Essere genitori

Soldati ucraini chiamano le mamme dei soldati russi morti per prenderle in giro

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Quelle che seguono sono sequenze che ci lasciano sgomenti, che a nostro giudizio valgono come un nuovo tipo di crimine di guerra, reso possibile dalla telefonia mobile.

 

Questi video sono apparsi su Twitter. La veridicità di essi – come quella di tutto il materiale visivo che esce da questa guerra di percezione socialmediatica – non è possibile provarla.

 

Tuttavia, vari utenti hanno cominciato a notare che questi filmati comparivano sul feed di utenti pro-ucraina.

 

I video mostrano quelli che sembrano proprio essere soldati ucraini che chiamano le madri dei soldati russi morti uccisi in azione usando il loro telefonino, quindi  deridono le donne per la perdita dei loro figli.

 

 

 

Iljusha è il vezzeggiativo (che in russo si usa moltissimo) del nome Ilja, che possiamo tradurre come il nostro Elia.

 

Si chiamava Ilja (Iljusha) anche questo altro soldato, la cui madre è vittima di questa crudeltà senza fine.

 

 

La parola «suka», che vuol dire cagna, in siti anglofoni è tradotta come un insulto alle donne, ma non è così si tratta di un’interiezione del russo, simile al nostro «dai».

 

Si tratta ad ogni modo di documenti talmente rivoltanti che gli stessi utenti che li stavano disseminando dalla rete li hanno tolti.

 

Come visibile dalla pagina di Information Liberation sul fenomeno delle macabre telefonate di scherno alle madri che hanno perso il figlio, i post su Twitter che le esibivano sono spariti.

 

Al momento non ci sembra che nessuno abbia indicato questi video come fake news prodotte dai russi.

 

Notiamo, tuttavia, che la storia del massacro di Bucha, non ancora del tutto accertata nonostante i giornali USA come il New York Times in queste ore stiano premendo follemente sull’acceleratore, sia emersa dopo questi video e soprattutto quelli in cui i prigionieri di guerra russi venivano gambizzati dai loro catturatori ucraini.

 

La narrativa degli ucraini buoni si stava incrinando. Ma attenzione: ecco l’eccidio sadico di Bucha, la Srebrenica del 2022, con la NATO che a questo punto, come l’altra volta con i serbi cugini dei russi, scalda i motori.

 

Il Corriere e tanti altri giornali occidentali hanno cominciato a dire che i perpetratori della strage di Bucha potrebbero essere i soldati di Putin dall’estremo oriente, con tanto di foto di giovani soldati sorridenti con gli occhi a mandorla.

 

È un peccato che non si rendano conto che si tratta di un messaggio che va a rinforzare il morale delle truppe naziste inserite nell’esercito ucraino, che ora vedono realizzato il pensiero hitleriano della Russia come terra di «asiatici» inferiori che vanno combattuti e sottomessi.

 

Pazienza: del resto i giornaloni hanno mancato anche questa oscena disgrazia delle molestie alle mamme dei soldati morti, informate di aver perso un figlio da un giovinastro che la deride e ne insulta la memoria.

 

Un nuovo limite di abiezione raggiunto dall’umanità in guerra.

 

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