Terrorismo
Putin: «nel Caucauso l’Occidente sosteneva al-Qaeda»
Il presidente russo Vladimir Putin ha incontrato ieri i giornalisti russi al Cremlino per quella che sembra essere stata una discussione lunga e di ampio respiro, caratterizzata dalle risposte approfondite di Putin alle domande approfondite dei giornalisti.
In risposta alla prima domanda se gli obiettivi della Russia nell’operazione militare speciale siano cambiati o meno, Putin ha sottolineato che no, non sono cambiati.
«No, stanno cambiando in base alla situazione attuale, ma ovviamente nel complesso non stiamo cambiando nulla», ha detto il presidente russo. «I nostri obiettivi sono fondamentali per noi».
Putin ha continuato spiegando che la Russia ha fatto tutto il possibile per impegnarsi con l’Occidente, con la NATO, «ma ci è stata subito mostrata la porta», ha detto
Poi il vertice dello Stato russo ha rivelato che durante le guerre nel Caucaso, la Russia combatteva principalmente al-Qaeda ma che l’Occidente sosteneva i terroristi.
«A loro non importava niente del fatto che stavano aiutando Al-Qaeda fintanto che erano in grado di agitare le nostre acque», ha dichiarato. Si tratta di un’affermazione che fa eco a quanto detto, non senza tentennamenti, durante l’intervista a Oliver Stone nel 2016, quando raccontò di essersi indignato quando trovò che gli USA parlavano con i terroristi islamici ceceni, e che, beccati nel farlo, avevano dichiarato che parlavano con chi volevano.
Allo stesso modo sull’espansione della NATO, la Russia è stata respinta. «Perché? È solo perché il Paese è troppo grande: nessuno ha bisogno di un Paese così grande e con un potenziale così grande in Europa», ha detto. «Tutti provano a fare a pezzi gradualmente la Russia».
L’Ucraina, ha continuato Putin, «fa parte dello sforzo per destabilizzare la Russia». La Russia ha fatto tutto il possibile per aiutare l’Ucraina, anche sostenendo la sua economia e continuando a impegnarsi con Kiev anche dopo il primo colpo di Stato del 2004.
«Poi si sono rimessi a posto e sono subito cominciate a succedere cose nel Sud-Est, nel Donbass – dopo il colpo di Stato, si sono resi conto che non saremmo stati in grado di lasciare la Crimea – semplicemente non potevamo lasciarla, questo era impossibile, sarebbe stato un tradimento da parte nostra», ha spiegato Putin. «Tuttavia non abbiamo toccato il Donbass. Sì, i nostri volontari c’erano, ma lo Stato russo non c’entrava proprio niente, ve lo assicuro, proprio niente. Sono perfettamente aperto e onesto: non c’entravamo niente, il nostro coinvolgimento era zero. Sì, c’erano persone dalla Russia lì».
Sulla centrale idroelettrica di Kakhovka e sulla diga, Putin ha detto che «non abbiamo registrato alcuna grande esplosione appena prima della distruzione. In ogni caso, questo è quanto mi è stato riferito. Ma loro (le forze ucraine) avevano preso di mira molte volte la diga di Kakhovka con gli HIMARS. Questo è il punto. Forse hanno messo delle munizioni lì, non lo so in questo momento, o forse hanno minato la struttura con qualcosa di minore e questo ha innescato la rottura. Ma per quanto ci riguarda questo adesso non ci interessa perché ci sono conseguenze pesanti per i territori che controlliamo e che appartengono alla Russia».
Il presidente ha indicato che i servizi di emergenza russi stanno lavorando duramente per contenere tali conseguenze. Putin è stato interrogato sia sugli attacchi dei droni all’interno della Russia sia sulle attività di sabotaggio ucraine all’interno della Russia. In entrambi i casi, ha sottolineato che si tratta di problemi che il governo deve affrontare meglio, ma che sono problemi risolvibili.
Un giornalista ha osservato che i servizi speciali ucraini stanno conducendo attività terroristiche all’interno della Russia. Putin ha concordato e ha risposto che «noi, a differenza delle attuali autorità ucraine, non possiamo utilizzare metodi terroristici: abbiamo ancora uno Stato, un Paese, mentre lì c’è un regime. Operano, infatti, come un regime basato sul terrore: hanno un regime di controspionaggio molto duro, legge marziale. Non credo che sia necessario farlo ora. Dobbiamo solo migliorare ed espandere il lavoro delle forze dell’ordine e dei servizi speciali».
Immagini di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
Terrorismo
Jihadisti francesi attaccano le forze governative siriane
Le nuove autorità siriane hanno lanciato un’ampia operazione militare contro le forze jihadiste straniere rimaste nella provincia nord-occidentale di Idlib, con particolare attenzione ai militanti di origine francese.
Il governo damasceno ha dichiarato che questi gruppi, che in passato hanno contribuito a rovesciare l’ex presidente Bashar Assad, costituiscono ora una minaccia alla sicurezza.
Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani (SOHR), con sede nel Regno Unito, gli scontri sono scoppiati durante un assalto notturno delle forze governative a un campo noto come «campo francese» nella città di Harem, a ovest di Idlib. Entrambe le parti avrebbero subito perdite, ma il numero esatto di vittime non è stato confermato. Almeno due jihadisti sono stati catturati. Secondo le autorità, il campo sarebbe gestito da combattenti stranieri guidati da Omar Omsen, un cittadino francese di origini senegalesi.
