipotesi. Qualcuno, come ad esempio il noto giornalista Paolo Liguori, sostiene che il virus provenga da un laboratorio militare di Wuhan. Pensa che questa tesi possa esser veritiera? Potrebbe trattarsi di un esperimento legato a quelle che alcuni definiscono le nuove armi batteriologiche? 

Quando si parla di nuovi virus, spesso nascono ipotesi di prodotti di laboratorio, magari militari – come in questo caso – e  di conseguenza il pensiero va a scenari di guerra batteriologica. Se ne legge anche in questi giorni. Innanzitutto va detto che il cosiddetto «bioterrorismo» è una bufala che gira fin dal 2001, dall’attacco alle Torri Gemelle di New York. Da quel momento in poi i media cominciarono a parlare di minacce biologiche, e a diffondere paura.  Ricordate l’antrace? Si parlava anche di vaiolo o altri virus. Naturalmente non si è avuto nessun episodio di attacco con mezzi biologici, ma in compenso il business dei mezzi di protezione ai tempi fiorì, così come proliferarono corsi di formazione per medici e infermieri e così via. Quindi comincerei ad escludere questa ipotesi, anche perché un coronavirus che ha una mortalità del 2% anche in una ipotesi fantascientifica non è certo una buona arma biologica. La presenza poi di laboratori militari non è poi così anomala in Cina, dove l’elite medica è proprio rappresentata dalla casta militare.  Resta l’ipotesi più plausibile che in questi laboratori si stesse lavorando su materiale virale, magari per la realizzazione di vaccini o di farmaci. In tal caso ci potrebbe essere stata una contaminazione involontaria di un operatore, da cui si sarebbe sviluppato il focolaio epidemico, ma naturalmente non abbiamo che ipotesi in tal senso. 

 

La presenza di laboratori militari non è poi così anomala in Cina, dove l’élite medica è proprio rappresentata dalla casta militare

Parliamo di numeri. La popolazione cinese è regolarmente censita secondo Lei?

Chi può dirlo? La Cina rimane una realtà abbastanza misteriosa. Con buona pace delle grandi imprese che vi fanno a fare lucrosi affari e delle autorità vaticane che hanno avuto l’ardire di definirla «un Paese in cui si realizza la Dottrina Sociale della Chiesa», la Cina è un regime totalitario dove l’informazione è strettamente controllata. Quello che noi sappiamo è quello che ci dicono.  Anche i dati che ci trasmettono sono quelli che il Governo cinese autorizza. 

 

 E, allora, i numeri che ci arrivano qui riguardo a morti, contagiati e persone in quarantena, pensa siano reali oppure no? 

Il regime cinese ha una lunga tradizione di reticenza sui dati sanitari: un significativo precedente è quello della SARS, dove i dati reali dell’epidemia furono a lungo tenuti nascosti e sottostimati. Anche in questo caso dunque potrebbe essere lecito avanzare dei dubbi. Non nella misura, tuttavia, ipotizzata da qualcuno, come il noto virologo Burioni, che ha parlato di diversi zeri da aggiungere alle cifre ufficiali cinesi. La realtà ci dice invece di una epidemia che è stata circoscritta al focolaio iniziale della Provincia di Hubei, un risultato ottenuto con mezzi coercitivi tipici di Stati di Polizia dispotici come il coprifuoco e altre limitazioni delle libertà personali. Misure abituali peraltro in una realtà come la Cina dove i diritti umani, come si può evincere dai rapporti annuali di una organizzazione come Amnesty International,  sono ampiamente calpestati.    

 

Il regime cinese ha una lunga tradizione di reticenza sui dati sanitari: un significativo precedente è quello della SARS, dove i dati reali dell’epidemia furono a lungo tenuti nascosti e sottostimati

Possiamo parlare di pandemia?

No. Quantomeno non ancora. Siamo di fronte ad una epidemia che ha colpito- come dicevamo- prevalentemente una Provincia (pur grande territorialmente e per numero di abitanti) di un enorme Stato. La pandemia è definita come un’epidemia generalizzata, che colpisce più Paesi, più continenti. Fuori dalla Cina abbiamo avuto solo casi sporadici, da persone provenienti dalla Cina stessa o da contatti con infetti. L’unica Pandemia circolante è quella da panico indotto dai Media.  

 

Il nostro governo – in particolare il nostro premier – inizialmente ha parlato di «situazione sotto controllo», poi ha dichiarato lo stato di emergenza per sei mesi: non le pare un contro senso?

