Droni
La Russia sta vincendo la guerra dei droni?
Durante un incontro annuale degli ambasciatori a Kiev del 26 luglio, l’ambasciatore ucraino a Londra ed ex capo militare ucraino Valery Zaluzhny ha ammesso che nonostante tutto il clamore suscitato dall’apporto di aziende tecnologiche avanzate, l’impiego da parte dell’Ucraina di tecnologie, tattiche e operazioni basate sui droni non ha prodotto una superiorità sul campo di battaglia contro la Russia. Lo riporta l’agenzia stampa governativa russa TASS.
Lo Zaluzhny ha criticato la NATO per essere ancora orientata al paradigma della Seconda Guerra Mondiale, con carri armati e artiglieria, quando il campo di battaglia è ora dominato da droni e Intelligenza Artificiale, e dalle tattiche che ne dettano l’uso. Nel farlo, ha ammesso apertamente che la Russia ha ottenuto la superiorità sull’Ucraina, tra le altre cose, con l’uso di droni con visuale in prima persona (FPV).
Questi sono controllati tramite connessioni in fibra ottica, immuni alle contromisure di guerra elettronica. Così facendo, la Russia ha ampliato la propria zona operativa da 15 a 50 km dietro le posizioni del fronte ucraino. «Hanno distrutto la nostra logistica, bloccato completamente le vie di rifornimento per munizioni, cibo, evacuazione dei feriti, etc.», ha detto lo Zaluzhny. «Dopodiché, le posizioni sono esaurite. Arrivano e nessuno, diciamo, oppone più resistenza. Hanno testato questa tattica nella direzione di Kursk e ora la stanno applicando con successo in molte altre».
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«Non dovremmo concentrarci sul perché si sia arrivati a questo vicolo cieco. È un dato di fatto che esista. Il nostro nemico, i russi, ha trovato una via d’uscita. Mentre noi cercavamo più droni per stabilizzare e rendere sostenibile la difesa, loro hanno preso la strada opposta. Sono usciti dalla situazione in modo eccellente. Hanno ampliato la zona di combattimento e inventato i droni a fibra ottica», ha dichiarato ulteriormente al canale YouTube di Left Bank. I droni a fibra ottica «interrompono completamente la nostra logistica e interrompono le vie di consegna delle munizioni», ha aggiunto.
L’ex generale ora alto diplomatico a Londra ha insistito sul fatto che le tecnologie aprono una via d’uscita da questo vicolo cieco. Chi chiede di aggiungere un milione di soldati si sbaglia. «Non abbiamo bisogno di persone. Abbiamo bisogno di cervelli per elaborare la strategia», ha affermato, aggiungendo che il numero di ucraini uccisi e feriti è fondamentale per la demografia nazionale.
«La guerra in Ucraina è diventata la forza trainante di molte forze che hanno portato a un cambiamento nell’ordine mondiale. Questo cambiamento è già avvenuto. E non dipende dal fatto che i politici moderni lo vogliano o meno» aveva dichiarato lo Zaluzhny lo scorso aprile all’Ukraine-United Kingdom Defense Technology Forum di Londra.
«Una mattina dell’estate del 2023, mentre le truppe ucraine stavano superando le linee di difesa nemiche metro per metro, nel cielo apparvero dei droni di dimensioni tali da trasformare l’intera architettura della battaglia».
Lo sviluppo dei droni, compresi i velivoli senza pilota (UAV) da ricognizione e da attacco, insieme ai sistemi avanzati di consapevolezza situazionale, ha reso il campo di battaglia «assolutamente trasparente». La guerra è entrata in una nuova fase, in cui le tattiche e le armi tradizionali non sono più praticabili, aveva affermato Zaluzhny.
«Grazie ai sistemi senza pilota e alle tecnologie digitali, le armi tradizionali e familiari che hanno determinato la natura della guerra per decenni sono diventate storia. Non esistono più».
«I veicoli blindati, che sono stati alla base delle operazioni offensive fin dal 1915, sono diventati indifesi contro i droni a basso costo, e quindi il loro utilizzo in altri tipi di combattimento è oggi impossibile», aveva dichiarato lo Zaluzhny all’evento londinese secondo il Kyiv Post. «Le armi ad alta precisione che utilizzavano il posizionamento GPS hanno perso la loro efficacia a causa dello sviluppo della guerra elettronica».
Secondo Zaluzhny, i droni creano continuamente nuove sfide per la difesa aerea. «L’emergere di un gran numero di droni piccoli ed economici ha reso economicamente impraticabile l’utilizzo di missili estremamente costosi per i sistemi di difesa aerea». Tracciando un parallelo con la Prima Guerra Mondiale, Zaluzhny ha affermato che la guerra è entrata in una fase di stallo virtuale perché la rapida evoluzione delle tecnologie ha reso le tattiche tradizionali inefficaci e le classiche operazioni offensive sono diventate quasi suicide. Lo stallo tra Russia e Ucraina non è solo fisico ma strategico, con entrambe le parti che faticano ad adattarsi alle nuove realtà della guerra moderna, ha affermato l’ex comandante delle forze ucraine.
