Terrorismo
Sale la tensione tra le potenze atomiche India e Pakistan dopo la strage in Kashmir
Le tensioni tra India e Pakistan sono aumentate drasticamente in seguito al mortale attacco nella regione del Kashmir amministrata dall’India, in cui sono morte 26 persone.
L’attacco è avvenuto martedì pomeriggio nella valle di Baisaran, nota come la «mini Svizzera». Il Fronte della Resistenza, un gruppo militante ritenuto legato al Lashkar-e-Taiba, con base in Pakistan, ne avrebbe rivendicato la responsabilità, spingendo Nuova Delhi ad accusare Islamabad di sostenere il terrorismo transfrontaliero.
Il Pakistan ha negato qualsiasi ruolo nell’attacco, accusando invece Nuova Delhi di opprimere la regione e la sua popolazione a maggioranza musulmana.
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Le relazioni tra Islamabad e Nuova Delhi sono tese da decenni. I due vicini hanno combattuto quattro guerre, di cui una non dichiarata, e hanno avuto numerose schermaglie di confine.
Dall’attacco di martedì, le due nazioni hanno adottato misure radicali per inasprire ulteriormente i rapporti diplomatici e commerciali. Le relazioni erano già in una fase di stallo dal 2019, quando il governo del primo ministro indiano Narendra Modi aveva abrogato l’articolo 370 della Costituzione, che garantiva un certo grado di autonomia al Jammu e Kashmir.
L’India è stata la prima a muoversi questa settimana, espellendo i diplomatici pakistani, chiudendo il suo confine terrestre e sospendendo mercoledì l’importante Trattato sulle acque dell’Indo, affermando che la decisione sarebbe rimasta in vigore «finché il Pakistan non abiurerà in modo credibile e irrevocabile il suo sostegno al terrorismo transfrontaliero».
Giovedì Islamabad ha risposto in modo analogo, sospendendo importanti accordi bilaterali e rotte transfrontaliere, chiudendo il suo spazio aereo a tutte le compagnie aeree di proprietà o gestite dall’India e dichiarando i consiglieri indiani per la difesa, la marina e l’aviazione a Islamabad persone non grate.
Secondo quanto riportato da CNN-News18, che cita fonti, le agenzie di Intelligence indiane hanno lanciato l’allarme in merito a nuove minacce rivolte a cittadini non locali, tra cui turisti, personale di polizia e dipendenti delle ferrovie, in particolare nei distretti di Srinagar e Ganderbal nel Jammu e Kashmir.
Nel frattempo, il ministro degli Esteri iraniano Seyed Abbas Araghchi ha offerto il sostegno di Teheran alla promozione del dialogo tra Pakistan e India, in un contesto di crescenti tensioni. In un post su X, Araghchi ha dichiarato che l’Iran «è pronto a usare i suoi buoni uffici a Islamabad e Nuova Delhi per promuovere una maggiore comprensione in questo momento difficile», descrivendo entrambi i Paesi come «vicini fraterni» con profondi legami culturali.
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La direttrice dell’Intelligence nazionale statunitense, Tulsi Gabbard, ha espresso solidarietà all’India in seguito al mortale attacco terroristico in Kashmir. In un post su X, Gabbard ha pregato per le vittime e ha promesso sostegno al Primo Ministro indiano Narendra Modi e al popolo indiano nel perseguire i responsabili del «violento attacco».
Un’operazione di ricerca per catturare tre terroristi fuggiti nelle foreste di Udhampur è entrata nel suo secondo giorno, secondo un funzionario della sicurezza anonimo, citato dal Times of India. Sono in corso operazioni di rastrellamento nel distretto di Udhampur e nelle vicine località di Kishtwar, Kathua, Rajouri e Poonch.
L’esercito indiano, la polizia del Jammu e Kashmir e le unità speciali della Central Reserve Police Force (CRPF) hanno rafforzato un cordone di sicurezza a più livelli attorno all’area di Dudu-Basantgarh per localizzare i sospettati, ha riferito la fonte al quotidiano.
I telefiornali indiani stanno trasmettendo intanto immagini della distruzione delle case dei sospetti terroristi.
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Terrorismo
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Terrorismo
L’afghano della sparatoria di Washington aveva collaborato con la CIA
Rahmanullah Lakanwal, il presunto responsabile dell’attentato mortale contro due militari della Guardia Nazionale a Washington DC, aveva collaborato con la CIA durante l’occupazione americana dell’Afghanistan.
Mercoledì l’uomo, cittadino afghano, ha aperto il fuoco a bruciapelo contro due appartenenti alla Guardia Nazionale della Virginia Occidentale che stavano effettuando un pattugliamento. Il giorno dopo è deceduta la specialista dell’Esercito Sarah Beckstrom, mentre il sergente maggiore dell’Aeronautica Andrew Wolfe versa ancora in condizioni critiche.
Secondo le autorità, Lakanwal è arrivato negli Stati Uniti nel settembre 2021 grazie a un visto speciale riservato agli afghani a rischio – inclusi quelli che avevano lavorato con le forze occidentali – dopo la riconquista talebana del Paese.
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Giovedì il direttore della CIA John Ratcliffe ha confermato che il sospettato era stato ammesso negli USA «in virtù del suo precedente impiego con il governo statunitense, compresa la CIA, come membro di una forza partner a Kandahar», rapporto terminato subito dopo l’evacuazione caotica dell’agosto 2021.
«Questo individuo – e purtroppo tanti altri come lui – non avrebbe mai dovuto mettere piede qui», ha dichiarato Ratcliffe, facendo eco alle dure critiche del presidente Donald Trump nei confronti del «disastroso» ritiro ordinato dall’amministrazione Biden.
Anche il direttore dell’FBI Kash Patel ha confermato che Lakanwal «manteneva rapporti in Afghanistan con forze alleate» e che tali legami sono attualmente oggetto di indagine.
Il servizio pashto della BBC ha intervistato un ex comandante che aveva operato accanto a Lakanwal: questi lavorava come specialista GPS in un’unità denominata Scorpion Forces, inizialmente sotto il controllo diretto della CIA e poi passata alla Direzione Nazionale per la Sicurezza afghana. Sempre secondo l’ex comandante, Lakanwal contribuì inoltre a proteggere le truppe USA all’aeroporto di Kabul nelle ultime, concitate settimane del ritiro.
Lakanwal ha lasciato Kandahar per Kabul cinque giorni prima dell’ingresso dei talebani nella capitale (agosto 2021) ed è stato evacuato in aereo verso gli Stati Uniti appena sei giorni dopo.
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Terrorismo
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