L’impressione che ha dato Conte è di volere trarre il massimo profitto politico da una situazione allarmante (o meglio allarmata) che è difficilmente interpretabile nei suoi sviluppi. L’accorrere all’Ospedale Spallanzani dove era stato isolato il virus millantando l’eccellenza della Sanità Italiana, affermare che eravamo stati i primi ad ottenere questo isolamento – che non era assolutamente vero – è stata un’operazione di propaganda politica, per dire quanto è bravo questo governo. Poi si sono dovute mettere in atto le misure per impedire l’arrivo giornaliero di persone dalla Cina – che in un’ottica prudenziale devono essere considerate potenzialmente portatrici del virus – e allora sono risultate evidenti le contraddizioni, soprattutto di ordine ideologico rispetto al pensiero politico dei «porti aperti, accoglienza per tutti, inclusione» e così via. Ci si è resi conto che in un mondo globalizzato anche le malattie sono globali, e questo pone problemi e suscita riflessioni.  

 

Ci si è resi conto che in un mondo globalizzato anche le malattie sono globali, e questo pone problemi e suscita riflessioni

È possibile arrestare rientri e partenze da parte della popolazione cinese secondo Lei? E, questa, può essere una soluzione in grado di incidere sulla sicurezza sanitaria?

Le misure atte a creare un cordone sanitario di protezione, come le quarantene, sono atti doverosi suggeriti dalla stessa Organizzazione Mondiale della Salute. È chiaro che se il virus viaggia attraverso i portatori, questi devono essere sottoposti a sorveglianza sanitaria. In assenza di farmaci efficaci, la prevenzione della diffusione dell’infezione resta il modo migliore per controllare l’epidemia. Il problema però è che non ci sono solo voli arerei diretti dalla Cina, e sembra che persone di origine cinese stiano comunque entrando ancora per altre vie o con altri mezzi nel nostro Paese .

 

Siamo di fronte a palesi contraddizioni: da una parte si agita il fantasma della pandemia, dall’altra si continua a enfatizzare la retorica dei “porti aperti” da una parte un Paese in piena emergenza, dall’altra si allontanano dalle scuole i bambini non vaccinati stigmatizzati come piccoli untori che devono restare in quarantena perenne a casa loro

Quali speranze ripone nel Ministro Speranza?

Che non sprechi risorse pubbliche in sedicenti campagne preventive. Nel 2009 il governo italiano del tempo, guidato da Berlusconi, abboccò come molti altri paesi alla bufala della pandemia da Influenza A/ H1N1, che non si verificò mai. Il governo di allora comprò 10 milioni di dosi di inutili vaccini, che poi vennero eliminati al 90% perché inutilizzati.  Fu uno spreco colossale di denaro pubblico che avrebbe potuto essere utilizzato molto meglio. 

 

La solidarietà alla popolazione cinese spazia dalla visita del sindaco di Milano Giuseppe Sala nel quartiere milanese di Chinatown alla garanzia che tutti i bambini cinesi saranno regolarmente fatti entrare negli asili. Tutto bello e giusto, ma come mai la stessa moneta non si usa con i bambini non vaccinati, ovvero soggetti certamente sani?

Anche in questo caso si è trattato di un gesto dimostrativo di propaganda politica, per non venir meno della Sinistra al proprio ruolo di partito dell’accoglienza, dell’inclusione, dell’antirazzismo. Ancora una volta siamo di fronte a palesi contraddizioni: da una parte si agita il fantasma della pandemia, dall’altra si continua a enfatizzare la retorica dei “porti aperti” e si demonizza chi richiede controlli sui flussi migratori; da una parte si cerca di trasmettere un messaggio tranquillizzante sui bambini cinesi appena rientrati  da un Paese in piena emergenza, mentre dall’altra si allontanano dalle scuole dell’infanzia i bambini non vaccinati stigmatizzati come piccoli potenziali untori, e che quindi devono restare in quarantena perenne a casa loro.  

 

Nel 2009 il governo italiano del tempo, guidato da Berlusconi, abboccò come molti altri paesi alla bufala della pandemia da Influenza A/ H1N1, che non si verificò mai. Il governo di allora comprò 10 milioni di dosi di inutili vaccini, che poi vennero eliminati al 90% perché inutilizzati.

A proposito di vaccini: possibile che le uniche aziende a volare in borsa siano quelle che hanno promesso di trovare un vaccino contro il Coronavirus in tempi brevi?

