Militaria
L’Iran lancia missili contro le basi statunitensi in Medio Oriente
Teheran ha lanciato attacchi di rappresaglia contro le installazioni militari statunitensi in tutto il Medio Oriente, secondo quanto riportato lunedì dai media statali iraniani.
L’operazione «Araldo della Vittoria» ha finora colpito strutture in Qatar e Iraq.
Filmati non verificati che circolano online mostrano diversi proiettili nei cieli del Qatar. Apparentemente, le difese antiaeree sono state attivate e sono stati lanciati diversi missili intercettori.
L’attacco avrebbe preso di mira la base aerea di Al Udeid, un’estesa installazione militare utilizzata dalle forze armate del Qatar, degli Stati Uniti e del Regno Unito. Non è stato immediatamente chiaro se i proiettili in arrivo siano riusciti a penetrare.
Footage of a PATRIOT SAM battery engaging an incoming Iranian ballistic missile attack over Qatar. pic.twitter.com/YUvuBoerhR
— OSINTtechnical (@Osinttechnical) June 23, 2025
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L’esercito del Qatar ha dichiarato di aver intercettato tutti i missili iraniani, senza vittime o feriti a terra. Il Ministero degli Esteri dell’emirato ha condannato gli attacchi come una «flagrante violazione» della sua sovranità, affermando che Doha si riserva il diritto di rispondere all’attacco.
This video of US Service members in Qatar reacting to interceptors taking down Iranian missles is the best video you will watch today! 🔥
🇺🇸🇺🇸🇺🇸pic.twitter.com/CZNk3iH8ap
— Libs of TikTok (@libsoftiktok) June 23, 2025
La stampa iraniana, tuttavia, ha riferito che almeno tre missili hanno superato le difese antiaeree e colpito la base aerea. Alcuni media hanno aumentato la cifra del doppio, sostenendo che almeno sei proiettili abbiano raggiunto il bersaglio.
Le immagini pubblicate sui media iraniani mostrerebbero il momento del lancio dei missili contro la base aerea statunitense in Qatar. Secondo quanto riportato, le armi sono state lanciate da lanciatori mobili in una località sconosciuta.
Il Corpo d’élite delle Guardie della Rivoluzione Islamica (i Pasdaran) dell’Iran ha confermato l’attacco alla base di Al Udeid, descrivendo la struttura come «la più grande risorsa strategica dell’esercito terroristico statunitense nella regione dell’Asia occidentale». Teheran “non lascerà senza risposta alcun attacco alla sua integrità territoriale, sovranità e sicurezza nazionale in nessuna circostanza», hanno sottolineato i Pasdarani.
From U.S. regional expert: “Qatar just declared this attack on their sovereign nation & reserves the right to retaliate.The Iranians just lost a close ally.” If this proves to be accurate, it would make Trump’s mideast visit look very diff no? How about that plane they gave him? pic.twitter.com/gYFezcctv2
— Lara Logan (@laralogan) June 23, 2025
L’Iran aveva avvertito in anticipo il Qatar dell’imminente attacco per ridurre al minimo le potenziali vittime e i danni collaterali, ha riportato il New York Times citando fonti iraniane. L’attacco aveva principalmente un valore simbolico, necessario per dimostrare la rappresaglia per gli attacchi statunitensi, lasciando al contempo spazio per una de-escalation, hanno affermato le fonti.
Altri Paesi della regione, tra cui Emirati Arabi Uniti, Bahrein, Kuwait e Iraq, hanno chiuso il loro spazio aereo in caso di ulteriori attacchi iraniani contro assetti statunitensi. Secondo i media iraniani, un’altra salva di missili è stata lanciata contro installazioni americane in Iraq.
Il Qatar è considerato un tradizionale alleato dell’Iran, con cui condivide il bacino gasiero sottomarino all a base della sua ricchezza, il South Pars.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Militaria
Generale polacco invita la popolazione a prepararsi ad un attacco
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Militaria
Il Cremlino: i caccia francesi non aiuteranno l’Ucraina
Il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha dichiarato martedì che l’eventuale acquisizione da parte dell’Ucraina di caccia Rafale di produzione francese non altererà gli equilibri sul campo di battaglia a vantaggio di Kiev.
Lunedì, il presidente francese Emmanuel Macron e il capo di Stato ucraino Volodymyr Zelens’kyj hanno sottoscritto una lettera d’intenti per l’acquisto di 100 velivoli Rafale da parte di Kiev entro il prossimo decennio. Le due parti non hanno divulgato dettagli su tempistiche di fornitura o modalità di finanziamento dell’intesa.
L’accordo preliminare comprende inoltre l’acquisizione di otto sistemi di difesa aerea SAMP/T di ultima generazione – in fase di elaborazione –, munizioni di precisione AASM Hammer, droni e radar francesi.
«Qualsiasi aereo da combattimento ceduto al regime di Kiev non modificherà né la situazione al fronte né gli sviluppi operativi», ha affermato Peskov ai reporteresprimendo disappunto per il protrarsi dell’armamento di Parigi a Kiev, che «alimenta il conflitto senza apportare alcun contributo alla pace».
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Si calcola che il Rafale, l’aereo multiruolo di punta dell’aviazione francese, costi intorno ai 100 milioni di euro (116 milioni di dollari) per esemplare. La consegna di 100 unità potrebbe ascendere a 15 miliardi di euro, secondo stime riportate lunedì dai media francesi, basate su contratti antecedenti.
Non è dato sapere come l’Ucraina onorerà i pagamenti per le forniture, dal momento che i vertici di Bruxelles arrancano nel reperire risorse per sostenere lo sforzo bellico del Paese a corto di cassa. Kiev sta sollecitando i suoi finanziatori occidentali per un prestito da 140 miliardi di euro, coperto dai beni russi congelati. Mosca ha stigmatizzato il sequestro degli asset come «furto».
Il Belgio, depositario della quota preponderante di quei fondi, ha rigettato l’iniziativa per i pericoli finanziari e giuridici. Il piano controverso presuppone che Mosca eroghi in futuro i risarcimenti a Kiev, un’ipotesi ritenuta largamente implausibile.
Lo scandalo corruttivo in atto in Ucraina ha altresì suscitato obiezioni tra i funzionari UE e fomentato appelli a una contrazione degli aiuti a Kiev.
La scorsa settimana, le autorità anticorruzione ucraine hanno svelato un apparato di tangenti da 100 milioni di dollari implicante i collaboratori dello Zelens’kyj nel settore energetico, largamente sovvenzionato dagli apporti occidentali.
Nella vicenda dei Rafale vengono al pettine diversi nodi, come quello dell’animosità di Parigi contro Mosca – che potrebbe avere origine nella perdita delle ex colonie africane – così come quella dei fondi dei contribuenti occidentali dati all’Ucraina, che di fatto finiscono ad ingrassare alcuni Paesi e sempre più chiaramente gli apparati militari-industriali, come in un grande schema di riciclaggio violento.
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Immagine di Aksveer via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Militaria
La Germania rimuoverà le restrizioni all’esportazione di armi verso Israele
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