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Stragi

Massacro a Nuova Orleans: capodanno con strage di pedoni operata con pickup

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L’FBI ha dichiarato che sta indagando sull’uccisione di dieci persone nella città statunitense di Nuova Orleans come «atto di terrorismo». Un uomo ha guidato un pick-up contro una folla di festaioli mercoledì mattina, e poi ha aperto il fuoco sulla polizia prima di essere ucciso a colpi di arma da fuoco.

 

Le polemiche riguardano ora il ritardo con cui le autorità hanno parlato di terrorismo, visto che sul sito sarebbe stata trovata una bandiera islamista.

 

Secondo il primo comunicato dell’FBI «un individuo ha guidato un’auto contro una folla di persone su Bourbon Street a New Orlaans, uccidendo diverse persone e ferendone decine di altre». «Il soggetto si è quindi rivolto alle forze dell’ordine locali ed è ora deceduto. L’FBI è l’agenzia investigativa principale e stiamo lavorando con i nostri partner per indagare su questo come atto di terrorismo», continua la dichiarazione.

 

L’attacco è avvenuto in una popolare meta turistica, che in quel momento era gremita di festaioli di Capodanno. Grandi folle si sono radunate in città anche prima del quarto di finale del College Football Playoff al Sugar Bowl, programmato per mercoledì più tardi al vicino Superdome. La partita è stata posticipata a giovedì pomeriggio in seguito all’attacco.

 

 


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La polizia ha detto che l’autista ha aggirato un posto di blocco della polizia e si è lanciato tra la folla lungo Bourbon Street intorno alle 3:15 di mercoledì, mentre i festaioli si riunivano per festeggiare il nuovo anno. Almeno 15 persone sono state uccise e circa 30 ferite. Due agenti di polizia feriti in una sparatoria con il sospettato sono in condizioni stabili.

 

Il sospettato ha ucciso almeno 10 persone e ne ha ferite altre 35, ha detto ai giornalisti il ​​capo del Dipartimento di Polizia di New Orleans(NOPD) Anne Kirkpatrick durante una conferenza stampa ieri mattina.

 

Il sindaco di Nuova Orleans LaToya Cantrell ha immediatamente definito l’incidente un «attacco terroristico», ma è stato contraddetto durante lo stesso briefing dall’agente speciale responsabile dell’FBI Alethea Duncan, che ha affermato che «questo non è un evento terroristico».

 

Le autorità hanno anche trovato potenziali ordigni esplosivi nel Quartiere Francese, ha affermato l’FBI. Le riprese di sorveglianza hanno mostrato tre uomini e una donna che piazzavano uno dei numerosi ordigni esplosivi improvvisati, secondo un bollettino di Intelligence della Louisiana State Police citato dall’Associated Press.

 

Secondo l’FBI, l’autista era Shamsud-Din Bahar Jabbar, 42 anni, cittadino statunitense e veterano dell’esercito originario del Texas. Una bandiera dell’ISIS è stata trovata sul gancio di traino del veicolo, ha detto l’FBI, che sta cercando di stabilire se Jabbar fosse associato a qualche organizzazione terroristica.

 

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La Duncan ha dichiarato durante una conferenza stampa che l’FBI non ritiene che Jabbar abbia agito da solo.

 

Il Jabbar si era arruolato nell’esercito nel marzo 2007, lavorando sia nelle risorse umane che nella tecnologia informatica. È stato dispiegato in Afghanistan da febbraio 2009 a gennaio 2010, poi è stato trasferito nella riserva dell’esercito degli Stati Uniti nel 2015, ha affermato il servizio in una dichiarazione. Jabbar ha prestato servizio fino a luglio 2020, lasciando l’esercito con il grado di sergente maggiore.

 

I documenti del tribunale mostrano che il Jabbar ha dovuto affrontare una situazione finanziaria in peggioramento nel 2022 mentre si separava dalla sua allora moglie. Secondo AP i documenti del tribunale mostrano che guadagnava circa 10.000 dollari al mese svolgendo attività di sviluppo aziendale e altro lavoro per la società di consulenza Deloitte. In una dichiarazione, Deloitte ha affermato che Jabbar aveva «prestato servizio in un ruolo a livello di staff» da quando era stato assunto nel 2021 e che la società stava facendo tutto il possibile per assistere le autorità.

 

 

Secondo il New York Post, la casa in cui viveva l’uomo è un tugurio con animali nel cortile. La giornalista del giornale neoeboraceno ha scritto su Twitter di essere arrivata sul posto, aver bussato e suonato il campanello non ricevendo risposta, prima che vi si presentasse l’FBI.

