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Gender

L’invenzione del gender

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La parola «genere», che già da qualche tempo viene utilizzata nel mondo anglosassone» con un significato del tutto nuovo rispetto a quello corrente e diffuso, ed è entrata – in questa accezione inedita – a far parte del linguaggio delle istituzioni internazionali e nazionali. 

 

Ufficialmente questa modifica semantica «avrebbe lo scopo di andare incontro alla sensibilità delle persone che vedono un significato sgradito nel termine sesso», offrendone una versione più elegante e raffinata, mentre in realtà «la parola genere nasconde un’ideologia è un’agenda ben precise», un chiaro ed esplicito progetto politico: sfruttando l’ambiguità linguistica si sono intraprese riforme che, sotto «il vessillo del progresso e della modernità, mirano allo stravolgimento delle regole di convivenza che i popoli si sono dati nel corso dei secoli».

 

Così, «senza squilli di fanfare e senza alcun dibattito, la parola «genere» ha sostituito la parola sesso» e ha reso possibile un vero e proprio colpo di mano su scala planetaria ad opera di un establishment che fa capo alle agenzie ONU, agli USA, alle potenze europee (Consiglio d’Europa), funzionale a un radicale snaturamento dei principi portanti della vita individuale e collettiva.

Così, «senza squilli di fanfare e senza alcun dibattito, la parola “genere” ha sostituito la parola sesso» e ha reso possibile un vero e proprio colpo di mano su scala planetaria ad opera di un establishment che fa capo alle agenzie ONU, agli USA, alle potenze europee (Consiglio d’Europa), funzionale a un radicale snaturamento dei principi portanti della vita individuale e collettiva

 

 

La tragedia di Bruce/Brenda: il dottor Money e i gemelli Reimer

Il termine gender (in italiano «genere») fu letteralmente coniato dal dottor John Money – un endocrinologo sessuologo e psicologo dell’Università John Hopkins di Baltimora, allievo di Alfred Kinsey – il quale se ne servì per dare una veste pretesamente scientifica agli esperimenti di trasformazione sessuale sui pazienti. 

 

In realtà – si sa–- è impossibile cambiare il sesso di un individuo perché questo è un a priori inscritto nel patrimonio genetico di ogni singola cellula del suo organismo, sin dal momento del concepimento; è cioè una realtà organica e morfologica da cui non si può prescindere. Quello che si può fare, e che Money faceva, è alterare irreversibilmente il corpo e l’aspetto fisico delle persone.

 

Egli, teorizzando la distinzione tra l’«identità sessuale» (cioè l’identità biologica) e la cosiddetta «identità di genere» (intesa come identità percepita, frutto dei condizionamenti sociali ed educativi), si precostituisce le condizioni che lo legittimerebbero a intervenire sullo sviluppo psico-fisico dei pazienti per dirottarlo in senso dis-armonico rispetto al sesso di appartenenza. Sostiene che il dato biologico sia ininfluente sulla formazione della personalità maschile o femminile dell’individuo, la quale di norma è coartata dagli stereotipi di natura sessista imposti prepotentemente dalla società.

Quello che si può fare, e che Money faceva, è alterare irreversibilmente il corpo e l’aspetto fisico delle persone

 

Nel 1965 Money fonda la «Clinica per l’Identità di Genere».

 

Gli si presenta un’occasione imperdibile e irripetibile per tentare di dimostrare la presunta fondatezza della sua dissennata teoria quando si imbatte nel caso di due gemellini maschi omozigoti (i fratelli Bruce e Brian Reimer), nati nel 1965, uno dei quali aveva riportato una lesione dei genitali a sette mesi di età, a seguito di un banale intervento chirurgico di circoncisione.

 

Money convince i genitori, disperati, a risolvere l’incidente crescendo Bruce come una femmina. Il piccolo Bruce viene così ribattezzato Brenda, bombardato di ormoni, sottoposto a interventi chirurgici correttivi e a continue sedute psicologiche. Durante queste sedute, tra l’altro, Money mostra ai due gemellini immagini pornografiche e li incita a intrattenere tra loro rapporti incestuosi, al fine di rafforzare la rispettiva identità/ruolo di genere. I due sono obbligati a simulare atti sessuali mentre Money li fotografa.

