Geopolitica
Partita la guerra in Terra Santa
Senza che nessuno se ne accorgesse – stranamente – è partito un altro spezzone della guerra globale.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato che il Paese è in guerra, nei suoi primi commenti dopo che il gruppo armato palestinese Hamas ha lanciato un grave attacco a sorpresa contro Israele sabato scorso.
«Cittadini di Israele, siamo in guerra. E vinceremo», ha detto Netanyahu in un discorso video. «Il nemico pagherà un prezzo mai visto prima», ha promesso, riferendosi ad Hamas.
Netanyahu ha promesso di «vendicarsi di questa giornata nera» e di devastare ogni sito utilizzato da Hamas in «rovine»: «tutti i luoghi in cui Hamas si nasconde e in cui opera, li trasformeremo in rovine», ha detto il premier. «Andatevene da lì adesso».
«L’Esercito ha dichiarato lo stato di guerra», ha detto in una dichiarazione video il portavoce capo delle forze di difesa israeliane, il contrammiraglio Daniel Hagari, ha affermato che Israele è in uno “stato di guerra” dopo l’attacco a sorpresa di Hamas di sabato mattina. «Siamo in uno stato di guerra».
«L’Esercito israeliano sta inondando l’area di truppe. Stiamo concentrando i combattimenti sul confine di Gaza», ha detto Hagari. «Abbiamo avviato una diffusa chiamata alle armi in tutte le parti. Anche l’aeronautica militare sta colpendo a Gaza».
NEW: Israel PM Benjamin Netanyahu tells Gaza residents to “GET OUT NOW” as he vows to use all IDF capabilities to destroy Hamas.
“We will win this war, but the price will be unbearably heavy. Hamas wants to murder us all,” Netanyahu said.
“Murdering children and mothers in… pic.twitter.com/jnyAeRklbf
— Collin Rugg (@CollinRugg) October 7, 2023
I militanti del gruppo islamico hanno lanciato razzi da Gaza nel sud e nel centro di Israele sabato mattina, ha detto l’Esercito. Secondo quanto riferito, almeno cinque persone sarebbero state uccise. «Hamas ha effettuato un’operazione combinata che prevedeva il lancio di razzi e infiltrazioni di terroristi nel territorio israeliano», ha affermato l’Esercito israeliao in una nota. L’esercito israeliano ha quindi avvertito che i terroristi si sono infiltrati in Israele da Gaza. Immagini video mostrerebbero combattimenti sulle strade.
Hamas terrorists seen clashing with Israeli forces in southern Israel. pic.twitter.com/uJWd07xpVO
— Emanuel (Mannie) Fabian (@manniefabian) October 7, 2023
Almeno 100 israeliani sarebbero stati uccisi, secondo l’israeliana N12 News, mentre «centinaia di terroristi sono stati eliminati» nel Sud di Israele e a Gaza. Il ministero della Sanità di Gaza ha riferito di 198 morti e oltre 1.600 feriti.
La televisione Al Jazeera ha mostrato una torre residenziale colpita da un attacco aereo mentre uno dei suoi giornalisti riferiva in diretta dalla scena nel centro di Gaza City.
Israeli jets level the Palestine Tower, one of the largest buildings in Gaza.
The tower had more than 100 apartments, plus offices of media outlets.
A clear war crime. pic.twitter.com/QN8g0jZJFQ
— Alan MacLeod (@AlanRMacLeod) October 7, 2023
Remember it’s not a warcrime when Israel and NATO allies do it#USA #EU #Britain #Palestine #Gaza pic.twitter.com/yCVa28Ga52
— K Boz (@KBoz3) October 8, 2023
Secondo il quotidiano Times of Israel, sono in corso scontri a fuoco dentro e intorno alle città di Kfar Aza, Sderot, Sufa, Nahal Oz, Magen, Be’eri e nella base militare di Re’im delle forze di difesa israeliane. Secondo quanto riportato, anche il capo della città di Sha’ar HaNegev, Ofir Liebstein, è stato ucciso a colpi di arma da fuoco in uno scontro a fuoco con militanti di Hamas. «Ofir è stato ucciso mentre andava a difendere una città durante l’attacco terroristico», ha detto l’amministrazione locale.
