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La risposta del Papa al secondo «dubium» dei cardinali

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La questione della benedizione delle unioni tra persone dello stesso sesso serpeggia nel Sinodo. Il cardinale Jean-Claude Hollerich, relatore generale, ha una posizione chiara – e negativa – sulla questione. Quanto al cardinale Mario Grech, segretario generale, sembrava voler disinnescare un possibile confronto, ma la questione è tornata sul tavolo come risulta da un rapporto.

 

Non è privo di interesse ripercorrere le tappe dell’instaurarsi di questa controversia, che non sappiamo quale piega prenderà nel corso del Sinodo.

 

Storia della «benedizione» delle coppie dello stesso sesso

Nel marzo 2019 i vescovi tedeschi hanno avviato il Cammino sinodale con 4 forum. Il secondo riguardava la morale sessuale. Incaricato della stesura di un documento, quest’ultimo chiedeva «di riconoscere incondizionatamente le unioni omosessuali e di rinunciare a squalificare moralmente la pratica sessuale che ne deriva. (…) Bisogna considerare anche la valorizzazione liturgica di questi valori».

 

Il 3 febbraio 2021, il vescovo di Magonza, mons. Peter Kohlgraf, ha rivelato di aver approvato una raccolta «che presenta degli esempi di benedizioni liturgiche offerte dai ministri alle coppie dello stesso sesso». Rivela anche che questo tipo di celebrazione ha già avuto luogo nella sua diocesi.

 

Il 15 marzo 2021, la Congregazione per la Dottrina della Fede (CDF) ha pubblicato una risposta a un dubium su questo argomento. Il dubbio che richiede una risposta «sì» o «no» consente una formulazione breve e decisiva. La domanda è così formulata: «La Chiesa ha il potere di benedire le unioni di persone dello stesso sesso?» La risposta è «no».

 

Una nota esplicativa precisa che la questione è stata sollevata a causa di “progetti” che vanno in questa direzione. Aggiunge che le benedizioni possono applicarsi solo a ciò che conduce l’uomo al suo bene. Ma le unioni omosessuali vanno contro la volontà di Dio. Infine, conclude la nota, esse potrebbero essere assimilati ad una sorta di matrimonio, il che sarebbe profondamente errato e pericoloso.

 

Il 10 maggio 2021, dei sacerdoti organizzano 110 cerimonie in tutta la Germania per procedere alle «benedizioni» delle coppie omosessuali. Diversi vescovi tedeschi avevano annunciato che avrebbero lasciato che ciò accadesse. Le bandiere LGBT spuntano allora sulle chiese e ai piedi degli altari.

 

Il 21 luglio 2021 il Vaticano ammonisce i vescovi tedeschi sul Cammino sinodale. Il testo mette in guardia dal pericolo per l’unità della Chiesa, a causa del progetto di introdurre «nuove strutture nelle diocesi» senza il consenso della Chiesa universale.

 

Di conseguenza, il testo ritiene «auspicabile che le proposte del Cammino della Chiesa particolare in Germania siano integrate nel processo sinodale in cui è impegnata la Chiesa universale, per contribuire al reciproco arricchimento e dare una testimonianza di unità attraverso la quale il corpo della Chiesa manifesta la sua fedeltà a Cristo Signore» – L’effetto di questo ammonimento sarà nullo.

 

Il 20 settembre 2022 i vescovi del Belgio di lingua olandese hanno pubblicato una liturgia per la celebrazione della «benedizione» delle coppie omosessuali: questa pratica esisteva ma non era regolamentata. Il quotidiano La Croix spiega che il testo è in elaborazione da un incontro dei teologi con Francesco nel maggio 2018, che ha ricevuto incoraggiamento dal pontefice.

 

Il 18 novembre 2022, il Vaticano ha proposto attraverso tre cardinali, durante la visita ad limina dei vescovi tedeschi, una moratoria sul Cammino sinodale. – Proposta che sarà respinta dall’episcopato transrenano.