Money convince i genitori, disperati, a risolvere l’incidente crescendo Bruce come una femmina. Il piccolo Bruce viene così ribattezzato Brenda, bombardato di ormoni, sottoposto a interventi chirurgici correttivi e a continue sedute psicologiche

 

Nonostante tanto accanimento, Bruce/Brenda continua a voler giocare con i maschi, cerca di fare la pipì in piedi e, crescendo, è attratto dalle donne. È anche sempre più disperato, e con lui tutta la sua famiglia.

 

Un giorno il padre decide di rivelargli la verità. Questa produce in lui uno shock enorme, ma in qualche modo è anche ragione di sollievo perché lo convince finalmente di non essere pazzo. Decide allora di fare marcia indietro, assume il nome maschile di David – ovvero, il fanciullo che combatte Golia e lo sconfigge –si fa amputare i seni, e qualche anno dopo si innamora di una giovane vedova, la sposa e ne adotta i tre figli.

 

Nel frattempo però il suo gemello, l’esistenza rovinata dalle vicende famigliari (oltre al fratello, il padre alcoolizzato, la mamma depressa), si suicida. David non regge questo ulteriore dolore e, sentendosi responsabile della catastrofe familiare, si toglie pure lui la vita, a 38 anni di età

Money mostra ai due gemellini immagini pornografiche e li incita a intrattenere tra loro rapporti incestuosi, al fine di rafforzare la rispettiva identità/ruolo di genere. I due sono obbligati a simulare atti sessuali mentre Money li fotografa

 

Sulla vicenda di Bruce Reimer, Money pubblica un libro di grande successo, Sexual Signatures, in cui racconta dell’esperimento compiuto su Brenda, che – ha l’impudenza di riferire – «stava attraversando felicemente l’infanzia come una vera femmina”. 

 

Successivamente dà alle stampe anche Lovemaps, uno studio di pratiche come il sadomasochismo, la coprofilia, il feticismo, l’auto-strangolamento e altri comportamenti che egli chiama non perversioni, ma «parafilie», per destigmatizzarle e decriminalizzarle.

 

Si appassiona in particolare del tema della pedofilia, tanto che ne sposa pubblicamente la causa. «Un’esperienza sessuale nell’infanzia», spiega Money alla rivista Time nell’aprile 1980, «come essere partner di un parente o di una persona più grande, non ha necessariamente un influsso negativo sul bambino».

 

Money appassiona in particolare del tema della pedofilia, tanto che ne sposa pubblicamente la causa. «Un’esperienza sessuale nell’infanzia», spiega Money alla rivista Time nell’aprile 1980, «come essere partner di un parente o di una persona più grande, non ha necessariamente un influsso negativo sul bambino»

 

Gli epigoni di Money

Il dottor Money, anzichè venire archiviato nel libro degli orrori come criminale seriale, ha continuato ad essere premiato dalla comunità scientifica internazionale ed è morto tra gli onori del mondo accademico. 

 

La sua opera è stata ripresa da tutta una schiera di clinici, sociologi, psicologi, impegnati a trasferire i disturbi sessuali dei pazienti sul piano della normalità sociale dei comportamenti, pretendendo di sostituire categorie artificiali alla realtà umana.

 

Mentre la tragedia aveva divorato la vita dei due gemelli Reimer e della loro famiglia, alla scomparsa del principale responsabile di questa tragedia e di altre consimili, avvenuta nel 2006, i colleghi lo hanno pianto come «il primo scienziato che ha dato un linguaggio all’identità sessuale».

 

Il dottor Money, anzichè venire archiviato nel libro degli orrori come criminale seriale, ha continuato ad essere premiato dalla comunità scientifica internazionale ed è morto tra gli onori del mondo accademico

Il caso dei gemelli Reimer – è stato detto – «fu decisivo perché venisse universalmente accettata la teoria secondo la quale gli esseri umani sono alla nascita psicosessualmente plastici». Fu, di fatto, l’inizio di una ideologia potentissima che considera i bambini come oggetti sessuali, come cavie da plasmare in laboratorio.

 

Migliaia di bambini furono sottoposti al protocollo chirurgico e psicologico del famigerato dottor Money.

 

Il lavoro di Money ebbe un impatto prepotente soprattutto sul movimento femminista radicale, che sfruttò l’invenzione del «genere» (a dispetto dei suoi esiti pratici fallimentari) come conferma della idea che le differenze tra maschio e femmina non sono naturali e immutabili, ma costruite socialmente, e quindi artificiali oltre che oppressive per la donna, costretta in ruoli subordinati al maschio secondo gli schemi rigidi della cultura patriarcale. 

