Politica
Zuckerberg consegna a Trump 1 milione di dollari
Meta Platforms, proprietaria di Facebook e Instagram, ha donato 1 milione di dollari al fondo per l’insediamento del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump, ha confermato un portavoce dell’azienda.
Il contributo è visto come parte di un’iniziativa del CEO di Meta Mark Zuckerberg per migliorare i suoi rapporti storicamente tesi con il nuovo repubblicano.
Questa mossa segna un nuovo inizio per il colosso della tecnologia, che non aveva apportato alcun contributo di questo tipo durante le due precedenti presidenze degli Stati Uniti.
Trump e Zuckerberg hanno cenato al resort Mar-a-Lago la scorsa settimana. In una recente conferenza stampa, il presidente degli affari globali di Meta, Nick Clegg (già ministro degli Esteri del governo britannico), ha detto che lo Zuckerberg voleva assumere un «ruolo attivo» nelle decisioni politiche tecnologiche dell’amministrazione statunitense. Il CEO intende impegnarsi nel dibattito sul mantenimento della leadership americana nella tecnologia, in particolare per quanto riguarda l’intelligenza artificiale, ha detto il Clegg.
Trump ha utilizzato ampiamente le piattaforme Facebook e Instagram durante il suo primo mandato, fino a quando i suoi account non sono stati sospesi in seguito alla rivolta del 6 gennaio 2021 al Campidoglio degli Stati Uniti, citando il timore che avrebbe incitato ulteriori violenze negando la vittoria elettorale di Biden.
Sebbene gli account di Trump siano stati ripristinati nel 2023, lui ha continuato a esprimere frustrazione nei confronti di Zuckerberg. A marzo, ha definito Meta il «nemico del popolo», suggerendo in seguito che il giovane magnate della tecnologia dovrebbe essere incarcerato per presunta interferenza elettorale e arrivando persino a parlare di ergastolo.
Nel tentativo di riparare la relazione e di posizionarsi più vicino alla nuova amministrazione Trump, Zuckerberg ha pubblicamente elogiato la reazione «badass» («tosta») del presidente eletto al tentato assassinio durante il comizio in Pennsylvania a luglio. Lo Zuckerbergo ha anche chiamato Trump questa estate per scusarsi per aver etichettato in modo errato le sue foto con un fact check.
Non ci sono limiti alle donazioni al comitato di Trump. È strutturato come un’organizzazione politica senza scopo di lucro ai fini fiscali. Tuttavia, i contributi superiori a 200 dollari devono essere comunicati alla Federal Election Commission. Il primo comitato inaugurale di Trump ha raccolto 107 milioni di dollari nel 2016 e nel 2017.
Come riportato da Renovatio 21, quattro mesi fa Trump aveva rivelato che Zuckerberg lo aveva chiamato dicendogli che a differenza del 2020, non avrebbe sostenuto il Partito Democratico. Quattro anni fa Trump aveva avvertito che la «prossima volta che sarà alla Casa Bianca» non sarà del tutto amichevole.
Zuckerberg aveva bandito Trump da Facebook e Instagram nel 2021, citando accuse secondo cui l’allora presidente degli Stati Uniti aveva avuto un ruolo nell’incitamento alla rivolta del 6 gennaio al Campidoglio degli Stati Uniti. I disordini seguirono le proteste per le elezioni del 2020, che il repubblicano perse ufficialmente contro il democratico Joe Biden.
Durante la campagna elettorale del 2020, Zuckerberg – un networth calcolato intorno ai 190 miliardi di dollari, cosa che lo rende forse tra i primi cinque uomini più ricchi sulla Terra – aveva donato 400 milioni di dollari a varie istituzioni in aree a maggioranza democratica, apparentemente per promuovere un voto più facile e la democrazia.
Gli «Zuckerbucks» ( gli «zuckerdollari»), come sono diventati noti, hanno facilitato quello che la rivista Time ha descritto come il “rafforzamento” del voto del 2020 a favore di Biden e della sua compagna di corsa Kamala Harris.
Come riportato da Renovatio 21, atre mesi fa Zuckerberg ha inviato una lettera al presidente della commissione giudiziaria della Camera Jim Jordan, confessando che alti funzionari dell’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Joe Biden avevano «ripetutamente fatto pressione» su Facebook affinché «censurasse» i contenuti sul COVID-19 nel 2021.
Secondo alcuni, Zuckerberg e Jeff Bezos (il patron di Amazon e del Washington Post, che ha sollevato proteste in redazione per la sua decisione di non schierare il giornale a favore della Harris con un endorsement ufficiale) quest’anno non hanno scelto di andare contro Trump perché in possesso dei dati degli utenti che dimostravano chiaramente da che parte stava andando il Paese.
Iscriviti al canale Telegram ![]()
Nel frattempo, il rivale di Zuckerberg sui social media, Elon Musk, è diventato il consigliere più stretto di Trump, con alcuni media che lo hanno soprannominato first friend, «primo amico». Musk ha acquistato Twitter (ora X) nel 2022 e ha annullato i molteplici divieti che la precedente dirigenza aveva imposto a seguito delle pressioni del governo degli Stati Uniti, incluso il divieto dell’account di Trump.