Alcuni video non verificati caricati online durante la giornata mostrano presumibilmente un certo numero di soldati israeliani uccisi e catturati dai combattenti di Hamas. Ci sono anche filmati e foto sui social media di quello che sembra essere un carro armato israeliano – un Merkaba, di cui spesso si vantava l’imbattibilità – in fiamme e palestinesi che celebrano il sequestro di un veicolo militare Humvee di fabbricazione statunitense.
Palestinian fighter targeted an Israeli Merkava-4 tank with an Iranian-made RPG-7 near Gaza border, and tank's Trophy system failed to protect it. pic.twitter.com/0Zv6SpO1aC
— Iran Observer (@IranObserver0) October 8, 2023
Palestinian youth burning an Israeli tank#Israel #hamas #Lebanon#IronDome #Hamas #Gaza#SupportGaza #طوفان_الأقصى#فلسطين #Lebanonnews #Gaza #AlAqsaFlood #حماس #Hezbollah #arab #اسرائیل
#Israel #طوفان_القدس #FreePalestine pic.twitter.com/LYrTRF0m9U— M Ahmad 💙 (@m_ahmad_ad1) October 8, 2023
Secondo il portavoce dell’esercito di Tel Aviv, da Gaza sono stati lanciati più di 2.200 razzi. Hamas ha affermato di aver utilizzato più di 5.000 missili solo nei primi 20 minuti del suo attacco. Le sirene dei razzi sono state udite in molti luoghi in tutto Israele, tra cui Gerusalemme, Tel Aviv, Beersheba e Ashkelon.
MOMENTS AGO: Hamas fired a barrage of rockets from Gaza into Tel Aviv.
Hamas is targeting civilians. Israel is targeting terrorists. That's the difference. pic.twitter.com/MRRfqyw2Nz
— Hananya Naftali (@HananyaNaftali) October 7, 2023
NEW VIDEO : Israel 's Iron Dome intercepting rockets coming from Gaza #Israel #Palestine #Hamas #طوفان_الأقصى #Palestinian #حماس pic.twitter.com/Rh6I9OyUec
— Hareem Shah (@_Hareem_Shah) October 8, 2023
La reazione immediata è stata una pioggia di attacchi aerei su Gaza. L’esercito dello Stato Ebraico ha affermato di aver condotto decine di raid aerei israeliani per colpire obiettivi di Hamas a Gaza.
I palestinesi avrebbero quindi rapito un grande numero di cittadini israeliani.
Un portavoce di Hamas, Khaled Qadomi, ha detto che l’incursione del gruppo è stata una rappresaglia per decenni di «atrocità». «Vogliamo che la comunità internazionale fermi le atrocità a Gaza, contro il popolo palestinese e contro i nostri luoghi santi come Al-Aqsa», ha detto Qadomi ad Al Jazeera.
«Tutte queste cose sono la ragione per cui è iniziata questa battaglia». Qadomi ha aggiunto che i soldati e i civili israeliani presi prigionieri «non sono ostaggi» ma «prigionieri di guerra».
«Abbiamo un gran numero di prigionieri israeliani, tra cui alti ufficiali», ha detto sabato ad Al Jazeera il vice capo di Hamas Saleh al-Arouri, aggiungendo che i prigionieri saranno usati come leva per forzare il rilascio dei palestinesi incarcerati in Israele: «per quanto riguarda i nostri prigionieri, dico, la vostra libertà incombe. Ciò che abbiamo in mano ti vedrà liberato. Più a lungo continuano i combattimenti, maggiore sarà il numero dei prigionieri».
Secondo una stima del gruppo di attivisti Addameer, quasi 5.200 palestinesi sono attualmente detenuti nelle carceri e nei centri di detenzione israeliani.
Lo scoppio della guerra ha portato la reazione di tante Nazioni del pianeta.
Un certo numero di stati arabi hanno chiesto «moderazione» e una riduzione della violenza dopo il lancio del più grande attacco degli ultimi anni sul territorio israeliano sabato mattina presto.
