Oligarcato
Rete di bordelli VIP smantellata in USA. Lavoravano su abbonamento mensile
Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti (DOJ) ha presentato accuse penali contro tre persone che presumibilmente gestivano una «rete di bordelli di fascia alta» che vendeva sesso a funzionari eletti, dirigenti aziendali e ufficiali militari, tra gli altri.
La rete è operativa almeno da luglio 2020, servendo clienti vicino alla capitale e nell’area di Boston, ha annunciato mercoledì il Dipartimento di Giustizia. I bordelli fornivano alle prostitute un’ampia gamma di clienti di classe superiore, inclusi medici, avvocati, professori e appaltatori governativi, con accesso a materiale riservato, riporta RT.
«Scegliete una professione», ha detto il procuratore ad interim del Massachusetts Joshua Levy della clientela della rete. «Probabilmente è rappresentata in questo caso». Il Dipartimento di Giustizia non ha identificato nessuno dei clienti.
I tre imputati nel caso sono Han Lee, 41 anni, di Cambridge, Massachusetts; Junmyung Lee, 30 anni, di Dedham, Massachusetts; e James Lee, 68 anni, di Torrance, California. Sono stati accusati di associazione a delinquere finalizzata a costringere e indurre a viaggiare per dedicarsi ad attività sessuali illegali. Se condannati, rischiano fino a 20 anni di carcere.
Il gruppo presumibilmente gestiva bordelli in appartamenti di lusso a Cambridge e Watertown, nel Massachusetts, così come nei sobborghi di Fairfax e Tysons, in Virginia, a Washington. «Questo giro di sesso commerciale è stato costruito sulla segretezza e sull’esclusività, rivolgendosi a una clientela ricca e ben collegata», ha detto Levy ai giornalisti a Boston. «E gli affari andavano a gonfie vele, fino ad oggi».
I pubblici ministeri hanno affermato che gli imputati hanno indotto le donne asiatiche a recarsi nei bordelli per dedicarsi alla prostituzione. I loro servizi venivano offerti attraverso due siti web che apparentemente offrivano modelle asiatiche nude per la fotografia professionale.
I clienti dovevano sottoporsi a un processo di verifica per poter beneficiare della prenotazione di appuntamenti, che includeva la fornitura di nome completo, informazioni di contatto, foto della patente di guida, informazioni sul datore di lavoro e referenze, ha affermato il Dipartimento di Giustizia in una nota. Secondo i pubblici ministeri, le tariffe orarie variavano dai 350 ai 600 dollari, a seconda dei servizi offerti, e i pagamenti venivano effettuati in contanti.
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I clienti spesso pagavano una tariffa mensile per rimanere idonei alle prenotazioni. Dato economico antropologico da non sottovalutare: l’abbonamento, come da subscription model, è quindi entrato come business model anche nella prostituzione.
Il Dipartimento di Giustizia ha affermato che un’indagine sugli acquirenti di sesso è «attiva e in corso». Mandati di perquisizione vengono eseguiti in Massachusetts, Virginia e California. «Ci sono potenzialmente centinaia di persone che hanno usufruito di questi servizi come acquirenti di sesso a fini commerciali», ha detto Levy.
C’è da notare che sempre a livello di élite e ragazze squillo ogni anno si registra la migrazione di un alto numero di prostitute verso Davos per il World Economic Forum, dove i leader planetari di affari e politica con evidenza trovano modo di sfogare appetiti che vanno al di là di quello della sottomissione della popolazione terrestre. Chi poi dice che «il mondo sta andando a puttane» spesso non si rende conto quanto l’affermazione si avvicini alla verità dell’oligarcato globale.
La prostituzione, stiamo vedendo, sta subendo un processo di normalizzazione, al punto che in America e in Gran Bretagna si preferisce parlare ora di «sex workers», lavoratrici del sesso, espressione certo più nobilitante che «prostitute», o peggio.
Riviste di etica medica stanno discutendo del fatto che la prostituzione può essere comune tra studentesse di medicina che con il mestiere più vecchio del mondo si pagano gli studi. In pratica, si dice, le future dottoresse potrebbero essere state prostitute. Il lettore malizioso può pensare che ciò potrebbe spiegare anche in futuro l’arrendevolezza verso i diktat che vengono dall’alto e l’abbandono del giuramento di Ippocrate testimoniato in questi anni.