Il nuovo Coronavirus era appena stato identificato che già venivano annunciati vaccini prossimi venturi. D’altra parte, pur essendo questi virus studiati da anni, e avendo avuto l’epidemia di SARS nel 2003, in tutti questi anni non si è arrivati a produrre alcun tipo di vaccino per alcun Coronavirus. Difficile quindi affermare che lo si possa fare oggi, magari nel giro di poche settimane. Perché diffondere l’illusione della immediata realizzazione di un vaccino per un virus individuato da un mese, quando sappiamo bene che per preparare un vaccino servono molti anni di studi e ricerche, occorrono test  clinici in vitro o in vivo su animale e poi su uomo, e gli studi e i risultati poi vanno attentamente valutati? Eppure c’è chi lo fa, e queste intemerate di ricercatori possono portare su di loro l’attenzione dei media, o meglio ancora lucrosi finanziamenti e financo il rialzo dei titoli di borse di società quotate. Infine, non si comprende perché quella della vaccinazione dovrebbe essere l’unica obbligata soluzione alle malattie infettive. E i farmaci antivirali? E le misure igieniche di isolamento, profilassi, e soprattutto di stili di vita sani? Perché trascurarli? 

 

Come si spiega la richiesta dei medici italiani che invitano a vaccinarsi contro l’influenza per non cadere nella psicosi del Coronavirus? Ha senso? 

La ratio di questo suggerimento è di agevolare le diagnosi differenziali: se uno è vaccinato contro l’influenza, la si può escludere (teoricamente) da una ipotesi diagnostica in caso di sintomatologia febbrile e polmonare. Siamo peraltro negli ultimi giorni dell’epidemia influenzale annuale, e le indicazioni erano da parte ministeriale come sempre di vaccinare a novembre e a dicembre. Ci vogliono oltretutto diversi giorni prima che un vaccino faccia effetto, per cui sembra davvero ormai tardi e poco utile vaccinare.

 

Un’altra contraddizione palese: gli extracomunitari che sbarcano vengono vaccinati (almeno in alcune Regioni) contro Difterite Tetano e Poliomielite. Perchè, se sono tutti sani? Inoltre vengono anche testati per la Tubercolosi, e qui sarebbe interessante che le autorità sanitarie dessero qualche notizia sugli esiti di queste analisi

L’ex ministro Lorenzin, invece, ha affermato che «i virus “viaggiano”, specialmente in aereo, in prima classe, non sulle barche della speranza». Come commenta questa frase (indirizzata peraltro a Salvini), da medico infettivologo quale è Lei?

È una affermazione antiscientifica. I microrganismi veicolati dalle persone viaggiano con loro, qualunque sia il mezzo di trasporto e la condizione sociale. Anche qui una contraddizione palese: gli extracomunitari che sbarcano vengono vaccinati (almeno in alcune Regioni) contro Difterite Tetano e Poliomielite. Perchè, se sono tutti sani? Inoltre vengono anche testati per la Tubercolosi, e qui sarebbe interessante che le autorità sanitarie dessero qualche notizia sugli esiti di queste analisi, anche e soprattutto per essere pronti ad affrontare adeguatamente una malattia non virtuale, ma reale, e di ritorno nel nostro Paese, come la Tubercolosi.  

 

Tornando, per concludere, al lato finanziario, pensa che questa pandemia possa in qualche modo distruggere i mercati cinesi e, quindi, incidere a livello globale in un sistema economico e sociale vittima della più agguerrita globalizzazione? 

Sicuramente il Coronavirus ha messo in luce la fragilità del sistema sanitario del regime cinese. Ci sono problemi di affidabilità che potrebbero avere delle conseguenze sulle scelte di molte imprese che hanno investito nel Colosso d’Oriente. Un parametro molto importante. Peccato che non si siano avute – e non si hanno nemmeno ora- altrettante preoccupazioni rispetto alla tutela dei diritti umani sistematicamente calpestati in uno dei più terribili regimi al mondo, un mix micidiale di Comunismo e Turbocapitalismo. Un mix che piace alle aziende occidentali che si recano là in cerca di lucrosi profitti.  

 

 

 

Cristiano Lugli

 

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Armi biologiche

Il Cremlino sostiene l’idea di Trump di vietare le armi biologiche

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La Russia appoggerebbe con entusiasmo la proposta del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di vietare a livello globale lo sviluppo di armi biologiche, ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov, definendola una «brillante iniziativa».

 

Questa settimana, Trump ha annunciato alle Nazioni Unite che intende ridurre la minaccia delle armi di distruzione di massa, invitando «ogni nazione a unirsi a noi per porre fine una volta per tutte allo sviluppo di armi biologiche».

 

Il presidente degli Stati Uniti ha anche collegato quelli che ha definito «esperimenti sconsiderati all’estero» alla pandemia di COVID-19, ribadendo le sue precedenti accuse secondo cui il coronavirus sarebbe originato in un laboratorio cinese, un’affermazione che Pechino ha categoricamente smentito.

