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Protesta

Trieste, arriva il «CTS-ombra». Ma in senso enologico, veneto?

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Stefano «Ciccio» Puzzer, nel consueto bagno di folla e giornalisti di ieri, ha annunziato la creazione di un «CTS-ombra».

 


Attacca: «Metteremo in piedi un ufficio tecnico sanitario, che» si interrompe, per ricordare che  «… a causa delle persone che non ci sono più a causa di questa malattia, io non mi permetto di parlare».

 

«Adesso stiamo parlando con dei luminari, persone che sono state oscurate, persone che ne sanno, quindì no messi lì a caso per leggere…».

 

Comitato ombra, luminari, oscuramenti: un tripudio di riferimenti fotologici, che non mette in luce, però, la cosa più importante: a chi sarà collegato, questo Comitato-ombra?

 

Il portuale assicura quindi che entro una settimana «questo Comitato Tecnico Scientifico ci sarà». «In quel momento diranno le cose come stanno, dalla loro parte» (sic).

 

Non badate alle contraddizioni. Né alle frasi strambe.

 

«Gente preparata che sa di cosa parlare» (sic).

 

Sui giornali oggi si legge che il CTS-ombra sarà emanazione del Coordinamento: «Puzzer ha annunciato che il Comitato 15 ottobre sta mettendo su un “ufficio tecnico sanitario”, una sorta di CTS, “in risposta da quello del governo”» scrive, per esempio, La Verità.

 

Il problema è che da ieri sera non siamo più tanto sicuri che sia così: ci è venuto il dubbio, a leggere il comunicato del neonato ente «gruppo la gente come noi F.V.G.», che il Coordinamento possa essere considerato dissolto, visto che nella comunicazione di ieri dove si dichiara «questa esperienza conclusa».

 

Quindi, chi sta mettendo in piedi il CTS-ombra?

 

Il tutto mentre da una settimana si parla a chiare lettere sui giornali della dissoluzione del CTS romano: «l’emergenza sta finendo – ha detto pubblicamente Fabio Ciciliano, medico della protezione civile e membro del consesso pandemico – lo stato eccezionale non può andare oltre gennaio».

 

Il CTS sta sbaraccando. I giornali dicono che sono le ultime settimane.

 

Quindi il lettore capisca quanto il tempismo della creazione di un CTS-ombra, quando il CTS viene smaterializzato e quindi di ombra non ne può fare, sia cosa straordinaria: fa comprendere che saldi al comando della protesta (per i media) ci sono persone con un quadro preciso della situazione e idee brillanti.

 

Tuttavia, si impone un altro pensiero: e se il CTS ombra fosse da intendere non in senso luministico, ma in senso enologico. Come risaputo, in Veneto e in zone limitrofe è possibile recarsi al bar e dire dàme ‘n’ombra. Significa il desiderio del cliente di un bicchiere di vino. Le origini linguistiche dell‘ombra sono, perdonate il giuoco di parole, oscure.

 

Il Comitato-ombra si occuperà di ombre, cantando ad ogni brindisi «la gente come noi non molla mai»? Vedremo volti di scienziati rubizzi sui palchi delle proteste? La repressione abbandonerà lacrimogeni e manganelli e si doterà di palloncini?

Un’ombra è l’espressione che è possibile utilizzare per significare una bevuta più o meno rapida, in genere limitata nella quantità – desiderare l’ombra dovrebbe voler dire che non si intende consumare una intera bottiglia. Purtuttavia, in alcuni locali, è possibile vedere signori che si susseguono nella richiesta di ombre. Chiedere solo un ombra, comicamente, può essere un mentire a se stessi e al barista, illudendosi di voler bere poco, per poi invece finire ad alzare il gomito molto.

 

Ci chiediamo quindi: il CTS-ombra è da intendersi in questo senso? Il Comitato-ombra si occuperà di ombre, cantando ad ogni brindisi «la gente come noi non molla mai»? Vedremo volti di scienziati rubizzi sui palchi delle proteste? La repressione abbandonerà lacrimogeni e manganelli e si doterà di palloncini?

 

Insomma, Puzzer si fa un CTS, Puzzer nel senso lui-lui, perché non è possibile capire chi altri lo stia mettendo in piedi, quale sigla, ente, gruppo. Il Coordinamento? Il nuovo gruppo? I portuali CLPT? I portuali in generale? I lavoratori? Il popolo italiano tutto?

 

Non lo sappiamo, ma nel frattempo «viva noi». Anzi, «viva me».

 

Cin cin.

 

 

 

 

 

Protesta

Un morto e oltre 100 feriti in una protesta dei giovani del Perù

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Secondo le autorità, violenti scontri antigovernativi avvenuti mercoledì nella capitale peruviana Lima hanno provocato almeno un morto e oltre 100 feriti.

 

La settimana scorsa, il Congresso peruviano ha destituito la presidente Dina Boluarte a seguito dell’indignazione popolare per l’aumento della criminalità e numerosi scandali di corruzione, nominando il capo del Congresso José Jeri come presidente ad interim. Jeri, che ha presentato il suo gabinetto martedì, ha promesso di concentrarsi sulla lotta alla criminalità, ma si è trovato di fronte a proteste che ne chiedevano la rimozione.

