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Droni

Scienziati cinesi schierano un’antilope robotica in Tibet

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Alcuni ricercatori cinesi hanno utilizzato un robocane travestito per osservare più da vicino la vita della rara antilope tibetana. Lo riporta l’agenzia di stampa statale cinese Xinhua.

 

La creatura elettromeccanica ha effettuato con successo un test a fine luglio nella riserva naturale nazionale di Hoh Xil, situata a un’altitudine di oltre 4.600 metri nel Tibet cinese, ha affermato martedì l’agenzia.

 

Il nuovo arrivato, progettato per assomigliare alla struttura scheletrica dell’antilope tibetana e ricoperto di pelliccia artificiale ricavata da campioni prelevati dagli animali, è stato rapidamente accettato nella mandria, inconsapevole dell’orrore a cui la comunità ruminante andava incontro – una vera situazione da Invasione degli ultracorpi, ma per ungulati.

 

Durante l’esperimento durato tre giorni, la roboantilope è riuscita solo a filmare le bestie al pascolo, anche se gli scienziati sperano che in futuro riuscirà a catturare immagini più spettacolari, tra cui quelle degli animali che partoriscono.

 

«L’obiettivo finale è garantire la migrazione sicura delle antilopi tibetane, con il minimo intervento umano», ha dichiarato a Xinhua Lian Xinming, ricercatore presso il Northwest Institute of Plateau Biology dell’Accademia cinese delle scienze.

 

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La decisione di utilizzare la macchina è stata presa perché le antilopi tibetane sono difficili da studiare a causa del freddo e della carenza di ossigeno, condizioni in cui gli esseri umani non possono rimanere a lungo. Questi animali sono anche molto sensibili, e un contatto ravvicinato con l’uomo comporta il rischio di stress e persino di aborto spontaneo per le femmine gravide. Allo stesso tempo, rappresentano uno degli indicatori ecologici più importanti dell’altopiano del Qinghai-Tibet, hanno spiegato gli scienziati.

 

Secondo quanto riportato da Xinhua, l’idea di creare un’antilope tibetana robotica è venuta ai ricercatori dopo aver osservato un gruppo di robot esibirsi in una danza al Gala televisivo della Festa di Primavera di febbraio.

 

I produttori del robot quadrupede utilizzato nell’esperimento hanno affermato che il loro hardware è specificamente «progettato per funzionare in ambienti pericolosi e complessi, compresi terreni estremamente difficili». Durante la prova, la macchina ha percorso circa 2 km su terreni impervi, superando vari ostacoli, ha affermato Xinhua.

 

L’antilope tibetana era una specie in via di estinzione, cacciata dai bracconieri per il suo sottopelo estremamente morbido, leggero e caldo. Tuttavia, gli sforzi di conservazione delle autorità cinesi hanno visto il loro numero crescere da circa 70.000 esemplari negli anni ’90 a quasi 300.000, secondo i dati governativi.

 

Non si tratta del primo roboquadrupede che i cinesi hanno portato in Himalaya. La Repubblica Popolare aveva infatti già schierato anni fa sul complesso e violento confine cino-indiano un ulteriore terribile ruminante artificiale, il roboyak.

 

L’impiego militare di robocani da parte della RPC è cosa notissima ai lettori di Renovatio 21. Durante le esercitazioni congiunte Golden Dragon 2024 con la Cambogia del maggio scorso, l’Esercito Popolare di Liberazione della Cina ha mostrato una serie di robot militari, tra cui una macchina cinoide comandata a distanza e dotata di un fucile d’assalto e in grado di pianificare autonomamente i propri percorsi ed evitare gli ostacoli.

 

Come riportato da Renovatio 21, la Cina ha fatto capire di star preparandosi per l’implementazione militare dei robot killer già per la prossima guerra.

 

Come riportato da Renovatio 21, mesi fa l’Esercito Popolare di Liberazione (EPL) – cioè le forze armate della Repubblica Popolare Cinese – ha dato dimostrazione delle capacità di un robocane dotato di fucile d’assalto. Un’evoluzione emersa negli ultimi tempi, sempre in ambito cinese, è quella del robocane su ruote.

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Varie volte i cinesi hanno mostrato le capacità di allevamento di robocani, pubblicando video di branchi minacciosi che si muovono in armonia. Un video particolarmente inquietante mostra un robocane armato essere trasportato in cima ad un palazzo da un drone.

 

La Cina schiera di fatto già da tempo robot militari volanti impressionanti. È il caso degli sciami di droni autonomi assassini in grado di inseguire ed eliminare esseri umani anche tra le foreste di bambù, studiati dall’Università del Zhejiang. Si tratta della realizzazione di veri e propri slaughterbots.

 

L’utilizzo dei robot non è limitato, ovviamente, alla sfera militare, essendo già tracimato in quello della sorveglianza della popolazione nazionale stessa.

