Geopolitica
Zelens’kyj rifiuta l’offerta di pace di Putin
I termini delineati dal presidente russo Vladimir Putin per porre fine al conflitto sono un «ultimatum» per l’Ucraina e come tali inaccettabili, ha affermato Vladimir Zelens’kyj.
Venerdì, parlando in un incontro con alti funzionari del ministero degli Esteri russo, Putin ha affermato che Kiev dovrà cedere tutto il territorio delle quattro regioni che hanno scelto di unirsi alla Russia e garantire che non si unirà mai alla NATO prima che possano iniziare i colloqui di pace.
«Cosa posso dire? Questi messaggi sono messaggi di ultimatum, non sono niente di diverso da altri ultimatum che ha lanciato in precedenza», ha detto lo Zelens’kyj alla rete televisiva Sky TG24 mentre partecipava alla riunione del G7 di Fasano, provincia di Brindisi.
«Vuole che rinunciamo a parte dei nostri territori occupati, ma vuole anche quelli non occupati. Parla delle regioni del nostro Paese e non si ferma», ha affermato il presidente ucraino.
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La definizione di Zelens’kyj dell’offerta di Putin come un ultimatum è stata respinta come «intesa sicuramente in modo sbagliato», secondo il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov venerdì.
«Questa è una proposta completa, molto profonda e costruttiva», ha detto a Izvestia l’addetto stampa di Putin. Se i termini sembrano più duri di quelli proposti da Mosca nella primavera del 2022, ha spiegato, è perché “si è creata una situazione diversa”, con quattro regioni che hanno scelto di diventare parte della Russia.
Peskov ha ricordato che l’Ucraina ha ricevuto condizioni di pace molto generose nel marzo 2022, ma le ha respinte «su ordine degli inglesi».
Come riportato da Renovatio 21, testate giornalistiche e i funzionari ucraini hanno confermato che Boris Johnson, all’epoca primo ministro britannico, aveva detto loro che non avrebbero dovuto accettare alcun accordo con la Russia.
Annunciando l’operazione militare contro il governo di Kiev, nel febbraio 2022, Putin ha affermato che Mosca intendeva ottenere la «smilitarizzazione e denazificazione» dell’Ucraina e garantire che Kiev non avrebbe mai aderito alla NATO o a qualsiasi altro blocco militare anti-russo.
Putin nello stesso discorso fatto dinanzi agli alti diplomatici russi aveva rivelato che la Russia non ha mai avuto intenzione di entrare con in tank a Kiev, e li aveva mandati verso la capitale solo per arrivare al tavolo della pace. I carri erano stati infatti rimossi con segno di buona volontà per i colloqui di pace di Istanbul.
Il presidente russo ha altresì rivelato che ad inizio conflitto Mosca era disposta a lasciare Kherson e Zaporiggia all’Ucraina, essendo concentrata sulla protezione del Donbass. Tuttavia, dopo i referendum di annessione alla Federazione Russa, questa proposta non è più sul tavolo.
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Geopolitica
Orban: il piano dell’UE per rubare i beni russi costituisce una «dichiarazione di guerra»
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Geopolitica
Trump annuncia attacchi terrestri in Venezuela «presto»
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato che gli USA potrebbero avviare «molto presto» operazioni terrestri contro presunte reti di narcotraffico collegate al Venezuela, dopo aver quasi completamente interrotto i flussi di stupefacenti via mare. Caracas ha respinto con forza ogni accusa di legami con i cartelli della droga.
Parlando venerdì con i giornalisti alla Casa Bianca, Trump ha annunciato che il traffico di droga marittimo legato al Venezuela è calato del 92%, sostenendo che le forze americane stanno «eliminando la droga a livelli mai visti prima». «Abbiamo bloccato il 96% degli stupefacenti che arrivavano via mare», ha precisato, per poi aggiungere: «Presto le operazioni inizieranno anche sulla terraferma».
Il presidente statunitense non ha tuttavia fornito indicazioni su eventuali obiettivi o sull’estensione di tali azioni.
Da settembre le forze USA hanno intensificato sensibilmente la presenza militare nei Caraibi e nel Pacifico orientale, conducendo oltre 20 interventi contro imbarcazioni sospette di traffico di droga e causando la morte di decine di persone. Trump ha affermato che queste operazioni hanno salvato decine di migliaia di vite americane, impedendo l’ingresso di narcotici nel Paese.
Il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha sempre rigettato le accuse di Trump su presunti rapporti tra Caracas e i narcocartelli, sostenendo che Washington utilizzi la campagna antidroga come pretesto per destabilizzare e rovesciare il suo governo.
Come riportato da Renovatio 21, Maduro, che avrebbe offerto ampie concessioni economiche agli USA per restare al potere, sarebbe stato oggetto di un tentativo di rapimento tramite il suo pilota personale.
Il Venezuela ha stigmatizzato il rinforzo militare come violazione della sovranità e tentativo di golpe. Il governo venezuelano starebbe cercando appoggio da Russia, Cina e Iran. Mosca ha di recente riaffermato la sua alleanza con Caracas, esprimendo pieno sostegno alla leadership del Paese nella difesa della propria integrità. Mosca ha accusato il mese scorso Washington di preparare il golpe in Venezuela.
Questa settimana le autorità statunitensi hanno sequestrato anche la petroliera Skipper al largo delle coste venezuelane, una nave cargo che secondo gli USA trasportava petrolio dal Venezuela e dall’Iran. Le autorità di Caracas hanno condannato l’operazione definendola «furto manifesto» e «pirateria navale criminale».
Come riportato da Renovatio 21, nel frattempo, la Russia – da tempo alleata stretta del Venezuela – ha rinnovato pubblicamente il suo sostegno a Maduro. Secondo il Cremlino, il presidente Vladimir Putin «ha espresso solidarietà al popolo venezuelano e ha ribadito il proprio appoggio alla ferma determinazione del governo Maduro nel difendere la sovranità nazionale e gli interessi del Paese dalle ingerenze esterne». I due leader hanno inoltre confermato l’impegno a dare piena attuazione al trattato di partenariato strategico siglato a maggio.
Trump nelle scorse settimane ha ammesso di aver autorizzato le operazioni CIA in Venezuela. Di piani CIA per uccidere il presidente venezuelano il ministro degli Interni del Paese aveva parlato lo scorso anno.
Come riportato da Renovatio 21, Maduro aveva denunciato l’anno scorso la presenza di mercenari americani e ucraini in Venezuela. «Gli UA finanziano Sodoma e Gomorra» aveva detto.
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Geopolitica
La Slovacchia «non sosterrà nulla» che contribuisca a prolungare il conflitto in Ucraina
Today I held an almost hour-long phone conversation with the President of the European Council, A. Costa. I fully respect him, but while he spoke about money for the war in Ukraine, I kept repeating the senseless daily killing of hundreds to thousands of Russians and Ukrainians.… pic.twitter.com/0f9JiitWjG
— Robert Fico 🇸🇰 (@RobertFicoSVK) December 12, 2025
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