Il Qatar, uno Stato del Golfo che non ha relazioni diplomatiche con Israele (ma sono riportati molti contatti in via riservata), ha rilasciato sabato una dichiarazione tramite il suo ministero degli Esteri in cui afferma che la responsabilità ultima dell’operazione cosiddetta «Tempesta Al-Aqsa» condotta da Hamas ricade sugli israeliani. governo. Doha ha aggiunto nella sua dichiarazione il desiderio che entrambe le parti in conflitto diano prova di moderazione, e ha invitato la comunità internazionale a garantire che Israele non utilizzi l’evento come scusa per una risposta «sproporzionata» contro i palestinesi a Gaza.
Anche l’Arabia Saudita, un altro stato che attualmente non ha legami formali con Israele, ha rilasciato una dichiarazione su Twitter in cui afferma che sta «seguendo da vicino gli sviluppi senza precedenti» tra «fazioni palestinesi e forze di occupazione israeliane». Il ministero degli Esteri saudita ha inoltre affermato di aver ripetutamente «messo in guardia dai pericoli» che potrebbero verificarsi «come risultato della continua occupazione» e della «privazione del popolo palestinese dei suoi diritti legittimi».
Nelle ultime settimane, sia la leadership dell’Arabia Saudita che quella di Israele hanno segnalato il desiderio di normalizzare le relazioni, con gli Stati Uniti che stanno negoziando attivamente i dettagli. All’inizio di questa settimana, Hamas ha espresso la sua «incrollabile posizione di rifiuto di ogni forma di normalizzazione e di contatto con l’occupazione israeliana».
In Turchia, il cui il governo si dice abbia relazioni forti con Hamas – organizzazione nata dai Fratelli Musulmani – vi sono state manifestazioni di massa a favore della Palestina, con tanto di richieste di mandare soldati turchi a Gaza.
Massive crowds gathered in Istanbul last night, chanting:
"send Turkish soldiers to Gaza!”
Long Live Palestine pic.twitter.com/CFe19TjwFX
— Jannat amin khan (@jannataminkhan) October 8, 2023
BREAKING: This is Istanbul right now. They have gathered to celebrate the atrocities to Israel. 🇵🇸🇮🇱#Hamas #Palestine #Palestinian #IronDome #Gaza #TelAviv pic.twitter.com/5NkUWfqcwB
— Libs Fails 🇺🇸 (@LibsFails) October 7, 2023
Un alto consigliere della guida suprema iraniana Ali Khamenei ha offerto le sue «congratulazioni» ai militanti palestinesi che sabato hanno lanciato un attacco a sorpresa sul territorio israeliano, secondo l’organizzazione giornalistica semi-ufficiale iraniana ISNA. «Ci congratuliamo con i combattenti palestinesi», ha detto il maggiore generale Yahya Rahim Safavi, secondo la fonte di notizie, promettendo che Teheran «rimarrà al loro fianco fino alla liberazione della Palestina e della Santa Gerusalemme».
Celebrations are taking place in Palestine Square in Tehran, Iran 🇮🇷
Women and children were KILLED in cold blood and yet they celebrate like this 😡We Indians Stand With Israel 🇮🇱 🇮🇳#IsraelUnderAttack #Israel #Gaza #Palestine #Hamaspic.twitter.com/t1mxdfJyvb
— Aanchal (@SweetLilQueen) October 8, 2023
Intervenendo sabato nella capitale iraniana Teheran alla sesta Conferenza internazionale sulla solidarietà con i bambini e gli adolescenti palestinesi, Safavi ha anche affermato che «sosteniamo l’operazione Tempesta di Al-Aqsa».
Il Pakistan ha chiesto la fine immediata dello spargimento di sangue tra i militanti di Hamas e Israele, scoppiato sabato mattina. Allo stesso tempo, alti funzionari pakistani hanno condannato Israele per la «brutalizzazione» dei palestinesi. «Siamo preoccupati per il costo umano dell’escalation della situazione», ha affermato in una nota il ministero degli Esteri di Islamabad, sottolineando come il Pakistan abbia «coerentemente» chiesto una soluzione a due Stati per Israele e Palestina. «Uno Stato di Palestina vitale, sovrano e contiguo dovrebbe essere istituito sulla base dei confini precedenti al 1967», ha affermato il ministero. Il presidente pakistano Arif Alvi ha chiesto «un cessate il fuoco immediato». Tuttavia, oggi ha scritto su Twitter che la pace non potrebbe essere raggiunta «senza la condanna dell’usurpazione e della brutalizzazione dei diritti e del popolo palestinese da parte di Israele». Il presidente ha quindi accusato lo Stato Ebraico della «continua annessione di terre».