 

Come riportato da Renovatio 21, i robocani hanno pattugliato le strade di Shanghai durante il colossale lockdown della primavera 2022, dove per sorvegliare e punire i 26 milioni di abitanti usarono, oltre agli androidi quadrupedi, anche droni che volevano tra i palazzi ripetendo frasi come «contieni la sete di libertà del tuo spirito».

 

Gli orientali sembrano amare progetti di ungulati robotici. Come riportato da Renovatio 21, nel 2022 la zaibatsu giapponese Kawasaki, nota specialmente per le motociclette, ha presentato ad una fiera internazionale una capra-robot cavalcabile.

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Immagine screenshot da Twitter

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Droni

Funzionari UE ammettono: il «muro di droni» è una trovata pubblicitaria

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Il progetto dell’UE di creare un cosiddetto «muro dei droni» per contrastare presunte incursioni russe è in gran parte un gesto simbolico, ostacolato da numerose difficoltà, come riferito mercoledì da fonti vicine alla questione. Lo riporta Bloomberg.   Di recente, funzionari occidentali hanno segnalato diverse violazioni dello spazio aereo dell’UE da parte di droni. Sebbene i membri dell’Unione abbiano evitato accuse dirette, i media hanno speculato su un possibile coinvolgimento della Russia, ipotesi sempre smentita da Mosca.   Bloomberg scrive che questi episodi hanno spinto Bruxelles a valutare contromisure, tra cui un sistema coordinato a livello europeo, definito «parete di droni», per rilevare e neutralizzare i droni.   Tuttavia, un funzionario anonimo ha dichiarato all’agenzia che il progetto appare come un’«etichetta pubblicitaria» che nasconde una realtà complessa. Un ostacolo significativo sarebbe la gestione di una barriera per droni in uno spazio aereo affollato da voli passeggeri e merci, con il rischio di danni collaterali.

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Un’altra sfida è determinare chi coordinerà l’iniziativa, secondo alcune fonti citate dalla testata economica neoeboracena, che evidenzia come il progetto potrebbe distogliere l’attenzione dalla dipendenza dell’UE dagli Stati Uniti per la difesa aerea, soprattutto considerando che il presidente Donald Trump sta esortando i membri della NATO ad assumersi maggiori responsabilità per la propria sicurezza.   Come riportato da Renovatio 21, si è parlato di una cifra stanziabile per il «muro di droni» di 6 miliardi euro circa.   Il finanziamento rappresenta un nodo cruciale: secondo quanto riportato, Berlino prevede un acceso dibattito al prossimo vertice UE di Copenaghen su come finanziare i progetti di difesa. Sebbene la Germania stia aumentando la spesa militare e si aspetti lo stesso dagli altri membri, si oppone fermamente a un indebitamento congiunto, sottolinea il rapporto.   Il Financial Times ha riferito che alcuni paesi occidentali e meridionali dell’UE sono insoddisfatti, temendo che il finanziamento del «muro dei droni» favorisca principalmente i paesi più vicini alla Russia. Per questo, i funzionari dell’UE starebbero cercando soluzioni per rendere l’accordo più allettante per i membri riluttanti.   Il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha criticato il progetto, dichiarando che «costruire muri è sempre un errore, come dimostra la storia. È deplorevole che la politica militarista e conflittuale dell’Ucraina» possa ora portare a nuove barriere in Europa.   Come riportato da Renovatio 21, la Danimarca nelle scorse ore ha comunicato la mobilitazione dei riservisti dopo l’allarme dei droni degli scorsi giorni, che avevano interessato anche una base aerea danese che ospita gli F-35. Avvistamenti di droni la settimana scorsa avevano fatto chiudere aeroporti in Danimarca e Norvegia e Francia.   Pochi giorni fa vi è stata una violenta esplosione in un’area industriale del Sud-Ovest dell’Inghilterra, Swindon, dove si prevede sorgerà una fabbrica di droni.  

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Droni

Il capo della Ryanair chiede le dimissione dell’«inutile» Ursula von der Leyen

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L’amministratore delegato di Ryanair, Michael O’Leary, ha aspramente criticato Bruxelles per non aver difeso gli aeroporti dell’Unione dai droni, chiedendo le dimissioni della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Ha sostenuto che i droni non autorizzati, causa di interruzioni al traffico aereo, dovrebbero essere abbattuti.

 

Nelle ultime settimane, misteriosi avvistamenti di droni hanno colpito l’Unione, con alcuni media e funzionari occidentali che ipotizzano un coinvolgimento della Russia, ipotesi respinta da Mosca. Von der Leyen ha proposto l’idea di un «muro di droni» nel suo discorso sullo stato dell’Unione il mese scorso, un concetto ripreso durante un vertice informale dell’UE in Danimarca questa settimana.

 

In un’intervista a Politico, pubblicata mercoledì, O’Leary ha liquidato la proposta. «Non credo che un muro di droni abbia alcun effetto», ha dichiarato, sottolineando che i responsabili potrebbero facilmente operare dall’interno del paese interessato. O’Leary ha accusato Bruxelles di inattività e ha richiesto misure più drastiche contro la presunta minaccia dei droni.