 

Migliaia di bambini furono sottoposti al protocollo chirurgico e psicologico del famigerato dottor Money

Non è un caso che le più rinomate esponenti degli «studi di genere» e teorizzatrici dell’indifferentismo sessuale siano tutte femministe lesbiche.

 

Dunque il fondamento empirico, il supporto pretesamente «scientifico» della ideologia di genere – e di tutta la valanga di follia che ne è derivata – coincide con la vicenda della presunta trasformazione in femmina di un bambino nato maschio, tradottasi in una vera e propria via crucis per una creatura innocente e per tutta la sua famiglia.

 

Epperò questa teoria devastante, nata da una colossale bugia ma scaltramente coltivata e sostenuta dall’esercito femminista e omosessualista, riesce addirittura ad approdare all’ONU, ad essere recepita nei documenti ufficiali delle conferenze internazionali e, da lì, promossa in tutto il mondo.

 

Questa teoria devastante, nata da una colossale bugia ma scaltramente coltivata e sostenuta dall’esercito femminista e omosessualista, riesce addirittura ad approdare all’ONU, ad essere recepita nei documenti ufficiali delle conferenze internazionali e, da lì, promossa in tutto il mondo

L’ONU – scrive Dale O’Leary – «ha prestigio e risorse economiche tali da consentirle di promuovere l’agenda di genere nel mondo intero, a partire dai leader politici per arrivare ai bambini delle scuole passando per i mass media». L’agenda di genere «si muove tra le comunità non come un grande veliero, ma come un sottomarino manovrato in modo da rivelare il meno possibile di se stesso».

 

 

Elisabetta Frezza

 

 

Questo è un brano del libro Malascuola: «Gender», affettività, emozioni. ll sistema «educativo» per abolire la ragione e manipolare i nostri figla di Elisabetta Frezza. È possibile acquistarne copia presso il sito dell’editore.

 

 

 

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Religioso canadese arrestato per essersi rifiutato di scrivere delle scuse al bibliotecario della «Drag Queen Story Hour»

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Un pastore protestante canadese è stato arrestato per essersi rifiutato di scusarsi con una bibliotecaria che aveva organizzato un’ora di racconti drag queen per bambini. Lo riporta LifeSite.

 

Nel pomeriggio del 3 dicembre, la polizia di Calgary ha arrestato il pastore cristiano Derek Reimer per essersi rifiutato di ottemperare a un’ordinanza del tribunale che gli imponeva di scrivere delle scuse formali al direttore della biblioteca pubblica di Calgary, da lui criticato per aver promosso un’ora di racconti drag queen per bambini nel 2023.

 

«Sapete perché lo state arrestando? Non si pentirà delle sue convinzioni», ha chiesto alla polizia un giornalista canadese indipendente con lo pseudonimo di Dacey Media durante l’arresto.

 

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All’arresto erano presenti il ​​pastore Artur Pawlowski – già noto per le sue azioni di disobbedienza in pandemia – e il figlio di Reimer. I video dell’arresto sono rapidamente circolati sui social media, con molti attivisti canadesi che lo hanno condannato, in quanto considerato un attacco ai valori cristiani e pro-famiglia.

 

Al momento dell’arresto, Reimer stava scontando un anno di arresti domiciliari, contro i quali aveva già presentato ricorso e si è presentato in tribunale per discutere le condizioni della sua condanna. Nel 2023, l’avvocato di Reimer, Andrew MacKenzie, della Mission 7 Ministries, ha presentato ricorso contro la condanna a un anno di arresti domiciliari e due anni di libertà vigilata inflitta al pastore prima di Natale per aver protestato contro un evento «drag queen story hour» rivolto ai bambini presso la Saddletown Library di Calgary nella primavera del 2023. Gli avvocati del governo avevano cercato di condannare Reimer al carcere per la sua protesta contro il piano di indottrinamento omotransessualista.

 

Reimer aveva chiesto a Shannon Slater, la direttrice della biblioteca, perché la biblioteca stesse organizzando un evento del genere. Non avendo ricevuto risposta, Slater disse a Reimer di andarsene.

 

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Tuttavia, Reimer aveva pubblicato la sua interazione con Slater sui social media. Gli era stato ordinato di scrivere una lettera di scuse a Slater, che doveva essere consegnata entro la fine della settimana scorsa. Reimer ha dichiarato ai media locali che non avrebbe consegnato la lettera, poiché per «dispiacere» bisogna «ammettere la colpa», ovvero «aver sbagliato», sottolineando come questo equivalga ad ammettere di aver commesso un «errore» e che questo è ciò che significa «chiedere scusa».

