Pensiero

L’offensiva di Valpurga e altri demoni

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La terra, in Ucraina, comincia a rassodarsi. Succede così alla fine dell’inverno: il prezioso terreno di quelle zone, che è assai fertile, perde il carattere morbido e fangoso che assume con le fredde temperature. Quando sbocciano i fiori, il terreno diventa più secco, e quindi più facilmente percorribile dalle manovre di uomini e mezzi.

 

Ciò significa che lo scontro finale tra le forze russe e l’Ucraina – che ha dietro il più grande blocco militare della storia – potrebbe essere vicino. In pratica, la primavera, sarà foriera di una strage, perfino maggiore di quella che già stata consumandosi a Bakhmut e dintorni. Ver Sacrum, «maledetta primavera», dicevano gli antichi, ricordando riti crudeli che avvenivano in questi giorni, quando nei villaggi si sacrificavano e abbandonavano nei boschi le generazioni giovani.

 

Da inizio anno abbiamo sentito parlare in continuazione della famosa «offensiva ucraina» che doveva tenersi in primavera. I giornali occidentali – quelli italiani in testa – tengono alta la hype, mostrando al pubblico video di guerra a senso unico: ecco l’«eroico» attacco degli ucraini alla trincea russa, ecco il drone di Kiev che molla sui soldati russi, congelati in una buca, una granata.

 

Oscenità, crudeltà inarrivabili – è il nuovo volto della propaganda, nemmeno paragonabile a quello che abbiamo visto durante la catastrofe balcanica degli anni Novanta. Chi segue Renovatio 21, ha visto decisamente video diversi, che cerchiamo di postare – evitando quelli che offendono la dignità umana – negli articoli dedicati alle cronache di questi giorni di guerra.

 

Nonostante ci siano oramai molte voci, anche nel campo degli zeloti antirussi, che ammettano che la guerra Ucraina non sta andando bene (abbiamo sentito Condoleeza Rice, e di recente il massimo generale polacco Rajmund Andrzejczak), nonostante escano leak del Pentagono che dimostrerebbero la consapevolezza di una situazione disastrosa per Kiev (dove si arriva a dire che la ratio dei caduti per la Russia e l’Ucraina è forse 10 a 1), hanno continuato a bombardarci con lo scenario dell’offensiva primaverile. Sarà a marzo, anzi no, ai primi di aprile, anzi no, il 25 aprile (magari con il Battaglione Azov che canta Bella ciao, come molti suoi sostenitori piddo-italioti).

 

Ad un certo punto, nelle ultime settimane, è saltato fuori che l’offensiva ucraina di primavera sarebbe avvenuta il 30 aprile. Ecco, qui ci si apre una finestrella piuttosto grande.

 

Il 30 aprile è riconosciuta come la notte della morte dello Hitler, quello omaggiato dalle truppe ucraine – con tanto di interviste della Reuters a soldati che come nom de guerre si scelgono il neutro «Adolf». Ma non è la coincidenza che ci attira di più.

 

Il 30 aprile, come noto, è la notte di Valpurga. La notte in cui le streghe, nel punto di calendario della loro massima potenza, escono per il sabba con i demoni.

 

L’anno scorso abbiamo scritto un denso articolo sull’argomento.

 

Bisogna capire che Kiev è legata alla questione in modo profondo. Una notte sul Monte Calvo (1867), il poema sinfonico di Modest Petrovič Musorgskij ispirato alle leggende slave e alla storia del sabba delle streghe, fa riferimento ad un luogo appena fuori Kiev, una collina chiamata Lysa Hora, ritenuto un posto centrale nel folclore pagano e nella storia della stregoneria slava.

 

Ho visitato, anni fa, quella collina – e l’ho fatto contro il consiglio di un’amica ucraina di stanza a Milano che – bocconiana, inserita anche piuttosto in alto – mi aveva sconsigliato di farlo, soprattutto di notte. Ci andai di giorno, di fatto, ma fui colpito dal fatto che in lei si era come risvegliato un pensiero che non credevo che una ragazza della modernità internazionalizzata potesse avere: aveva paura del male, del male inteso non come concetto, ma come fatto di persone.

