Geopolitica
Il battaglione Azov ha installato a Mariupol un idolo del dio pagano Perun
Nella primavera 2016 il battaglione Azov aveva installato a Mariupol un idolo del dio pagano del tuono, Perun. Lo riporta il magazine ucraino in lingua russa Korrespondent.
A metà tra un totem pellerossa e un lingam shivaita, l’idolo, rappresentato con un volto severo, è stato issato in uno dei parchi della città, attorniato da un perimetro di pietre a mo’ di tempio in un giovedì, che è considerato il suo giorno della settimana — come del resto avviene anche nel paganesimo occidentale essendo giovedì il giorno del dio delle saette Giove e Thursday/Donnerstag il giorno del dio del fulmine Thor.
«Vale la pena notare che tra tutte le divinità dell’antico paganesimo russo, i combattenti hanno scelto Perun non a caso. Molti storici rispettosi ritengono che fosse Perun la divinità principale dello Stato di Kiev e un simbolo dell’unità dello Stato», scrive il Korrespondent riportando un messaggio al tempo dell’installazione della statua idolatrica.
Altri idoli di Perun sono visibili in altre zone delle terre slave, da Ternopoli alla Russia, dove abbonda la cosiddetta Rodnovery, cioè una «fede indigena» nell’antico paganesimo slavo precristiano. Una statua di Svetovid, dio dalle molte facce del pantheon rodnoverico, è anche visibile in centro a Kiev.
Secondo Wikipedia molti dei combattenti del battaglione Azov si dichiarano seguaci del Rodnovery, e da qui mutuerebbero l’uso di simboli come le svastiche paleoslave chiamate kolovrat. Il Rodnovery, cioè la rinascenza della religione precristiana nelle terre slave, attira sia persone che respingono il mondo moderno per questioni ecologiche che militanti di estrema destra.
Il battaglione Azov è ora al centro della discussione internazionale, in quanto la città di cui stiamo parlando, Mariupol, è da loro difesa mentre procede l’assedio da parte dell’armata russa. I soldati russi, mandati da Putin a «denazificare» l’Ucraina, accusano il battaglione Azov di vari crimini anche in questo momento.
Accusato di vari crimini da fonti internazionali, ritenuto composto da neonazisti, il Battaglione Azov attualmente gode di buona stampa: Enrico Mentana ha dichiarato in TV che non è neonazista, un denso articolo sulla questione del 2014 è sparito dal sito de La Stampa, e Facebook, ha scoperto Reuters, consente ora a certi suoi utenti di inneggiare al Battaglione Azov senza incorrere in censure.
Immagine da Korrespondent