 

Reimer ha anche sottolineato di aver detto alla corte di aver «fatto leva sulla mia libertà di coscienza, su uno studio approfondito e sulla mia comprensione di essa, unita alla libertà di espressione e di religione», e che «ciò ha spiegato e stabilito che devi esprimere alla corte le tue profonde opinioni religiose sul perché questa è una violazione della tua coscienza e perché non puoi farlo».

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Le femministe britanniche espungono i membri transgender (nel senso, agli affiliati transessuali)

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Due tra le più importanti organizzazioni britanniche riservate a donne e ragazze, il Girlguiding (l’equivalente delle Girl Scout) e il Women’s Institute, hanno deciso di chiudere le porte ai membri transgender, nel senso degli affiliati transessuali.   Martedì il Girlguiding ha reso noto che «le ragazze e le giovani donne trans non potranno più iscriversi» come nuove socie. Il giorno successivo, mercoledì, il Women’s Institute, fondato oltre 110 anni fa, ha annunciato che «l’iscrizione sarà riservata esclusivamente alle persone di sesso femminile alla nascita».   Entrambe le associazioni hanno sottolineato che la scelta non era quella auspicata, ma è diventata inevitabile per evitare possibili contenziosi legali dopo la sentenza emessa ad aprile dalla Corte Suprema del Regno Unito. I giudici hanno stabilito che, ai sensi dell’Equality Act 2010, i termini «donna» e «sesso» si riferiscono esclusivamente al sesso biologico e non all’identità di genere.

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La pronuncia era arrivata al termine di un ricorso presentato da For Women Scotland contro una norma del governo scozzese che includeva i transgenderri (munite di certificato di riconoscimento del genere) nel calcolo delle quote femminili nei consigli di amministrazione pubblici.   Un sondaggio realizzato subito dopo la sentenza ha mostrato che il 59% dei britannici concorda sul fatto che una persona transgender non sia legalmente una donna (dati Electoral Calculus). Tra chi ha accolto favorevolmente la decisione c’è anche J.K. Rowling, da tempo sostenitrice di For Women Scotland.   Sempre quest’anno, la Federazione calcistica inglese (FA) e British Rowing (l’ente per il canottaggio) hanno adottato politiche analoghe: dal 1º giugno 2025 i transgender non potranno più competere nelle categorie femminili del calcio in Inghilterra, mentre nel canottaggio britannico l’accesso alla gara femminile è limitato a chi è «assegnato di sesso femminile alla nascita»; per tutti gli altri resta aperta la categoria Open.   Secondo le ultime indiscrezioni, anche il Comitato Olimpico Internazionale starebbe valutando di escludere i transessuali dalle competizioni femminili olimpiche.

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La battaglia tra femministe e transessuali va avanti oramai da un pezzo, al punto che il mondo transessualista ha trovato un acronimo per definire le femministe che non accettano il dogma transgenderro imposto ora all’intera società occidentale: le chiamano TERF, trans-exclusionary radical feminists ossia femministe radicalo trans-escludenti.   Il caso più celebre di persona definita TERF per aver espresso dubbi sul fatto che maschi biologici possano essere definiti «donne» è stata la scrittrice di Harry Potter JK Rowling, che è peraltro la donna più ricca del Regno Unito.   In Europa si era avuto il caso della norvegese Christina Ellingsen, dell’organizzazione femminista globale Women’s Declaration International (WDI), è sotto indagine della polizia per aver fatto la denuncia in un tweet in cui ha criticato il gruppo di attivismo trans FRI. «Perché insegna ai giovani che i maschi possono essere lesbiche? Non è una terapia di conversione?» avrebbe twittato la Ellingsen.   Il caso si replicò in Norvegia con l’attrice e cineasta Tonje Gjevjon, una lesbica nota nella cultura popolare del Paese, che osò scrivere su Facebook che «è semplicemente impossibile per gli uomini diventare lesbiche quanto lo è per gli uomini rimanere incinti. Gli uomini sono uomini indipendentemente dai loro feticci sessuali». L’attrice fu quindi informata di essere sotto indagine e di rischiare tre anni di carcere per l’espressione delle sue opinioni.   Come riportato da Renovatio 21, a fine 2020 la Norvegia ha adottato una nuova legge penale che punisce le persone per aver detto qualcosa di considerabile come incitamento all’odio nei confronti di persone transgender anche nel contesto della propria casa o conversazioni private.   Più recente il caso dell’attivista brasiliana per i diritti delle donne Isabella Cepa, la quale ha ottenuto lo status di rifugiata in un Paese europeo non specificato, dopo essere stata accusata di reati penali in Brasile per aver definito un politico transgender da uomo a donna come un uomo.  