 

Parlando ai giornalisti giovedì, Peskov ha accolto le dichiarazioni come un «appello molto importante» e una «brillante iniziativa». «Certamente, la Russia è pronta a partecipare a un simile processo di rinuncia alle armi biologiche, e sarebbe opportuno formalizzarlo a livello internazionale», ha aggiunto.

 

La stragrande maggioranza della comunità internazionale, inclusi Russia, Stati Uniti e Cina, aderisce alla Convenzione sulle armi biologiche (BWC), che vieta lo sviluppo, la produzione e lo stoccaggio di armi biologiche e tossiche.

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Mosca accusa da anni l’Ucraina – anch’essa firmataria della Convenzione sulle armi chimiche – di ospitare laboratori biologici finanziati dall’Occidente e di utilizzare armi chimiche sul campo di battaglia. Alla fine del 2024, funzionari russi hanno dichiarato che gli Stati Uniti gestiscono ancora 30 laboratori biologici in territorio ucraino nell’ambito di un programma militare-biologico illegale, con l’intenzione di estendere tale quadro normativo all’Africa.

 

Nel 2022, l’allora sottosegretario di Stato americano Victoria Nuland, nota sostenitrice della politica antirussa nell’amministrazione Biden, ammise che l’Ucraina dispone di «strutture di ricerca biologica», ma negò che queste potessero essere utilizzate per scopi di guerra biologica. La Nulanda fu invitata dalla Duma di Mosca a spiegarsi, ma con evidenza declinò, preferendo i suoi famigerati e malaugurati viaggetti a Kiev.

 

Come riportato da Renovatio 21, due anni fa la diplomazia russa dichiarò che gli USA ancora gestivano trenta biolaboratori in Ucraina.

 

Il mese scorso, la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha dichiarato che gli esperti americani hanno finalmente iniziato a riconoscere le preoccupazioni di Mosca riguardo alle strutture biologiche in Ucraina.

 

Nel 2023 la Russia ha accusato gli Stati Uniti di aver sperimentato i patogeni dell’influenza aviaria con un tasso di letalità fino al 40% in un biolaboratorio ucraino. Il Pentagono ha ammesso di aver finanziato ben 46 laboratori ucraini.

 

 

È stata avanzata anche l’idea che vi possa essere una connessione tra i biolaboratori ucraini e il COVID.

 

Il ministero della Difesa russa aveva fatto uscire un documento che mostrava come nel sistema delle attività biologiche statunitensi fossero coinvolti big del Partito Democratico e le Big Pharma. Secondo i russi, in Ucraina il Pentagono faceva esperimenti anche sul coronavirus di pipistrello.

 

Secondo il ministero degli Esteri russi, nei misteriosi laboratori sarebbe coinvolta anche la Germania.

 

La Russia nel 2022 aveva convocato il Consiglio Sicurezza ONU per presentare le prove contro i biolaboratori Ucraina-USA.

 

Come noto, vi è anche la questione di un possibile coinvolgimento diretto degli affari della famiglia Biden.

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Armi biologiche

I vaccini COVID «sono armi biologiche» che «hanno provocato danni profondi»: nuovo studio

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.   Lo studio, condotto da 11 esperti scientifici e legali, ha rilevato che le caratteristiche artificiali del virus SARS-CoV-2 e dei vaccini mRNA contro il COVID-19 sono probabilmente il risultato di una controversa ricerca sul gain-of-function. L’articolo è stato pubblicato sul Journal of American Physicians and Surgeons.  

Un nuovo studio sottoposto a revisione paritaria suggerisce che il virus SARS-CoV-2 responsabile del COVID-19 mostra segni di «ingegneria deliberata» e che queste caratteristiche, tra cui la proteina spike presente anche nei vaccini mRNA contro il COVID-19, sono responsabili di danni alla salute diffusi a livello globale.

 

Lo studio, redatto da 11 esperti scientifici e legali, è stato pubblicato nell’edizione autunnale del Journal of American Physicians and Surgeons.

  Gli autori sostengono che le caratteristiche artificiali del SARS-CoV-2 e dei vaccini mRNA contro il COVID-19 siano probabilmente il risultato di una controversa ricerca sull’acquisizione di funzione, in violazione della Convenzione delle Nazioni Unite sulle armi biologiche.   La ricerca sul guadagno di funzione, che aumenta la trasmissibilità o la virulenza dei virus, è spesso utilizzata nello sviluppo dei vaccini.  