Il Servizio di Sicurezza Generale siriano ha specificato che l’obiettivo era arrestare Omsen e ripristinare la stabilità nella regione. Un canale Telegram legato ai jihadisti ha diffuso una dichiarazione del loro leader, che accusava il governo di collaborare con gli Stati Uniti e una «coalizione internazionale» per eliminare i militanti stranieri in Siria, minacciando Damasco di rappresaglie jihadiste e citando il supporto di altri gruppi militanti stranieri.
⚡️🇸🇾🇫🇷 | Les combattants de la Sécurité générale sont clairement visibles à proximité du camp des Français.
Les djihadistes français ont affirmé leur intention de se défendre, déclarant que le public sera témoin de “la trahison d’al-Jolani” envers ses propres combattants.
Il… https://t.co/Va8CVwUEPz pic.twitter.com/TeMioj0Ar3
— Syria News (@SyriaNewsFr) October 21, 2025
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Un articolo del Washington Post dello scorso maggio riferisce che il governo del presidente ad interim Ahmed al-Sharaa, precedentemente conosciuto come il terrorista jihadista al-Jolani, legato ad al-Qaeda e ISIS, sta affrontando minacce dalle stesse forze che lo hanno insediato al potere a novembre.
Secondo un rapporto di Le Monde del 2023, circa 200 cittadini francesi, tra combattenti e loro familiari, si sono stabiliti a Idlib dopo il collasso dello Stato Islamico nel 2019, descritti come «jihadisti francesi irriducibili».
Il WaPo a maggio riportava che «militanti sunniti estremisti» hanno compiuto stragi di alawiti sulla costa siriana a marzo, causando almeno 1.300 morti, con altre migliaia morti nei mesi successivi.
Come noto, anche i cristiani sono oggetto di continue violenze assassine e genocide da parte dei takfiri jihadisti che perseverano nella loro opera di cruenta persecuzione, tra esecuzioni di donne cristiane e bombe nelle chiese, mentre diviene sempre più chiaro che la sharia è l’unica legge del Paese un tempo laico.
Alcuni di questi gruppi jihadisti hanno poi rivolto la loro ostilità contro al-Jolani, specialmente dopo il suo incontro con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che ha portato alla rimozione delle sanzioni contro la Siria, ma lo ha fatto apparire come un «infedele» agli occhi dei radicali.
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Immagine screenshot da YouTube
Terrorismo
Episodio di terrorismo a Belgrado
🚨New footage of the fire in front of the Serbian Parliament building in Belgrade. pic.twitter.com/LVZLtPxn9Q
— Mario ZNA (@MarioBojic) October 22, 2025
💥 Shooting at the Serbian Parliament building in Belgrade!
A 70-year-old man opened fire, injuring a random passerby in the thigh. Afterwards, he set fire to a tent of supporters of President Aleksandar Vučić and threw a handful of bullets into the flames. The injured… pic.twitter.com/FIilYQEMeb — NEXTA (@nexta_tv) October 22, 2025
#BREAKING #Serbia A fire broke out in the tent camp near the Serbian Parliament in Belgrade.
One person has been hospitalized. Shortly before the fire, sounds resembling gunshots were heard, Serbian state media reports. Video footage shows an individual being apprehended. pic.twitter.com/LQu6QzZzD3 — The National Independent (@NationalIndNews) October 22, 2025
🇷🇸 Serbian police have arrested the terrorist who carried out the shooting near the parliament building in Belgrade.
The attacker claimed he carried out the assault because he was “annoyed by the tents.” He reportedly expected to be killed by the police. pic.twitter.com/DBqJDAY8pn — Visegrád 24 (@visegrad24) October 22, 2025
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Terrorismo
Preparavano un altro attentato a Trump?
Il direttore dell’FBI Kash Patel ha dichiarato domenica 19 ottobre a Fox News che i Servizi Segreti (USSS) hanno individuato una «postazione di caccia» con vista diretta sull’uscita dell’Air Force One del presidente Donald Trump presso l’aeroporto internazionale di Palm Beach. L’FBI sta collaborando con l’USSS e le forze dell’ordine della contea di Palm Beach per le indagini.
Il Patel ha riferito che, fino a ieri, nessuna persona è stata vista o associata alla postazione sopraelevata. Secondo una fonte anonima delle forze dell’ordine citata da Fox, la postazione, situata su un ramo d’albero, sembra essere stata preparata «mesi fa».
USSS spotted a suspicious stand near the AF1 zone in Palm Beach.
The FBI is investigating. pic.twitter.com/nMCoVP9mKB
— FBI Director Kash Patel (@FBIDirectorKash) October 19, 2025
The hunting stand had a direct line of sight to AF1.
The FBI took down the stand, which has been taken to an FBI lab. pic.twitter.com/dpXINTTKpK
— X22 Report (@X22Report) October 20, 2025
Tuttavia, il capo delle comunicazioni dell’USSS, Anthony Guglielmi, ha precisato che gli agenti hanno scoperto la postazione giovedì 16 ottobre durante i «preparativi di sicurezza avanzati» per l’arrivo di Trump a Palm Beach. «Non ci sono state ripercussioni sui movimenti e nessuna persona era presente o coinvolta nel luogo», ha dichiarato Guglielmi a Fox News.
«Sebbene non possiamo fornire dettagli sugli oggetti specifici o sul loro scopo, questo incidente evidenzia l’importanza delle nostre misure di sicurezza a più livelli», ha aggiunto.
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