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Immagine: The Girl Guides Association in Britain 1914-1918; un gruppo di Guide posa per una fotografia nel Regno Unito durante la Prima Guerra Mondiale. Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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La donna più forte del mondo in realtà era un uomo

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Jammie Booker, vincitrice del torneo «La donna più forte del mondo» 2025, è stata privata del titolo dopo che gli organizzatori hanno accertato che l’atleta di Philadelphia era nata maschio. La squalifica, l’ultima di una serie crescente di polemiche sui maschi biologici che gareggiano nelle categorie femminili, è arrivata a pochi giorni dalla competizione.

 

Il caso è esploso durante i Cerberus Strength Official Strongman Games in Texas lo scorso fine settimana, dove Booker ha dominato la categoria Women’s Open. Gli organizzatori hanno precisato di non essere stati informati in anticipo del background biologico dell’atleta e, a seguito di un’indagine urgente, l’hanno esclusa dalla classifica. «Abbiamo la responsabilità di garantire equità, assegnando gli atleti alle divisioni maschile o femminile in base al sesso alla nascita», si legge in un comunicato diffuso sui social da Official Strongman, che ha aggiornato i punteggi e incoronato la britannica Andrea Thompson come nuova campionessa.

 

La partecipazione di atlete transgender a competizioni sportive continua a generare dibattiti accesi. A luglio, il Comitato Olimpico e Paralimpico degli Stati Uniti (USOPC) ha vietato alle donne transgender di gareggiare nelle categorie femminili alle Olimpiadi, in linea con un ordine esecutivo del presidente Donald Trump che esclude le trans dalle squadre femminili e minaccia di tagliare i fondi alle istituzioni che lo violano.

 

Casi emblematici come quello della nuotatrice statunitense Lia Thomas e della sollevatrice neozelandese Laurel Hubbard hanno riacceso il confronto su eventuali vantaggi fisici persistenti per le atlete transgender rispetto alle donne biologiche, nonostante il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) abbia affermato nel 2021 che non si debba presumere un «vantaggio automatico» e abbia demandato le regole di idoneità alle singole federazioni sportive.

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La questione è tornata d’attualità alle Olimpiadi di Parigi 2024, quando la pugile algerina Imane Khelif – squalificata l’anno prima ai Mondiali per presunti motivi di genere – ha conquistato l’oro, spingendo l’ex presidente del CIO Thomas Bach a negare l’esistenza di un «sistema scientificamente solido» per distinguere uomini e donne nello sport.

 

Ora il CIO è orientato a escludere le donne transgender dalle categorie femminili alle prossime Olimpiadi, sulla base di una nuova politica di ammissibilità prevista per il 2026, come riportato dal Times all’inizio di novembre citando fonti interne. La revisione si fonda su una valutazione scientifica che conferma come i vantaggi acquisiti durante la pubertà maschile possano perdurare anche dopo trattamenti farmacologici per ridurre i livelli di testosterone.

 

Come riportato da Renovatio 21, l’ex presidente del CIO Thomas Bach sosteneva all’epoca che non esisteva «un sistema scientificamente solido» per distinguere tra uomini e donne nello sport.

 

Come riportato da Renovatio 21, il sollevamento pesi, come ogni altra disciplina (il nuoto, la maratona, il ciclismo, la BMX, l’hockey, il sollevamento pesi, il basket, il ju jitsu, etc.), era già stato colpito dal transessualismo sportivo. Lo è stato persino il biliardo in un’episodio noto, Alexandra Cunha, 49 anni, capitano della squadra nazionale femminile portoghese, si è ritirata dal torneo International Rules Pool Tour, incolpando i recenti cambiamenti alle regole da parte dell’autorità governativa dello sport, la World Eightball Pool Federation.

 

Come riportato da Renovatio 21, alle Olimpiadi di Tokyo vi fu il caso del sollevatore di pesi supermassimi transessuale Laurel Hubbard, 43 anni, che rappresentò la Nuova Zelanda a Giochi e riuscì, incredibilmente, a non vincere.

 

Due anni fa il pesista transessuale «Anne» Andres aveva stabilito il record nazionale durante un campionato durante il Campionato del Canada Occidentale 2023.

 

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