Senza categoria
Mons. Schneider esorta Leone XIV ad affrontare la «tremenda confusione dottrinale» nella Chiesa
Il vescovo Athanasius Schneider ha rivolto un appello a papa Leone XIV affinché corregga urgentemente e formalmente la «tremenda confusione dottrinale» presente nella Chiesa. Lo riporta LifeSite.
Intervenendo al webinar mensile per la Confraternita di Nostra Signora di Fatima, Schneider ha offerto valutazioni sul nuovo papato e sulle questioni che dovranno essere affrontate nell’attuale pontificato.
«Il primo compito di un papa – come disse Nostro Signore a San Pietro – è quello di confermare tutti i fedeli nella fede, di confermarli nella fede», ha affermato il vescovo.
Sostieni Renovatio 21
Proseguendo, ha rivolto un invito diretto a Leone affinché prenda provvedimenti riguardo al pontificato di Francesco:
«Considerata l’attuale situazione della Chiesa, l’enorme confusione dottrinale che regna nella vita della Chiesa ed è così evidente, sarebbe quindi un atto della massima urgenza da parte del nuovo Papa pubblicare un documento o un atto magisteriale – può farlo in varie forme, come un’enciclica o un’esortazione apostolica o in un modo ancora più solenne – per chiarire, rettificare quelle questioni dottrinali e morali che negli ultimi decenni e specialmente nell’ultimo pontificato sono state minate e sfigurate, o talvolta persino negate».
Questo, ha detto Schneider, «dovrebbe essere l’atto più urgente del nuovo papa».
Come già evidenziato, diversi elementi del papato di Francesco hanno creato grande confusione tra i cattolici, tra cui le restrizioni alla Messa tradizionale, la promozione della benedizione delle «coppie» dello stesso sesso e il sovvertimento dell’ordine morale della Chiesa.
Schneider aveva già esortato Francesco a correggere tali aspetti prima della sua morte, ma anche che – in caso di fallimento – il successore di Francesco si assumesse la responsabilità di disperdere la confusione e riportare ordine nell’insegnamento della Chiesa. Il «primo compito» di un papa dovrebbe essere quello di emanare un decreto che «abroga e condanna» i «documenti e le espressioni» di Francesco che contraddicono l’insegnamento cattolico, ha affermato Schneider il mese scorso.
In una precedente intervista, Schneider aveva offerto ulteriori dettagli su come potrebbe essere una simile correzione. Parlando prima della morte di Francesco, avvenuta il 21 aprile, Schneider aveva chiesto che un nuovo papa «facesse una professione di fede in cui correggesse gli errori – i più importanti e diffusi del nostro tempo», primo tra tutti proclamare il cattolicesimo come unica vera fede.
Pope Francis should “retract” the confusion he caused & some of the “errors” in the Church, Bishop Schneider told @JoeDMcClane
If not then his successor should retract “very ambiguous, erroneous documents & acts of PF’s pontificate”
Report on @LifeSitehttps://t.co/oLUH7xBUOv pic.twitter.com/311V3jghJ9— Michael Haynes 🇻🇦 (@MLJHaynes) March 24, 2025
Aiuta Renovatio 21
Poi, aveva detto, sarebbe venuto l’insegnamento sulla sessualità umana, in particolare sull’«indissolubilità del matrimonio, sul carattere intrinsecamente malvagio degli atti sessuali al di fuori del matrimonio e soprattutto sull’affermazione chiara del carattere intrinsecamente malvagio degli atti e dello stile di vita omosessuali».
Il vescovo aveva quindi citato l’esortazione apostolica di Francesco Amoris Laetitia come qualcosa che deve essere «esplicitamente ritrattata dal papa», e ha affermato che la «bestemmia» di Fiducia Supplicans, in cui Francesco ha permesso che le benedizioni per le “coppie” dello stesso sesso venissero completamente ritrattate.
Monsignor Schneider aveva inoltre chiesto che il famigerato documento di Abu Dhabi del 2019 venga «chiaramente ritrattato» al fine di preservare l’autenticità della fede cattolica, insieme al processo sinodale e alla recente proroga di tre anni approvata da papa Francesco, esortando il successore a ribadire «l’unicità di Gesù Cristo come Redentore dell’umanità, che Gesù Cristo e la Chiesa da Lui fondata sono l’unica via di salvezza voluta da Dio».
Su questo aspetto, Schneider ha espresso una certa soddisfazione per il fatto che nel discorso di apertura al mondo pronunciato da Leone XIII l’8 maggio dopo la sua elezione, il nuovo papa abbia fatto un riferimento importante a Cristo.
«Perciò, senza paura, uniti mano nella mano con Dio e tra di noi, andiamo avanti», ha detto Leo in un discorso preparato. «Siamo discepoli di Cristo. Cristo ci precede. Il mondo ha bisogno della Sua luce. L’umanità ha bisogno di Lui come di un ponte per essere raggiunta da Dio e dal Suo amore».
I temi emergenti del pontificato di Leone sono ancora in fase di elaborazione e devono ancora essere pienamente sviluppati, dato che è trascorsa meno di una settimana dal suo inizio.
Come riportato da Renovatio 21, negli scorsi giorni, dopo il primo discorso al Collegio cardinalizio di Leone, monsignor Schneider aveva dichiarato che il primo impegno di un papa è nei riguardo del Vangelo e non del Concilio Vaticano II.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine screenshot da YouTube
