Nucleare
Trump modernizzerà l’arsenale nucleare degli Stati Uniti
L’amministrazione del presidente Donald Trump modernizzerà il vecchio arsenale nucleare degli Stati Uniti senza aumentarne le dimensioni, ha affermato il segretario all’Energia Chris Wright.
In un’intervista con Fox News domenica, Wright ha descritto le scorte nucleari degli Stati Uniti come «invecchiate» e «obsolete», aggiungendo che il Paese ha bisogno di «modernizzarsi», sostenendo che negli ultimi tre decenni non è stato fatto alcuno sforzo in tal senso.
Wright ha sottolineato che la modernizzazione non significa aumentare il numero di testate nucleari. «Non abbiamo bisogno di aumentare la nostra riserva nucleare», ha detto, ma piuttosto di «assicurarci che tutto sia in condizioni ottimali».
Il funzionario statunitense non ha fornito dettagli sul numero di testate da ristrutturare né sulla scadenza per tale operazione.
«La cosa migliore delle armi nucleari è non usarle… E per non usarle, il mondo deve avere il 100% di fiducia che l’America sia leader mondiale nella tecnologia delle armi, nell’affidabilità e nella valutazione delle nostre scorte», ha aggiunto Wright, affermando che il Progetto Manhattan, che ha portato alla creazione della prima bomba atomica e al successivo bombardamento di Hiroshima e Nagasaki alla fine della Seconda guerra mondiale, aveva fornito agli Stati Uniti la capacità nucleare per «vincere» la Guerra Fredda.
Lo Wright ha altresì previsto che il Paese si sarebbe trovato in «una posizione molto migliore in pochi anni… di nuovo, con un presidente concentrato su questo».
Nonostante la promessa di modernizzazione nucleare, Trump all’inizio di questo mese ha chiesto il disarmo globale, dicendo «sarebbe fantastico se tutti si liberassero delle loro armi nucleari».
«La Russia e noi ne abbiamo di gran lunga di più. La Cina ne avrà una quantità uguale entro quattro o cinque anni… La denuclearizzazione sarebbe incredibile», ha aggiunto il presidente degli Stati Uniti.
Il portavoce del Cremlino Demetrio Peskov ha risposto dicendo che, sebbene la Russia sia aperta ai colloqui con gli Stati Uniti sulla questione, «è impossibile ignorare gli arsenali nucleari europei in questo dialogo».
Gli Stati Uniti hanno più di 5.000 testate nucleari, di cui circa 1.770 dispiegate. La Russia detiene circa 5.880 testate, di cui circa 1.700 dispiegate. Il Regno Unito ne ha circa 225 e la Francia 290. Il numero esatto di testate cinesi è sconosciuto, ma si stima che siano circa 600.
Russia e Stati Uniti sono firmatari del trattato New START del 2010, che limita ciascuna parte a 1.550 testate nucleari strategiche dispiegate. Mosca ha sospeso la sua partecipazione all’accordo nel 2023, citando l’assurdità del regime di ispezione per le strutture strategiche a causa del profondo coinvolgimento occidentale nel conflitto ucraino.
Come riportato da Renovatio 21, Trump aveva reso evidente già in campagna elettorale che avrebbe perseguito una politica estera di «pace tramite forza» («Peace through Strenght») che considerava anche l’elemento nucleare.
Come riportato da Renovatio 21, Trump ha dichiarato in una lunga intervista con Tucker Carlson di essere fiero di aver stanziato miliardi di dollari per ammodernare il sistema di armamenti nucleari del Paese. Tuttavia, emergeva con forza dallo stesso colloquio, il biondo ex presidente si rivelava molto timoroso dell’uso dell’atomica, al punto dal raccontare che la parola stessa nei circoli specializzati è un tabù come lo è «l’altra parola con la n», che immaginiamo essere «negro».
Trump ha spiegato altresì di essere messo stato in guardia rispetto alle atomiche tanti anni fa dallo zio, che era uno scienziato del prestigioso politecnico bostoniano MIT (il quale, si dice, avrebbe anche avuto l’incarico di guardare alle carte degli studi di Nikola Tesla quando questi morì). «Potresti distruggere New York con una valigetta» gli diceva il fratello del padre, e lui racconta di non poter credere al parente scienziato.
«Il più grande problema che abbiamo nel mondo non è il global warming, è il nuclear warming» aveva sintetizzato l’ex presidente.
In varie occasioni, in questi mesi di conflitto, The Donald ha avvertito del pericolo imminente di una guerra termonucleare globale.
Secondo i numeri forniti dalla Federation of American Scientists, gli Stati Uniti hanno attualmente un inventario totale di 5.044 testate, mentre la Russia ne ha 5.580 e la Cina 500.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flirckr
Nucleare
Il think tank del CFR chiede che Giappone, Germania e Canada diventino potenze nucleari
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Nucleare
Putin promette un sostegno a lungo termine alla prima centrale nucleare egiziana
Il presidente russo Vladimir Putin ha assicurato che Mosca continuerà a sostenere l’Egitto in tutte le fasi cruciali della costruzione della prima centrale nucleare del Paese, garantendo forniture di combustibile nucleare a lungo termine e l’assistenza tecnica necessaria per l’intero ciclo di vita dell’impianto.
Mercoledì è stato installato il contenitore in pressione del reattore dell’unità 1 della centrale di El Dabaa, sulla costa mediterranea egiziana, nel corso di una cerimonia ufficiale. L’intero progetto, che prevede quattro reattori VVER-1200 per una potenza complessiva di 4 800 MW, è realizzato dalla società russa Rosatom in virtù dell’accordo siglato con Il Cairo nel 2015.
Collegato in videoconferenza con i partecipanti – tra cui il direttore generale dell’AIEA Rafael Grossi – Putin ha dichiarato che i lavori «procedono in modo sicuro e con successo» e che il progetto è entrato in una «fase decisiva». Secondo le sue parole, pubblicate sul sito del Cremlino, i reattori di terza generazione di Rosatom produrranno fino a 37 miliardi di kWh l’anno, coprendo circa il 10 % del fabbisogno elettrico egiziano e rafforzando sensibilmente la sicurezza energetica del Paese.
Putin ha definito El Dabaa un «progetto faro nell’ambito dell’uso pacifico dell’energia nucleare» e ha rivolto un ringraziamento personale al presidente Abdel Fattah el-Sisi per «l’iniziativa e il costante sostegno». Ha ricordato che ingegneri sovietici e russi avevano già contribuito a grandi opere egiziane, come la diga di Assuan e numerosi impianti industriali.
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«Siamo pienamente impegnati a rafforzare e approfondire in ogni direzione la nostra partnership con l’amico Egitto», ha concluso il presidente russo, aggiungendo che Mosca ha già formato oltre 100 specialisti nucleari egiziani nelle proprie università e che Rosatom è pronta a trasferire tecnologie per piccoli reattori modulari e per applicazioni nucleari in medicina e agricoltura.
A settembre il ministro egiziano dell’Elettricità e delle Energie rinnovabili, Mahmoud Esmat, aveva confermato a RIA Novosti che la centrale sarà completata entro il 2029.
Nella stessa cerimonia di mercoledì, il presidente Sisi ha lodato la «lunga e fruttuosa cooperazione» tra Il Cairo e Mosca, sottolineando che El Dabaa «colloca l’Egitto tra i Paesi leader nell’uso pacifico dell’energia nucleare».
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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
Eutanasia
Gemelle Kessler, Necrocultura Dadaumpa
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