Si segnalano anche le reazioni delle comunità musulmane in Europa. Immagini di festa arrivano per esempio da Londra e da Toronto, in Canada.
Muslims in London celebrate the atrocities in Israel. #Israel #Hamas #Palestine #Palestinian #IronDome #Gaza #TelAviv pic.twitter.com/0rySuFpge8
— Paul Golding (@GoldingBF) October 7, 2023
This is not Gaza or Palestine, this is Toronto Canada #Israel #hamas #Lebanon#IronDome #Hamas #Gaza#SupportGaza #طوفان_الأقصى#فلسطين #Lebanonnews #Gaza #AlAqsaFlood #حماس #Hezbollah #arab #اسرائیل
#Israel #طوفان_القدس #FreePalestine pic.twitter.com/fsu279MK2e— Palestine Times 🐦 (@Palestine_time) October 8, 2023
Russia e Ucraina, coinvolte in un grave conflitto da più di un anno e mezzo, hanno reagito all’escalation delle ostilità tra Israele e Hamas in modo diverso.
Sabato il viceministro degli Esteri russo Mikhail Bogdanov ha esortato entrambe le parti in conflitto a cessare immediatamente le ostilità. La posizione della Russia sull’ultima escalation israelo-palestinese è stata ulteriormente delineata dalla portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, che ha rilasciato una dichiarazione speciale sulla questione.
«Chiediamo alle parti palestinese e israeliana un cessate il fuoco immediato, la rinuncia alla violenza, l’esercizio della necessaria moderazione e l’avvio, con l’assistenza della comunità internazionale, di un processo negoziale volto a stabilire un accordo globale, duraturo e tanto atteso pace in Medio Oriente», ha detto la Zakharova. L’escalation nella regione è l’ennesima manifestazione del «ciclo chiuso di violenza», ha osservato il portavoce, aggiungendo che la Russia ritiene che il conflitto che dura da 75 anni non possa essere risolto con mezzi militari. La riacutizzazione è «il risultato di un cronico mancato rispetto delle pertinenti risoluzioni dell’ONU e del Consiglio di Sicurezza», nonché di un deragliamento del processo di pace da parte dell’Occidente collettivo, ha spiegato Zakharova.
Nel frattempo, Kiev ha proclamato il suo pieno sostegno a Israele, denunciando Hamas come «terrorista».
«L’Ucraina condanna fermamente gli attacchi terroristici in corso contro Israele, compresi gli attacchi missilistici contro la popolazione civile a Gerusalemme e Tel Aviv. Esprimiamo il nostro sostegno a Israele nel suo diritto di difendere se stesso e il suo popolo», ha scritto il ministro degli Esteri ucraino su Twitter.
Questa posizione è stata amplificata dal presidente ucraino Zelens’kyj, che si è rivolto a Telegram per esortare «il mondo intero» a sostenere Israele nella sua lotta contro i palestinesi. «Rapporti orribili da Israele. Le mie condoglianze a tutti coloro la cui famiglia e i cui amici sono morti nell’attacco terroristico… Il diritto alla difesa di Israele è fuori ogni dubbio», ha affermato Zelens’kyj.
Secondo l’ex presidente russo Dmitrij Medvedev, la politica estera statunitense è in parte responsabile dell’ultima violenta fiammata tra Israele e palestinesi. Il funzionario, attualmente vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, ha affermato che Washington avrebbe dovuto incanalare le proprie energie per garantire una pace duratura in Medio Oriente, ma ha scelto invece di concentrarsi sull’Ucraina.
Commentando l’escalation di sabato tra Israele e il gruppo militante Hamas di Gaza, Medvedev ha scritto sul suo canale Telegram che questi eventi erano prevedibili. «Questo è ciò che Washington e i suoi alleati avrebbero dovuto affrontare», ha spiegato, aggiungendo che il conflitto israelo-palestinese dura da decenni e gli Stati Uniti sono «un attore chiave». Secondo Medvedev, invece, «questi idioti sono entrati nella nostra regione e aiutano attivamente i neonazisti, mettendo l’uno contro l’altro due popoli vicini». L’ex presidente ha concluso il suo discorso con il pensiero che «apparentemente solo una guerra civile sul territorio degli Stati Uniti» potrebbe aiutare a sedare «la passione maniacale dell’America di accendere conflitti in tutto il pianeta».