 

L’11 marzo 2023, nel corso della quinta e ultima assemblea del Cammino sinodale, il testo adottato raccomanda di «sviluppare e introdurre a tempo debito celebrazioni liturgiche adeguate (…) con proposte di forme di celebrazione della benedizione per le diverse situazioni di coppia (coppie risposate, coppie dello stesso sesso, coppie dopo un matrimonio civile)».

 

Nella stessa data, mons. Johan Bonny, vescovo di Anversa, intervenendo a questa Assemblea, ha spiegato che il Papa e il Vaticano hanno tacitamente accettato la benedizione delle coppie omosessuali messa in atto dall’episcopato belga, presentata durante la visita ad limina a Novembre 2022. «Tutti dicevano: “è la vostra Conferenza episcopale, è una vostra decisione”. Il Papa non ha detto né sì né no».

 

Nel luglio 2023, mons. Víctor Manuel Fernández, nominato capo del dicastero per la dottrina della fede, ha suggerito che una benedizione delle unioni omosessuali è possibile «se è data in modo tale da non indurre a confusione con il matrimonio».

 

L’8 settembre 2023 questa risposta è stata confermata in un’intervista al Register: «in questa fase è chiaro che la Chiesa intende il matrimonio solo come unione indissolubile tra un uomo e una donna» – E nella fase successiva?

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La risposta del Papa al secondo Dubium dei cardinali

Il 10 luglio 2023 cinque cardinali trasmettono a papa Francesco una serie di cinque dubia. Il secondo riguarda la benedizione delle coppie dello stesso sesso: «Può la Chiesa (…) [accettare] come “bene possibile” situazioni oggettivamente peccaminose, come le unioni di persone dello stesso sesso, senza violare la dottrina rivelata?».

 

L’11 luglio 2023 Papa Francesco risponde a questi dubia. Quanto al secondo, riconosce che solo «un’unione esclusiva, stabile e indissolubile tra un uomo e una donna, naturalmente aperta a generare figli» può essere chiamata «matrimonio». Ma aggiunge che altre forme di unione la realizzano solo «in modo parziale e analogico (Amoris laetitia, 292)».

 

Riconosce che questo nome deve essere riservato esclusivamente «alla realtà che chiamiamo matrimonio». Aggiunge che «la Chiesa vita qualsiasi tipo di rito o sacramentale che possa contraddire questa convinzione e far intendere che si riconosca come matrimonio qualcosa che non lo è».

 

Ma – perché c’è un ma – «nel rapporto con le persone, non si deve perdere la carità pastorale, (…) La difesa della verità oggettiva non è l’unica espressione di questa carità, che è anche fatta di gentilezza, pazienza, comprensione, tenerezza e incoraggiamento. Pertanto, non possiamo essere giudici che solo negano, respingono, escludono».

 

Francesco invoca poi «la prudenza pastorale deve discernere adeguatamente se ci sono forme di benedizione, richieste da una o più persone, che non trasmettano un concetto errato del matrimonio. Perché quando si chiede una benedizione, si sta esprimendo una richiesta di aiuto a Dio, una supplica per poter vivere meglio, una fiducia in un Padre che può aiutarci a vivere meglio».

 

Poi arriva l’eccezione: «sebbene ci siano situazioni che dal punto di vista oggettivo non sono moralmente accettabili, la stessa carità pastorale ci impone di non trattare semplicemente come “peccatori” altre persone la cui colpa o responsabilità può essere attenuata da vari fattori che influenzano l’imputabilità soggettiva».

 

Ma non si tratta di questo: c’è una differenza molto grande tra dare l’assoluzione a una persona la cui responsabilità è attenuata, e «benedire» davanti alla Chiesa e ai fedeli la situazione oggettivamente sbagliata in cui si trova, chiudendo così ogni possibilità di aprirsi alla verità e inducendo gli altri fedeli nell’errore.

