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Morto Ozzy Osbourne. Aveva mangiato un pipistrello, ma fatto il vaccino COVID
Il pioniere della musica heavy metal Ozzy Osbourne è morto martedì, poche settimane dopo aver tenuto il suo ultimo concerto d’addio con i suoi ex compagni del gruppo Black Sabbath.
La famiglia di Osbourne ha annunciato la scomparsa del 76enne (all’anagrafe John Michael Osbourne, un brummie, cioè originario di Birmingham) sui social media, scrivendo: «È con una tristezza che le parole non possono esprimere che dobbiamo annunciare che il nostro amato Ozzy Osbourne è mancato questa mattina. Era con la sua famiglia e circondato dall’amore. Chiediamo a tutti di rispettare la privacy della nostra famiglia in questo momento».
La morte dell’ugola del primo metallo pesante viene dopo quella che i giornali scrivono come una lotta durata anni contro il morbo di Parkinson, una malattia neurologica debilitante che gli ha causato la perdita della capacità di camminare.
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Il cantante era tornato con ai Black Sabbath – gruppo da cui è andato e venuto altre volte – all’inizio di questo mese per un’ultima esibizione nella natìa Birmingham. Al concerto-reunion avevano partecipato anche altre band in zona INPS come Metallica, Slayer, Pantera etc.
È stato scritto che l’Ozzy avrebbe avuto un’educazione cristiana e nutriva credenze cristiane, tra cui la fede nel paradiso, in Dio e nell’aldilà, tuttavia nella vita era stato messo all’indice dai gruppi religiosi come adoratore del diavolo. Lui in un’intervista del 1989 negò categoricamente: «Non sono interessato al satanismo. Non sono un adoratore del diavolo. Non sono mai stato coinvolto personalmente nella magia nera» aveva detto.
«Sono cristiano. Sono stato battezzato come cristiano. Andavo alla scuola domenicale», ha dichiarato in un’intervista del 2014 al Guardian. Nel 1992 aveva detto al New York Times di essere «un membro praticante della Chiesa d’Inghilterra» e di pregare prima di ogni concerto.
Nella seconda parte della carriera lo Ozzy era divenuto una star della TV assieme alla sua famiglia grazie alla serie andata in onda tra il 2002 e il 2005 The Osbournes, considerata da molti un elemento chiave nell’ascesa dei reality. Alcuni oggi arrivano a notare che, grazie al successo del reality degli Osbournes, di lì a poco avrebbe avuto grande esito anche un altro pezzo di reality TV, The Apprentice, il programma che lanciò definitivamente Donald Trump nell’immaginario americano, portandolo infine alla presidenza.
Tuttavia lo Osbourne rimane nei discorsi di tanti per qualcosa che successe ad un concerto più di quaranta anni fa. Il 20 gennaio 1982, Ozzy staccò con un morso la testa di un pipistrello che credeva fosse di gomma durante un’esibizione al Veterans Memorial Auditorium di Des Moines, Iowa. Secondo un articolo del 2004 di Rolling Stone, il pipistrello era vivo in quel momento, tuttavia, il diciassettenne Mark Neal, che lo lanciò sul palco, aveva affermato che era stato portato allo spettacolo morto.
Did Ozzy REALLY bite the head off a bat during one his concerts in the early 80’s?????? pic.twitter.com/kqa0yXW9Lb
— STEPH_FIGHT🇺🇸forMAGA (@Steph_Protect2A) July 22, 2025
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Secondo Osbourne, nell’opuscolo dell’edizione del 2002 del libro Diary of a Madman, il pipistrello non solo era vivo, ma riuscì a morderlo, costringendo Osbourne a sottoporsi a cure antirabbiche. Il 20 gennaio 2019, Osbourne ha commemorato il 37° anniversario dell’incidente con il pipistrello offrendo in vendita sul suo negozio online personale un giocattolo «Ozzy Plush Bat» che disponeva di «testa staccabile». Il sito affermava che il primo lotto di giocattoli era andato esaurito in poche ore.
La notizia che dovremmo tirare, tuttavia, è che pur avendo mangiato un pipistrello – specie nota per la quantità di virus che reca con sé – il nostro era riuscito a sopravvivere.
Insomma: quasi trenta anni prima del virus di Wuhano, l’Ozzy aveva implicitamente dimostrato che, più che al chirottero consumato nel wet market di una megalopoli cinese, bisognava guardare altrove, magari al laboratorio di virus manipolati a pochi isolati da lì.
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Ad ogni modo, l’essere una spiegazione vivente di quanto accaduto a Wuhano e nel mondo pandemico non risparmiò l’Ozzy dal vaccino mRNA, che si iniettò facendo sapere ai giornali di sentirsene «sollevato». L’indomito giornalista americano Alex Jones è subito zompato sull’argomento nel suo, anche sentito, coccodrillo.
