Eutanasia
Vescovo cattolico belga sostiene l’eutanasia

Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge.
La posizione della Chiesa cattolica sull’eutanasia è nota: vi si oppone strenuamente. Il Catechismo della Chiesa Cattolica, pubblicato nel 1992, dice senza mezzi termini: «un’azione oppure un’omissione che, da sé o intenzionalmente, provoca la morte allo scopo di porre fine al dolore, costituisce un’uccisione gravemente contraria alla dignità della persona umana e al rispetto del Dio vivente, suo Creatore. L’errore di giudizio, nel quale si può essere incorsi in buona fede, non muta la natura di quest’atto omicida, sempre da condannare e da escludere».
Tuttavia non pochi cattolici, anche vescovi, ritengono che la loro Chiesa sia troppo conservatrice su questo tema. Alla vigilia di un sinodo convocato da papa Francesco, con un enorme raduno di vescovi e laici provenienti da tutto il mondo, un vescovo belga ha difeso con forza la moralità dell’eutanasia in alcune circostanze.
Il vescovo di Anversa, Johan Bonny, ha dichiarato a La Libre, quotidiano belga, che la Chiesa ha bisogno di stare al passo con i tempi. Sostiene una serie di idee progressiste – preti sposati, donne prete, benedizioni per le coppie gay – e l’eutanasia. Ecco alcuni estratti:
«La filosofia mi ha insegnato a non accontentarmi mai di risposte generiche in bianco e nero. Tutte le domande meritano risposte adeguate alla situazione: un giudizio morale deve sempre essere pronunciato a seconda della situazione concreta, della cultura, delle circostanze, del contesto».
«Saremo sempre a favore delle cure palliative e sosteniamo costantemente il rispetto della vita, ma mi rammarico che, dal Vaticano, la Congregazione per la Dottrina della Fede affermi che l’eutanasia è sempre un male intrinseco, indipendentemente dalle circostanze. Questa è una risposta troppo semplice che non lascia spazio al discernimento».
«Ci opporremo sempre al desiderio di alcuni di porre fine alla vita troppo prematuramente, ma dobbiamo riconoscere che una richiesta di eutanasia da parte di un giovane di 40 anni non equivale a quella di una persona di 90 anni che affronta una malattia incurabile. Dobbiamo imparare a definire meglio i concetti e a distinguere meglio le situazioni».
«È bene ricordare che non possiamo uccidere e io sono contrario a tutti gli omicidi. Ma cos’è l’uccisione, cos’è l’omicidio? Cosa dici a qualcuno che uccide un nemico in nome della legittima difesa? Cosa si dice a chi è affetto da anni da una malattia incurabile e che ha deciso di chiedere l’eutanasia dopo aver parlato con la famiglia, il medico, i propri cari?».
«Non spetta al vescovo giudicare la legge. Considero piuttosto la sua applicazione sul campo, ed è chiaro che tutti temiamo che questa applicazione sia troppo liberale e che ci siano troppi slittamenti: che le richieste vengano accolte troppo rapidamente senza che venga cercata una soluzione alternativa. Ma la risposta a questo cambiamento non può essere un cartellino rosso contro ogni eutanasia».
In Belgio l’eutanasia è legale da più di 20 anni. L’anno scorso ci sono stati quasi 3.000 morti per eutanasia. La pratica si è normalizzata ed è supportata dal governo e dai media.
Non sorprende che alcune istituzioni cattoliche abbiano ceduto alla pressione. Nel 2020 il Vaticano è stato costretto a dichiarare che un gruppo chiamato Fratelli della Carità, che gestisce numerosi ospedali psichiatrici, non poteva più definirsi «cattolico» perché si era rifiutato di smettere di collaborare alle morti per eutanasia. Quindi la posizione del vescovo Bonny potrebbe non sembrare così insolita in Belgio.