 

Mercoledì sera, migliaia di manifestanti, prevalentemente giovani, insieme a rappresentanti sindacali, hanno marciato per le strade di Lima per contestare il nuovo governo di Jeri. La protesta è degenerata in violenza quando i dimostranti hanno cercato di abbattere le barriere di sicurezza fuori dal Congresso, spingendo la polizia antisommossa a intervenire.

 

Secondo i resoconti, i manifestanti hanno attaccato gli agenti con pietre, bombe molotov e fuochi d’artificio, mentre la polizia ha risposto utilizzando gas lacrimogeni e razzi per disperdere la folla.

 

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Lo Jeri ha criticato la protesta sui social media, etichettandola come «irresponsabile» e affermando che criminali si erano infiltrati nella folla per «seminare disordine». Ha assicurato che i colpevoli della violenza dovranno subire «tutto il rigore della legge».

 

Le manifestazioni contro corruzione e criminalità si sono acuite a Lima, dove i casi di estorsione sono passati da poche centinaia annue nel 2017 a oltre 2.000 mensili nel 2025, causando la morte di decine di autisti di autobus e attentati con bombe contro imprese. Questa ondata di violenza ha indotto la proclamazione dello stato di emergenza all’inizio dell’anno.

 

Tuttavia, molti ritengono lo Jeri inadeguato a gestire la crisi. Un sondaggio Ipsos del mese scorso ha rilevato che solo il 5% approva il suo lavoro come presidente del Congresso, mentre quasi l’80% lo critica. Il Perù ha visto sette governi negli ultimi dieci anni, compreso l’ultimo in ordine di tempo.

 

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Protesta

La polizia usa lacrimogeni e idranti contro i manifestanti a Brusselle

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Episodi di protesta con violenza sono emersi durante le manifestazioni delle ultime ore a Brusselle.   Le immagini della protesta mostrano i manifestanti che si scontrano con le forze dell’ordine, lanciano fuochi d’artificio e sventolano bandiere e cartelli.   Poliziotti in tenuta antisommossa sono stati visti utilizzare gas lacrimogeni e cannoni ad acqua per disperdere la folla.  

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Secondo HLN, Gert Truyens, presidente del sindacato CGSLB, ha dichiarato che la manifestazione è stata interrotta a causa degli scontri provocati da una minoranza violenta tra i dimostranti.   «Questi non sono manifestanti, ma individui che causano disordini», ha riportato il giornale.   Durante la giornata, lo sciopero generale ha fortemente compromesso i servizi di trasporto pubblico e ha bloccato le partenze nell’aeroporto principale di Bruxelles.   De Wever, eletto a febbraio, ha proposto misure di austerità per affrontare il crescente deficit di bilancio del Belgio.  

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Protesta

I giovani della generazione Z protestano anche in Marocco: le immagini

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Proteste guidate da giovani per chiedere migliori ospedali e scuole si sono diffuse in diverse città del Marocco nella tarda serata di lunedì. Secondo testimoni e organizzazioni per i diritti umani, decine di persone sono state arrestate a Rabat, Casablanca, Agadir, Tangeri e Oujda.

 

Le manifestazioni, coordinate online dal gruppo informale «GenZ 212» tramite TikTok, Instagram e Discord, hanno visto anche il coinvolgimento di Morocco Youth Voices, che ha invitato i partecipanti a radunarsi pacificamente per stimolare il dibattito sulle politiche sociali.

 

I disordini sono iniziati ad Agadir, dove la frustrazione per le condizioni degli ospedali si è rapidamente propagata tramite i social media ad altre città. L’Associazione Marocchina per i Diritti Umani, citata dall’*AP*, ha riportato oltre 120 arresti nel fine settimana.

 


 

 

 

 

 

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Le autorità hanno smentito le accuse secondo cui i preparativi per la Coppa del Mondo 2030, co-ospitata da Marocco, Spagna e Portogallo, avrebbero sottratto risorse ai servizi essenziali.

 

Il premier marocchino Aziz Akhannouch, anche sindaco di Agadir, ha difeso l’operato del governo: «Abbiamo portato avanti riforme, aumentato la spesa e stiamo costruendo ospedali in tutte le regioni del Paese», ha dichiarato, come riportato dall’agenzia AP. Ha ammesso, tuttavia, che l’ospedale principale di Agadir soffre di carenze croniche e infrastrutture obsolete.

 

La popolazione marocchina è prevalentemente giovane, con metà degli abitanti sotto i 25 anni.

 

Come riportato da Renovatio 21, proteste simili guidate da giovani hanno recentemente scosso altri paesi. In Madagascar, le dimostrazioni per la carenza di energia e acqua hanno portato lunedì allo scioglimento del governo. In Nepal, a inizio settembre, proteste contro il divieto di piattaforme social e la corruzione hanno costretto alle dimissioni il Primo Ministro KP Sharma Oli.

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