«L’iconico Ozzy Osbourne è morto improvvisamente dopo anni di malattia, iniziata misteriosamente dopo la vaccinazione. Il cantante dei Black Sabbath ha cancellato i concerti a causa di coaguli di sangue nelle gambe e gli è stato inserito un filtro nell’arteria per proteggere il cuore e il cervello. Ozzy era emozionato quando ha ricevuto la prima dose. Ora è morto… Riposa in pace Ozzy Osbourne».
I community notes di X – il volto buono del fact-checking… – lo correggono dicendo che Ozzy aveva rivelato per la prima volta la sua diagnosi di Parkinson nel 2020, molto prima dell’avvento dei vaccini contro il COVID, e che gli effetti collaterali di un importante intervento chirurgico al collo non hanno fatto che aggravare le difficoltà che Ozzy già affrontava con il Parkinson. Insomma nessuna correlazione.
Resta il fatto che si può sopravvivere mangiando un pipistrello vivo. Sugli effetti collaterali del vaccino, invece, per fortuna ora la Sanità americana sta facendo un po’ di chiarezza.
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Immagine di Morten Skovgaard via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
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Da Nasser a Sting e i Police: il mistero di Miles Copeland, musicista e spia della CIA
La I.R.S. Records venne fondata nel 1979 da Miles Copeland III. L’etichetta produsse alcuni tra i più rappresentativi artisti musicali degli anni Ottanta. L’influenza che esercitò nel punk inglese e nella new wave fu fondamentale producendo prodigi come i Police, i R.E.M., i Dead Kennedys. Il logo della casa discografica statunitense ritraeva un uomo in primo piano con un cappello anni ’50 stilizzato in bianco e nero e chiamato spy guy.
Un altro fratello Copeland, Ian (1949-2006), fondò la Frontier Booking International, in acronimo F.B.I., una agenzia di talenti specializzata nella musica e che rappresentò tra gli altri anche i R.E.M., Jane’s Addiction, Snoop Dog, Sting.
Il terzo fratello Copeland, Steward invece era il batterista dei Police e quindi proprio di Sting. Entrato di diritto nella Rock and Roll Hall of Fame come membro dei Police, venne aggiunto anche nella Modern Drummer Hall of Fame e nella Classic Drummer Hall of Fame. Ha avuto poi una carriera come compositore di colonne sonore per il cinema, musicando pellicole rimaste nella storia come il capolavoro di Francis Ford Coppola Rusty il selvaggio (1983), Wall Street (1987) e Talk Radio (1988) di Oliver Stone, Riff-Raff (1991) e Piovono pietre (1993) di Ken Loach e pure il videogioco Alone in the Dark.
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Se i tre fratelli denotano una esagerata presenza di talento scorrere nelle loro vene quello che sorprende ancora di più è la fonte da cui questi tre fenomeni derivano. Il loro padre, di nome Miles Copeland, fu uno dei fondatori della CIA nonché musicista e personaggio eccezionale nel panorama politico dalla Seconda Guerra Mondiale in avanti.
Prima della guerra, ancora in Alabama provò a seguire le orme del padre iscrivendosi alla locale università con l’intenzione di diventare medico. Folgorato dal jazz, invece, comprò una tromba e si diede totalmente allo swing. Nel giro di poco si ritrovò a suonare e comporre con giganti come Glenn Miller, Benny Goodman, Buddy Rich, racconta lo storico John Simkin in un suo articolo.
Arrivò però Pearl Harbour e la direzione della sua vita cambiò completamente. Entrò a far parte dell’ufficio finanziario della guardia nazionale. Racconta proprio il sito della CIA che un giorno gli venne chiesto di ripetere un test d’intelligenza perché, dal risultato ottenuto, erano tutti convinti che avesse utilizzato un trucco. Una volta ripetuto guadagnò un risultato se possibile ancora maggiore.
L’esito del test attirò l’attenzione del generale William «Wild Bill» Donovan, direttore di una nuova agenzia chiamata Office of Strategic Service (OSS), la prima agenzia americana che fungeva da servizio segreto. Donovan, che stava formando la base della nuova agenzia, era sempre alla ricerca dei migliori prospetti e con le migliori connessioni. Miles aveva senza dubbio colpito il generale anche per quello che il figlio Stewart chiamava il gift of gab, il dono della chiacchiera. Era un abile oratore e una persona di grande spirito per cui creare empatia non era mai stato un problema.
Amava giocare, si considerava un giocatore, prendeva parte con entusiasmo alle simulazioni di guerra. Nel dopo guerra creò un gioco da tavola cult basato sul suo fondamentale libro, pieno di rivelazioni, Games of Nation, anche questo diventato introvabile oggetto di culto.