Secondo il documento, la diffusione del COVID-19, seguita dalla distribuzione dei vaccini a mRNA, ha provocato danni alla salute senza precedenti, che vanno da «malattie autoimmuni e catastrofi cardiovascolari a complicazioni della gravidanza e tumori aggressivi».

  «Lungi dall’essere benigni, questi vaccini hanno provocato danni profondi, sconvolgendo quasi tutti gli apparati del corpo umano e contribuendo a livelli di morbilità e mortalità senza precedenti», afferma il documento.   Il dottor Andrew Zywiec, primario presso Zywiec & Porter, è l’autore principale dello studio. Ha affermato che lo studio rivela un «modello di danno troppo costante e pervasivo per essere liquidato come casuale».   «La tossicità sistemica scatenata da questi interventi, che si manifesta sotto forma di malattie autoimmuni, devastazioni cardiovascolari, tumori aggressivi e danni riproduttivi catastrofici, rappresenta non solo un fallimento della salute pubblica, ma un profondo tradimento della fiducia» ha aggiunto.   Joseph Sansone, Ph.D., uno psicoterapeuta che ha intentato una causa per vietare i vaccini a mRNA in Florida, ha affermato che l’articolo è «estremamente significativo» in quanto è «il primo articolo di una rivista peer-reviewed che afferma che sia il COVID che le iniezioni di COVID violano la Convenzione sulle armi biologiche e che sia il COVID-19 che le iniezioni di COVID sono armi biologiche».  

Il virus SARS-CoV-2 è «indicativo di manipolazione di laboratorio»

Secondo l’articolo, il virus SARS-CoV-2 «presenta molteplici caratteristiche genomiche indicative di manipolazione di laboratorio», tra cui il sito di scissione della furina, che «aumenta l’infettività» e che è «assente nei virus simili alla SARS presenti in natura».

  Diverse altre caratteristiche del virus SARS-CoV-2 «migliorano l’evasione immunologica e la trasmissibilità tramite aerosol», rendendo il virus «insolitamente resistente… e cinque volte più stabile nell’aria» rispetto ad altri virus respiratori.  

«Queste caratteristiche combinate, insieme ai modelli di mutazione del virus, sono una forte prova che il SARS-CoV-2 non avrebbe potuto evolversi naturalmente», afferma il documento.

 

L’articolo cita due articoli di riviste scientifiche sottoposte a revisione paritaria, redatti da scienziati militari, che affermano che il SARS-CoV-2 contiene «prove di manipolazione» che rendono il virus un «patogeno attraente» per le sue caratteristiche, che ricordano quelle di un’arma biologica.

  Queste manipolazioni «rappresentano una violazione della Convenzione sulle armi biologiche», sostiene il documento.   Promulgata nel 1975, la convenzione «proibisce di fatto lo sviluppo, la produzione, l’acquisizione, il trasferimento, lo stoccaggio e l’uso di armi biologiche e tossiche». È stata firmata da quasi 200 Paesi.  

Un articolo accusa Fauci di aver deliberatamente nascosto le origini del SARS-CoV-2

