Nucleare
Macron vuole discutere l’allargamento dell’«ombrello nucleare» francese
La Francia discuterà la possibilità di usare il suo arsenale nucleare per proteggere i suoi alleati in Europa, ha affermato il presidente Emmanuel Macron. Ha rilasciato la dichiarazione mentre i membri della NATO sono sempre più preoccupati che gli Stati Uniti sotto il presidente Donald Trump non intervengano in loro difesa.
Il mese scorso, il futuro cancelliere tedesco, Friedrich Merz, ha suggerito che Gran Bretagna e Francia potrebbero estendere la loro protezione nucleare alla Germania, date le tensioni tra Russia e NATO sull’Ucraina. Queste offerte sono «sempre rimaste senza risposta», ha detto.
In un discorso di mercoledì sera, Macron ha detto di essere aperto all’estensione dell’ombrello nucleare del suo Paese. «In risposta all’appello storico del futuro cancelliere tedesco, ho deciso di aprire un dibattito strategico sulla protezione dei nostri alleati nel continente europeo attraverso un deterrente nucleare», ha detto, secondo RFI.
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Il presidente ha affermato che la gente in Francia è «legittimamente preoccupata» per la «nuova era» sotto Trump. «Voglio credere che gli Stati Uniti resteranno al nostro fianco, ma dobbiamo essere preparati al fatto che non sarà così».
Macron non «L’Europa affronta un pericolo chiaro e presente su una scala che nessuno di noi ha mai visto nella nostra vita adulta», ha scritto martedì la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen in una lettera agli stati membri del blocco.
Come riportato da Renovatio 21, tre anni fa, parlando di energia, il Macron lanciò lo slogan di una «rinascita dell’industria nucleare francese». Tuttavia, negli stessi giorni (c’era la crisi energetica dovuta al conflitto russo-ucraino, sul quale, come noto, il Macron pure soffia molto) parlava della necessità della popolazione di accettare «la fine dell’abbondanza», con discorsi su «economia di guerra» e annunci di razionamenti energetici
La Francia aveva fatto capire in ogni modo che, a differenza della Germania e dell’Italia, mai abbandonerà l’energia nucleare. Ciononostante, bizzarramente ad inizio 2022 ben due reattori sono andati contemporaneamente offline a causa di «guasti» e relative manutenzioni. «Danni inaspettati», si disse.
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Immagine di Thomas Bresson via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International
Nucleare
La Russia testa con successo un missile da crociera a propulsione nucleare con gittata illimitata
🚨🚨 Unlimited-range Burevestnik joins Russia’s elite missile club — after flying 14K km
A glimpse inside Russia’s top-tier arsenal 🧵👇 https://t.co/IjcrJRWJp5 pic.twitter.com/fABARGFVJs — Sputnik India (@Sputnik_India) October 26, 2025
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Nucleare
Stupende immagini della fusione nucleare
Impressionanti immagini giungo dall’azienda britannica Tokamak Energy, che ha scattato ad alta velocità delle foto a colori di ciò che accade dentro, appunto, un tokamak, acronimo russo per «camera toroidale con spire magnetiche», cioè un reattore nucleare a fusione a forma di ciambella.
Vediamo qui una nube rosa di plasma di idrogeno luminoso che raggiunge temperature superiori a quelle del nucleo del Sole, il tutto imprigionato in un potentissimo campo magnetico. Ciò che vediamo è solo la luce visibile proveniente dal bordo del plasma, perché il nucleo del plasma è così caldo che non emette alcuna luce visibile.
Nell’angolo in alto a destra, si può anche assistere allo spettacolo abbagliante dei granuli di litio iniettati nella camera, scrive Futurism. Inizialmente di un rosso brillante, i granuli di litio cadono più in profondità nel plasma, mentre la ionizzazione lo trasforma in un alone sfocato di un verde brillante.
Plasma is better in colour! Watch one of our latest #plasma pulses in our ST40 tokamak, filmed using our new high-speed colour camera at an incredible 16,000 frames per second.
Each pulse lasts around a fifth of a second. What you’re seeing is mostly visible light from the… pic.twitter.com/jWKmcl0tEx
— Tokamak Energy (@TokamakEnergy) October 15, 2025
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«La telecamera a colori è particolarmente utile per esperimenti come questi», ha affermato Laura Zhang, fisica di Tokamak Energy, in una nota. «Ci aiuta a identificare immediatamente se le impurità gassose che stiamo introducendo irradiano nel punto previsto e se le polveri di litio penetrano nel nucleo del plasma».
La fusione nucleare, il processo che da miliardi di anni alimenta le stelle come il nostro Sole, avviene quando l’enorme gravità stellare fa collidere atomi leggeri, come l’idrogeno, in un plasma rovente, generando calore durante la loro unione. Riprodurre questo fenomeno sulla Terra è complesso, poiché manca la gravità stellare che facilita la collisione degli atomi.
Un tokamak risolve parzialmente il problema, usando potenti campi magnetici generati da superconduttori per confinare il plasma, troppo caldo per essere contenuto da materiali solidi. Tuttavia, il combustibile, come gli isotopi di idrogeno (deuterio e trizio), è problematico: il deuterio è raro e si estrae dall’acqua di mare, mentre il trizio, ancora più scarso, va prodotto irradiando il litio, un metallo difficile da reperire. Rispetto alla fissione nucleare, che usa uranio o plutonio, la fusione è più sicura, con radiazioni a breve emivita.
Attualmente, però, i nostri esperimenti di fusione consumano più energia di quanta ne producano, rendendola ancora impraticabile, anche se i progressi sono promettenti per la ricerca scientifica. Recenti studi sulla superconduttività condotti al politecnico bostoniano MIT sembrano indicare che la fusione è tuttavia pienamente possibile. Altre svolte si sarebbero avute a Princeton, in Corea e in Giappone.
Come riportato da Renovatio 21, la Cina in particolare sembra aver intrapreso la corsa all’ottenimento della tecnologia a fusione atomica, con il primo reattore a fusione-fissione programmato già per il 2030.
Una volta scoperto un processo stabile per ottenere la fusione, potrebbe entrare in giuoco l’Elio-3, una sostanza contenuta in grande abbondanza sulla Luna, dove la Cina, come noto, sta operando diverse missioni spaziali di successo. Da qui potrebbe svilupparsi definitivamente il ramo cosmico dello scacchiere internazionale, la geopolitica spaziale che qualcuno già chiama «astropolitica», e già si prospetta come un possibile teatro di guerra.
La cooperazione mondiale per la fusione era un’idea portata avanti dallo scienziato atomico sovietico Igor Kurchatov. Essa potrebbe quindi passare anche per una collaborazione nello spazio, che ad oggi pare assai difficile.
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Immagine screenshot da Twitter
Nucleare
Conferenza mondiale sulla fusione nucleare in Cina
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