Da un punto di vista teologico, mons. Bonny si discosta dall’etica cattolica tradizionale sostenendo argomenti consequenzialisti per determinare cosa è giusto e cosa è sbagliato in bioetica. Giovanni Paolo II condannò questo approccio nel 1993; è un po’ sorprendente che il vescovo Bonny non abbia mai ricevuto il messaggio.
Michael Cook
Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Eutanasia
Gran Bretagna, proposta di legge sul suicidio assistito alla Camera dei Lord

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Eutanasia
Medici del Quebecco sostengono che l’eutanasia è un «trattamento appropriato» per i neonati gravemente malati

L’Ordine dei medici del Quebecco ha dichiarato che l’eutanasia è un «trattamento appropriato» per i bambini nati con gravi problemi di salute. Lo riporta LifeSiteNews.
In un’intervista con il sito pro-life nordamericano, il Quebec College of Physicians ha confermato il suo sostegno all’estensione del regime di eutanasia canadese ai bambini nati con gravi malformazioni o sindromi.
«Il CMQ ribadisce che l’assistenza medica al suicidio può essere un trattamento appropriato per i neonati che soffrono di dolori fortissimi che non possono essere alleviati e che presentano gravi malformazioni o gravi sindromi polisintomatiche che distruggono qualsiasi prospettiva di sopravvivenza», ha dichiarato un portavoce del college a LifeSiteNews.
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«Il CMQ ritiene che i genitori debbano avere la possibilità di ottenere questa assistenza per il loro bambino in circostanze ben definite», prosegue la dichiarazione, riferendosi all’infanticidio come «assistenza».
Il suicidio assistito è stato legalizzato dal governo liberale dell’ex primo ministro Giustino Trudeau nel 2016. Da allora, il regime di eutanasia si è esteso dall’uccisione di pazienti «terminali» alla possibilità di consentire ai malati cronici di accedere al suicidio assistito dopo l’approvazione del disegno di legge C-7 .
I liberali avevano anche pianificato di estendere il suicidio assistito ai canadesi affetti da malattie mentali, ma decisero di rimandare l’estensione al 2027 dopo le reazioni negative dei canadesi e di importanti medici.
Inoltre, il Quebecco, noto come provincia progressista, è stato in prima linea nella lotta per legalizzare l’infanticidio. Nel novembre 2024, il deputato dell’Alberta Damien C. Kurek aveva presentato una petizione per proteggere i bambini dopo che una raccomandazione, presentata da Louis Roy del Quebec College of Physicians, spingeva per l’uccisione dei bambini fino a 12 mesi se nati con «gravi deformità e sindromi molto gravi».
«Per quanto scioccanti siano gli appelli all’infanticidio, sono coerenti con la cultura della morte promossa dal governo liberale» scrive LifeSite, dimostrando che i dati rivelano che centinaia di bambini sopravvissuti all’aborto in Canada vengono lasciati morire.
Secondo uno studio del Quebecco, un bambino su 10 abortito nel secondo trimestre nasce vivo, ma solo il 10% sopravvive oltre le tre ore. Inoltre, solo il 24% dei bambini nati vivi è stato ricoverato in Terapia Intensiva Neonatale (UTIN), mentre solo il 5% ha ricevuto cure palliative.
«Poiché in Canada non esistono leggi che stabiliscano l’età minima per l’aborto, molti hanno confuso il confine tra aborto e infanticidio, sostenendo che quest’ultimo sia semplicemente un aborto tardivo» continua LSN.
A luglio, la deputata liberale Dr. Hedy Fry ha bizzarramente insinuato che i «neonati» corrono maggiori rischi per la salute poiché i governi di «estrema destra» limitano l’aborto, una pratica il cui unico scopo è uccidere i bambini. Secondo la testata pro-life, nel 2013 il governo conservatore dell’allora Primo Ministro Stephen Harper si rifiutò di indagare sui dati di Statistics Canada, secondo cui 491 bambini erano stati lasciati morire dopo essere nati vivi in seguito ad aborti.
