Gender
Le autorità britanniche ordinano ai dipendenti pubblici cosa pensare dei transessuali

Ai dipendenti pubblici del Regno Unito sono state fornite linee guida che dicono loro che dovrebbero mostrare sostegno ai colleghi che si dicono transessuali «pensando alla persona come al genere con cui vogliono che tu pensi a loro». Lo riporta il Daily Mail.
Secondo il giornale britannico, l’Ufficio del Commissario per l’Informazione, che si occupa delle leggi sulla protezione dei dati e sulla privacy, ha condiviso una nota con il personale in cui sostanzialmente si nota che usare solo i pronomi preferiti non è abbastanza, e che i dipendenti pubblici devono pensare ai transessuali come vere e proprie donne biologiche.
La guida afferma inoltre che le «donne trans», cioè i maschi biologici, attraversano effettivamente la menopausa e che non dovrebbe mai essere chiesto loro quale sia il loro nome «reale» o «di nascita».
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Circolano su internet screenshot di questi passaggi.
The Daily Mail reports that the Information Commissioner’s Office, which deals with data protection and privacy laws, shared a memo with staff that essentially noted just using preferred pronouns is not going far enough, and that civil servants must think of trans women as… pic.twitter.com/RON2bhqoSj
— ????hi????????iຖ໐iˢ (@chiIIum) January 14, 2024
La sezione sulla menopausa afferma che «è una transizione ormonale naturale che ogni donna e alcuni uomini trans, donne trans e persone non binarie sperimenteranno».
Come osserva Modernity.news, questo è un ulteriore passo avanti: fino a poco fa ai dipendenti pubblici veniva detto di controllare i «pronomi preferiti» dei loro colleghi e di non fare supposizioni riguardo al loro genere. Ora la coercizione si sposta dal foro esteriore al foro interiore.
«Perché abbiamo bisogno che organizzazioni come l’ICO producano linee guida per dire alle persone cosa dovrebbero pensare? Abbiamo già protezione per tutti sul posto di lavoro da quando è stata introdotta la legge sull’uguaglianza nel 2010» ha dichiarato a deputata del partito conservatore Lia Nici.
Una dichiarazione dell’ICO afferma che sta sostenendo un «impegno verso l’inclusività dei dipendenti» e che «trattare tutti con dignità, rispetto e compassione è fondamentale per il lavoro dell’ICO volto a sostenere e proteggere i diritti di informazione».
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«L’ICO dovrebbe essere responsabile della protezione della privacy delle persone. Come può essere presa sul serio in quel ruolo se detta ai suoi dipendenti cosa possono e non possono pensare?» ha commentato il direttore della Free Speech Union Toby Young.
«È come qualcosa tratto da 1984, che dice alle persone di non commettere reati di pensiero».
Si tratta esattamente di quello: wrongthink, il pensiero non consentito dallo Stato, termine tradotto nelle edizioni italiani del capolavoro di Giorgio Orwell come «psicoreato», il peccato che il cittadino deve estirpare da dentro di sé quando sottomesso allo Stato ultratotalitario.
Non si tratta della prima volta che lo psicoreato si affaccia in Albione, dove ci sono già casi di persone arrestate e portate a processo per preghiere eseguite con la mente.
Come riportato da Renovatio 21, cinque mesi fa la polizia – cioè, la psicopolizia – di Bournemouth, Gran Bretagna, aveva sporto denuncia penale contro Adam Smith-Connor, un veterano dell’esercito e padre di famiglia, per aver pregato in silenzio all’interno di una «zona di censura» – quelle che chiamano «buffer zone», «zone cuscinetto» attorno ad una clinica per aborti.
Il caso di Smith-Connor segnerà il terzo di una serie di casi di alto profilo in cui i cittadini sono stati processati in tribunale per aver pregato silenziosamente nelle loro teste all’interno delle «zone cuscinetto» delle strutture per l’aborto.