Va segnalato anche il quotidiano tedesco Bild, che è parso voler collegare il compleanno del presidente russo Vladimir Putin all’inizio dell’escalation di sabato tra Hamas e Israele. Il bizzarro collegamento è stato fatto dal quotidiano in un editoriale filo-israeliano, scritto da Marion Horn, presidente della redazione della Bild, e intitolato «Niente più soldi tedeschi per questi barbari!» «Questo vile attacco arriva nel giorno del compleanno di Putin e 50 anni dopo l’inizio della guerra dello Yom Kippur, lanciata dai vicini arabi di Israele con l’obiettivo di distruggere Israele», si legge nell’editoriale.
Come sia possibile che gli israeliani si siano fatti sorprendere da un simile attacco – che ricorda da vicino la dinamica dello scoppio della guerra del Yom Kippur, di cui si celebra il 50° anniversario – rimane un mistero. Ci interrogheremo su di esso in un altro articolo.
Geopolitica
Trump non esclude il taglio degli aiuti a Israele, attacca Netanyahu e rivela dettagli sull’assassinio di Soleimani
L’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha rifiutato di escludere il ritiro degli aiuti militari a Israele per forzare la fine della guerra a Gaza se verrà rieletto. Un tempo strenuo difensore del primo ministro Benjamin Netanyahu, Trump ha sostenuto che il leader israeliano e il suo esercito hanno «pasticciato» la guerra con Hamas.
In un’intervista con la rivista Time pubblicata questa settimana, il candidato alla Casa Bianca ha confermato la sua insistenza del mese scorso sul fatto che Israele dovrebbe «porre fine alla guerra» prima di perdere ulteriore sostegno internazionale.
«Penso che Israele abbia fatto molto male una cosa: le pubbliche relazioni», ha detto Trump al quotidiano, aggiungendo che secondo lui l’esercito israeliano non dovrebbe «inviare ogni notte immagini di edifici che crollano e vengono bombardati».
Alla domanda se escluderebbe di negare o applicare condizioni agli aiuti militari statunitensi a Israele per portare la guerra a una conclusione, Trump ha risposto «no», prima di lanciarsi in una feroce critica a Netanyahu.
«Ho avuto una brutta esperienza con Bibi», ha detto, riferendosi a Netanyahu con il suo soprannome. Trump ha ricordato come Netanyahu avrebbe promesso di prendere parte all’attacco aereo statunitense che ha ucciso il comandante militare iraniano Qassem Soleimani nel gennaio 2020, prima di ritirarsi all’ultimo minuto.
«È stato qualcosa che non ho mai dimenticato», ha detto Trump al Time, aggiungendo che l’incidente «mi ha mostrato qualcosa».
Come riportato da Renovatio 21, secondo rivelazioni dello scorso anno dell’ex capo dell’Intelligence israeliana, sarebbe stato lo Stato Ebraico a convincere la Casa Bianca ad uccidere il generale iraniano.
Sostieni Renovatio 21
Netanayhu, ha detto The Donald, «è stato giustamente criticato per ciò che è accaduto il 7 ottobre», riferendosi all’attacco di Hamas contro Israele. «E penso che abbia avuto un profondo impatto su di lui, nonostante tutto. Perché la gente diceva che non sarebbe dovuto succedere».
Israele ha, proseguito «le attrezzature più sofisticate», ha continuato. «Tutto era lì per fermarlo. E molte persone lo sapevano, migliaia e migliaia di persone lo sapevano, ma Israele non lo sapeva, e penso che sia stato fortemente incolpato per questo».
Trump non è la prima persona ad affermare che l’esercito e il governo israeliani non hanno risposto agli avvertimenti di un imminente attacco di Hamas. Secondo quanto riportato dai media israeliani, diversi membri del personale militare e dell’Intelligence hanno cercato di avvertire i loro superiori che era in corso un attacco, mentre i funzionari egiziani hanno riferito all’Associated Press di aver trasmesso avvertimenti alle loro controparti israeliane nelle settimane precedenti il 7 ottobre.
