Connettiti con Renovato 21

Spirito

Papa Francesco denunciato per «violazione dei diritti umani» all’ONU

Pubblicato

il

L’avvocato di uno dei condannati nel processo vaticano, conclusosi il 16 dicembre 2023, ha presentato una denuncia all’ONU contro Papa Francesco per «violazione dei diritti umani». In questione: i metodi utilizzati nell’ambito dell’indagine giudiziaria. Una denuncia che difficilmente potrà avere successo visto che la Santa Sede non è membro a pieno titolo delle Nazioni Unite.

 

La genesi di una denuncia tanto inaspettata quanto incongrua risale al 2012: «nei locali del Credit Suisse a Londra, si incontrano un rappresentante della Segreteria di Stato e un finanziere italiano, Raffaele Mincione», dice il Financial Times riportato da Les Echos. Quest’ultimo avrebbe consigliato: «non investite in un progetto petrolifero in Africa, ma in immobili di lusso a Londra».

 

Consulenza seguita due anni dopo, nel 2014, «dal trasferimento» – ritenuto fraudolento dai tribunali vaticani – «di 150 milioni di euro dai conti del Credit Suisse e della Banca della Svizzera Italiana di Lugano alla holding» di Raffaele Mincione, consentendo l’investimento in un edificio nella capitale britannica, al 60 Sloane Avenue, continua Les Echos.

 

Nell’operazione, Raffaele Mincione e diversi suoi collaboratori, tra cui l’imprenditore Gianluigi Torzi, ricevettero ingenti compensi. Ma nel corso dei mesi gli investimenti a Londra – a causa della svalutazione della sterlina, della crisi economica legata al COVID-19 e dell’incertezza legata alla Brexit – hanno registrato numerose perdite. E quelle del Vaticano in particolare.

 

Il 16 dicembre 2023 Raffaele Mincione, al termine di uno storico processo celebrato in Vaticano, ha ricevuto una condanna a cinque anni e sei mesi di reclusione, e una multa di ottomila euro con l’interdizione dall’esercizio di una funzione pubblica. Il condannato e i suoi complici hanno impugnato la sentenza.

Iscriviti al canale Telegram

Nel corso del processo sono stati resi pubblici alcuni rescritti firmati da Francesco: «il Sommo Pontefice ha autorizzato l’uso delle intercettazioni telefoniche», riferisce The Telegraph, nell’ambito dell’inchiesta sull’ex broker, sospettato di azioni fraudolente.

 

Metodi contestati dall’avvocato di Mincione, citato dal giornale: «questa autorizzazione infondata, concessa ai pubblici ministeri da un monarca assoluto, ha dato il via libera all’attuazione della sorveglianza, senza che venissero fornite motivazioni precise o senza che esistesse un meccanismo per contestare l’attuazione della sorveglianza davanti a un tribunale indipendente e imparziale».

 

L’avvocato Rodney Dixon, specializzato in diritti umani, ha deciso su questi fatti di sporgere denuncia alle Nazioni Unite contro il successore di Pietro, in quanto «autore» di violazioni dei diritti umani, riferisce The Telegraph il 16 giugno.

 

Tocca a Margaret Satterwaite, relatrice speciale dell’ONU, esaminare l’ammissibilità di questo ricorso: questo ha poche possibilità di successo poiché la Santa Sede gode di totale immunità ai sensi del diritto internazionale e ha sempre rifiutato di essere un membro effettivo dell’ONU, preferendo la status di osservatore permanente che gli consente – dal 1964 – di far sentire la propria voce, senza essere vincolato da alcuna regolamentazione.

 

In quanto tale, la posizione della Chiesa nei confronti della politica internazionale trova la sua formulazione giuridica nell’articolo 24 dei Patti Lateranensi, firmati l’11 febbraio 1929:

 

«La Santa Sede, in relazione alla sovranità che le compete anche nel campo internazionale, dichiara che Essa vuole rimanere e rimarrà estranea alle competizioni temporali fra gli altri Stati ed ai Congressi internazionali indetti per tale oggetto, a meno che le parti contendenti facciano concorde appello alla sua missione di pace, riservandosi in ogni caso di far valere la sua potestà morale e spirituale».

 

La denuncia presentata dall’avvocato di Raffaele Mincione non può che rassicurare la Santa Sede nel suo rifiuto di diventare membro effettivo dell’ONU, per mantenere la propria indipendenza nei confronti di una struttura il cui spirito progressista non è più da dimostrare.

 

Articolo previamente apparso su FSSPX.news.