 

Per mitigare il punto precedente, il Papa spiega che «le decisioni che, in determinate circostanze, possono far parte della prudenza pastorale, non devono necessariamente diventare una norma».

 

In altre parole: «Cioè, non è opportuno che una Diocesi, una Conferenza Episcopale o qualsiasi altra struttura ecclesiale abiliti costantemente e ufficialmente procedure o riti per ogni tipo di questione», poiché tutto «ciò che fa parte di un discernimento pratico davanti ad una situazione particolare non può essere elevato al livello di una norma”, perché questo “darebbe luogo a una casuistica insopportabile” (Amoris laetitia, 304)».

 

Dietro questa formulazione, che sembra escludere una sistematizzazione di un rito, resta il fatto che il Papa accetta chiaramente che, secondo la prudenza pastorale, in determinate circostanze, un sacerdote possa essere condotto – e quindi autorizzato – a benedire una coppia omosessuale. È questa accettazione che ha portato i cinque cardinali a riformulare il loro dubium:

 

«È possibile, in “determinate circostanze”, che un sacerdote benedica le unioni omosessuali suggerendo così che il comportamento omosessuale in sé non sarebbe contrario alla legge di Dio e al percorso di una persona verso Dio?»

 

Conclusione

Anche se la risposta del Papa sembra escludere una «autorizzazione ufficiale» alla benedizione delle coppie dello stesso sesso da parte di una struttura ecclesiale, resta il fatto che egli la autorizza almeno in «determinate circostanze». Inoltre, come è avvenuto con i vescovi belgi, ha lasciato che ciò accadesse.

 

Una volta ammessa l’eccezione, tutto crolla. Qualunque cosa dica il Papa, ognuno potrà evocare «determinate circostanze» per agire come desidera. Tanto vale dire che è stata data un’autorizzazione generale. Come spesso accade, non è con un «sì» che Francesco va avanti, ma restando in silenzio e lasciando fare.

 

Ciò non gli impedisce di essere più che complice: il superiore è il primo responsabile.

 

 

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Immagine di Catholic Church England and Wales via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Generic (CC BY-NC-ND 2.0)

 

 

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La messa tradizionale nuovamente autorizzata in San Pietro

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Durante il 14° Pellegrinaggio ad Petri Sedem, organizzato dal Coetus Internationalis Summorum Pontificum, che si terrà a Roma e in Vaticano dal 24 al 26 ottobre, il Cardinale Raymond Leo Burke celebrerà una Messa pontificale secondo il rito tridentino presso l’Altare della Cattedra della Basilica di San Pietro sabato 25 ottobre.   Il presidente del Coetus Internationalis Summorum Pontificum ha annunciato l’autorizzazione di questa celebrazione, che fa parte del calendario degli eventi del pellegrinaggio, che da oltre un decennio riunisce fedeli provenienti da diversi Paesi attorno alla liturgia tradizionale latina.   Questo pellegrinaggio è stato fondato nel 2012. Negli ultimi anni, aveva subito le conseguenze delle restrizioni imposte dal motu proprio Traditionis Custodes di papa Francesco, che limitava l’uso della Messa tradizionale, una limitazione che aveva influenzato l’organizzazione del pellegrinaggio.   È tuttavia gratificante che, per la prima volta dall’entrata in vigore del Traditionis Custodes, la celebrazione della Messa tradizionale sia autorizzata presso l’altare della Cattedra di San Pietro nella Basilica Vaticana, mentre il rito tridentino era stato praticamente vietato. Questo va certamente attribuito a Papa Leone XIV, senza dubbio su richiesta del Cardinale Burke.