«L’aborto è legale in Canada», aveva affermato l’Harper all’epoca.
Allo stesso modo, nel 2011, un giudice dell’Alberta aveva suggerito che l’infanticidio è semplicemente un aborto tardivo, pronunciandosi su un caso in cui una giovane madre aveva strangolato il suo neonato e ne aveva gettato il cadavere oltre la recinzione nel cortile di uno dei suoi vicini.
In effetti, l’infanticidio è spesso il passo successivo per gli attivisti dell’aborto che negano la dignità della vita umana, con alcuni abortisti che uccidono attivamente i bambini sopravvissuti all’aborto, nota il sito. È quello che nel gerco medico-filosofico si è fatto strada con l’espressione «aborto post-natale».
Come riportato da Renovatio 21, documenti mostrano che la Sanità canadese ha finanziato un progetto di ricerca universitario riguardante le «opinioni dei giovani» sull’eutanasia, che includeva una breve discussione sulla possibilità che i bambini affetti da autismo grave possano mai essere ammessi alla morte nell’ambito del programma nazionale di «Assistenza medica al suicidio», detto MAiD.
Nel Paese sembra partita pure la promozione dell’eutanasia senza consenso dei genitori per bambini con problemi mentali.
Di fatto, un canadese ogni 25 viene oggi ucciso dall’eutanasia. L’aumento negli ultimi anni è stato semplicemente vertiginoso. E la classe medica, oramai totalmente traditrice di Ippocrate e venduta all’utilitarismo più sadico e tetro, insiste che va tutto bene.
Come riportato da Renovatio 21, qualche mese fa un’altra veterana dell’esercito, divenuta disabile, ha riportato che alcuni funzionari statali avevano risposto alla sua richiesta di avere in casa una rampa per la sedie a rotelle offrendole invece la possibilità di accedere al MAiD – cioè di ucciderla.
Ma non è il caso più folle del degrado assassino raggiunto dallo Stato canadese: ecco l’ecologista che chiede di essere ucciso per la sua ansia cronica riguardo al Cambiamento Climatico, ecco i pazienti che chiedono di essere terminati perché stanchi di lockdown, ecco le proposte di uccisione dei malati di mente consenzienti, e magari pure dei neonati. Il tutto, ovviamente, con il corollario industriale, della predazione degli organi, di cui il Paese ora detiene il record mondiale.
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Il Canada del governo Trudeau e del suo successore Carney – dove il World Economic Forum regna, come rivendicato boriosamente da Klaus Schwab – è il Paese dell’avanguardia della Necrocultura. Se lo Stato può ucciderti, ferirti, degradarti, lo fa subito, e legalmente. Magari pure con spot mistico propalato da grandi società private in linea con il dettato di morte. L’anno scorso in Canada un decesso ogni 25 era dovuto all’eutanasia, che viene servita anche alle pompe funebri.
A febbraio l’eutanasia è stata offerta anche ad una signora riconosciuta come danneggiata da vaccino COVID.
Secondo alcuni, l’eutanasia in Canada – che si muove verso i bambini – sta divenendo come una sorta di principio «sacro» dello Stato moderno.
Come abbiamo ripetuto tante volte: lo Stato moderno è fondato sulla Cultura della Morte. La Necrocultura è, incontrovertibilmente, il suo unico sistema operativo. Aborto ed eutanasia (e fecondazione in vitro, e vaccinazioni, anche e soprattutto geniche) sono quindi sue primarie linee di comando.
Il Canada, che è all’avanguardia anche grazie alla potente penetrazione nel suo gabinetto pure rivendicata dal World Economic Forum, è quindi un vero esempio dello Stato basato sempre più sull’eugenetica – cioè sul dominio totale sull’essere umano e l’annientamento della sua dignità di creatura figlia di Dio.
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Eutanasia
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