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Spirito

«Satana colpisce il Santissimo Sacramento». Mons. Viganò, omelia del Corpus Domini

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Renovatio 21 pubblica l’omelia dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò in occasione della festa esterna del Corpus Domini.

 

 

 

 

Pignus futuræ gloriæ

Omelia nella solennità esterna del Corpus Domini, II Domenica dopo Pentecoste

 

 

Se nascens dedit socium,
Convescens in edulium,
Se moriens in pretium,
Se regnans dat in præmium.

Nascendo si è fatto simile a noi,
nel banchetto si è fatto cibo,
nella morte prezzo di redenzione,
regnando nostro premio.

Hymn. Verbum supernum prodiens ad Mat. 

 

L’ufficio del Corpus Domini fu composto da San Tommaso d’Aquino. Una pia tradizione vuole che il Doctor Angelicus ne abbia trascritto i testi appoggiando l’orecchio al tabernacolo, quasi sotto dettatura del Signore Eucaristico. Tutta la Liturgia di oggi è un canto al Santissimo Sacramento, indissolubilmente legato al Sacrificio della Messa e al Sacerdozio.

 

Nell’antifona O sacrum convivium, l’Aquinate definisce il Santissimo Sacramento – e implicitamente con esso, appunto, la Santa Messa in cui è consacrato – Pignus futuræ gloriæ, pegno di gloria futura.

 

In che cosa l’Augustissimo Sacramento dell’Altare è pegno, ossia promessa vincolante, della gloria eterna del Cielo? Anzitutto nel rendere realmente presente, sotto le specie eucaristiche, il Corpo, il Sangue, l’Anima e la Divinità di Nostro Signore Gesù Cristo. L’Ascensione del Salvatore non ci ha privato della Sua presenza in terra: Non derelinquam vos orphanos (Gv 14, 18), ha detto agli Apostoli.

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E la promessa è ribadita a Pietro e agli Apostoli insieme al Non prævalebuntEcce ego vobiscum sum omnibus diebus usque ad consummationem sæculi (Mt 18, 20). E dove mai potremmo noi trovare ogni giorno il Signore, se non nel tabernacolo delle nostre chiese? È lì che il divino Prigioniero ha voluto essere: esposto all’adorazione dei fedeli, ma anche alla trascuratezza dei Suoi Ministri o addirittura alla profanazione degli empi. Spesso introvabile, nascosto in un angolo appartato, quasi i servi si vergognassero del loro Padrone dinanzi al turista o all’incredulo che considera la Casa di Dio come un museo, un luogo in cui fotografare distrattamente gli splendori dell’arte sacra senza comprendere per Chi sono stati fatti e cosa ha mosso le anime a quelle vette di bellezza.

 

Ma se tante sono le chiese abbandonate in cui il Signore Eucaristico non riceve gli onori che Gli spettano, non sono poche nemmeno le chiese in cui tante anime buone adorano il Santissimo Sacramento, Gli rendono visita, Gli aprono il cuore per le proprie e le altrui preoccupazioni. Vi è anche qualche sacerdote – in mezzo a molti che passano più tempo su internet che a pregare – che rimane davanti al tabernacolo, dove recita il Breviario o la Corona del Rosario, o dove affida al Signore le anime del suo gregge.

 

Se rimanessimo ad osservare in disparte queste oasi benedette di fede e di carità, potremmo stupirci nel vedere inginocchiati molti giovani, tanti uomini e persone che per il loro aspetto esteriore non si direbbe siano nemmeno Cristiani, ma che per qualche insondabile mistero della Grazia sono vicini al Signore, non si vergognano di venirLo a pregare, anche solo a «farGli compagnia», come qualsiasi persona farebbe con un amico.

 

La crisi che stiamo attraversando non è la prima che la Santa Chiesa affronta. Già in passato Satana ha cercato di colpire il Santissimo Sacramento, la Messa e il Sacerdozio. Pensiamo alle migliaia di martiri uccisi per la loro Fede nel Santo Sacrificio o nella Presenza Reale, all’eresia protestante, alle cosiddette «riforme» di Lutero e di altri eresiarchi, sempre incentrate sulla Messa, per renderla un’agape fraterna, una cena e non il Sacrificio di Nostro Signore.