Trump è stato uno stretto alleato di Netanyahu durante il suo mandato alla Casa Bianca e si è descritto come «il presidente degli Stati Uniti più filo-israeliano della storia». Ha imposto sanzioni all’Iran su richiesta di Netanyahu, ha spostato l’ambasciata americana in Israele a Gerusalemme ovest e ha mediato gli accordi di Abramo, che hanno visto Israele normalizzare le relazioni con il Bahrein, gli Emirati Arabi Uniti, il Marocco e il Sudan.
Alla domanda se potrebbe lavorare meglio con il principale rivale politico di Netanyahu, Benny Gantz, se dovesse tornare alla Casa Bianca dopo le elezioni presidenziali di novembre, Trump non ha dato una risposta diretta. Tuttavia, ha osservato che «Gantz è bravo» e che ci sono «alcune persone molto brave che ho conosciuto in Israele che potrebbero fare un buon lavoro».
Benjamin Netanyahu è stato sostenuto negli anni dalla famiglia del genero di Trump Jared Kushner, il cui padre – controverso immobiliarista ebreo ortodosso finito in galera per una squallida storia di ricatti perfino a famigliari – era uno dei primi finanziatori di Bibi, il quale, si dice, quando era a Nuova York dormisse nella camerette del Jared.
Il personaggio si è fatto notare di recente per aver detto che «è un peccato» che l’Europa non accolta più profughi palestinesi in fuga da Gaza, per poi fare dichiarazioni entusiastiche sul valore delle proprietà immobiliari future sul lungomare della Striscia.
Il Jared – che è sospettato da molti di essere una «talpa» contro Donald, perfino nel caso del raid FBI a Mar-a-Lago – e la moglie, l’adorata figlia di Trump Ivanka, sarebbero stati lasciati fuori dalla nuova campagna per esplicita richiesta dell’ex presidente.
Trump, in uno degli ultimissimi atti della sua presidenza, diede la grazia al traditore (e spia israeliana) Jonathan Pollard, analista dell’Intelligence USA artefice di una delle più grandi falla di segreti militari della storia degli apparati statunitensi.
Nei primi giorni del 2021, agli sgoccioli della presenza di Trump alla Casa Bianca, Pollard arrivò in Israele, dove lo attendevano ali di folla a festeggiarlo come un eroe (per aver tradito il loro principale alleato: incomprensibile fino al grottesco, a pensarci), tramite un jet privato messo a disposizione dal controverso magnate dei casino di Las Vegas – e finanziatore di quasi tutto il Partito Repubblicano USA come del Likud israeliano – Sheldon Adelson, morto poche ore dopo.
Come riportato da Renovatio 21, Trump il mese scorso ha dichiarato che il comportamento di Israele a Gaza ha causato un danno enorme alla percezione dello Stato ebraico nel mondo, mettendoli «nei guai» e incoraggiando l’antisemitismo.
Attacchi pubblici di Trump a Netanyahu si sono registrati già a fine 2021, mossa che gli valse uno screzio con i fondamentalisti protestanti americani, cioè i cristiano-sionisti che sostengono Israele per la profezia apocalittica secondo cui gli ebrei, ricostruendo il Terzo Tempio, genereranno il loro messia che sarà l’anticristo dei cristiani, accelerando la venuta di Cristo.
Tale teologia escatologica è in azione anche in questi giorni, come visibile nel caso della giovenca rossa, e di altri animali da sacrificio che hanno tentato di trafugare sul Monte del Tempio di Gerusalemme.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Geopolitica
Israele colpisce ancora in Siria
Israeli warplanes targeting the Nadzha region in the south of the Syrian capital Damascus for the first time after the Iran-Israel tension. pic.twitter.com/ODrjCzGFBa
— Mintel World (@mintelworld) May 2, 2024
Sostieni Renovatio 21
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Geopolitica
Ancora botte dentro e fuori il Parlamento della Georgia. Ma la legge sugli «agenti stranieri» passa
Mercoledì i deputati georgiani si sono scontrati in parlamento in vista della sessione plenaria in cui verrà deciso il destino di un controverso disegno di legge sugli «agenti stranieri» che ha scatenato violente proteste.
