Economia
Settimana bianca senza green pass e restrizioni. Tranne che in chiesa

Un lettore lombardo, padre di famiglia, ci racconta la sua esperienza con un’attività oramai sconosciuta a molti di noi: il turismo.
In particolare, qui, si parla del turismo di montagna, notoriamente piagato già l’anno scorso dai lockdown a sorpresa indetti da Speranza e compagni propri nei giorni di apertura della stagione.
«Noi abbiamo avuto il COVID a inizio febbraio, e tra genitori e bambini ci siamo trascinati in quarantena per 25 giorni (dal 31 gennaio al 24 febbraio)» scrive il lettore.
«Dopo una così lunga clausura forzata abbiamo approfittato delle vacanze scolastiche del Carnevale per fare una settimana sulla neve, sfruttando la casa di parenti in montagna. Inoltre fin dal 2020 avevamo un pacchetto di lezioni di sci per i bambini, mai utilizzate per via della pandemia. Così dopo la quarantena, per respirare un po’ e soprattutto per staccare da tutta questa follia, abbiamo approfittato delle varie concomitanze favorevoli».
«Siamo quindi stati in Lombardia, in una nota località sciistica, per 7 giorni. La prima cosa che ho notato è che, rispetto a qualche mese fa, le persone sono meno “ansiose” verso le misure sanitarie. Se infatti fino all’estate scorsa andando in Lombardia si aveva l’impressione che la gente avesse subito il lavaggio del cervello (tutti con la mascherina anche all’aperto), ora solo pochissime persone la indossavano».
«Inoltre, nonostante sia entrato in vari negozi non alimentari (ferramenta, noleggio sci, scuola sci, biglietteria skipass, bar…) nessuno ci ha mai chiesto il green pass. Tutti esponevano il cartello indicante la necessità di avere il marchio verde, ma evidentemente gli affari non vanno troppo bene e si sono astenuti dal chiedermi alcunché».
«Dico che gli affari non vanno bene perché sulle piste, nonostante la settimana di carnevale con i bambini a casa, c’era davvero poca gente: qualche straniero (per lo più francesi) e italiani “locali”».
«Anche i parenti ci hanno confermato indirettamente che la stagione per la stazione sciistica non sia stata delle migliori, in quanto se a Natale sulle piste c’erano controlli del green pass, mentre ora nulla (anzi, devo anche dire che non solo sulle piste, ma anche nella biglietteria dello skipass e nel negozio di noleggio sci le mascherine erano un optional)».
C’è un luogo dove, tuttavia, le restrizioni non vengono mai dimenticate.
«Purtroppo il posto più ligio alle regole COVID è stata la parrocchia dove siamo stati a messa: due addetti all’ingresso ci hanno “gentilmente” spruzzato le mani di disinfettante, verificato la mascherina d’ordinanza e in chiesa facevano sedere in modo distanziato».
«Quindi eccetto la chiesa, è stata una settimana (quasi) normale»
Avevamo pochi dubbi.
Il lettore scrive qualcosa di importante: se è vero che è possibile trovare con la propria famiglia ancora un po’ di sollievo, è impossibile rimanere indifferenti davanti alla catastrofe socioeconomica in corso.
«Se a livello familiare la settimana di vacanza ha certamente avuto un bilancio positivo, a livello sociale devo confessare parecchia tristezza: vedere i parcheggi semivuoti (noi siamo sempre riusciti a parcheggiare vicinissimi agli impianti di risalita), la poca gente sulle piste e la desolazione nei bar e negozi in uno dei periodi di punta dell’anno sciistico, quello del Carnevale (che in Lombardia dura tutta la settimana), è stato davvero deprimente».
La depressione non è solo nell’animo: è nella società e nell’economia tutta.
La guerra stupidamente innescata dai provocatori non farà altro che prolungarla ed aggravarla. Razionamenti, attività «non essenziali», terrore…
Tuttavia, non vi resta nemmeno pregare in chiesa: quello è un luogo in cui il verbo della distruzione sociale è predicato e agito in modo diretto.
Cina
La Cina impone controlli sulle esportazioni di tecnologie legate alle terre rare

