Geopolitica
L’inviato di Trump ha avuto un «incontro teso» con Netanyahu

L’inviato in Medio Oriente del presidente eletto Donald Trump, il miliardario magnate immobiliare Steve Witkoff, ha tenuto un incontro «teso» con il primo ministro Beniamino Netanyahu l’11 gennaio. Lo riporta il Times of Israel, che cita fonti anonime.
Secondo quanto riportato dal giornale israeliano, Witkoff avrebbe «fatto pressioni» sul premier dello Stato Ebraico affinché accettasse i compromessi necessari per garantire un accordo sugli ostaggi entro l’insediamento presidenziale statunitense del 20 gennaio, hanno affermato due funzionari anonimi.
La pressione di Witkoff su Netanyahu sembra aver avuto effetto, con i due funzionari a conoscenza delle negoziazioni che hanno affermato che le lacune chiave sono state colmate durante i colloqui del fine settimana.
Nel frattempo, Al Jazeera ha citato due osservatori informati, uno arabo e l’altro israeliano, che hanno attribuito a Trump il merito di essere il nuovo fattore che ha spinto Israele più vicino a un accordo.
«La differenza principale qui è la nuova variabile che è entrata nell’equazione, ovvero Donald Trump… è chiaramente lui a guidare questo cessate il fuoco», ha detto ad Al Jazeera Mohamad Elmasry, professore di studi sui media al Doha Institute for Graduate Studies. «Ci saranno un sacco di urli e grida da parte dell’amministrazione Biden su come hanno fatto passare questo cessate il fuoco, supponendo che si concretizzi, ma la realtà è che è stato Trump a spingere».
L’esperto del Qatar ha detto che Trump è stato «molto duro» con Netanyahu negli ultimi giorni, citando un video che Trump ha condiviso sulla sua piattaforma Truth Social che mostra l’accademico Jeffrey Sachs che attacca il primo ministro israeliano per la sua visione di politica estera. «Penso che tutti ora siano abbastanza ottimisti sul fatto che riusciremo a tagliare il traguardo», ha detto Elmasry.
Come noto, il Sachs nel video condiviso da Trump chiamava il Netanyahu «deep dark son of a bitch», cioè «figlio di puttana profondamente oscuro».
Trump just posted this link of Jeffery Sachs calling Benjamin Netanyahu “a dark son of a bitch”. Never thought that would happen. Maybe Trump didn’t watch the whole
video (as the piece I’m posting is at the end of the video Trump posted) or there could be some internal… pic.twitter.com/sk6HrPgppZ— Larry McDonald (@FlakesOfGold) January 8, 2025
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Alon Liel, ex direttore generale del ministero degli Esteri israeliano, ha detto che un accordo di cessate il fuoco a Gaza «sembra che accadrà molto presto». «La sensazione è che questa volta non ci sia scelta», ha detto ad Al Jazeera, parlando da Tel Aviv. «Dobbiamo assecondarlo perché la pressione internazionale, o per essere più precisi, la pressione americana, è raddoppiata. Ora ci stanno lavorando due presidenti, Biden e Trump insieme, che fanno pressione… e sembra molto efficace sul nostro governo di destra». C’è un «grande cambiamento» nell’umore di Israele nelle ultime settimane e la politica interna non sembra essere un ostacolo al completamento di un accordo, ha aggiunto Liel.
Come riportato da Renovatio 21, la settimana scorsa il Netanyahu ha annullato il viaggio per la cerimonia di insediamento di Trump.
Come riportato da Renovatio 21, in passato Trump aveva attaccato Netanyahu arrivando a chiederne la sostituzione e ad ipotizzare tagli agli aiuti ad Israele.
Nel contesto di questi commenti aveva rivelato anche dettagli sull’assassinio del generale dei servizi iraniani Qassem Soleimani, suggerendo che fu indotto ad ordinarne la morte dagli israeliani, che poi però si tirarono indietro.
Gli inviti alla moderazione ad Israele e gli attacchi diretti a Netanyahu possono costare a Trump una grossa parte dell’elettorato evangelico USA, portato su posizioni sioniste negli scorsi decenni da una teologia apocalittica che intende accelerare la venuta dell’anticristo e quindi il ritorno di Gesù Cristo.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Geopolitica
Escalation della campagna israeliana di devastazione di Gaza City