 

Non stupiamoci dunque se il Maligno ripropone uno schema che ha già dimostrato di funzionare in passato: l’attacco sarà sempre alla Messa, alla Presenza Reale, al Sacerdozio Cattolico. Perché la Messa e l’Eucaristia sono un καθῆκον all’avvento dell’Anticristo. L’ultima persecuzione da parte dell’Anticristo, infatti, avverrà quando – secondo la profezia di Daniele – sarà abolito il sacrificio perenne e sarà collocata l’abominazione della desolazione (Dan 12, 11).

 

Se non siamo ancora giunti alla fine dei tempi, lo dobbiamo certamente all’intercessione della Vergine Maria e di tutti i Santi in Paradiso, alla preghiera delle Anime del Purgatorio in nostro favore, ma anche – e direi soprattutto – a molte anime che su questa povera terra adorano e onorano il Santissimo Sacramento; e ai sacerdoti che Lo rendono presente nella Santa Messa e Lo amministrano ai fedeli.

 

Ecco il pegno di gloria futura che già anticipa in questo mondo la Liturgia perenne del Cielo, perché il Santo Sacrificio della Messa, tanto nello splendore di una basilica quanto nella clandestinità di una soffitta, apre le porte della Gerusalemme Celeste. Sopra ogni altare scende lo Spirito Santo, mentre la Santissima Trinità ratifica quel Sacrificio e ne riversa le infinite Grazie sulla Chiesa. L’intera Corte angelica adora l’Uomo-Dio in ogni Ostia consacrata, in ogni calice offerto.

 

E quando la Fede vacilla nei fedeli o addirittura nei Ministri, quando l’eresia viene a seminare divisione e morte tra le schiere dei credenti, quando l’incredulità o l’indifferenza prendono il posto del fervore e della devozione verso l’Augustissimo Sacramento, ecco che la Provvidenza – anziché colpire con la folgore l’empio che profana le Specie Eucaristiche – compie nuovi miracoli, mostra la viva Carne del Salvatore, il muscolo palpitante del Cuore, il Sangue dell’Agnello immolato. I Santuari Eucaristici di tutto il mondo testimoniano come la Maestà di Dio continui a moltiplicare i prodigi e i segni che provano l’origine divina della Chiesa e che rendono non solo credibile, ma da credersi la Rivelazione di Cristo di cui essa è custode.

 

Poco distante da qui, ebbe luogo nel 1263 il famoso miracolo di Bolsena durante il quale un sacerdote boemo, celebrando la Messa, vide sgorgare sangue dall’Ostia durante la Consacrazione, macchiando il corporale. Il Duomo di Orvieto costruito nel 1290, fu edificato proprio per custodire questo miracolo.

 

 

Dal miracolo di Roma del 595 (dove durante una messa celebrata da Papa Gregorio Magno nella basilica Santa Pudenziana, le specie del pane si trasformate in carne e sangue) ad oggi, la Chiesa ha riconosciuto come di origine più di cento miracoli: pensiamo a quelli di Lanciano, Ferrara, Rimini, Alatri, Siena, Firenze, Parigi, Amsterdam, Cracovia, Bruxelles e tanti altri… Ad ogni occasione il culto eucaristico rinasceva a nuovo vigore, la Fede del popolo ne era risvegliata, le anime tornavano a Dio.

 

Nel pellegrinaggio terreno attraverso il deserto di un mondo ostile, l’uomo ha bisogno di nutrirsi di un celeste Viatico, di un cibo soprasostanziale che renda forte l’anima negli assalti del Maligno: senza il Pane degli Angeli siamo inesorabilmente condannati a morire spiritualmente di fame e di sete. Oggi le nostre chiese sono per lo più deserte e abbandonate: decenni di riti irriverenti e di innovazioni temerarie hanno allontanato i fedeli, disaffezionato i sacerdoti, frustrato le Vocazioni. Quel Sacrificio perenne, via via adulterato e sfigurato, è sempre meno celebrato, e già vi è chi – dopo aver provocato la crisi delle Vocazioni – suggerisce di istituire le diaconesse, aprendo così alle donne l’impossibile via verso il Sacerdozio. Alcuni vescovi, poi, con il complice silenzio di Roma, sono riusciti a vietare di fatto – e abusivamente – la secolare prassi della Comunione in ginocchio e sulla lingua, imponendo a chi crede nella Presenza Reale le irriverenze di quanti sacrilegamente la negano.