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Durante i primi pellegrinaggi ad Petri Sedem, la Messa tridentina veniva celebrata liberamente nella Basilica di San Pietro. Tuttavia, già nel marzo 2021, la Segreteria di Stato aveva vietato le Messe private secondo il rito tradizionale, autorizzandole solo nella piccola Cappella Clementina.   Dopo la pubblicazione di Traditionis Custodes, i pellegrinaggi non furono autorizzati a celebrare nella Basilica Vaticana per l’anno 2022, un divieto che fu mantenuto negli anni successivi. I pellegrini dovettero invece recarsi nella Chiesa della Trinità dei Pellegrini o al Pantheon. Quest’anno il divieto verrà revocato.   Speriamo che questo episodio non sia isolato, ma che le restrizioni assolutamente ingiuste, del tutto contrarie alla tradizione e al diritto, che gravano sulla celebrazione del cosiddetto Rito di San Pio V, vengano completamente revocate e che il rito tradizionale possa essere celebrato liberamente da tutti i sacerdoti che lo desiderano. Questo è ciò che la Fraternità Sacerdotale San Pio X ha sempre chiesto.   Sarebbe bene, a partire da Roma, che le direttive della Segreteria di Stato venissero abolite, che il rito tradizionale non fosse più confinato in una piccola cappella della Basilica Vaticana, ma che riacquistasse il suo giusto posto all’interno di questa basilica, che, va ricordato, è stata costruita per esso.   Articolo previamente apparso su FSSPX.News

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Immagine di Steven Zucker via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-SA 2.0  
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Trump posta gli auguri della Madonna in occasione dell’8 settembre

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Il presidente Donald Trump, la mattina della festa della Natività della Beata Vergine Maria, Madre di Dio, ha pubblicato «Buon compleanno Maria, Regina della Pace!»

 

Il post sui social media di Trump includeva anche un’immagine della statua della Regina della Pace che si trova nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma.

 

La statua in marmo, commissionata da Papa Benedetto XV in segno di ringraziamento per la fine della prima guerra mondiale, reca l’iscrizione «Ave Regina Pacis».

 


La Chiesa cattolica celebra la festa della Natività della Beata Vergine Maria l’8 settembre, esattamente nove mesi dopo la solennità dell’Immacolata Concezione, l’8 dicembre.

 

Nelle elezioni presidenziali dello scorso anno, il 55% dei cattolici statunitensi ha votato per Trump.

 

Nel 2020, Trump ha superato il cattolico Joe Biden con un margine del 50% contro il 49%. Tra il 2020 e il 2024, durante l’amministrazione Biden, il 7% degli elettori cattolici ha cambiato la propria affiliazione politica da democratica a repubblicana.

 

Come riportato da Renovatio 21, l’anno passato Trump aveva pubblicato sui social la preghiera di San Michele Arcangelo, spingendo molti a dire che era «più cattolico dei vescovi».

 

Due settimane fa Trump ha dichiarato di voler andare in paradiso.

 

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Mons. Viganò reagisce alla pellegrinaggio romano omotransessualista

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L’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha reagito al recente pellegrinaggio delle organizzazione LGBT a Roma per il giubileo citando le visioni della Beata Caterina Emmerich, datate 1820.   «Vidi una strana chiesa che veniva costruita contro ogni regola… Non c’erano angeli a vigilare sulle operazioni di costruzione. In quella chiesa non c’era niente che venisse dall’alto… C’erano solo divisioni e caos. Si tratta probabilmente di una chiesa di umana creazione, che segue l’ultima moda…»   «Vidi cose deplorevoli: stavano giocando d’azzardo, bevendo e parlando in chiesa; stavano anche corteggiando le donne. Ogni sorta di abomini vi venivano perpetrati. I sacerdoti permettevano tutto e dicevano la Messa con molta irriverenza. Vidi che pochi di loro erano ancora pii, e solo pochi avevano una sana visione delle cose. Tutte queste cose diedero tanta tristezza»  