 

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Secondo il bollettino della Polizia di Stato, nel veicolo del sospettato sono state trovate pistole e bombe a tubo. I dispositivi erano nascosti all’interno di frigoriferi e cablati per la detonazione a distanza con un telecomando che è stato trovato anch’esso nel veicolo, ha affermato il bollettino.

 

L’attacco ricorda da vicino quello avvenuto ai mercatini di Natale di Madgeburgo di pochi giorni fa, ad opera di uno strano dottore saudita.

 

Come riportato da Renovatio 21, l’uso di auto di grandi dimensioni per effettuare stragi tra le folle è stata teorizzata apertamente dall’ISIS sulla loro rivista Dabiq.

 

Secondo il New York Times, il sospettato aveva «giurato fedeltà all’ISIS» in diversi video pubblicati sulla sua pagina Facebook la notte prima dell’attacco, secondo un funzionario delle forze dell’ordine che ha parlato a condizione di anonimato. Sembrava che stesse guidando nei video, che erano indirizzati alla sua famiglia.

 

Nelle stesse ore, un altro attentato si è consumato a Las Vegas, dove un Tesla Cybertruck, veicolo simbolo dell’azienda di Elon Musk, è stato fatto saltare dinanzi all’ingresso della Trump Tower locale. Gli investigatori starebbero cercando connessioni tra i due eventi. Secondo quanto appreso, entrambi i veicoli sarebbero stati presi dal medesimo noleggiatore.

 

Molti in rete commentano che sembra che vogliano far aprire l’era del Trump 2 nel segno del terrorismo interno più sanguinario.

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Stragi

Violenti scontri in Siria

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  Lunedì sera sono scoppiati violenti scontri ad Aleppo tra combattenti curdi, inclusi membri delle Forze Democratiche Siriane (SDF), e le forze governative. Lo riportano diversi organi di stampa internazionali.   La North Press Agency ha riportato che almeno sette persone sono morte e decine sono rimaste ferite negli scontri a fuoco. L’agenzia ha aggiunto che i residenti di diversi quartieri di Aleppo hanno protestato contro il governo.   Al Arabiya ha citato il ministero della Difesa siriano, secondo cui il governo «si stava muovendo nell’ambito del suo piano di ridispiegamento». «Siamo vincolati al nostro accordo con le SDF e non abbiamo alcuna intenzione di condurre alcuna operazione militare», ha dichiarato il Ministero.   Le SDF hanno attribuito gli scontri a «provocazioni delle fazioni del governo ad interim e dei loro tentativi di avanzare con i carri armati».   Ad aprile, il governo siriano e il consiglio locale dei quartieri curdi di Aleppo hanno siglato un accordo che pone questi ultimi sotto l’autorità di Damasco, garantendo però un certo grado di autonomia alle istituzioni curde.   Un ulteriore accordo prevedeva l’integrazione delle strutture civili e militari curde nel governo centrale entro la fine del 2025.      

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Le crescenti tensioni in Siria, dovute a mesi di conflitti tra gruppi minoritari e forze governative, hanno alimentato timori di escalation e frammentazione.   Dopo la rimozione del presidente Bashar Assad, fazioni islamiste avrebbero attaccato comunità minoritarie, tra cui alawiti, cristiani, curdi e drusi. Il presidente siriano Ahmed al-Sharaa, già conosciuto come il terrorista jihadista al-Jolani, ha poi sottolineato che tutte le comunità saranno integrate sotto l’autorità centrale, affermando che «tutte le armi devono essere sotto il controllo dello Stato».   Come riportato da Renovatio 21, mesi fa si parlava di almeno un migliaio di morti negli scontro al Sud della Siria, e di purghe jihadiste camuffate da incendi in un massacro etno-religioso spaventoso.  

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Stragi

Centinaia di persone intrappolate sull’Everest. Tre persone uccise dai fulmini

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Circa mille escursionisti sono rimasti intrappolati sui versanti orientali del Monte Everest a causa di una tempesta di neve che ha bloccato le vie di accesso. Lo riporta la stampa cinese.

 

Le squadre di soccorso sarebbero al lavoro a un’altitudine di circa 5.000 metri.

 

Le intense nevicate, iniziate venerdì sera e proseguite fino a sabato, hanno coperto sentieri di montagna e campeggi a un’altitudine media di 4.200 metri. Le comunicazioni con alcune aree della montagna risultano, secondo quanto riferito, ancora limitate.