 

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


 

Immagine di Christoph Wagener via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported

Continua a leggere

Spirito

Poligamia: il Vaticano non intende modificare il diritto canonico

Pubblicato

il

Da

Il Dicastero per la Dottrina della Fede (DDF) ha ribadito che attualmente non esiste alcun piano per modificare il diritto canonico relativo alle unioni poligame, molto comuni nell’Africa subsahariana. Questa dichiarazione del Cardinale Victor Manuel Fernandez, Prefetto del DDF, arriva dopo una nota dottrinale sulla monogamia come fondamento del matrimonio cristiano.   I vescovi africani potrebbero essere delusi, poiché avevano chiesto una modifica del diritto canonico per scoraggiare ulteriormente la piaga della poligamia, profondamente radicata nelle tradizioni africane. Commentando la nota di Una Caro del 25 novembre 2025, il Cardinale Fernandez ha sottolineato che il nuovo testo non intendeva «condannare esplicitamente la poligamia», ma piuttosto «promuovere la monogamia come ideale evangelico», limitandone significativamente la portata.   Ciò è ancora più significativo se si considera che il Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede si è affrettato a sottolineare che l’iniziativa rispondeva principalmente alle ripetute richieste dei vescovi africani, espresse durante le visite ad limina e al Sinodo sulla sinodalità. In Africa, questi prelati affrontano importanti sfide pastorali in regioni in cui la poligamia colpisce fino al 24% dei cristiani in Burkina Faso, secondo i dati del Pew Research Center.   In una lunga nota a piè di pagina, Una Caro affronta le tradizioni africane a livello giuridico, dove la prima moglie svolge spesso un ruolo centrale nei riti funebri e nell’educazione dei figli di altre unioni. «Studi sulle culture africane mostrano che diverse tradizioni attribuiscono particolare importanza al primo matrimonio», si legge.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

Tuttavia, il cardinale Fernandez insiste sul fatto che questa menzione non implica, a suo avviso, una revisione del canone 1148, che consente a un uomo poligamo convertito al cattolicesimo di scegliere una delle sue mogli per convalidare un matrimonio cristiano, con preferenza per la prima.   I vescovi africani, riuniti nell’ambito del Simposio delle Conferenze Episcopali di Africa e Madagascar (SECAM), avevano tuttavia criticato questa flessibilità canonica, in particolare in un documento dell’agosto 2025 intitolato «Le sfide pastorali della poligamia». In esso, denunciavano casi in cui gli uomini «mettono da parte» la loro prima moglie per sceglierne una più giovane, causando sia scandalo che ingiustizia all’interno delle loro comunità.   Il prefetto della DDF ha riconosciuto queste «situazioni violente» nei villaggi isolati, dove le donne abbandonate rischiano la miseria o la morte: «Dobbiamo trovare una soluzione prudente che porti gradualmente a unioni monogame», ha dichiarato al sito di informazione The Pillar, specificando al contempo che i vescovi africani devono impegnarsi in questa riflessione, senza modifiche immediate al diritto canonico. Questa posizione si inserisce in un contesto più ampio.   La poligamia è diffusa nell’Africa occidentale e centrale: in Ciad, il 21% dei cristiani vive in famiglie poligame, e in Mali il 14%. Durante il Sinodo sulla famiglia del 2014, mons. Ignatius Kaigama – ora arcivescovo di Abuja, in Nigeria – ha sottolineato che la poligamia spesso mira ad assicurare la prole, sollevando interrogativi pastorali per i convertiti. «Come possiamo aiutarli? Come possiamo condurli alla conversione?», si è chiesto.   Il documento del SECAM ha anche deplorato le pratiche falsamente pastorali di alcuni sacerdoti, come la tolleranza informale o lo status di «catecumenato permanente» per i poligami, sostenendo invece un annuncio «radicale» del Vangelo.   I vescovi africani non hanno quindi veramente prevalso e il controverso autore del documento Fiducia Supplicans (2023) sulla benedizione delle coppie irregolari si è, nella migliore delle ipotesi, impegnato ad aiutare i vescovi africani a trovare «soluzioni appropriate», senza però «isolare» i sacerdoti che esercitano il loro ministero in contesti in cui la poligamia è la norma.   Articolo previamente apparso su FSSPX.News.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine screenshot da YouTube
 
Continua a leggere

Spirito

Corredentrice e Mediatrice: cosa chiedevano i vescovi alla vigilia del Vaticano II

Pubblicato

il

Da

Il numero di novembre 2025 del Courrier de Rome assume un significato particolare alla luce della Nota Mater populi fidelis del cardinale Fernández, che rifiuta i titoli di Corredentrice e Mediatrice di tutte le Grazie. Per cogliere la portata di questa rottura, i due studi storici di padre Jean-Michel Gleize costituiscono il cuore di questo numero e ne costituiscono l’interesse principale.