 

E le restrizioni di Traditionis Custodes rendono evidente, anche dopo l’elezione di papa Leone, un’ostilità di tanti vescovi all’antico rito: esso è infatti troppo cattolico, per poter entrare nel grande bazar del Vaticano II assieme ai riti amazzonici o a quelli dei neocatecumenali o dei carismatici. Ed è troppo cattolico credere alla Presenza Reale, adorare Dio nella Santissima Eucaristia, prostrarsi dinanzi al Santissimo esposto nell’ostensorio, professare la fede nel miracolo della Transustanziazione, riconoscere la necessità di essere in grazia di Dio per accostarsi alla Santa Comunione.

 

Molto più semplice avere una messa che piace anche ai Protestanti; un «sacerdozio comune» che permette anche alle donne di accedere al ministero ordinato e che accontenta la religione woke in materia di parità di genere…

 

L’inno Adoro te devote, sempre composto da San Tommaso, riferendosi al Sangue preziosissimo del Redentore, dice:

 

cujus una stilla
salvum facere
totum mundum quit
ab omni scelere.

 

Sarebbe bastata una sola goccia del Sangue del Signore per salvare tutto il mondo da ogni colpa. Ma Dio Si dà in Sacrificio senza riserve, giungendo a versare sangue e acqua dal costato, a dare la vita dopo aver sofferto i tormenti indicibili della Passione. E Si dà gratuitamente, con una generosità e una magnificenza davvero divine.

 

A noi, Ministri dell’Altissimo, incombe la grave responsabilità di assicurare la perpetuazione del Santo Sacrificio; ai fedeli il compito di sostenere spiritualmente e materialmente coloro che rendono presente il Signore nel Santissimo Sacramento.

 

E così sia.

 

+ Carlo Maria Viganò

Arcivescovo

 

22 Giugno MMXXV
Dominica II post Pentecosten
Solennità esterna del Corpus Domini

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Immagine da Exsurge Dominie

 

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Spirito

Mons. Viganò: Nostro Signore sostituito da grotteschi surrogati ispirati da Satana

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L’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha scritto su X un sintetico testo in cui torna ad analizzare e condannare la catastrofica situazione della Chiesa dopo il Concilio Vaticano II.   Monsignore prende spunto dai recenti episodi di cringe ecclesiastico, con da una parte il pontefice che benedice un blocco di ghiaccio groenlandese e dall’altra l’elezione tra gli anglicani ad arcivescovo di Canterbury di una donna, alla quale sono pure pervenuti messaggi di augurio da prelati cattolici. Viganò, tuttavia, ne ha anche per la monarchia britannica.   «La Chiesa Cattolica Apostolica Romana è fondata sulla Roccia: non sulle sabbie mobili del Vaticano II, non sul pantano della Sinodalità, non sul ghiaccio del “green deal” e della “conversione ecologica”» scrive monsignore.  

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«La fine inesorabile delle sette – non ultimi gli Anglicani con la loro “arcivescovessa” abortista e gay friendly, e il loro re, “capo della chiesa d’Inghilterra” che si prostra ai maomettani e promuove il Nuovo Ordine Mondiale – inizia nel momento in cui Nostro Signore Gesù Cristo, pietra angolare, è scartato dai costruttori per sostituirvi grotteschi surrogati ispirati da Satana».   «Se il Vaticano crede di essere esente dallo stesso tragico destino di perdizione, quando continua sulla medesima strada degli altri eretici, scoprirà presto che di Dio non ci si prende gioco» avverte il prelato lombardo.   Deus non irridetur: di Dio non ci si prende giuoco. Il concetto era ribadito anche in un testo su Obbedienza e Giustizia pubblicato da Viganò negli scorsi giorni:   «La nostra disobbedienza di oggi è l’unica forma moralmente doverosa di resistenza allo scandalo inaudito di una Gerarche pretende di poter adulterare l’insegnamento di Nostro Signore, e allo stesso tempo ne rivendica l’Autorità. Deus non irridetur, non ci si prende gioco di Dio (Gal 6, 7). Obbedire a questi Pastori significa rendersi loro complici, ed essere in comunione con loro esclude l’essere in comunione con la Chiesa Cattolica Apostolica Romana: sono loro stessi ad affermare di essere la “nuova chiesa” rispetto a quella “preconciliare”».  