 

Le immagini video della scena mostrano decine di tende sepolte o distrutte sotto uno spesso strato di neve, mentre gli escursionisti avanzano a fatica tra alti cumuli di neve. Un gruppo di alpinisti procede con cautela accanto a veicoli coperti di neve, mentre altri improvvisano ripari temporanei.

 

 

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Centinaia di abitanti dei villaggi vicini e squadre di soccorso sono stati mobilitati per liberare l’accesso all’area rimuovendo la neve. La vendita dei biglietti e l’ingresso all’intera Everest Scenic Area sono stati sospesi da sabato sera.

 

Le avverse condizioni meteorologiche hanno colpito anche le aree residenziali ai piedi della montagna. Secondo Reuters, almeno 47 persone sono morte in Nepal da venerdì, a causa di inondazioni improvvise e frane provocate da forti piogge, che hanno bloccato strade e distrutto ponti.

 

Trentacinque vittime sono state registrate in diverse frane nel distretto orientale di Ilam, vicino al confine con l’India, mentre nove persone risultano ancora disperse dopo essere state travolte dalle acque alluvionali. Altre tre persone sarebbero state uccise da fulmini. Le autorità locali hanno emesso un allarme per il pericolo persistente, poiché il terreno instabile e la scarsa visibilità continuano a ostacolare le operazioni di soccorso.

 

L’Everest è da tempo considerato un luogo di overtourism, ossia saturato da turisti, in questo caso scalatori, che di fatto ne intasano i sentieri, come apparve chiaro in immagini circolate anni fa con un ingorgo di alpinisti sul monte.

 


 

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Catastrofi

Terremoto uccide oltre 60 persone nelle Filippine: le immagini

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Un forte terremoto ha colpito le Filippine centrali nella tarda serata di martedì, causando la morte di almeno 69 persone e il ferimento di molte altre, secondo quanto riferito mercoledì dalle autorità locali.   Le squadre di soccorso hanno lavorato per salvare i sopravvissuti intrappolati sotto le macerie, mentre le autorità si sono impegnate per ripristinare l’erogazione di acqua ed elettricità, interrotte dal sisma.   Il terremoto, di magnitudo 6,9, ha colpito la parte settentrionale di Cebu, vicino alla città costiera di Bogo, abitata da circa 90.000 persone, ed è stato seguito da quattro scosse di assestamento di magnitudo pari o superiore a 5,0.   I soccorritori, tra cui militari, polizia e volontari con escavatori e cani da ricerca, hanno setacciato le macerie per trovare superstiti. Le autorità hanno dichiarato lo stato di calamità in alcune aree di Cebu, dove il sisma ha causato il crollo di edifici, l’interruzione dell’energia elettrica e forti oscillazioni di un ponte, costringendo i motociclisti ad aggrapparsi alle ringhiere per non cadere.              

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  L’ospedale principale di Bogo è stato gravemente danneggiato dal terremoto superficiale che ha colpito la città, situata a soli 19 km dall’epicentro. Le autorità hanno avvertito che il numero delle vittime è destinato ad aumentare.   Secondo i funzionari locali incaricati della gestione delle catastrofi, oltre una dozzina di persone sono morte nella vicina Medellin a causa del crollo di soffitti e pareti delle loro abitazioni.   A San Remigio, cinque persone hanno perso la vita quando i muri sono crollati mentre cercavano di sfuggire da una partita di basket, come riportato dal sindaco Alfie Reynes ai media locali.   La governatrice di Cebu, Pamela Baricuatro, la cui provincia conta 3,4 milioni di abitanti ed è un’importante meta turistica, ha dichiarato che l’entità reale dei danni a Bogo e nelle città settentrionali limitrofe sarà chiara solo all’alba.   «Potrebbe essere peggio di quanto pensiamo», ha avvertito Baricuatro in un videomessaggio su Facebook.   L’Istituto Filippino di Vulcanologia e Sismologia ha emesso un’allerta tsunami, invitando i residenti di Cebu e delle province vicine di Leyte e Biliran a evitare le coste. L’allerta è stata successivamente revocata, non essendo stata rilevata alcuna attività ondosa anomala.   Il terremoto è avvenuto meno di una settimana dopo le tempeste consecutive Bualoi e Ragasa che hanno colpito la regione. Le Filippine, situate sulla «Cintura di Fuoco» del Pacifico, sono tra i Paesi più vulnerabili ai disastri naturali, frequentemente colpiti da terremoti ed eruzioni vulcaniche.

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