Secondo il documento, la ricerca sull’acquisizione di funzione implica «tecniche di manipolazione virale» che possono portare allo sviluppo di agenti patogeni vietati dalla convenzione.   Tuttavia, il governo degli Stati Uniti, in particolare il National Institute of Allergy and Infectious Diseases, guidato dal dottor Anthony Fauci fino al 2022, è da tempo coinvolto nella ricerca sul guadagno di funzione, «inclusa una collaborazione di lunga data tra istituzioni finanziate dagli Stati Uniti e il Wuhan Institute of Virology» in Cina.   I sostenitori della «teoria della fuga dal laboratorio» sulle origini del SARS-CoV-2 sostengono che la ricerca sul guadagno di funzione nel laboratorio di Wuhan e una successiva fuga di notizie abbiano portato allo scoppio dell’epidemia globale di COVID-19, che è stata insabbiata.   Ad aprile, l’amministrazione Trump ha lanciato una nuova versione del sito web ufficiale del governo dedicato al COVID-19, presentando prove che il COVID-19 sia emerso a causa di una fuga di notizie dal laboratorio di Wuhan. La CIAl’FBIil Dipartimento dell’Energia degli Stati Unitiil Congresso degli Stati Uniti e diverse agenzie di Intelligence straniere hanno avallato questa teoria.   Il documento fa riferimento al Progetto DEFUSE, una proposta presentata dall’EcoHealth Alliance e dagli scienziati di Wuhan alla Defense Advanced Research Projects Agency degli Stati Uniti nel 2018. Sebbene la proposta sia stata respinta, descriveva la creazione di coronavirus con caratteristiche che ne aumentavano l’infettività, tra cui il sito di scissione della furina.   EcoHealth Alliance e il suo ex presidente, il dottor Peter Daszak, hanno collaborato con i ricercatori di Wuhan. L’anno scorso, il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti (HHS) ha sospeso tutti i finanziamenti per EcoHealth Alliance dopo aver scoperto che l’organizzazione non aveva monitorato adeguatamente gli esperimenti rischiosi sul coronavirus.   Il documento afferma che Fauci e l’intelligence statunitense non hanno mai rivelato l’esistenza della ricerca. Al contrario, «hanno oscurato quella che è, di fatto, la prova dell’intenzione di produrre un virus molto simile a quello che ha causato la pandemia di COVID-19».   L’articolo cita una teleconferenza del 1° febbraio 2020 con Fauci e importanti virologi, tra cui diversi coautori dell’ormai famigerato articolo «The proximal origin of SARS-CoV-2». L’articolo, che promuoveva l’origine naturale del COVID-19, è stato pubblicato su Nature Medicine nel marzo 2020.   Sebbene diversi coautori di «Proximal Origin» abbiano espresso dubbi sul fatto che il SARS-CoV-2 si sia sviluppato naturalmente, Fauci «ha cercato di sopprimere» tali preoccupazioni durante la chiamata del 1° febbraio 2020.   «Proximal Origin» è diventato uno degli articoli più citati del 2020, con oltre 6 milioni di accessi. Nel 2023, The Nation ha riportato che oltre 2.000 testate giornalistiche hanno citato l’articolo.   Successivamente, il governo degli Stati Uniti, la comunità scientifica e i media hanno utilizzato il termine «origine prossimale» per promuovere la teoria «zoonotica» – o dell’origine naturale – dell’origine del SARS-CoV-2 e per screditare i sostenitori della «teoria della fuga di laboratorio».   «L’occultamento deliberato di caratteristiche genomiche critiche ha ritardato la consapevolezza pubblica e gli sforzi di mitigazione della pandemia, consentendo potenzialmente una diffusione più ampia e un maggior numero di decessi», afferma il documento.   A maggio, il presidente Donald Trump ha emesso un ordine esecutivo che ha sospeso la ricerca sul guadagno di funzione negli Stati Uniti per 120 giorni, in attesa dello sviluppo di un nuovo quadro normativo. Ha inoltre interrotto i finanziamenti statunitensi per tale ricerca in alcuni Paesi.  

