Geopolitica
L’UE prende le distanze dall’arresto di Durov
La Commissione Europea ha rifiutato di commentare l’arresto del fondatore di Telegram Pavel Durov in Francia, definendolo un «caso individuale» e suggerendo di chiedere chiarimenti a Parigi, ha riferito lunedì RIA Novosti.
«La Commissione Europea non commenta i singoli casi o le indagini in corso. Questa è una questione che riguarda lo Stato membro interessato», ha dichiarato il braccio esecutivo dell’UE a RIA dopo che l’emittente ha chiesto un commento.
Separatamente, un portavoce della CE ha detto a Euronews lunedì che l’arresto di Durov non aveva nulla a che fare con gli obblighi di Telegram ai sensi del cosiddetto Digital Services Act (DSA). L’UE ha rafforzato la sua presa su Big Tech ai sensi del DSA, entrato in vigore all’inizio di quest’anno. Il regolamento richiede alle cosiddette «Very Large Online Platforms» (quelle con oltre 45 milioni di utenti mensili) di rispettare una serie di norme relative alla protezione dei dati e alla pubblicità.
«L’azione penale non rientra tra le potenziali sanzioni per una violazione del DSA», ha affermato il portavoce della CE, aggiungendo che «il DSA non definisce cosa sia illegale né stabilisce alcun reato penale e pertanto non può essere invocato per gli arresti. Possono essere invocate solo le leggi nazionali che definiscono un reato penale».
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Con sede a Dubai, Telegram afferma di avere 41 milioni di utenti mensili nell’UE. Tuttavia, a maggio, la vicepresidente della CE per i valori e la trasparenza Vera Jourova ha detto a Bloomberg che la piattaforma è un «caso speciale» e che sarebbe stata comunque indagata e potenzialmente inserita nella lista.
La Jourova ha accusato Telegram di aver consentito la diffusione della «disinformazione» russa e ha definito «un problema» il fatto che la piattaforma sia «particolarmente attiva negli Stati membri orientali dove abbiamo una minoranza di lingua russa».
Secondo Durov, Telegram rispetta i diritti dei suoi utenti alla privacy e alla libertà di espressione. In un’intervista con il giornalista americano Tucker Carlson all’inizio di quest’anno, Durov ha affermato di aver respinto le richieste di Washington di condividere i dati degli utenti con le autorità statunitensi o di costruire le cosiddette «backdoor» di sorveglianza nella piattaforma.
L’arresto di Durov ha scatenato forti reazioni, con il magnate della tecnologia statunitense Elon Musk che ha chiesto il rilascio del fondatore di Telegram e ha affermato che la libertà di parola in Europa è sotto attacco.
«La Francia ha oltrepassato tutti i confini arrestando Duro», ha affermato Chris Pavlovski, CEO della piattaforma di condivisione video Rumble, aggiungendo che ha lasciato l’Europa dopo la diffusione della notizia.
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Immagine di Fred Romero via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Geopolitica
Orban: il piano dell’UE per rubare i beni russi costituisce una «dichiarazione di guerra»
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Geopolitica
Trump annuncia attacchi terrestri in Venezuela «presto»
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato che gli USA potrebbero avviare «molto presto» operazioni terrestri contro presunte reti di narcotraffico collegate al Venezuela, dopo aver quasi completamente interrotto i flussi di stupefacenti via mare. Caracas ha respinto con forza ogni accusa di legami con i cartelli della droga.
Parlando venerdì con i giornalisti alla Casa Bianca, Trump ha annunciato che il traffico di droga marittimo legato al Venezuela è calato del 92%, sostenendo che le forze americane stanno «eliminando la droga a livelli mai visti prima». «Abbiamo bloccato il 96% degli stupefacenti che arrivavano via mare», ha precisato, per poi aggiungere: «Presto le operazioni inizieranno anche sulla terraferma».
Il presidente statunitense non ha tuttavia fornito indicazioni su eventuali obiettivi o sull’estensione di tali azioni.
Da settembre le forze USA hanno intensificato sensibilmente la presenza militare nei Caraibi e nel Pacifico orientale, conducendo oltre 20 interventi contro imbarcazioni sospette di traffico di droga e causando la morte di decine di persone. Trump ha affermato che queste operazioni hanno salvato decine di migliaia di vite americane, impedendo l’ingresso di narcotici nel Paese.
Il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha sempre rigettato le accuse di Trump su presunti rapporti tra Caracas e i narcocartelli, sostenendo che Washington utilizzi la campagna antidroga come pretesto per destabilizzare e rovesciare il suo governo.
Come riportato da Renovatio 21, Maduro, che avrebbe offerto ampie concessioni economiche agli USA per restare al potere, sarebbe stato oggetto di un tentativo di rapimento tramite il suo pilota personale.
Il Venezuela ha stigmatizzato il rinforzo militare come violazione della sovranità e tentativo di golpe. Il governo venezuelano starebbe cercando appoggio da Russia, Cina e Iran. Mosca ha di recente riaffermato la sua alleanza con Caracas, esprimendo pieno sostegno alla leadership del Paese nella difesa della propria integrità. Mosca ha accusato il mese scorso Washington di preparare il golpe in Venezuela.
Questa settimana le autorità statunitensi hanno sequestrato anche la petroliera Skipper al largo delle coste venezuelane, una nave cargo che secondo gli USA trasportava petrolio dal Venezuela e dall’Iran. Le autorità di Caracas hanno condannato l’operazione definendola «furto manifesto» e «pirateria navale criminale».
Come riportato da Renovatio 21, nel frattempo, la Russia – da tempo alleata stretta del Venezuela – ha rinnovato pubblicamente il suo sostegno a Maduro. Secondo il Cremlino, il presidente Vladimir Putin «ha espresso solidarietà al popolo venezuelano e ha ribadito il proprio appoggio alla ferma determinazione del governo Maduro nel difendere la sovranità nazionale e gli interessi del Paese dalle ingerenze esterne». I due leader hanno inoltre confermato l’impegno a dare piena attuazione al trattato di partenariato strategico siglato a maggio.
Trump nelle scorse settimane ha ammesso di aver autorizzato le operazioni CIA in Venezuela. Di piani CIA per uccidere il presidente venezuelano il ministro degli Interni del Paese aveva parlato lo scorso anno.
Come riportato da Renovatio 21, Maduro aveva denunciato l’anno scorso la presenza di mercenari americani e ucraini in Venezuela. «Gli UA finanziano Sodoma e Gomorra» aveva detto.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Geopolitica
La Slovacchia «non sosterrà nulla» che contribuisca a prolungare il conflitto in Ucraina
Today I held an almost hour-long phone conversation with the President of the European Council, A. Costa. I fully respect him, but while he spoke about money for the war in Ukraine, I kept repeating the senseless daily killing of hundreds to thousands of Russians and Ukrainians.… pic.twitter.com/0f9JiitWjG
— Robert Fico 🇸🇰 (@RobertFicoSVK) December 12, 2025
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