Non è la prima volta che viene detto che l’uso di droni come strumenti militari nel teatro di guerra ucraino sta praticando un cambio di paradigma che rimodellerà con probabilità i conflitti di tutto il XXI secolo.
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Come riportato da Renovatio 21, un mese fa Londra ha annunziato la produzione congiunta di droni con l’Ucraina; Zelens’kyj una quindicina di giorni fa ha parlato di un possibile grande accordo con gli USA per i droni nel suo Paese. Poche settimane prima, il presidente russo Vladimir Putin aveva affermato che la Russia stava approntando una branca separata dell’esercito dedicata ai droni.
Come riportato da Renovatio 21, Putin durante una riunione della Commissione militare-industriale del Paese sullo sviluppo di sistemi aerei senza pilota dello scorso settembre aveva annunciato che nel 2024 l’esercito russo avrebbe ricevuto dieci volte più droni rispetto all’anno precedente – una produzione praticamente decuplicata.
Due mesi fa Kiev ha condotto su tutto il territorio russo – compreso l’estremo oriente siberiano – l’operazione «tela di ragno», con la quale, tramite piccoli droni remotati, ha attaccato aeroporti e colpito bombardieri.
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Droni
Uomo fa il segno della croce per mostrare al drone russo che è un civile
The orthodox saints have said that when Russia comes to turkey whoever doesn’t do the sign of the cross will be killed
Here it is beginning like that already. Why? Because those who do the sign are expressing that they aren’t demonic, that they aren’t part of the war against… pic.twitter.com/z2aLBH1Ou4 — Lebanon_John (@Lebanon_John) November 17, 2025
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Droni
Washington sanziona le aziende ucraine per aver venduto componenti di droni all’Iran
Il dipartimento del Tesoro statunitense ha annunciato l’intenzione di iscrivere nella lista nera due società ucraine, accusandole di aver rifornito componenti cruciali per droni a un produttore statale di UAV in Iran. Lo riporta Business Insider.
L’iniziativa si inquadra in un ampio giro di sanzioni mirato a demolire quelle che l’agenzia ha definito le «reti transnazionali di approvvigionamento per missili e droni» di Teheran. Il pacchetto ha colpito 32 entità e individui in Iran, Emirati Arabi Uniti, Turchia, Cina, India, Germania e Ucraina.
Il Tesoro ha imputato alle imprese ucraine GK Imperativ ed Ekofera di agire come facciate per agenti iraniani di approvvigionamento, favorendo la consegna di parti all’Iran Aircraft Manufacturing Industrial Company (HESA). Questa entità è rinomata per aver ideato e fabbricato le munizioni a lungo raggio Shahed-131 e Shahed-136, soggetta a sanzioni USA dal 2008.
Secondo l’agenzia, le forniture inviate in Iran attraverso le due società ucraine includevano parti per alternatori, motori, indicatori di assetto, sensori e altri elementi.
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Mercoledì il dicastero ha reso noto che sono state irrogate sanzioni anche a tre cittadini iraniani, presumibilmente operativi con GK Imperativ ed Ekofera.
GK Imperativ è stata costituita nel 2018 nella città di Kharkiv, nell’Ucraina nord-orientale, mentre Ekofera, operativa dal 2016, ha sedi a Kharkiv e a Kiev.
Nel corso del conflitto ucraino, le autorità di Kiev hanno sostenuto che i droni Geran-2, impiegati massicciamente dalla Russia per colpire infrastrutture militari, siano in realtà Shahed di produzione iraniana. Il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj aveva collocato Teheran «nel lato oscuro della storia» e l’ha esortata più volte a cessare le forniture di droni a Mosca.
Tanto la Russia quanto l’Iran hanno respinto tali addebiti: Teheran li ha liquidati come «propaganda anti-iraniana» mirata a incrementare gli aiuti militari occidentali a Kiev.
Il ministero della Difesa russo ha ribadito che i suoi droni Geran-2 sono fabbricati in loco, al pari di tutto l’arsenale su cui fa affidamento nella guerra in Ucraina. Il ministero degli Esteri iraniano ha ammesso unicamente l’esportazione di un limitato stock di droni in Russia prima dell’acutizzazione del conflitto tra Mosca e Kiev nel febbraio 2022, precisando che da allora non si sono verificate ulteriori spedizioni.
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Immagine di Idmental via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International; immagine modificata
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