Senza categoria
La Croazia ripristina la leva militare
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Senza categoria
Aborto e pena di morte, la dichiarazione controversa di papa Leone XIV
A favore della vita? Papa Leone XIV, rompendo con il riserbo osservato fino ad allora, ha dichiarato durante un’intervista alla stampa il 30 settembre 2025 a Castel Gandolfo: «Chi dice: “Sono contro l’aborto” ma sostiene la pena di morte non è veramente a favore della vita», come riportato da Vatican News.
Questa affermazione, che ha suscitato una certa preoccupazione tra i cattolici americani, merita di essere analizzata. Il papa sottintende che coloro che difendono la vita debbano opporsi non solo all’aborto, ma anche alla pena di morte. Queste due battaglie, agli occhi del papa, si basano sullo stesso principio. Sarebbe incoerente opporsi all’aborto e sostenere la pena di morte.
In realtà, esiste una differenza fondamentale tra l’aborto e la pena di morte. Nel primo caso, si tratta dell’uccisione di una persona innocente, che non ha mezzi di difesa. Nel secondo caso, si tratta dell’uccisione di una persona colpevole. Spesso, questa persona colpevole è un criminale che ha ucciso persone innocenti e che potrebbe commettere nuovamente il reato.
Secondo Leone XIV, sostenere la pena di morte non è compatibile con l’essere «a favore della vita». Ma allora il Magistero unanime della Chiesa per venti secoli deve essere considerato non a favore della vita. Infatti, papi e concili, fino all’inizio del XXI secolo, hanno insegnato che la pena di morte, in certi casi, era moralmente ammissibile (1).
Nell’enciclica Casti connubii del 1930, papa Pio XI, pronunciandosi con forza contro il crimine dell’aborto, scrisse: «il diritto di punire con la morte vale solo contro i colpevoli. Non vale contro gli innocenti». (2)
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Si potrebbe obiettare al quinto comandamento del Decalogo: «Non uccidere» (3). Sant’Agostino e San Tommaso hanno risposto all’obiezione. Questo precetto proibisce l’uccisione degli innocenti. Ma non è ingiusto uccidere criminali o nemici dello Stato. Ciò non va contro questo precetto del Decalogo. (4)
Se un obiettore insiste nell’invocare il diritto alla vita di ogni essere umano, rispondiamo citando papa Pio XII nel suo discorso del 14 settembre 1952: «anche quando si tratta dell’esecuzione di un condannato a morte, lo Stato non dispone del diritto individuale alla vita. È allora riservato al potere pubblico privare il condannato del bene della vita, in espiazione della sua colpa, dopo che, con il suo crimine, si è già spogliato del suo diritto alla vita».
Dobbiamo piuttosto chiederci se l’opposizione alla pena di morte sia davvero un comportamento pro-life. Se un criminale ha brutalmente ucciso decine di persone innocenti e, privo di qualsiasi pentimento, desidera recidivare, il comportamento pro-life consiste nel proteggere la vita di quel criminale a tutti i costi, o piuttosto nel proteggere la vita di cittadini innocenti e pacifici che rischiano di essere assassinati?
Difendere la vita umana non significa forse punire severamente chi la distrugge e stabilire leggi che scoraggino i potenziali assassini al fine di proteggere gli innocenti?
E che dire dell’autodifesa e della guerra giusta? L’uomo che uccide il suo aggressore ingiusto o il soldato che uccide l’invasore della sua patria meritano il rimprovero di Leone XIV di non essere «pro-vita»? Questo rimprovero non dovrebbe piuttosto ricadere sull’aggressore ingiusto, nemico della vita umana?
Non c’è quindi alcuna incoerenza, ma al contrario una logica perfetta, nel lottare contro l’aborto sostenendo al contempo la legittimità della pena di morte per alcuni pericolosi recidivi.
Abate Bernard de Lacoste
NOTE
1) Vedere gli articoli dell’abate J.-M. Gleize in Super hanc petram, t. 2, pp. 135-140 e 159-169.
2) Dz 3720.
3) Esodo XX, 13.
4) Summa Theologica, Ia IIae, q. 100, artt. 8, annuncio 3.
Articolo previamente apparso su FSSPX.News
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Senza categoria
La Chiesa pubblica le sue statistiche annuali
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
-



Misteri2 settimane faLa verità sull’incontro tra Amanda Knox e il suo procuratore. Renovatio 21 intervista il giudice Mignini
-



Pensiero7 giorni faCi risiamo: il papa loda Don Milani. Torna l’ombra della pedofilia sulla Chiesa e sul futuro del mondo
-



Spirito2 settimane faMons. Viganò: «non c’è paradiso per i codardi!»
-



Sanità1 settimana faUn nuovo sindacato per le prossime pandemie. Intervista al segretario di Di.Co.Si
-



Necrocultura5 giorni fa«L’ideologia ambientalista e neomalthusiana» di Vaticano e anglicani: Mons. Viganò sulla nomina del re britannico da parte di Leone
-



Salute1 settimana faI malori della 42ª settimana 2025
-



Autismo2 settimane faTutti addosso a Kennedy che collega la circoncisione all’autismo. Quando finirà la barbarie della mutilazione genitale infantile?
-



Oligarcato6 giorni faPapa Leone conferisce a Carlo III, capo della Chiesa d’Inghilterra, la cattedra permanente nella basilica papale