 

«Perché non abbattiamo questi droni? Sono destabilizzanti e chiediamo un intervento», ha affermato. «Non ho fiducia nei leader europei che se ne stanno seduti a bere tè e mangiare biscotti… Non ho fiducia in von der Leyen. È inutile e dovrebbe dimettersi».

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Come riportato da Renovatio 21, O’Leary nel 2024 aveva attaccato la politica dell’immigrazione UE affermando che il sistema di asilo è «una truffa completa» e che tali individui «non sono rifugiati» perché arrivano da Paesi sicuri e poi gettano i loro passaporti nel water.

 

«Sì, perché li scaricano nel WC, arrivano all’aeroporto di Dublino e li scaricano nel WC», aveva dichiarato il CEO della celebre aerolinea irlandese alla radio Newstalk. «Si presentano qui… è una truffa completa e questi non sono rifugiati, una delle cose che mi fa impazzire in Irlanda è che trattiamo le persone come rifugiati che provengono dal Regno Unito o dalla Francia», si era lamentato il notissimo managerro.

 

«Nessuno è arrivato in Irlanda dall’Afghanistan o dal Kenya o dalla Nigeria o dalla Siria con un volo diretto perché non ce ne sono, quindi non stai fuggendo dalle persecuzioni nel Regno Unito o in Germania», aveva aggiunto l’O’Leary.

 

«Dovremmo prenderci cura dei rifugiati, ho grande simpatia per gli ucraini, ma le persone che arrivano qui dal Regno Unito, dalla Francia o da altri Paesi dell’UE, dovremmo rimandarle indietro dicendo, qui, nei paesi dell’UE da cui provieni».

 

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Immagine di World Travel and Tourism Council via Flickr pubblicata su licenza CC BY 2.0

 

 

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Droni

La Danimarca mobilita i riservisti dopo l’allarme dei droni

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La Danimarca ha richiamato centinaia di riservisti per rafforzare la sicurezza a seguito di misteriosi avvistamenti di droni vicino a siti strategici, secondo quanto riportato martedì dall’emittente TV2.   La settimana scorsa, l’aeroporto di Aalborg, che funge anche da base militare, ha sospeso temporaneamente il traffico aereo dopo che droni non identificati sono stati avvistati vicino alla pista, l’ultimo di una serie di episodi inspiegabili. Un altro presunto avvistamento è avvenuto presso la base che ospita i caccia danesi F-16 e F-35. Ad Aalborg, nonostante ore di monitoraggio, i droni non sono stati identificati. Pochi giorni prima, l’aeroporto di Copenaghen, il più trafficato della regione nordica, aveva sospeso i voli per ore a causa di avvistamenti simili.   Secondo TV2, domenica il Comando delle Forze Armate danesi ha emesso un ordine riservato per richiamare parte delle forze di riserva in risposta alla «complessa situazione» legata ai voli di droni. Sarebbero stati convocati diverse centinaia di riservisti, anche se il numero esatto non è stato reso noto. La Danimarca non pubblica dati recenti sulla riserva, ma nel 2013 l’Organizzazione principale per il personale di riserva stimava circa 3.000 unità. Il Comando della Difesa non ha risposto alle richieste di commento di TV2.

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In seguito agli avvistamenti, la Danimarca ha imposto un divieto temporaneo sui droni civili, con sanzioni che includono multe o fino a due anni di carcere per i trasgressori. Il divieto resterà in vigore fino a venerdì, mentre il Paese, che detiene la presidenza di turno dell’UE, ospita una riunione informale del Consiglio europeo a Copenaghen. Si prevede che l’incontro discuterà di un’iniziativa per un «muro dei droni» a livello UE, proposta avviata la settimana scorsa dopo presunte violazioni dello spazio aereo in Polonia, Estonia e Romania, attribuite senza prove alla Russia.   Mosca ha negato qualsiasi coinvolgimento nelle violazioni dello spazio aereo. Sabato, durante un discorso alle Nazioni Unite, il Ministro degli Esteri Sergej Lavrov ha definito le accuse «allarmismo» occidentale. «La Russia è accusata di aver quasi pianificato un attacco ai paesi della NATO e dell’UE. Il presidente Putin ha ripetutamente smentito queste provocazioni», ha dichiarato. «Non dirigiamo mai i nostri droni o missili contro stati europei, membri dell’UE o paesi della NATO». Lavrov ha aggiunto che, in casi precedenti in cui la Russia è stata accusata, «si è scoperto che erano stati gli ucraini ad attaccare».   Come riportato da Renovatio 21, il fenomeno dei droni misteriosi si è materializzato anche in Norvegia e in Francia.

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Immagine 7th Army Training Command via Flickr pubblicata su licenza CC BY 2.0  
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