Economia
L’Ucraina si offre di sostituire l’Ungheria nell’UE
L’Ucraina è pronta a prendere il posto dell’Ungheria nell’Unione Europea, ha affermato mercoledì il ministero degli Esteri di Kiev. Budapest ha recentemente criticato l’Ucraina per aver bloccato il transito del gas naturale dalla Russia all’Unione Europea.
All’inizio di questa settimana, il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto ha accusato Kiev di aver creato «un’offerta artificialmente ridotta», sottolineando che la sua decisione unilaterale di fermare il transito del gas russo, insieme alle sanzioni dell’UE, aveva fatto salire alle stelle i prezzi.
«Se la parte ungherese dà priorità al rafforzamento della Russia invece che all’UE e agli USA, dovrebbe ammetterlo apertamente», ha affermato il ministero degli Esteri ucraino in una dichiarazione. «L’Ucraina sarà pronta a riempire qualsiasi posto vacante nell’UE e nella NATO, se l’Ungheria decide di lasciarlo a favore dell’adesione alla CSI o alla CSTO».
La CSI, abbreviazione di Commonwealth of Independent States, è un blocco che unisce diversi paesi post-sovietici. La CSTO, o Collective Security Treaty Organization, è un’alleanza militare che attualmente include Russia, Bielorussia, Armenia, Kazakistan, Kirghizistan e Tagikistan.
L’Ucraina ha scelto di non prolungare un contratto di transito quinquennale con la russa Gazprom alla fine del 2024, tagliando fuori diversi stati membri dell’UE dalle forniture di gas russo, tra cui Romania, Polonia, Ungheria, Slovacchia, Austria, Moldavia e Italia. L’interruzione ha immediatamente fatto schizzare i prezzi nella regione a più di 50 € per megawattora, un livello mai visto dall’ottobre 2023.
Lo Szijjarto ha dichiarato che i prezzi più alti compromettono la competitività dell’UE e gravano in modo sproporzionato sui cittadini del blocco. Il ministro ha inoltre affermato che l’Ucraina ha violato il suo Accordo di associazione con l’UE bloccando le spedizioni di transito.
La decisione di Kiev è stata criticata anche dalla Slovacchia, che fa affidamento sui gasdotti russi per circa il 60% del suo fabbisogno energetico. La scorsa settimana, il ministro degli Interni slovacco Matus Sutaj Estok ha definito la mossa un «tradimento della fiducia» e una minaccia alla stabilità energetica nella regione.
La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha dichiarato all’inizio di questo mese che gli Stati Uniti erano gli unici beneficiari della situazione, accusando Washington di essere il «principale sponsor della crisi ucraina».
Mosca si era detta disposta a prolungare il contratto di transito e a mantenere le spedizioni di gas attraverso il territorio ucraino oltre il 2024. Il presidente Vladimir Putin ha accusato Kiev di «punire» gli stati membri dell’UE con la sua decisione, prevedendo che ciò avrebbe comportato prezzi energetici più elevati.
Durante la sua conferenza stampa annuale del 19 dicembre, ha affermato che l’interruzione avrebbe avuto un impatto minimo sulla Russia, tuttavia.
Come riportato da Renovatio 21, il primo ministro slovacco Robert Fico ha definito l’accettazione della situazione da parte di Bruxelles è «assolutamente irrazionale e sbagliata».
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Immagine di IAEA Imagebank via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
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Economia
L’ex proprietario di Pornhub vuole acquistare le attività del gigante petrolifero russo
Bernd Bergmair, l’ex proprietario di Pornhub, starebbe valutando l’acquisto delle attività internazionali del gigante petrolifero russo sanzionato Lukoil. Lo riporta l’agenzia Reuters, citando fonti riservate.
A ottobre, gli Stati Uniti hanno colpito Lukoil con sanzioni che hanno costretto la compagnia a dismettere le proprie partecipazioni estere, stimate in circa 22 miliardi di dollari. Lukoil aveva inizialmente accettato un’offerta del trader energetico Gunvor per l’intera controllata estera, ma l’operazione è saltata dopo che il Tesoro americano ha accusato Gunvor di legami con il Cremlino.
Secondo Reuters, Bergmair avrebbe già sondato il dipartimento del Tesoro statunitense per una possibile acquisizione. Interpellato tramite un legale, ha né confermato né smentito, limitandosi a dichiarare: «Lukoil International GmbH rappresenterebbe ovviamente un investimento eccellente; chiunque sarebbe fortunato a possedere asset del genere», senza precisare quali porzioni gli interessino o se abbia già contattato l’azienda. Un portavoce del Tesoro ha declinato ogni commento.
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Il finanziere austriaco è l’ex azionista di maggioranza di MindGeek, la casa madre di Pornhub, la cui identità è emersa solo nel 2021 dopo anni di strutture offshore. Il Bergmair ha ceduto la propria partecipazione nel 2023, quando la società è stata rilevata da un fondo canadese di private equity chiamato «Ethic Capital», nella cui compagine spicca un rabbino. Il patrimonio dell’uomo è stimato intorno a 1,4 miliardi di euro, investiti principalmente in immobili, terreni agricoli e altre operazioni private.
Il mese scorso, il Tesoro statunitense ha autorizzato le parti interessate a intavolare negoziati per gli asset esteri di Lukoil; l’approvazione è indispensabile poiché, senza licenza, ogni transazione resterebbe congelata. La finestra concessa scade il 13 dicembre.
Fonti giornalistiche indicano che diversi player, tra cui Exxon Mobil e Chevron, avrebbero manifestato interesse, ma Lukoil preferirebbe cedere il pacchetto in blocco, complicando le trattative per chi punta su singoli asset. L’azienda ha reso noto di essere in contatto con più potenziali acquirenti.
Mosca continua a condannare le sanzioni occidentali come «politiche e illegittime», avvertendo che finiranno per danneggiare chi le ha imposte». Il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha definito il caso Lukoil la prova che le «restrizioni commerciali illegali» americane sono «inaccettabili e ledono il commercio globale».
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Immagine di Marco Verch via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)
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