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Immagine: Félix Joseph Barrias (1822 – 1907), La tentazione di Cristo da parte del diavolo (1860), Philbrook Museum of Art, Tulsa, Oklahoma, USA. Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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Spirito

La Reja: vestizione e voti dei Fratelli, primi impegni dei seminaristi

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Nella festa di San Michele Arcangelo, il 29 settembre 2025, un Fratello ha vestito l’abito, altri tre hanno pronunciato i voti e i seminaristi del secondo anno hanno pronunciato i loro primi impegni nella Fraternità San Pio X.

 

La festa di San Michele Arcangelo è il giorno designato dal fondatore della Fraternità, l’arcivescovo Marcel Lefebvre, per le cerimonie riguardanti i Fratelli appartenenti alla nostra società: vestizione, primi voti o rinnovo.

 

Quest’anno, il 2025, ha visto la vestizione dell’abito da parte di un novizio di nazionalità argentina dopo il suo anno di postulato. In questa occasione, il nuovo Fratello ha ricevuto un crocifisso, che sarebbe stato oggetto della sua meditazione durante il noviziato. Tre Frati hanno rinnovato i loro voti, provenienti da Brasile, Cile e Messico.

 

Gli impegni dei seminaristi con la Società si svolgono normalmente l’8 dicembre, festa dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine. Tuttavia, i seminaristi dell’emisfero australe, che sono in ritardo di sei mesi rispetto a quelli dell’emisfero boreale, assumono il loro primo impegno qualche mese prima, dopo un anno e mezzo di seminario.

 

I nuovi membri della Fraternità ricevono una medaglia da San Pio X, patrono celeste della nostra opera.

 

 

 

Articolo previamente apparso su FSSPX.News

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Gender

Papa Leone XIV nomina un arcivescovo pro-LGBT a ruoli chiave in Vaticano

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Papa Leone XIV ha promosso un vescovo che ha sostenuto le liturgie a tema LGBT a una posizione di consulenza all’interno della Commissione per i rapporti religiosi con l’ebraismo, parte del Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani, diretto dal cardinale Kurt Koch.   L’arcivescovo Bernard Longley di Birmingham, in Inghilterra, ha ricevuto tre nomine dal Vaticano da giugno, nonostante la sua lunga storia di sostegno a iniziative della Chiesa che sono in contraddizione con l’insegnamento morale cattolico.   L’ annuncio del Vaticano di giovedì segue la nomina di Longley al Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani a giugno e al Dicastero per il dialogo interreligioso a luglio.