Il podcast Sharp Scratch sulla rivista BMJ prodotto da studenti di medicina afferma che «con la povertà studentesca destinata a peggiorare nei prossimi mesi, più studenti potrebbero rivolgersi al lavoro sessuale per far fronte alla crisi del costo della vita». L’editore del podcast ha parlato con una sociologa specializzata in prostitute che le ha detto: «non dobbiamo sostenere queste concezioni molto arcaiche su chi è un medico e cosa dovrebbe essere un medico».
Anche il Parlamento ucraino mesi fa aveva annunziato un progetto di legge per legalizzare la pornografia, che, online, è l’attività cui si dedicano molte prostitute, tra video e webcam.
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Immagine su licenza Envato
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Oligarcato
Il principe Andrea rinuncia ai titoli a causa dello scandalo Epstein
Il principe britannico Andrea ha rinunciato ai suoi ultimi titoli reali in seguito alle nuove rivelazioni contenute nelle memorie postume di Virginia Giuffre, la donna che lo accusò di abusi sessuali legati al defunto finanziere statunitense Jeffrey Epstein. La decisione, annunciata venerdì, rappresenta l’ultima ripercussione di uno scandalo che da anni getta un’ombra sulla monarchia britannica. Oltre al titolo di duca eboraceno, Andrea perde vari titoli, escluso quello di principe.
Epstein fu arrestato nel 2019 con l’accusa di traffico sessuale di minori, imputato di gestire una rete che coinvolgeva potenti personalità e sfruttava ragazze minorenni. Morì in carcere nello stesso anno, in un caso ufficialmente classificato come suicidio.
Nel 2021, Virginia Giuffre, sopravvissuta alla rete di traffico di Epstein, denunciò il principe Andrea per abusi sessuali, sostenendo di essere stata costretta a rapporti sessuali con i suoi associati, incluso il principe, quando aveva 17 anni.
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Sebbene Andrea abbia sempre negato le accuse – e nel 2022 abbia raggiunto con Giuffre un accordo extragiudiziale confidenziale – questa settimana la stampa britannica hanno pubblicato estratti delle memorie postume di Giuffre, Nobody’s Girl, riaccendendo la controversia. Giuffre, deceduta ufficialmente per suicidio ad aprile, aveva scritto che il principe riteneva di avere «il diritto» di avere rapporti con lei, considerandolo «un privilegio di nascita».
La ragazza era stata denunciata dal principe del foro Alan Dershowitz ritirando le accuse nei confronti del popolare avvocato ebreo harvardiano che fu vicino ad Epstein. Alcuni famigliari della Giuffre non credono si sia suicidata.
Andrea aveva cercato di difendersi anni fa con un’intervista alla BBC che si rivelò disastrosa, dove negò il racconto della ragazza dicendo, nonostante le fotografie che li ritraggono assieme, di non ricordare di averla mai vista e che le sue parole sono inverosimili in quanto lui non suda più dopo un’overdose di adrenalina avuta durante uno scontro militare nel conflitto delle Falklands.
In una dichiarazione rilasciata venerdì da Buckingham Palace, il principe Andrea ha spiegato che la sua decisione è stata motivata dalle rinnovate pressioni legate allo scandalo, che «distoglie l’attenzione dal lavoro di Sua Maestà e della famiglia reale».
«Ho deciso, come sempre, di mettere al primo posto il mio dovere verso la mia famiglia e il mio Paese», ha dichiarato Andrea. «Pertanto, non utilizzerò più il mio titolo né gli onori conferitimi». Ha ribadito di negare «con forza» le accuse.
Andrea si era già ritirato dai suoi doveri reali dopo che sua madre, la defunta Regina Elisabetta II, lo aveva privato dei suoi titoli militari e patronati allo scoppio dello scandalo. Ora rinuncerà al titolo di Duca di York, al cavalierato e al ruolo di Cavaliere Reale Compagno dell’Ordine della Giarrettiera. Tuttavia, conserverà il titolo di principe come figlio di Elisabetta II (della quale si dice fosse il preferito), e le sue figlie, le principesse Beatrice ed Eugenia, manterranno i loro titoli.
Intervistato da BBC Newsnight dopo l’annuncio, Sky Roberts, fratello di Giuffre, ha dichiarato che la notizia ha suscitato emozioni contrastanti, ma che sua sorella defunta «sarebbe molto orgogliosa», poiché la decisione «la giustifica» e porta i suoi sforzi per denunciare i crimini di Epstein e Andrea «a una forma di giustizia».
Sul caso di Andrea ed Epstein la TV britannica ha già prodotto due serie, una forse leggermente più simpatetica dell’altra.
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Immagine di Thorne1983 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-SA 2.0)
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