La proteina Spike potrebbe causare danni irreversibili

Secondo gli autori dello studio, lo sviluppo del SARS-CoV-2 e delle caratteristiche del COVID-19 che presentano proprietà di acquisizione di funzione simili hanno causato danni significativi alla salute pubblica globale.   Il documento fa riferimento alle statistiche del Defense Medical Epidemiology Database che mostrano un aumento significativo dell’incidenza di miocardite (151,4%), embolia polmonare (43,6%), disfunzione ovarica (34,9%), malattia ipertensiva (22,9%), sindrome di Guillain-Barré (14,9%), cancro esofageo (12,5%) e cancro al seno (7%) nel 2021, l’anno in cui i vaccini contro il COVID-19 sono stati distribuiti a livello globale.   Ulteriori dati militari statunitensi citati nel documento mostrano «aumenti persistenti» di miocardite, cancro agli organi digestivi, cancro al cervello e altre lesioni tra il 2022 e il 2025.   Anche i danni riproduttivi sono aumentati significativamente in seguito alla distribuzione dei vaccini contro il COVID-19, sostiene il documento. Cita dati provenienti da fonti quali il Vaccine Adverse Event Reporting System ( VAERS ), gestito dal governo statunitense, il rapporto di sorveglianza post-marketing di Pfizer del 2021 e i dati degli studi clinici di fase 2/3 per il suo vaccino contro il COVID-19, che mostrano un aumento di aborti spontanei, nati morti e decessi neonatali.   Lo studio cita la proteina spike nei vaccini mRNA contro il COVID-19 come uno dei probabili fattori responsabili dell’aumento dell’incidenza di tumori e altre patologie negli ultimi anni.   «L’espressione proteica prolungata, esemplificata dal rilevamento della proteina spike S1 oltre 700 giorni dopo la vaccinazione contro il COVID, sottolinea il potenziale di danni irreversibili», afferma il documento.   Il documento sostiene che la soppressione di «trattamenti comprovati o promettenti» come l’idrossiclorochina a favore dell’obbligo vaccinale universale contro il COVID-19 – e la decisione politica di implementare la vaccinazione di massa durante la pandemia – hanno ulteriormente aggravato la salute pubblica globale e hanno avuto «effetti dannosi sulla fiducia del pubblico».   Il documento è stato pubblicato proprio mentre la Food and Drug Administration statunitense, all’inizio di questa settimana, ha interrotto l’ampia autorizzazione dei vaccini contro il COVID-19, limitando le iniezioni alle persone ad alto rischio di contrarre la malattia grave.   All’inizio di questo mese, l’HHS ha annunciato di aver cancellato quasi 500 milioni di dollari in contratti e sovvenzioni per lo sviluppo di vaccini a mRNA.   Un numero crescente di scienziati ha chiesto la sospensione o il ritiro dei vaccini a mRNA. Gli autori dello studio hanno affermato che i loro risultati rafforzano queste richieste.   «L’aumento delle malattie autoimmuni, dei tumori aggressivi, delle interruzioni di gravidanza, dei decessi cardiovascolari, della frammentazione sociale e dei rischi incombenti delle piattaforme avanzate di mRNA richiedono un’immediata sospensione dell’uso di vaccini a mRNA e di prodotti biologici, indagini approfondite sui motivi alla base di questa violazione senza precedenti della fiducia pubblica e misure robuste per ripristinare terapie sicure e pratiche etiche di salute pubblica» hanno affermato.   La dottoressa Irene Mavrakakis, una delle coautrici dell’articolo e professoressa associata presso il dipartimento di Chirurgia del Philadelphia College of Osteopathic Medicine, ha affermato che l’articolo sostiene le richieste di «ritiro completo di tutti i vaccini e farmaci biologici contro il COVID-19 e di una moratoria su tutti i farmaci biologici a mRNA».   La Mavrakakis ha anche chiesto che vengano «perseguiti penalmente i decisori che sono stati penalmente negligenti e hanno mancato ai loro doveri». Ha affermato che i produttori di vaccini dovrebbero essere privati ​​dell’immunità di cui godono ai sensi del National Childhood Vaccine Injury Act del 1986 e del Public Readiness and Emergency Preparedness Act ( PREP Act ) del 2005.   Karl Jablonowski, Ph.D., ricercatore senior presso Children’s Health Defense, concorda. Ha affermato che la ricerca sul guadagno di funzione «avrà sempre i suoi sostenitori», ma l’umanità si trova ad affrontare «rischi estremi e inevitabilmente paga un prezzo elevato per tale ricerca».   «I laboratori possono avere perdite, e lo fanno», ha affermato. «Un singolo evento al Wuhan Institute of Virology alla fine del 2019 ha causato innumerevoli sofferenze e morti. Finché non saremo in grado di costruire un laboratorio a prova di perdite, non dovremmo assemblare virus che potrebbero devastare il mondo al suo interno».   Michael Nevradakis Ph.D.   © 29 agosto 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.   Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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SAN GIACOMO BIANCA
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Armi biologiche

Mosca: Kiev prepara il terreno per il disastro chimico

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Tornano le accuse sulle armi chimiche tra Mosca e Kiev. Ieri il ministero della Difesa di Mosca ha dichiarato che l’esercito ucraino sta cercando di provocare un grave disastro ecologico vicino alla linea del fronte e di attribuirne la colpa alla Russia.

 

L’accusa è stata mossa dal maggior generale Aleksej Rtishchev, comandante delle truppe russe per la protezione nucleare, biologica e chimica, che ha informato l’opinione pubblica sulle presunte violazioni ucraine di un trattato internazionale che proibisce l’uso di armi chimiche.

 

Rtishchev ha divulgato un documento ottenuto dall’esercito russo, in cui il vicedirettore della società statale ucraina Ukrkhimtransammiak informava un funzionario regionale nominato da Kiev che a fine giugno le truppe ucraine avevano avuto accesso illegalmente a un sito gestito dalla stessa società. Il dirigente dell’Ukrkhimtransammiak sottolineava la sua preoccupazione per il fatto che il sito potrebbe essere danneggiato a causa del coinvolgimento dell’esercito, causando potenzialmente il rilascio di fino a 566 tonnellate di ammoniaca liquefatta altamente tossica.

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Il sito, una parte fuori terra di un oleodotto sotterraneo per l’ammoniaca costruito dai sovietici e gestito da Ukrkhimtransammiak, si trova a circa 2,5 km a nord del villaggio di Novotroitskoye, nella parte controllata da Kiev della Repubblica Popolare di Donetsk in Russia.