La legislazione, ufficialmente nota come disegno di legge «Sulla trasparenza dell’influenza straniera», è una nuova versione di un disegno di legge simile proposto lo scorso anno dal partito al potere K’art’uli Ots’neba, «Sogno Georgiano», che richiede alle organizzazioni e agli individui con più del 20% di finanziamenti esteri di registrarsi come «agenti stranieri» e rivelare i propri donatori.
Il disegno di legge è stato ripresentato in parlamento con piccole modifiche all’inizio del mese scorso, e da allora è stato approvato in due letture. L’opposizione considera la legislazione autoritaria e si oppone fermamente ad essa.
Sostieni Renovatio 21
Mercoledì un video pubblicato online dalla deputata dell’opposizione Salome Samadashvili mostrava diversi suoi colleghi che si afferravano e urlavano nella sala conferenze principale del parlamento. Non è chiaro cosa si sia detto esattamente durante l’alterco, ma si può sentire una voce che grida «istigatore!», secondo quanto riportato da RT.
La stessa Samadashvili non sembra aver preso parte all’alterco ma, secondo quanto riportato dai media, le è stato successivamente chiesto di lasciare la sessione plenaria.
❗️Discussion of the “foreign agents law” disrupted by a mass brawl involving up to 40 deputies. Today, the second reading of the bill is taking place in parliament.#Tbilissi #Georgia pic.twitter.com/LOmG97e4zH
— Dr. Khaled Alfaiomi (@Alfaiomi) May 1, 2024
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Si tratta del secondo incidente questa settimana in cui le discussioni parlamentari sulla nuova legislazione sono diventate violente. Lunedì la deputata dell’opposizione Khatia Dekanoidze ha colpito con una bottiglia d’acqua Guram Macharashvili, un deputato del partito al governo.
Due settimane prima, in un’altra sessione dedicata al disegno di legge era scoppiata una rissa dopo che il deputato dell’opposizione Aleko Elisashvili aveva dato un pugno in faccia a Mamuka Mdinaradze, un forte sostenitore della legislazione.
La proposta di legge ha scatenato proteste di massa anche fuori dal parlamento. I filmati girati negli ultimi giorni mostrano manifestanti dell’opposizione che si scontrano con agenti di polizia, che vengono visti usare spray al peperoncino, gas lacrimogeni e idranti per disperdere la folla.
Gli stati occidentali, inclusi Stati Uniti e Unione Europea, hanno criticato la proposta di legge, sostenendo che complicherebbe il lavoro di molte ONG straniere nel paese. Bruxelles ha persino avvertito la Georgia, alla quale è stato recentemente concesso lo status di candidata all’UE, che l’adozione della legislazione potrebbe mettere a repentaglio la candidatura del paese all’adesione.
Tuttavia, la scorsa settimana il primo ministro georgiano Irakli Kobakhidze ha insistito sul fatto che il disegno di legge è una «condizione necessaria per andare avanti» nel percorso verso l’adesione all’UE perché renderebbe la Georgia più trasparente.
Ieri il Parlamento georgiano ha approvato la seconda lettura del disegno di legge. Il ministero della Sanità georgiano, in un bollettino citato dai media georgiani, ha detto che 11 persone, tra cui sei agenti di polizia, hanno ricevuto cure ospedaliere dopo gli scontri seguiti all’approvazione del disegno di legge.
people put up barricades and hung 🇬🇪 🇪🇺 🇺🇦 flags on top #tbilisi #georgia pic.twitter.com/gIUkGXRZFh
— Tornike Mandaria (@Tokmando) May 1, 2024
Free Georgia 🇬🇪 🇺🇦🇪🇺
We see you 🇬🇪
We are with you 🇬🇪 pic.twitter.com/Mrd7aRSXvL— AnnaT 🇬🇧 🫶 🇺🇦 (@1AnnaT) May 1, 2024
🇬🇪 A massive turnout at #NoToRussianLaw protest after the brutal dispersal of peaceful protest. I couldn’t fully record how many people are here. #Georgia pic.twitter.com/CxEYLa2Wbf
— Medea Ivaniadze (@medeaivan) May 1, 2024
Tensions rise in Georgia.