 

Questi articoli richiamano alla mente un fatto significativo, spesso dimenticato: alla vigilia del Concilio Vaticano II, l’episcopato cattolico chiese quasi all’unanimità una definizione di Corredenzione e Mediazione Universale. Le citazioni che l’autore estrae dagli Atti conciliari sono sorprendenti. Il vescovo di Malta, l’arcivescovo Galea, vedeva in questa definizione «un grandissimo aiuto» per riunire i cristiani separati, affermando che questa verità sarebbe stata accolta «come la voce della Madre Celeste che vuole riportare tutti i suoi figli all’unità».

 

I vescovi spagnoli, da parte loro, hanno affermato inequivocabilmente che Maria «merita di essere Mediatrice presso il Mediatore» e che, secondo San Pio X, è «la prima dei ministri a distribuire le grazie».

 

La Polonia, fedele alla sua tradizione mariana, ha espresso con forza il sentimento del popolo cristiano. Il vescovo Blecharczyk ha osservato che tutti – «ignoranti o dotti» – credono che Maria, suscitata da Dio, sia «la collaboratrice dell’opera della Redenzione” e “la Mediatrice di tutte le grazie che scaturiscono dalla Redenzione come dalla loro fonte».

Sostieni Renovatio 21

Quanto al vescovo Czerniak, egli ha affermato che questa dottrina è ormai così chiara, così profondamente radicata nella Tradizione e nell’insegnamento dei papi, che deve essere resa professione di fede: «La Beata Vergine Maria deve essere dichiarata Mediatrice di tutte le grazie […] perché la volontà di Dio l’ha creata come Mediatrice universale».

 

Questi testi dimostrano che la dottrina di Maria, Corredentrice e Mediatrice, non si basava sulle opinioni di teologi isolati, ma sulla voce unificata della Chiesa docente, che vedeva in questa definizione un bene spirituale importante per i fedeli e persino un mezzo per convertire i non cattolici. Le poche obiezioni registrate – solo due autentiche – non riguardavano mai la dottrina in sé, ma piuttosto considerazioni di opportunità pastorale.

 

Rivelando questa unanimità episcopale, padre Gleize dimostra che la Nota del Dicastero, riducendo la cooperazione di Maria a un mero esempio, «non riflette accuratamente la dottrina del Magistero della Chiesa».

 

Questo numero offre quindi uno spunto cruciale per comprendere l’attuale dibattito mariano: lungi dall’essere spunti devozionali, Corredenzione e Mediazione Universale sono al centro della fede cattolica trasmessa dai pastori. Leggere questo dossier significa riscoprire questa profonda armonia, oggi oscurata, tra la Tradizione viva della Chiesa e la verità sulla Madre di Dio.

 

Articolo previamente apparso su FSSPX.News

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine: Chiesa cattolica di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso (Grove City, Ohio) – Statua della Beata Vergine Maria

Immagine di Nheyob via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International; immagine tagliata

Continua a leggere

Spirito

La Vergine Corredentrice contro il Serpente Maledetto: omelia dell’Immacolata di mons. Viganò

Pubblicato

il

Da

Renovatio 21 pubblica l’omelia dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò nell’Immacolata Concezione della Santa Vergine Maria        

Tu Reparatrix

Omelia nell’Immacolata Concezione della Beatissima Semprevergine Maria

 

Tuti sumus te tutante, Virgo potestatis tantæ, Dei ligans omnipotentiam.

Fa’ che possiamo esser protetti da Te, Vergine che hai avuto tanto potere da Dio, da farTi amministrare la Sua onnipotenza.

Sequentia O mira claritas

Questo giorno benedetto, dedicato alla celebrazione dell’Immacolata Concezione di Maria Santissima, ci offre l’occasione di tessere una pubblica e solenne riparazione all’onore dell’Augustissima Madre di Dio, dopo che un odioso documento vaticano – la Nota Mater populi fidelis – ha osato dichiarare «sempre impropria» l’attribuzione del titolo di Mediatrice e Corredentrice a Colei che il Padre ha voluto come Figlia, il Figlio come Madre e lo Spirito Santo come Sposa.

 

Quel serpente maledetto, cui Ella schiaccerà il capo, continua ad insidiarLe il virgineo calcagno, sprizzando il veleno mortifero che già vomitarono gli eresiarchi di tutti i tempi. A riprova dell’inaudito affronto alla Santissima Madre, valga lo scandalo dei semplici, che La venerano come Addolorata Corredentrice e come Mediatrice di tutte le Grazie.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

Nel celebrare le glorie della nostra Signora e Regina, non possiamo non vedere nella Sua Concezione Immacolata la necessaria premessa e preparazione non solo dell’Incarnazione del Verbo Eterno del Padre, ma anche dell’immolazione della Madre del Verbo Incarnato, vittima pura, santa e immacolata per Grazia specialissima, prima creatura degna di unirSi al Figlio nell’oblazione al Padre.