 

Come noto, nel 1940 Walt Disney si produsse in un’interpretazione visiva della Notte di Musorgskij, rappresentando – con capacità visionarie insuperate – la notte di Valpurga e il suo turbinio di spiriti e creature oscure, che danzano sotto le ali di pipistrello di Chernobog, l’antico «dio nero» degli slavi di cui parlano le Chronica Slavorum, che immenso emerge dal monte e avvolge con la sua ombra tutta la città.

 

 

Avevamo preso questo inarrivabile capolavoro di Disney – che dichiarò che Chernobog era Satana – come una strana profezia di quello che stava succedendo in Ucraina.

 

Anche dei segni evidenti di ritorno del paganesimo nell’Ucraina in guerra, abbiamo già scritto un anno fa.

 

Non si tratta solo del video, circolato nei primi mesi del conflitto, con la dea agreste che sgozza il soldato russo. Non si tratta nemmeno delle notizie uscite riguardo l’operato di sedicenti «streghe» a favore del regime di Kiev. Né dei casi, sempre più inquietanti, di crudeltà infinita delle truppe ucraine (dagli scherzi telefonici alle mamme dei caduti, alle torture sui prigionieri, al traffico di organi), con pure supposti episodi di cannibalismo.

 

È l’intero quadro che ci fa pensare che siamo dinnanzi, più che ha ad uno sforzo militare, ad un sabba demoniaco.

 

L’eliminazione di un’intera denominazione cristiana, la Chiesa ortodossa ucraina (UOC) ci fa pensare in questa direzione – dalle persecuzioni dei monaci della Lavra ai bombardamenti alle chiese di Donetsk durante la veglia pasquale.

 

Così come sa di commercio con forze anticristiane il supporto incondizionato a battaglioni che si dichiarano apertamente pagani, seguaci della rodnovery – il paganesimo paleoslavo a cui Azov ha pure eretto un tempio, versando il proprio sangue sulla terra dove hanno issato un totem del dio del tuono Perun – o pure del paganesimo germanico, come il tizio intervistato grottescamente dal Corriere della Sera, che tra un tatuaggio con scritto «Valhalla» e una runa a caso, si definisce con precisione Ásatrú, ossia seguace degli Asii, gli dei del Nord come Odino, Thor e compagnia.

 

 

Ma è qualcosa di più profondo che guida i fautori dell’offensiva di Valpurga – è un meccanismo già in atto da tempo, in realtà.

 

Il sabba, il rito pagano, prevede il contrario della Messa dei Cristiani: si sacrifica l’uomo per gli dei, invece che Dio per gli uomini. Il sacrificio umano è quindi l’elemento indispensabile per ogni celebrazione ai demoni.

 

Non è impossibile vedere che, in un mondo ancora cristianizzato dove il sacrificio umano non può essere celebrato pubblicamente, esso possa essere contrabbandato in altre forme: l’aborto, per esempio, o la guerra.

 

E in questo caso, parliamo della guerra, di questa guerra: un’altra «inutile strage», come ebbe a definire Benedetto XV nella sua Lettera i Capi dei popoli belligeranti del 1° agosto 1917.

 

Come il fratricidio europeo della Grande Guerra – voluto dalle potenze massoniche per liquidare gli imperi centrali, in particolare quello cattolico degli Asburgo – anche questa guerra, fratricida più che mai, era completamente evitabile, e la strage conseguente non ha alcun senso – se non quello dell’eliminazione, anche qui, di un impero cristiano, quello di Mosca, e della messa in atto, se volete seguire il mio ragionamento, di un altro focolaio di sacrificio umano pronto a divampare con il fuoco nucleare in ogni angolo della terra e  incenerire quella Civiltà che è figlia dell’era cristiana.