Darkest days are ahead. Pray for us. Help us expose the Russian government for what they are internally.
Sanction these fuckers!!!! pic.twitter.com/ySZc3ypkRu
— General George Fella 🇬🇪🇺🇦 (@jezko_fella) April 30, 2024
Water cannons, rubber bullets (which Ministry of Internal Affairs denied was used), tear gas, pepper spray, protesters shook the side gate of the parliament building.
Russian law that ruling party pushes is unconstitutional and drifts Georgia to Russia; Georgians won’t allow. pic.twitter.com/ZM919fX8hc
— Katie Shoshiashvili (@KShoshiashvili) May 1, 2024
police are still inside the parliament as angry crowd gets angrier #tbilisi #georgia pic.twitter.com/91V7En2Ii2
— Tornike Mandaria (@Tokmando) May 1, 2024
Aiuta Renovatio 21
Il vice ministro dell’Interno Aleksandre Darakhvelidze, citato dai media georgiani, ha affermato che i manifestanti hanno tentato di entrare in parlamento utilizzando vari oggetti e hanno attaccato i poliziotti. Darakhvelidze ha detto che l’azione della polizia martedì ha provocato 63 arresti e il ferimento di sei agenti di polizia.
La Georgia ad inizio degli anni 2000 è stata teatro di una «rivoluzione colorata», la cosiddetta «rivoluzione delle rose», guidata da Mikheil Saakashvili, personaggio politico ora in carcere, dopo essere fuggito in Ucraina dove il presidente Poroshenko lo aveva fatto governatore dell‘oblast’ di Odessa.
Secondo quanto riportato, all’epoca l’Open Society Institute (OSI), finanziato da George Soros, sosteneva Mikheil Saakashvili e una rete di organizzazioni filo-democratiche. L’OSI ha inoltre pagato un certo numero di studenti attivisti affinché andassero in Serbia e imparassero dai serbi che avevano contribuito a rovesciare Slobodan Milosevic nel 2000.I promotori della democrazia occidentale hanno anche diffuso sondaggi di opinione pubblica e analizzato i dati elettorali in tutta la Georgia.
Una significativa fonte di finanziamento per la Rivoluzione delle Rose fu quindi la rete di fondazioni e ONG associate al finanziere miliardario ungherese-americano George Soros. La Fondazione per la Difesa delle Democrazie riporta il caso di un ex parlamentare georgiano che ha sostenuto che nei tre mesi precedenti la Rivoluzione delle Rose, «Soros ha speso 42 milioni di dollari per rovesciare Shevardnadze».
«Queste istituzioni sono state la culla della democratizzazione, in particolare la Fondazione Soros… tutte le ONG che gravitano attorno alla Fondazione Soros hanno innegabilmente portato avanti la rivoluzione. Tuttavia, non si può concludere la propria analisi solo con la rivoluzione e si vede chiaramente che, in seguito, la Fondazione Soros e le ONG sono state integrate al potere» ha dichiarato alla rivista dell’Istituto Francese per la Geopolitica Herodote l’ex ministro degli Esteri Salomé Zourabichvili, ora presidente della Georgia.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine screenshot da Twitter
-
Salute2 settimane fa
I malori della 16ª settimana 2024
-
Pensiero2 settimane fa
Foreign Fighter USA dal fronte ucraino trovato armato in Piazza San Pietro. Perché?
-
Vaccini2 settimane fa
Lanciati i vaccini RNA monodose contro COVID e influenza per i bambini. I critici: «livelli di follia senza precedenti»
-
Cina2 settimane fa
TongTong, la «ragazzina» creata con l’Intelligenza Artificiale per la Cina senza figli
-
Cancro2 settimane fa
Vaccino mRNA, «aumenti significativi» delle morti per cancro dopo la terza dose: studio giapponese
-
Droni2 settimane fa
I droni israeliani attirano i palestinesi con audio di bambini che piangono e poi gli sparano
-
Salute6 giorni fa
I malori della 17ª settimana 2024
-
Pensiero1 settimana fa
«Preghiera» pagana a Zeus ed Apollo recitata durante cerimonia di accensione della torcia olimpica. Quanti sacrifici umani verranno fatti, poi, con l’aborto-doping?