I giornali hanno riportato che Musk si è installato a Mar-a-Lago sollevando anche qualche nervosismo nella corte di Trump. Essendo che il Musko e lo Zuckerbergo avevano promesso di menarsi (cioè: la sfida era di Elon; il ragazzo ebreo del New Jersey aveva accettato ma poi si è ritirato) non è chiaro se siano stati fatti incontrare.
Musk da anni attacca i prodotti dello Zuckerberg, per esempio chiedendo a tutti di disinstallare Whatsapp in quanto «spyware», software dannoso fatto per spiarti. Di recente Elon è arrivato a dire che tra qualche anno Facebook non esisterà più.
L’azienda di punta del Musk, Tesla – ora primo gruppo automotive del mondo in Borsa –, si vanta da sempre non solo di non fare pubblicità, ma di non essere presente su Facebook.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine di Brian Solis via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Politica
I detenuti minacciano Sarkozy e giurano vendetta vera per Gheddafi
A viral video shows a prisoner confronting Nicolas Sarkozy, saying, “We’ll avenge Gaddafi. Give back the billions.” The former French president, jailed for conspiracy, is accused of taking Libyan money before leading NATO’s 2011 war that killed Gaddafi. pic.twitter.com/KlAISnFVSX
— comra (@comrawire) October 22, 2025
Iscriviti al canale Telegram ![]()
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Politica
Il Giappone elegge una donna conservatrice come primo ministro
Sanae Takaichi è diventata la prima donna Primo Ministro del Giappone, vincendo le elezioni parlamentari di Tokyo martedì. Esponente di lungo corso del Partito Liberal Democratico (LDP), nota come la «Lady di Ferro» del Giappone per la sua ammirazione verso l’ex primo ministro britannico Margaret Thatcher, Takaichi è riconosciuta per il suo conservatorismo sociale, il nazionalismo e il sostegno a un ruolo più ampio per le forze armate giapponesi.
A 64 anni, Takaichi ha sostenuto la revisione della clausola pacifista della costituzione postbellica del Giappone e il riconoscimento ufficiale delle Forze di autodifesa come esercito nazionale. Ha inoltre appoggiato un aumento della spesa per la difesa e una maggiore cooperazione militare con gli Stati Uniti.
Le sue posizioni sulla sicurezza nazionale richiamano le politiche dell’ex premier Shinzo Abe, di cui è considerata una protetta e con cui aveva stretti legami politici.
Frequente visitatrice del Santuario Yasukuni di Tokyo, che rende omaggio ai caduti giapponesi, inclusi criminali di guerra della Seconda Guerra Mondiale, Takaichi è stata spesso criticata dai Paesi vicini per quello che considerano revisionismo storico. Ha difeso le sue visite come atti di rispetto personale, sostenendo che i crimini di guerra dei soldati giapponesi siano stati esagerati.
Iscriviti al canale Telegram ![]()
A livello interno, Takaichi si oppone al matrimonio tra persone dello stesso sesso, sostiene la successione imperiale esclusivamente maschile e ha criticato le proposte di cognomi separati per le coppie sposate.
La Takaicha ha inoltre appoggiato il rafforzamento dei confini e politiche migratorie più rigide, chiedendo misure contro i visti non concessi, il turismo eccessivo e l’acquisto di terreni da parte di stranieri, soprattutto vicino a risorse strategiche.
In politica estera, la Takaichi ha definito la crescente potenza militare della Cina una «seria preoccupazione», proponendo misure di deterrenza, tra cui un patto di sicurezza con Taiwan.
Si ritiene che Takaichi non intenda perseguire un significativo riavvicinamento con la Russia, avendo ripetutamente rivendicato la sovranità sulle isole Curili meridionali, annesse dall’Unione Sovietica nel 1945 come parte degli accordi postbellici.
Takaichi assume la carica in un momento critico per il Giappone, che affronta un tasso di natalità ai minimi storici, un rapido invecchiamento della popolazione, un’inflazione persistente e il malcontento pubblico per gli scandali politici che hanno eroso la fiducia nel PLD, il partito al governo.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine di 内閣広報室|Cabinet Public Affairs Office via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International
Politica
Elezioni in Bolivia, il Paese si sposta a destra
Aiuta Renovatio 21
Iscriviti al canale Telegram ![]()
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
-



Misteri2 settimane faLa verità sull’incontro tra Amanda Knox e il suo procuratore. Renovatio 21 intervista il giudice Mignini
-



Pensiero4 giorni faCi risiamo: il papa loda Don Milani. Torna l’ombra della pedofilia sulla Chiesa e sul futuro del mondo
-



Cancro2 settimane faProteine spike da vaccino COVID trovate nelle cellule tumorali di una donna
-



Spirito2 settimane faMons. Viganò: «non c’è paradiso per i codardi!»
-



Salute2 settimane faI malori della 41ª settimana 2025
-



Sanità7 giorni faUn nuovo sindacato per le prossime pandemie. Intervista al segretario di Di.Co.Si
-



Autismo1 settimana faTutti addosso a Kennedy che collega la circoncisione all’autismo. Quando finirà la barbarie della mutilazione genitale infantile?
-



Spirito1 settimana faMons. Eleganti critica duramente il Vaticano II e la nuova liturgia

Acquista la t-shirt













