Spirito
Sinodo: primo incontro per la stesura dell’Instrumentum laboris

La segreteria generale del Sinodo ha annunciato che, dal 4 al 16 giugno 2024, una ventina di teologi si riuniranno a porte chiuse presso la Curia generale dei gesuiti a Roma, per avviare la stesura dell’Instrumentum laboris – base per le discussioni del Sinodo – il cui la pubblicazione è prevista per la prima decade di luglio.
In questa preparazione minuziosamente calibrata, questo passo mira a individuare il disegno e la struttura di questo strumento di lavoro che sarà utilizzato dai 364 membri del Sinodo dal 2 al 27 ottobre nel corso della seconda sessione, che si terrà un anno dopo la prima.
L’équipe internazionale riunita – composta secondo La Croix da una quindicina di teologi provenienti da tutto il mondo – dovrà lavorare sui documenti già elaborati dall’ultima sessione.
Si tratta anzitutto dei contributi delle diverse Chiese locali «rivolti a Roma durante i primi mesi del 2024 attraverso le conferenze episcopali» che hanno prodotto la sintesi prima di inviarla alla Segreteria del Sinodo.
Ma altri organismi sono stati chiamati a preparare la documentazione da fornire ai teologi che hanno iniziato il loro lavoro. Così, università, associazioni di fedeli, ma anche comunità o singoli individui hanno potuto inviare il loro rapporto.
Bisogna aggiungere anche «le relazioni presentate dai sacerdoti che hanno partecipato all’incontro “Parroci per il Sinodo”, organizzato a Roma dal 29 aprile al 2 maggio», specifica cath.ch. E infine i cinque gruppi «formati a metà marzo, per riflettere sul governo della Chiesa», ricorda La Croix.
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I lavori si sono concentrati, secondo il documento costitutivo della Segreteria Generale del Sinodo, sul «volto sinodale missionario della Chiesa locale (I), dei gruppi ecclesiali (II) e della Chiesa universale (III), nonché sul metodo sinodale (IV) e infine sul “posto” della Chiesa sinodale nella missione (V)». Il primo punto riguarda i vescovi, il secondo lo statuto delle conferenze episcopali e il terzo il ruolo della Curia, dell’ecumenismo e delle Chiese d’Oriente.
Il cardinale Mario Grech, riferisce cath.ch, ha spiegato che il gruppo di esperti (dogmatica, ecclesiologia, teologia pastorale, diritto canonico), analizza tutto il materiale: «Non lasciamo nulla al caso. Ogni documento deve essere letto attentamente con l’obiettivo di proporre, al termine del processo, un testo che rifletta il lavoro, le domande e le idee preconcette di base».
Ma, spiega padre Giacomo Costa, gesuita, sempre secondo gli stessi media, che non si tratta ancora di redigere l’Instrumentum laboris, ma piuttosto di effettuare una «prima analisi dei rapporti e delle buone pratiche messe in atto da parte delle comunità locali», e di un discernimento comune, al fine di preparare il terreno per la stesura del documento.
In ogni caso, due cose sono abbastanza evidenti: degli elementi annunciati come non da discutere – come la benedizione delle coppie irregolari – o su cui il Papa si è recentemente espresso – come il diaconato femminile – sono registrati in numerosi documenti inviato a Roma. Che dire di questi elementi? Verranno discussi?
Se sì, gli annunci non hanno alcun valore. In caso contrario, perché non ascoltare la base? In ogni caso, sorgono costantemente contraddizioni. Del resto è evidente, soprattutto alla luce dei Sinodi precedenti, che il Papa sa dove va, qualunque cosa faccia l’Assemblea sinodale, che diventa solo pretesto per la sua “politica”.
Chi vivrà vedrà… Ma la catastrofe, insita in questo tipo di processo che può solo portare a problemi, è ormai sulla buona strada.
Articolo previamente apparso su FSSPX.news.
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Immagine di Ank Kumar via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Spirito
Mons. Viganò: «chi aderisce al Concilio si rende responsabile della demolizione della Chiesa»

«Si definì “secondo” per far credere che si ponesse in continuità con il perenne Magistero Cattolico, così da poterlo adulterare usurpando l’Autorità della Chiesa e del Romano Pontefice» continua monsignore. «Pose le basi pseudo-dottrinali della odierna “chiesa sinodale” che intende sovvertire la costituzione gerarchica della Chiesa e il Papato». «Chi aderisce consapevolmente a questo “concilio” si rende responsabile della demolizione della Chiesa Cattolica e ratifica con la propria complicità il golpe conciliare e sinodale».Sessantatre anni fa, in questo giorno, venne solennemente aperto il Concilio Ecumenico Vaticano II, il primo “concilio” della chiesa che da esso prende il nome – la “chiesa conciliare” appunto. – Esso fu “concilio” perché volle “conciliare” Dio e mondo, Cristo e Belial, vero e… pic.twitter.com/c87pPRz84a
— Arcivescovo Carlo Maria Viganò (@CarloMVigano) October 11, 2025
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Spirito
Scontri tra Pakistan e Afghanistan

Sabato si sono verificati intensi scontri lungo il confine tra Afghanistan e Pakistan, confermati da entrambe le parti, a seguito di accuse reciproche di violazioni dello spazio aereo e attacchi.
Il ministero della Difesa afghano ha dichiarato che le sue forze hanno condotto «operazioni di ritorsione efficaci» contro postazioni di sicurezza pakistane lungo la Linea Durand, in risposta a quelli che ha definito ripetuti attacchi aerei pakistani. La dichiarazione, condivisa su X dal portavoce Enayat Khowarazm, ha precisato che l’operazione si è conclusa intorno a mezzanotte.
Un funzionario provinciale pakistano, Jan Achakzai, ha confermato gli scontri, scrivendo su X che le forze pakistane hanno risposto con decisione all’«aggressione afghana», affermando che le forze afghane hanno compiuto attacchi non provocati in cinque o sei località lungo il confine, colpendo avamposti pakistani.
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La risposta dell’esercito pakistano è stata così intensa da costringere gli aggressori afghani a ritirarsi, lasciando vittime sul campo. Achakzai ha aggiunto che «i confini del Pakistan sono sicuri» e che il governo afghano non dovrebbe scambiare il desiderio di pace del Pakistan per debolezza.
Nessuna delle due parti ha fornito dettagli sulle vittime, e le affermazioni non possono essere verificate indipendentemente al momento.
L’episodio segue le esplosioni di giovedì a Kabul, che le autorità afghane hanno attribuito ad attacchi aerei pakistani, non confermati da Islamabad.
L’aumento delle tensioni tra i due Paesi è legato a questioni di sicurezza dei confini e alle attività dei militanti. Islamabad accusa Kabul di offrire rifugio ai combattenti del Tehreek-e-Taliban Pakistan (TTP), accuse respinte dall’amministrazione talebana.
Gli scontri avvengono mentre il Ministro degli Esteri afghano Amir Khan Muttaqi è in visita in India per colloqui volti a rafforzare le relazioni diplomatiche ed economiche con Nuova Delhi. I funzionari afghani hanno dichiarato che il viaggio rientra negli sforzi per ampliare la cooperazione regionale.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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