A marzo, la volontaria attivista Isabel Vaughan-Spruce e il prete cattolico padre Sean Gough sono stati entrambi dichiarati «non colpevoli» dopo aver affrontato accuse penali per azioni simili a Smith-Connor.
Sebbene sia stata giudicata «non colpevole» di aver violato la zona di censura con i suoi pensieri, Vaughan-Spruce era stata arrestata una seconda volta a marzo dopo aver pregato in silenzio nello stesso punto vicino alla struttura per l’aborto ancora una volta. Sul posto erano intervenuti sei agenti di polizia.
La Vaughan-Spruce è stata rilasciata su cauzione e attende una decisione sulla sua accusa, cinque mesi dopo che la polizia delle West Midlands ha iniziato le indagini.
Per chi crede che la minaccia di una società dominata dalla psicopolizia sia esagerata, o che comunque non potrà toccare la propria vita, consigliamo di ricredersi subito.
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Moltissime grandi aziende, nonché università e tema di ricercatori, stanno lavorando a strumenti bioelettronici di lettura del pensiero, al punto che in ambito di giurisprudenza si comincia a parlare di diritti di «libertà cognitiva» – a significare come sia riconosciuto che neanche la cognizione è più libera.
Non si tratta solo degli esperimenti della società Neuralink di Elon Musk (che ha ora l’OK per i test sull’uomo dopo aver sperimentato su suini e primati): anche Facebook era attiva in ricerche di questo tipo, così come lo sono università e centri di ricerca all’avanguardia.
La Cina già utilizza sperimentalmente sensori psicodigitali per valutare, e correggere, l’attenzione degli alunni.
Come riportato da Renovatio 21, il guru del gruppo estremista noto come World Economic Forum, Klaus Schwab, durante un incontro pubblico a Davos con il cofondatore di Google Sergej Brin parlò della possibilità, di lì a breve, di sapere esattamente cosa stavano provando e pensando tutti gli spettatori della sala – ovviamente tramite chip biologici e interfacce cerebrali.
Il pensiero eccitava molto lo Schwab, già teorizzatore – come altri importanti discepoli a Davos – della fusione uomo-macchina (che chiama «Quarta rivoluzione industriale», come da titolo del suo libro, prefato in Italia da John Elkann) che ha raccontato, senza vergognarsi, come in futuro negli aeroporti saranno effettuate scansioni celebrali sui viaggiatori di modo da trovare eventuali idee terroriste.
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Vescovo austriaco nominato da Bergoglio assume omosessuale «sposato» come segretario personale

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Il cardinale Zen condanna il «pellegrinaggio» LGBT nella Basilica di San Pietro: «offesa a Dio»

Il cardinale Joseph Zen ha denunciato il pellegrinaggio LGBT in Vaticano e si è unito agli appelli di altri vescovi affinché compiano riparazioni per la profanazione della Basilica di San Pietro. Lo riporta LifeSite.
In una dichiarazione in lingua cinese pubblicata mercoledì, Zen ha scritto: «recentemente è emersa la notizia che un’organizzazione LGBTQ+ ha organizzato un evento per l’Anno Santo, in cui i partecipanti sono entrati nella Basilica di San Pietro a Roma per attraversare la Porta Santa».
«Ostentavano oggetti di scena color arcobaleno, indossavano abiti con slogan e coppie dello stesso sesso si tenevano per mano con passione: era puramente un’azione di protesta», ha osservato il vescovo emerito di Hong Kong.
«Questo non era un pellegrinaggio giubilare (in cui i credenti rinnovano i voti battesimali, si pentono dei peccati e si impegnano a riformarsi). Tali azioni offendono gravemente la fede cattolica e la dignità della Basilica di San Pietro: una grave offesa a Dio!»
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«Il Vaticano era a conoscenza di questo evento in anticipo, ma non ha poi emesso alcuna condanna. Troviamo ciò davvero incomprensibile!»
Zen ha sottolineato che «coloro che provano attrazione per persone dello stesso sesso» dovrebbero essere trattati con beneficenza; tuttavia, «non possiamo dire loro che il loro stile di vita è accettabile».
