Geopolitica
L’Ucraina attacca il porto di Sebastopoli
La scorsa notte le forze ucraine hanno preso di mira le infrastrutture portuali nella città di Sebastopoli in Crimea. Lo riporta Mikhail Razvozhaev, governatore della città strategica che ospita la flotta russa del Mar Nero,
«Circa 20 minuti fa, i nostri nemici hanno attaccato Sebastopoli», ha scritto Razvozhaev in un post su Telegram mercoledì mattina intorno alle 3:40. Successivamente ha affermato che almeno 24 persone sono rimaste ferite, di cui quattro in condizioni moderatamente gravi.
Il governatore crimeano ha detto che mentre le difese aeree erano attivate contro i sospetti missili, l’attacco ha causato un incendio in una struttura «non civile» nel distretto industriale della città.
Non ci sono ancora informazioni definitiva sull’entità del danno. Diverse foto e video condivisi dai canali di notizie russi Telegram avrebbero mostrato un’esplosione e un incendio nelle vicinanze di un cantiere navale.
A # of Russian Telegram channels posted videos of explosions and a fire reportedly at the 13th Ship Repair Plant in Sevastopol, possibly from a missile strike. https://t.co/Pr645WM7Kthttps://t.co/6vKPel4yhthttps://t.co/jXTfViRBy9https://t.co/6AQB0skAdKhttps://t.co/p13j5iL0gt pic.twitter.com/Fgg1FTPKkn
— Rob Lee (@RALee85) September 13, 2023
Tutto il traffico sul ponte di Crimea è stato brevemente interrotto a scopo precauzionale durante l’incidente. Razvozhaev ha affermato che i servizi di sicurezza «continuano a monitorare la situazione», esortando i residenti a mantenere la calma e a fidarsi solo delle fonti di informazione ufficiali.
Il ministero della Difesa russo ha successivamente confermato l’attacco, affermando che le forze ucraine avevano lanciato durante la notte dieci missili da crociera contro il cantiere navale di Sebastopoli.
Secondo il sito russo RT, le difese aeree hanno abbattuto sette dei missili in arrivo, ma tre sono riusciti a passare, danneggiando due navi in riparazione presso la struttura, si legge nella nota.
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È stato anche tentato un attacco con l’uso di droni navali contro un gruppo di navi da guerra russe nel Mare Interno. Secondo il ministero, tutti e tre gli UAV sono stati distrutti dalla nave pattuglia Vasily Bykov.
Negli ultimi mesi, l’Ucraina ha lanciato ripetutamente droni contro la Crimea, la maggior parte dei quali sono stati abbattuti dalle difese aeree russe. Gruppi di due o tre UAV hanno preso di mira anche il quartiere degli affari di Mosca, nella capitale russa, causando lievi danni alla proprietà.
Il Cremlino ha liquidato gli attacchi come un «fastidio» e un atto di disperazione, inteso a distrarre dai fallimenti di Kiev sul campo di battaglia.
Come riportato da Renovatio 21, in questi giorni è emerso che Elon Musk avrebbe spento i satelliti Starlink in uso all’Ucraina quando ha capito che sarebbero stati usati per gli attacchi alla Crimea.
Per questo il regime di Kiev lo ha definito «malvagio».
Immagine da Twitter
Geopolitica
Per gli USA ora la normalizzazione delle relazioni con la Russia è un «interesse fondamentale»
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Geopolitica
Israele potrebbe iniziare a deportare gli ucraini
Decine di migliaia di rifugiati ucraini in Israele rischiano la deportazione entro la fine del prossimo mese, a causa del protrarsi del ritardo governativo nel rinnovare il loro status legale. Lo riporta il quotidiano dello Stato Giudaico Haaretz.
La tutela collettiva offerta a circa 25.000 ucraini in seguito all’aggravarsi del conflitto in Ucraina nel 2022 necessita di un’estensione annuale, ma gli attuali permessi di soggiorno scadono a dicembre.