 

Per questo scatenano Chernobog. Per questo mandano avanti la guerra «fino all’ultimo ucraino», per questo mandano i ragazzi di Kiev ad essere disintegrati nel mattatoio di Bakhmut, dove l’aspettativa di vita al fronte è di tre ore. In molti, a quanto risulta, hanno consigliato a Zelens’kyj di mollare la città che i russi già hanno ripreso a chiamare Artemjovsk – ma niente, il massacro va avanti, e ci sono i video del «reclutamento» dei soldati da mandare a farsi macellare, con ragazzini catturati per strada a Odessa o Uzhgorod o in ogni altra città del Paese.

 

Bakhmut è un grande sacrificio umano, spinto da forze anticristiane, che non stanno solo a Kiev e nelle cinture neonazi afferenti, ma stanno a Washington, la superpotenza arcobalenata dell’imperialismo LGBT, dove i cattolici sono pedinati dall’FBI, dove le scuole cristiane sono attaccate dai trans, dove l’«interruzione di gravidanza» si sta avvicinando sempre più all’«aborto post-natale», cioè all’infanticidio puro e semplice. Come in Europa, del resto.

 

In un discorso che ha preceduto di poco il suo licenziamento, Tucker Carlson aveva cominciato a toccare l’argomento, che altre volte avevamo sentito sfiorare nelle sue trasmissioni.

 

«Se mi state dicendo che l’aborto è un bene positivo, cosa state dicendo? Beh, state sostenendo il sacrificio di bambini, ovviamente» ha detto Carlson durante un intervento ad un evento dell’Heritage Foundation. «Quando il segretario al Tesoro si alza e dice: “sapete cosa puoi fare per aiutare l’economia? Abortite”. Beh, in realtà è come un principio azteco. Non c’è società nella storia che non abbia praticato il sacrificio umano. Non una. Ho controllato. Anche gli scandinavi, mi vergogno a dirlo. Non erano solo i mesoamericani, erano tutti. Quindi questo è quello che è».

 

«Bene, qual è lo scopo del sacrificio di bambini? Beh, non c’è nessun obiettivo politico legato a questo. No, questo è un fenomeno teologico».

 

Sì: aztechi, scandinavi, romani, greci, slavi – tutti i popoli pagani erano retti su sacrifici umani – sino all’era di Cristo. Ora, chi, in odio a Nostro Signore, vuole tornare indietro, torna a programmare e praticare l’uccisione rituale, «teologica», di uomini, donne e bambini (soprattutto i bambini, ma non solo, come stiamo vedendo).

 

Tucker ci è arrivato. Noi, in questo piccolo sito, davanti ai nostri amati lettori, ne parliamo da anni: siamo dinanzi al ritorno del paganesimo, cioè, tecnicamente, al ritorno del sacrificio umano, in guerra come negli ospedali, nelle provette come nelle nostre strade. Siamo di fronte al cambio del paradigma della Civiltà cristiana, che viene disintegrata per installare sulle sue rovine un nuovo sistema operativo, la Necrocultura, la Cultura della Morte che odia la Vita e l’essere umano e ne vuole la l’umiliazione e la distruzione.

 

Il progetto dei demoni, a Kiev come altrove, è tutto qua.

 

Al momento, lo vediamo in chiarezza nella guerra in corso. Chernobog si è alzato e domina su Kiev e su tutta l’Ucraina dei massacri.

 

Avete capito che serve un esorcismo. Serve preghiere, e digiuno. Questa è la nostra controffensiva di Valpurga – che, ricordiamo, è peraltro il nome di una santa dell’VIII secolo Valpurga di Heidnheim, celebrata per scacciare la ricorrenza pagana. A Lei ci rivolgiamo, affinché interceda presso il Signore.

 

Serve chiedere a Dio di riportare la pace. Tutto il resto non conta.

 

 

Roberto Dal Bosco

 

 

 

 

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