 

Chi più di Lei, preservata da ogni macchia, sarebbe stato degno di tale privilegio? Chi più di Lei avrebbe avuto titolo di offrire la propria mistica co-Passione al Sacrificio perfetto di Nostro Signore? E come avrebbe Ella potuto rispondere con maggiore carità all’esempio del divin Figlio, se non lasciandoSi trafiggere, con altrettanta carità, dalle acuminate spade che fanno di Lei la Mater dolorosa e la Regina Crucis?

 

Nostra Signora è infatti Regina della Croce in virtù della co-Passione e della Corredenzione. Se Cristo regna dalla Croce – Regnavit a ligno Deus; se la Croce è il trono di gloria della divina e universale Signoria del Re dei Re; come avrebbe potuto l’Augustissima Regina meritare questo titolo, se non allargando misticamente le proprie braccia sulla Croce del Figlio?

 

Mediante la mistica partecipazione alla Passione del Salvatore, Ella è Reparatrix, Riparatrice dei peccati grazie ai meriti acquisiti ai piedi della Croce: Redentrice anch’Ella, soli secunda Numini, seconda solo a Dio, e dunque Corredentrice, Stella polare nella notte oscura che riverbera la sola luce del Sol Justitiæ. Infine, grazie ai quei meriti Ella è costituita Mediatrix, Mediatrice di tutte le Grazie: tanto quelle proprie, quanto quelle infinite del Figlio. Ella è amministratrice del Tesoro dei meriti infiniti di Cristo, al quale si aggiungono i meriti dei Santi e – vale ricordarlo – anche i meriti di quanti, nel corso della loro vita, hanno completato nella propria carne quello che manca ai patimenti di Cristo, per il bene del Suo Corpo che è la Chiesa (Col 1, 24).

 

L’offerta della Vergine – la più perfetta delle creature, eletta a Tabernacolo dell’Altissimo ed Arca dell’Alleanza – non poteva non costituire il più prezioso ornamento del Sacrificio di Cristo, e il più fulgido esempio di carità per noi, membra vive di quel Corpo Mistico che tutti ci unisce sulla Croce, memori delle parole del Salvatore: Chi vuole venire dietro a Me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua (Mt 16, 24).

 

Quale guida migliore, in questa via Crucis personale ed ecclesiale, se non Colei che accompagnò il Signore con le Pie Donne lungo il Calvario? Colei che il Signore agonizzante ci ha dato per Madre e alla Quale ci ha affidati come figli? Colei che Lo ha visto spirare pro peccatis suæ gentis, per i peccati del Suo popolo? Colei che ne accolse il Corpo esanime e Lo pose nel sepolcro? Lo ripetiamo, forse senza attenzione, quando cantiamo la sequenza Stabat MaterCrucifixi fige plagas cordi meo valide: imprimi a fondo nel mio cuore le piaghe del [Tuo Figlio] Crocifisso.

 

La Vergine Immacolata – Colei che mai avrebbe avuto bisogno di espiare colpe dalle quali era stata preservata – si fa Vittima con la Vittima divina, varca l’unica soglia che ammette al Cielo e da quella gloria eterna con il Figlio continua, come Madre e Avvocata, a riversare i fiumi di Grazie che la Provvidenza Le ha affidato come Tesoriera di Dio.

Aiuta Renovatio 21

Viviamo in un tempo di grandi sovvertimenti. La Vergine Santissima ci ha rassicurati: Alla fine, il Mio Cuore Immacolato trionferà. Nella certezza del trionfo finale, cari fratelli, è contenuta anche la certezza della Croce, passaggio obbligato per una vera sequela Christi. La Regina Crucis ci dice: alla fine. Alla fine della salita verso il Calvario, perché è da quel trono che Ella ha misticamente conquistato unendoSi al Figlio nel Sacrificio al Padre che la Regina Crucis trionfa con il Suo divin Figlio. Dal trono della Croce, Ella regna come dispensatrice di tutte le Grazie che l’onnipotenza divina Le affida per amministrarle.

 

Affidiamo a Lei la Barca di Pietro, perché Ella la guidi e la accompagni nella passio Ecclesiæ come già accompagnò il Suo divin Figlio, Capo del Corpo Mistico, nella Sua dolorosa Passione, verso il trionfo della Pasqua eterna. Affidiamoci alla Vergine Immacolata con le parole della Sequenza O mira claritas:

 

Fa’ che possaiamo esser protetti da Te, Vergine Immacolata, che tanto potere hai avuto da Dio, da farTi amministrare la Sua onnipotenza.

 

E così sia.

 

+ Carlo Maria Viganò

Arcivescovo

 

8 Dicembre MMXXV In Conceptione Immaculata B.M.V.

 

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine: Federico Barocci (1535–1612), Immacolata Concezione (circa 1575), Galleria Nazionale delle Marche, Urbino. Immagine di Mongolo1984 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International  
Continua a leggere

Più popolari