Geopolitica
Trump su Gaza: «dobbiamo dare da mangiare ai bambini»

Il presidente Donald Trump, parlando dalla Scozia nel contesto del suo incontro bilaterale con il primo ministro britannico Keir Starmer, ha rilasciato una rara ammissione della grave crisi di fame e malnutrizione che sta colpendo Gaza.
Il presidente ha dichiarato di essere in contatto con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu per far arrivare aiuti umanitari a Gaza. «Dobbiamo dare da mangiare ai bambini» ha affermato Trump.
Il presidente ha inoltre dichiarato che Washington ha inviato 60 milioni di dollari destinati agli aiuti alimentari solo la scorsa settimana, ma che c’è stata un’enorme controversia su come questa cifra venga distribuita sul campo, tra le continue accuse secondo cui l’esercito israeliano spara spesso ai palestinesi che cercano di accedere agli aiuti.
«Speriamo solo che il cibo vada a chi ne ha bisogno», ha detto Trump. A un certo punto, ha persino detto che gli Stati Uniti hanno bisogno di un «grazie» per i loro sforzi umanitari.
«Avremo del cibo buono e forte. Potremo salvare un sacco di gente. Quei bambini… quella è la vera fame. Lo vedo. Non si può fingere».
«Saremo ancora più coinvolti. Abbiamo fatto dei ponti aerei, dei lanci aerei. E la gente sta correndo per riceverli. E il primo ministro ci aiuterà, sono molto efficaci in questo (…) Non è molto difficile da fare».
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«A giudicare dalla televisione, direi di no, perché quei bambini sembrano molto affamati», ha risposto Trump quando gli è stato chiesto se fosse d’accordo con Netanyahu. Più tardi ha aggiunto: «a Gaza la fame è reale, non si può fingere».
Attualmente, la Gaza Humanitarian Foundation (GHF), sostenuta dagli Stati Uniti, supervisiona la distribuzione degli aiuti a Gaza e fornisce assistenza per la sicurezza dei vari centri di distribuzione. L’organizzazione, in modo molto controverso, stipula contratti con personale di sicurezza americano .
🇮🇱🇺🇸🇵🇸Trump says he is speaking to Bibi on getting humanitarian aid into Gaza:
“We have to get the kids fed” pic.twitter.com/dPWM4bu3uT
— HOT SPOT (@HotSpotHotSpot) July 28, 2025
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Le Nazioni Unite e altri gruppi internazionali hanno accusato Tel Aviv e Washington di emarginare organizzazioni con maggiore esperienza. I critici affermano che ciò ha causato morti per sparatoria, mentre i siti vengono travolti da masse di persone affamate.
Si dice che la Gran Bretagna, insieme ai partner regionali, stia organizzando ulteriori lanci aerei su Gaza: un’altra politica profondamente controversa, dato che in passato alcuni civili sono morti a causa dei lanci aerei che hanno distrutto le loro case e tende. Precedenti lanci in mare hanno causato annegamenti nel disperato tentativo di accedere agli aiuti.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Geopolitica
Israele arma e finanzia i combattenti drusi nella Siria meridionale

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Geopolitica
L’Arabia Saudita e il Pakistan firmano un patto di difesa reciproca

L’Arabia Saudita e il Pakistan, dotato di armi nucleari, hanno siglato un accordo formale di difesa reciproca, consolidando ulteriormente la loro partnership di sicurezza decennale tra le due nazioni musulmane.
La decisione giunge in seguito a una sessione congiunta straordinaria tra la Lega Araba e l’Organizzazione per la Cooperazione Islamica (OCI), durante la quale gli stati membri hanno condannato l’attacco israeliano della settimana precedente alla capitale del Qatar, Doha, mirato a funzionari del gruppo armato palestinese Hamas. Secondo i media, l’episodio ha sollevato timori tra le nazioni del Golfo riguardo alla capacità degli Stati Uniti di garantire la loro sicurezza.
Mercoledì a Riad, il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman e il primo ministro pakistano Shehbaz Sharif hanno sottoscritto il patto di difesa tra i loro Paesi.
«Questo accordo, che riflette l’impegno comune di entrambe le nazioni a rafforzare la propria sicurezza e a promuovere pace e stabilità nella regione e nel mondo, mira a potenziare la cooperazione in materia di difesa tra i due paesi e a consolidare una deterrenza congiunta contro qualsiasi aggressione», si legge nella dichiarazione congiunta di Riad e Islamabad.
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Secondo l’accordo, qualsiasi attacco contro l’Arabia Saudita o il Pakistan «sarà considerato un’aggressione contro entrambi», si è sottolineato.
L’India, che a maggio ha affrontato un conflitto militare di quattro giorni con il Pakistan a seguito di un attacco terroristico contro turisti nel territorio dell’Unione di Jammu e Kashmir, ha dichiarato che «esaminerà le implicazioni di questo sviluppo per la nostra sicurezza nazionale e per la stabilità regionale e globale».
Nuova Delhi era al corrente dei legami di sicurezza tra Riad e Islamabad e sapeva che era in preparazione un patto di difesa tra le due parti, ha scritto su X il portavoce del Ministero degli Esteri indiano Randhir Jaiswal.
Un alto funzionario saudita ha dichiarato a Reuters che l’accordo con il Pakistan rappresenta «il culmine di anni di discussioni. Non è una risposta a Paesi o eventi specifici».
Le relazioni tra Arabia Saudita e India «sono più solide che mai. Continueremo a rafforzarle e a contribuire alla pace regionale in ogni modo possibile», ha aggiunto.
I legami militari tra Riad e Islamabad risalgono a oltre mezzo secolo fa, con migliaia di ufficiali sauditi addestrati in Pakistan, ai tempi della guerra in Afghanistan, quando con finanziamenti sauditi e comando americano si implementò quella che la CIA chiamava «Operazione Ciclone», con il reclutamento di jihadisti da tutto il mondo (all’epoca si chiamavano più pudicamente mujaheddin) allo scopo di combattere la presenza sovietica in Afghanistan.
Tra gli operativi sauditi che operavano nella zona vi era il rampollo di ricca famiglia Osama Bin Laden, che con altri gestiva quella che era il database dell’insieme delle forze islamiste convocate a combattere i soldati di Mosca, una lista poi chiamata al-Qaeda, che significa appunto «la base».
La partnership in ambito di difesa rimane attiva attraverso programmi di addestramento ed esercitazioni congiunte.
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La Spagna annulla accordi sulle armi con Israele per oltre 1 miliardo di dollari

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