Il ministero del Commercio cinese, ha annunciato il 9 ottobre che imporrà controlli sulle esportazioni di tecnologie legate alle terre rare per proteggere la sicurezza e gli interessi nazionali. Lo riporta il quotidiano del Partito Comunista Cinese in lingua inglese Global Times.
Questi controlli riguardano «l’estrazione, la fusione e la separazione delle terre rare, la produzione di materiali magnetici e il riciclaggio delle risorse secondarie delle terre rare». Le aziende potranno richiedere esenzioni per casi specifici. In assenza di esenzioni, il ministero della Repubblica Popolare obbligherà gli esportatori a ottenere licenze per prodotti a duplice uso non inclusi in queste categorie, qualora sappiano che i loro prodotti saranno utilizzati in attività connesse alle categorie elencate.
Il precedente tentativo del presidente statunitense Donald Trump di avviare una guerra tariffaria con la Cina si è rivelato un fallimento, principalmente a causa del dominio preponderante della Cina nell’estrazione e nella lavorazione dei minerali delle terre rare. Delle 390.000 tonnellate di ossidi di terre rare estratti nel 2024, la Cina ne ha prodotte circa 270.000, rispetto alle 45.000 tonnellate degli Stati Uniti, e detiene circa l’85% della capacità di raffinazione globale.
Sostieni Renovatio 21
La decisione odierna della Cina avrà certamente un impatto a Washington, soprattutto in vista dell’incontro tra i presidenti Donald Trump e Xi Jinping previsto per fine mese. Oggi si è registrata una corsa all’acquisto delle azioni di MP Materials, il principale concorrente statunitense della Cina nella produzione di terre rare.
All’inizio dell’anno, il dipartimento della Difesa statunitense aveva investito in MP Materials, dopo che Trump aveva evidenziato il divario tra Stati Uniti e Cina. Tuttavia, tale investimento è stato considerato insufficiente e tardivo.
Come riportato da Renovatio 21, nel 2024 i dati mostravano che i profitti sulla vendita delle terre rare cinesi erano calati. È noto che Pechino sostiene l’estrazione anche illegale delle sostanze anche in Birmania.
Secondo alcune testate, tre anni fa vi erano sospetti sul fatto che il Partito Comunista Cinese stesse utilizzando attacchi informatici contro società di terre rare per mantenere la sua influenza nel settore.
Le terre rare, considerabili come sempre più necessarie nella corsa all’Intelligenza Artificiale, sono la centro anche del turbolento accordo tra l’amministrazione Trump e il regime di Kiev.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine di pubblico dominio CCo via Wikimedia
Economia
Ritrovato morto a Kiev un trafficante di criptovalute

Sostieni Renovatio 21
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Cina
Trump: gli USA imporranno dazi del 100% alla Cina

Il presidente Donald Trump ha dichiarato che, a partire dal 1° novembre 2025, gli Stati Uniti applicheranno dazi del 100% sui prodotti cinesi, in reazione a quelle che ha definito restrizioni commerciali «straordinariamente aggressive» introdotte da Pechino.
Giovedì, la Cina ha reso noti nuovi controlli sulle esportazioni di minerali strategici con applicazioni militari, giustificando la misura come necessaria per tutelare la sicurezza nazionale e adempiere agli obblighi internazionali, inclusi quelli legati alla non proliferazione.
In un messaggio pubblicato venerdì su Truth Social, Trump ha accusato la Cina di aver assunto «una posizione estremamente ostile in materia di commercio», annunciando l’intenzione di imporre «controlli su larga scala sulle esportazioni di quasi tutti i prodotti che producono, inclusi alcuni non realizzati da loro», secondo una comunicazione inviata a livello globale. Tali misure, ha sottolineato il presidente, avrebbero impatto su tutti i paesi «senza eccezioni».
Aiuta Renovatio 21
«In risposta a questa posizione senza precedenti della Cina, gli Stati Uniti imporranno un dazio del 100% sui prodotti cinesi, in aggiunta a qualsiasi tariffa attualmente in vigore», ha scritto Trump, specificando che, dalla stessa data, saranno introdotti controlli sulle esportazioni di «qualsiasi software critico».
Ad agosto, Stati Uniti e Cina avevano concordato una tregua tariffaria di 90 giorni, che ha ridotto i dazi americani sui prodotti cinesi dal 145% al 30% e quelli cinesi sui prodotti americani dal 125% al 10%. Questa tregua scadrà a novembre. Trump ha definito la mossa di Pechino «assolutamente inaudita nel commercio internazionale» e «una vergogna morale nei rapporti con altre nazioni», precisando di parlare esclusivamente a nome degli Stati Uniti, non di altre nazioni similmente minacciate.
L’annuncio ha provocato un forte impatto sui mercati globali, con un crollo delle borse statunitensi nella giornata di venerdì. Come visibile nella finance card sopra, l’indice S&P 500 ha registrato un calo del 2,7%, segnando la peggiore perdita giornaliera da aprile, mentre il Dow Jones Industrial Average è sceso di circa 900 punti, pari all’1,9%.
Il NASDAQ, fortemente legato al settore tecnologico, ha subito un ribasso del 3,6%, con gli investitori che hanno venduto titoli ad alta crescita, particolarmente vulnerabili alle interruzioni nelle catene di approvvigionamento cinesi.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
-
Persecuzioni2 settimane fa
Il ministro israeliano Katz: suore e clero cristiano saranno considerati terroristi se non lasceranno Gaza
-
Immigrazione2 settimane fa
Mons. Viganò: storia delle migrazioni di massa come ingegneria sociale
-
Spirito2 settimane fa
Viganò: «Leone ambisce al ruolo di Presidente del Pantheon ecumenico della Nuova Religione Globale di matrice massonica»
-
Ambiente2 settimane fa
Cringe vaticano ai limiti: papa benedice un pezzo di ghiaccio tra Schwarzenegger e hawaiani a caso
-
Cancro1 settimana fa
Tutti i vaccini contro il COVID aumentano il rischio di cancro, conclude un nuovo studio
-
Civiltà2 settimane fa
«Pragmatismo e realismo, rifiuto della filosofia dei blocchi». Il discorso di Putin a Valdai 2025: «la Russia non mostrerà mai debolezza o indecisione»
-
Salute2 settimane fa
I malori della 40ª settimana 2025
-
Spirito1 settimana fa
Il vescovo Schneider: i cattolici devono adorare Cristo, non l’ideologia LGBT o l’agenda climatica