Mentre era Londra Copeland divenne amico di Boris Pash, capo della sicurezza del Manhattan Project e anche di Ernest Hemingway. Venne assegnato a dirigere la scuola di controspionaggio, la Corps of Intelligence Police, che divenne nel 1942 la Counterintelligence Corps, CIC, partecipazione che gli valse la Legione di Merito. Copeland partecipò attraverso la CIC all’operazione Overlord, lo sbarco in Normandia ed era parte della BIGOT list, acronimo per British Invasion of German Occupied Territory, un ristrettissimo gruppo di persone con un passato inattaccabile e degne di ottenere i documenti più protetti e riservati.
La CIC, oltre ad impegnarsi nel più famoso Manhattan Project si occupò anche di altri progetti di spicco per l’epoca. Uno di questi, la missione ALSOS, diretta da Boris Pash, era il tentativo da parte degli alleati di raccogliere quante più informazioni possibili sugli sviluppi scientifici nazisti in ambito nucleare; quindi l’operazione Paperclip che cooptò oltre 1600 scienziati, ingegneri e tecnici vari dalla Germania nazista per reinserirli in ambito per lo più scientifico militare statunitense; l’operazione TICOM che aveva come scopo l’impadronirsi di risorse riguardanti la crittografia e le ultime vette della ricerca scientifica sulle telecomunicazioni, ambito in cui i tedeschi eccellevano. Alla fine della guerra Copeland venne anche incaricato di redigere la cronaca del controspionaggio del periodo appena trascorso, intervistando decine di spie e scienziati nazisti.
In seguito alla trasformazione dell’OSS in CIA, Copeland partecipò alla messa a punto del progetto fino alla sua realizzazione nel 1947, anno di nascita della più grande agenzia spionistica americana. Dopodiché ottenne la gestione dell’ufficio dell’agenzia a Damasco in Siria e divenne l’uomo in Medio Oriente per i servizi statunitensi. Nel marzo del 1949 supportò il colpo di stato in Siria in cui venne deposto il governo legalmente eletto in favore del potere militare. Nel 1953 prese parte all’operazione Ajax incaricata di destituire il primo ministro iraniano, Mohammed Mossadegh, reintegrando Reza Pahlavi, assicurando così l’accesso statunitense al petrolio iraniano e contemporaneamente istituendo un avamposto del primo mondo contro i sovietici.
Fluente in almeno dieci lingue, divenne amico personale del presidente egiziano Nasser. Nonostante il cammino tra USA e Egitto avesse preso due strade differenti e i servizi americani avessero preso in considerazione operazioni estreme verso il presidente africano Copeland rimase genuinamente al suo fianco e un ammiratore dell’opera politica di Nasser.
Mantenne ufficialmente questo ruolo per dieci anni costruendo la posizione dell’Intelligence americana nel territorio attraverso il reclutamento di agenti in loco e la costruzione delle reti informative necessarie.
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In seguito, dopo aver rassegnato le dimissioni perché in totale disaccordo con le politiche di Eisenhower, continuò a lavorare privatamente nel solco dell’Intelligence a stelle e strisce fino agli anni Settanta quando si distaccò completamente dando vita a una nuova carriera di autore. I vari articoli e libri che scrisse ottennero un notevole successo ma ebbero anche la conseguenza di esacerbare definitivamente i rapporti con l’agenzia governativa. Nel 1988, scrisse un articolo «Spooks for Bush» in cui dichiarò il totale supporto del mondo dell’Intelligence verso la candidatura di G. W. Bush all’elezione come presidente del 1994.
E. Micheal Burke, ex ufficiale OSS, CIA, e in seguito con una importante carriera nel mondo dello spettacolo, scrisse nell’agosto 1974 una recensione su uno dei suoi testi più famosi Without cloak or dagger (1974). Copeland nel suo libro descriveva la CIA come il demonio di cui ignoriamo l’esistenza, gestita da una cricca di vecchi commilitoni abbastanza potenti da buttare giù un direttore non particolarmente apprezzato come James Schlesinger.
La CIA è un organo interno più potente dei vari governi succedutosi sullo sfondo che ha come grande dilemma trovare il modo per restare potenti, anonimi, silenziosi ma allo stesso vincere la confidenza del pubblico. Come scrive Copeland nel libro: «conosciamo il nemico, sappiamo come gestirlo, siamo incorruttibili. Anche se non ci conoscete, potete implicitamente fidarvi di noi».
Marco Dolcetta Capuzzo
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Amazon Prime Video rimuove tutte le armi e le Bond Girls dai poster dei film di 007. Poi ci ripensa
Amazon had digitally removed all of the guns from James Bond movie art.
Next … they will probably eliminate any scenes from the movies with guns. Ridiculous. pic.twitter.com/PdMgKIKY2e — Wall Street Mav (@WallStreetMav) October 3, 2025
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Notice in these Amazon #JamesBond digital posters they’ve removed all the guns and given awkward poses?
Welcome to a world where promoting James Bond 007 needs to be done without his sidearm. pic.twitter.com/3NGkxXShcn — Chris (@GelNerd) October 2, 2025
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