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Longley, 70 anni, è arcivescovo dell’arcidiocesi di Birmingham, in Inghilterra. È stato ordinato nel 1981 e nominato vescovo ausiliare di Westminster da Papa Giovanni Paolo II nel 2003.   Come ausiliare, Pink News ha celebrato il suo ruolo nella supervisione del «Soho Masses Pastoral Council», un gruppo che organizza liturgie per omosessuali attivi. Gli fu affidato questo incarico dal cardinale Cormac Murphy-O’Connor, allora arcivescovo di Westminster.   Nel 2010, ha difeso le «Messe LGBT» su The Tablet, rifiutando qualsiasi «verifica dei mezzi morali» prima di distribuire la Santa Comunione e accusando i critici di fare supposizioni sull’attività sessuale dei partecipanti.   I suoi commenti hanno suscitato forti critiche da parte degli attivisti, tra cui la defunta Daphne McLeod di Pro Ecclesia et Pontifice, uno dei gruppi che regolarmente tenevano una veglia di preghiera al di fuori della «Messa LGBT». Nonostante la sua opposizione, McLeod ha mantenuto un rapporto rispettoso con i partecipanti alla «Messa LGBT». Nella sua risposta a Longley, McLeod ha affermato che erano «perfettamente onesti riguardo al loro stile di vita omosessuale» e «sottolineavano di avere relazioni sessuali».   «Nessuno, a parte l’arcivescovo, cerca di fingere di vivere o di impegnarsi a vivere una vita casta», ha aggiunto.   Nominato arcivescovo di Birmingham nel 2009, Longley ha mantenuto uno stretto contatto con i gruppi LGBT. Nel maggio 2023, ha ringraziato la «comunità LGBTQ+» per il suo feedback al Sinodo sulla sinodalità.   Nella sua risposta diocesana al sinodo del 2023 si faceva riferimento alle «relazioni amorose» di «divorziati risposati, genitori single, persone che vivono in matrimoni poligami, persone LGBTQ».   Successivamente, l’arcidiocesi di Longley ha ospitato un evento per i cattolici LGBT, per quello che il prelato ha definito «un dialogo continuo per ascoltare ulteriormente».   Secondo il sito web dell’arcidiocesi, Longley ha richiesto la creazione di un gruppo LGBT diocesano, che «è emerso dal processo sinodale». Il gruppo LGBT di Longley ha organizzato una «Messa di benvenuto LGBTQ+» a maggio di quest’anno. Longley stesso ha commentato: «è così importante che tutti si sentano benvenuti nella famiglia della Chiesa», e ha espresso la speranza che tali eventi offrano «un accompagnamento e un incoraggiamento adeguati».   La nomina di Longley avviene in un momento di maggiore attenzione nei confronti della «diffusione» LGBT di Roma. All’inizio di settembre, Papa Leone XIV ha ricevuto in udienza privata il gesuita attivista pro-LGBT padre James Martin, SJ, dopo la quale Martin ha affermato che Leone «continuerà con la stessa apertura che Francesco ha mostrato verso i cattolici LGBTQ».   Il giorno dopo la sua elezione, Martin aveva espresso un caloroso sostegno a Leone e, prima delle elezioni, si diceva che avesse appoggiato l’allora cardinale Robert Prevost. Sebbene alcuni sostenessero che Martin non dovesse essere considerato un testimone attendibile, gli eventi hanno confermato la sua interpretazione.   Prima di quell’incontro, Leone ha ricevuto in un’udienza segreta e non annunciata la suora eretica pro-LGBT Suor Lucia Caram.

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Meno di una settimana dopo, il gruppo pro-LGBT «Tenda di Gionata» è sceso in Vaticano con migliaia di partecipanti, celebrando una messa nella chiesa del Gesù dei Gesuiti e attraversando in processione la Porta Santa della Basilica di San Pietro. L’evento è stato pubblicizzato sul sito web del Vaticano dedicato all’Anno Giubilare.   Lo stesso Leone ha affermato che l’insegnamento della Chiesa sulla morale sessuale potrebbe cambiare, se prima cambiassero gli atteggiamenti. In recenti dichiarazioni, ha fortemente insinuato che il cambiamento della prassi pastorale e dell’opinione pubblica debba precedere qualsiasi cambiamento dottrinale formale. Martin ha elogiato questa iniziativa e ha invitato i cattolici a pregare «per un cambiamento di atteggiamento» a tal fine.   Tra le altre recenti nomine di Leo c’è quella del vescovo Michael Pham nella diocesi di San Diego. A luglio, l’ausiliare di Pham, il vescovo Ramón Bejarano, ha celebrato una «Messa dell’orgoglio LGBT» nella diocesi con il suo appoggio . A luglio, ha anche nominato vescovo di Baker, Oregon, padre Thomas Hennen, che era stato coinvolto nella stesura di linee guida pastorali per le persone con attrazione per lo stesso sesso, che non facevano alcun riferimento alla necessità della castità.   In qualità di vicepresidente eletto di recente della Conferenza Episcopale di Inghilterra e Galles nel 2025, Longley si posiziona come uno dei prelati più anziani del Paese, mentre Leone rimodella gli organi chiave del Vaticano.

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  Immagine di Catholic Church of England and Wales via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-ND 2.0
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