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Geopolitica
Netanyahu: eliminare i capi di Hamas in Qatar toglierebbe il «principale ostacolo» alla pace

Il primo ministro israeliano Benjamino Netanyahu ha dichiarato sabato che l’eliminazione dei leader di Hamas in Qatar favorirebbe la fine del conflitto a Gaza e il rilascio degli ostaggi israeliani, a pochi giorni dal bombardamento da parte di Israele di alti esponenti del gruppo militante a Doha.
Hamas ha smentito l’eliminazione della sua leadership, definendo l’attacco israeliano un tentativo di assassinare i negoziatori impegnati nella ricerca di una soluzione al conflitto di Gaza.
I capi dei terroristi di Hamas a Doha hanno «bloccato tutti i tentativi di cessate il fuoco per prolungare all’infinito la guerra», ha affermato Netanyahu.
«Liberarci di loro eliminerebbe l’ostacolo principale al rilascio di tutti i nostri ostaggi e alla fine della guerra», ha scritto Netanyahu su X sabato.
The Hamas terrorists chiefs living in Qatar don’t care about the people in Gaza.
They blocked all ceasefire attempts in order to endlessly drag out the war.
Getting rid of them would rid the main obstacle to releasing all our hostages and ending the war.
— Benjamin Netanyahu – בנימין נתניהו (@netanyahu) September 13, 2025
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Il Qatar ha ospitato numerosi negoziati tra Israele e Hamas, mediando i colloqui che hanno portato a due cessate il fuoco temporanee nella guerra di Gaza, una nel 2023 e un’altra all’inizio di quest’anno. Ha accusato Israele di «terrorismo di Stato» dopo l’attacco sul suo territorio.
Come riportato da Renovatio 21, anche il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha condannato l’attacco, prendendone le distanze. «Considero il Qatar un forte alleato e amico degli Stati Uniti e mi dispiace molto per il luogo dell’attacco», ha dichiarato martedì, sottolineando che la decisione è stata esclusivamente di Netanyahu.
La frustrazione dell’amministrazione Trump verso il primo ministro israeliano è cresciuta dopo l’attacco al Qatar, ha riportato giovedì il sito di informazione statunitense Politico. «Ogni volta che fanno progressi, sembra che lui bombardi qualcuno», ha dichiarato un funzionario della Casa Bianca, citato dalla testata.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Geopolitica
La Tunisia dice che la Flottilla è presa di mira in un «attacco deliberato»

El barco “Alma”, parte de la Flotilla Global Sumud que zarpó con activistas y ayuda humanitaria para Gaza, es el navío que fue alcanzado por un dron en aguas tunecinas la noche del martes, según el grupo.
Video: Global Sumud Flotilla/AFP pic.twitter.com/7EKCkaBmwt — NMás (@nmas) September 10, 2025
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“The main boat belonging to the Global Sumud Flotilla (GSF), known as the “Family Boat”, has been damaged by what the participants claim to be a drone while in Tunisian waters.” pic.twitter.com/pKA08JwpCR
— Steephill. Truth to the Battlefield. (@BcSteephill) September 9, 2025
Qualcosa questa mattina ha colpito la nave della Global Sumud Flotilla “Family”, si crede sia un drone, le autorità tunisine smentiscono, alle 10.00 la Flottilla terrà una conferenza stampa. Gli organizzatori hanno dichiarato che le intimidazioni non li fermeranno! pic.twitter.com/5HlwSP9Z0n
— Gianni Lini (@GianniLini) September 9, 2025
Kapal The Family dari Flotilla dibom idf saat masih di perairan Tunisia. Kapal ini ditumpangi Greta Thunberg. Semuanya selamat. pic.twitter.com/WByLJKPNtW
— Yasmina (@TunggalWar51509) September 8, 2025
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