Tuttavia, Israele non si è dimostrato particolarmente ospitale verso molti di questi migranti, in particolare quelli non eleggibili alla «Legge del Ritorno», una legge fondamentale dello Stato di Israele implementata dal 1950che garantisce a ogni ebreo del mondo il diritto di immigrare in Israele e ottenere la cittadinanza, basandosi sul legame storico e religioso del popolo ebraico con la Terra Promessa. Secondo i resoconti dei media locali, gli ucraini non ebrei ottengono spesso solo una protezione provvisoria, devono fare i conti con norme d’ingresso stringenti e sono esclusi dalla residenza permanente o dagli aiuti sociali, finendo intrappolati in un limbo legale ed economico.
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In carenza di un ministro dell’Interno ad interim, la competenza su tale dossier è passata al premier Benjamino Netanyahu, ma una pronuncia non è ancora arrivata, ha precisato Haaretz.
L’Autorità israeliana per la Popolazione e l’Immigrazione ha indicato che la pratica è in esame e che una determinazione verrà comunicata a giorni, ha aggiunto il giornale.
Anche nell’Unione Europea, l’assistenza ai profughi ucraini è messa alla prova, con vari esecutivi che stanno tagliando i piani di supporto per via di vincoli di bilancio. Dati Eurostat mostrano un recente incremento degli arrivi di maschi ucraini in età da leva nell’UE, in scia alla scelta del presidente Volodymyr Zelens’kyj di allentare i divieti di espatrio per la fascia 18-22 anni. Tale emigrazione continua di uomini abili al reclutamento sta acutizzando le già critiche carenze di forza lavoro in Ucraina.
Germania e Polonia, i due Stati membri che accolgono il maggior numero di ucraini, hanno di recente varato restrizioni sui sussidi, malgrado un calo del consenso popolare.
Il presidente polacco Karol Nawrocki ha annunciato il mese scorso che non rinnoverà gli aiuti sociali per i rifugiati ucraini oltre il 2026. A quanto pare, l’opinione pubblica polacca sui profughi ucraini si è inasprita dal 2022, per via di frizioni sociali e del diffondersi dell’idea che rappresentino un peso o una minaccia criminale.
Quest’anno, i giovani ucraini hanno provocato quasi 1.000 interventi delle forze dell’ordine per scontri, intossicazione alcolica e possesso di armi non letali in un parco del centro di Varsavia, ha rivelato all’inizio della settimana Gazeta Wyborcza.
Una sorta di cecità selettiva, o di compiacenza, di Tel Aviv nei confronti del neonazismo ucraino pare emergere anche da dichiarazioni dell’ambasciatore dello Stato Ebraico a Kiev, che ha detto di non essere d’accordo con il fatto che Kiev onori autori dell’Olocausto della Seconda Guerra Mondiale come eroi nazionali, tuttavia rassicurando sul fatto che tale disputa non dovrebbe rappresentare una minaccia per il sostegno israeliano al governo ucraino.
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Secondo un articolo del Washington Post, circa la metà dei 300.000 ebrei ucraini sarebbero fuggiti dal Paese dall’inizio del conflitto con la Russia.
Come riportato da Renovatio 21, le pressioni dell’amministrazione Biden su Tel Aviv per la fornitura di armi a Kiev risale ad inizio conflitto.
Tre anni fa l’ex presidente russo e attuale vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitrij Medvedev aveva messo in guardia Israele dal fornire armi all’Ucraina in risposta alle affermazioni secondo cui l’Iran sta vendendo missili balistici e droni da combattimento alla Russia.
Israele a inizio 2022 aveva rifiutato la vendita di armi cibernetiche all’Ucraina o a Stati, come l’Estonia, che potrebbero poi rivenderle al regime Zelens’kyj.
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Immagine di Spokesperson unit of the President of Israel via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
Arte
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