«Non siamo Dio», ha continuato. «Dio ci chiama a trasmettere ciò che Gesù ci ha insegnato: il vero amore per loro. Dobbiamo aiutarli a ottenere la grazia attraverso la preghiera e i sacramenti per resistere alla tentazione, vivere virtuosamente e percorrere la via verso il cielo».
Zen ha fatto riferimento alla richiesta di atti di riparazione avanzata da quattro vescovi: il vescovo Athanasius Schneider, vescovo ausiliare di Astana, Kazakistan; il vescovo Joseph Strickland, vescovo emerito di Tyler, Texas; il vescovo Marian Eleganti, vescovo ausiliare emerito di Coira, Svizzera; e il vescovo Robert Mutsaerts, ausiliare di ‘s-Hertogenbosch, Paesi Bassi.
Il porporato cinese ha affermato di sostenere fermamente questo appello e ha suggerito che, dopo la Festa di metà autunno in Cina, i fedeli dovrebbero «riunirsi con i parrocchiani vicini per tre giorni per recitare le preghiere allegate».
«Inoltre, compite un atto di abnegazione o un atto di carità per offrire riparazione davanti a Dio per i peccati dei nostri fratelli e sorelle che hanno sbagliato», ha concluso.
Il cardinale Zen ha allegato al suo messaggio la preghiera di riparazione compilata dai quattro vescovi e recitata alla Conferenza sull’identità cattolica lo scorso fine settimana.
Il vescovo emerito di Hong Kong si aggiunge alla lista dei prelati ortodossi che hanno pubblicamente condannato il «pellegrinaggio LGBT» in Vaticano. Oltre ai quattro vescovi che hanno redatto la preghiera di riparazione, l’evento è stato criticato anche dal cardinale Gerhard Müller, che ha affermato che si trattava «indubbiamente» di un sacrilegio.
Come riportato da Renovatio 21, il cardinale Zen la scorsa estate aveva scritto che «il Dio misericordioso è così disgustato dai comportamenti sessuali tra persone dello stesso sesso perché questo crimine è troppo lontano dal piano di Dio per l’uomo (…) Il Suo piano è che un uomo e una donna si uniscano in un solo corpo con un unico ed eterno amore e cooperino con Dio. Una nuova vita può nascere e crescere nel calore della famiglia».
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Come riportato da Renovatio 21, l’anno passato lo Zen si era scagliato contro Fiducia Supplicans arrivando a chiedere le dimissioni dell’autore del testo, il cardinale Victor «Tucho» Fernandez, eletto da Bergoglio a capo del Dicastero per la Dottrina della Fede.
Il porporato in questi mesi ha attaccato con estrema durezza il Sinodo sulla Sinodalità, accusando Bergoglio di usare i sinodi per «cambiare le dottrine della Chiesa», nonché «rovesciare» la gerarchia della Chiesa per creare un «sistema democratico».
Come riportato da Renovatio 21, pochi giorni fa il cardinale Zen ha celebrato una messa tradizionale per la festa del Corpus Domini e ha guidato una processione per le strade di Hong Kongo, città dove le autorità, ora dipendenti da Pechino, lo hanno arrestato ed incriminato, nel silenzio più scandaloso del Vaticano (mentre, incredibilmente, il Parlamento Europeo esorta la Santa Sede a difenderlo!), con il papa Bergoglio a rifiutarsi di difendere il cardinale in nome del «dialogo» con la Cina comunista che lo perseguita.
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Immagine di Rock Li via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported; immagine tagliata
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Trump prende in giro l’ideologia transgender «woke» nell’incontro con il premier del Canada

BREAKING: President Trump calls out the trans insanity right in front of Canada PM Carney whose child is a trans activist. https://t.co/9TThX5Auip pic.twitter.com/bdYRgymB9P
— John-Henry Westen (@JhWesten) October 7, 2025
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