 

Rtishchev ha affermato che l’esercito ucraino aveva posizionato apparecchiature di comunicazione in quel luogo come parte di «tattiche barbariche utilizzate dal regime di Kiev» che prevedono «il posizionamento di sostanze chimiche tossiche nelle aree in cui operano le truppe russe e la loro successiva detonazione».

 

«L’intenzione è quella di accusare la nostra nazione di aver causato intenzionalmente un disastro tecnologico e di danneggiarne la reputazione», ha dichiarato il generale. «L’uso di oggetti pericolosi per scopi militari viola il diritto internazionale umanitario».

 

Rtishchev ha anche ribadito le accuse russe contro l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPCW). Mosca afferma che l’organismo di controllo internazionale ignora i rapporti russi sulle violazioni ucraine della Convenzione sulle armi chimiche (CWC), mentre prende per buone le accuse di Kiev contro la Russia.

 

Come riportato da Renovatio 21, le accuse da parte di Mosca riguardo l’uso di armi chimiche, con possibilità di stragi false flag, sono state ripetute durante l’intera durata del conflitto, durante il quale la Russia ha accusato Kiev di un uso sistematico di armi chimiche perpetrato con il consenso di Washington.

 

Punto saliente della questione è stato di cereto l’assassinio lo scorso dicembre del tenente generale Igor Kirillov, capo delle Forze di difesa radiologica, chimica e biologica (RChBZ) della Federazione Russa, ucciso in un’esplosione insieme al suo aiutante. Secondo gli inquirenti, un ordigno esplosivo innescato a distanza nascosto in uno monopattino è stato fatto esplodere martedì mattina vicino all’ingresso di un edificio residenziale nel sud-est di Mosca.

 

Kirillov è stato ucciso nell’esplosione un giorno dopo che il Servizio di sicurezza ucraino (SBU) lo aveva formalmente dichiarato sospettato del presunto uso di armi chimiche contro l’esercito di Kiev. Il generale ha respinto le affermazioni secondo cui la Russia avrebbe attaccato l’Ucraina con armi chimiche, ricordando che l’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche (OPCW) aveva confermato la completa distruzione di tutte le scorte di armi chimiche russe nel 2017.

 

Come riportato da Renovatio 21, a marzo Vladimir Tarabrin, rappresentante permanente di Mosca presso l’OPCW e ambasciatore nei Paesi Bassi, posto pubblicamente il tema dell’uso di armi chimiche come una flagrante violazione del diritto internazionale.

 

Il militare russo ha anche affrontato le preoccupazioni russe sul fatto che Kiev potrebbe costruire una cosiddetta «bomba sporca», un ordigno esplosivo chimico con un guscio di materiale radioattivo, progettato per contaminare una vasta area. «Credo che ne abbiano una», ha detto.

 

Come riportato da Renovatio 21, a febbraio 2023 il giornale russo Komsomolskaya Pravda aveva parlato dell’uso da parte delle forze ucraine nei pressi di Zaporiggia di armi chimiche che hanno causato la perdita di coscienza dopo l’inalazione.

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Alla fine di febbraio dello scorso anno, l’esercito russo ha avvertito che le forze ucraine a Kramatorsk avevano ricevuto 16 container con sostanze antisommossa CS (clorobenzilidenemalononitrile) e CR (dibenzoxazepina), nonché – fatto interessante – l’agente inabilitante BZ (3-Quinuclidinil benzilato), insieme a «cittadini di Paesi stranieri». Mosca ha quindi suggerito che gli Stati Uniti potrebbero pianificare un attacco «false flag» nel Donbass.

 

Il 3-Quinuclidinil benzilato (QNB), chiamato BZ in codice NATO e sostanza 78 nel codice militare URSS, è un potente allucinogeno che induce disfunzioni cognitive e delirio. Il BZ è stato inventato dalla società farmaceutica svizzera Hoffman-LaRoche nel 1951 durante studi su agenti antispasmodici, simili alla tropina, per il trattamento di disturbi gastrointestinali quando è stata scoperta la sostanza chimica. È stato quindi studiato per un possibile utilizzo nel trattamento dell’ulcera, ma è stato ritenuto inadatto.

 

A quel tempo l’esercito degli Stati Uniti e la CIA del progetto MK Ultra cominciarono ad interessarsene insieme a un’ampia gamma di possibili agenti inabilitanti non letali, psicoattivi e psicotomimetici tra cui droghe psichedeliche come LSD e THC, droghe dissociative come ketamina e fenciclidina, potenti oppioidi come il fentanil, etc. Nel 1959, l’esercito degli Stati Uniti mostrò un interesse significativo nel dispiegarlo come agente di guerra chimica.

 

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