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«Poi vidi che tutto ciò che riguardava il Protestantesimo stava prendendo gradualmente il sopravvento e la religione cattolica stava precipitando in una completa decadenza. La maggior parte dei sacerdoti erano attratti dalle dottrine seducenti ma false di giovani insegnanti, e tutti loro contribuivano all’opera di distruzione. In quei giorni, la Fede cadrà molto in basso, e sarà preservata solo in alcuni posti, in poche case e in poche famiglie che Dio ha protetto dai disastri e dalle guerre»   «Stavano costruendo una chiesa grande, strana, e stravagante. Tutti dovevano essere ammessi in essa per essere uniti ed avere uguali diritti: evangelici, cattolici e sette di ogni denominazione»   «Ho visto di nuovo la strana grande chiesa. Non c’era niente di santo in essa. Ho visto anche un movimento guidato da ecclesiastici a cui contribuivano angeli, santi ed altri cristiani. C’era qualcosa di orgoglioso, presuntuoso e violento in tutto ciò, ed essi sembravano avere molto successo.»   «Vidi quanto sarebbero state nefaste le conseguenze di questa falsa chiesa. L’ho veduta aumentare di dimensioni; eretici di ogni tipo venivano nella città [di Roma]. Il clero locale diventava tiepido, e vidi una grande oscurità… Allora la visione sembrò estendersi da ogni parte. Intere comunità cattoliche erano oppresse, assediate, confinate e private della loro libertà. Vidi molte chiese che venivano chiuse, dappertutto grandi sofferenze, guerre e spargimento di sangue. Una plebaglia selvaggia e ignorante si dava ad azioni violente. Ma tutto ciò non durò a lungo»   «Ho avuto un’altra visione della grande tribolazione. Mi sembrava che si pretendesse dal clero una concessione che non poteva essere accordata. Vidi molti sacerdoti anziani, specialmente uno, che piangevano amaramente. Anche alcuni più giovani stavano piangendo. Ma altri (e i tiepidi erano fra questi) facevano senza alcuna obiezione ciò che gli veniva chiesto. Era come se la gente si stesse dividendo in due fazioni».  

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«Vidi un’apparizione della Madre di Dio, che disse che la tribolazione sarebbe stata molto grande. Aggiunse che queste persone devono pregare ferventemente…Devono pregare soprattutto perché la chiesa delle tenebre abbandoni Roma»   «Vidi la Chiesa di San Pietro: era stata distrutta ad eccezione del presbiterio e dell’altare maggiore».   «Vedo altri martiri, non ora ma in futuro… Vidi le sette segrete minare spietatamente la grande Chiesa. Vicino ad esse vidi una bestia orribile che saliva dal mare. (Ap 13,1). In tutto il mondo le persone buone e devote, e specialmente il clero, erano vessate, oppresse e messe in prigione».   Le visioni della beata sono state varie volte riprese negli ultimi anni.   Come riportato in un vecchio articolo pubblicato da Renovatio 21, la beata Anna Caterina Emmerick, suora tedesca, nacque il 250 anni fa, l’8 settembre 1774, a Coesfeld, e il 9 febbraio si è commemorato il 200° anniversario della sua morte a Dülmen, in Vestfalia. Un ventennio fa papa Giovanni Paolo II la beatificò, evidenziando nell’omelia del 3 ottobre 2004 come la mistica avesse vissuto e sofferto nella propria carne «il dolore amaro di nostro Signore Gesù Cristo».   La monaca agostiniana ricevette le stimmate dopo il suo tempo nel convento di Agnetenberg, chiuso nel 1811 a causa della secolarizzazione. Accolta nella casa parrocchiale di Dülmen, incontrò lo scrittore Clemens Brentano, che per cinque anni la visitò quotidianamente per trascrivere le sue visioni, poi pubblicate.   La sua opera principale, L’amara passione di Nostro Signore Gesù Cristo, narra in dettaglio gli eventi della Passione e della morte di Cristo. Queste visioni ispirarono Mel Gibson per il film La passione di Cristo.   Tuttavia, Anna Caterina non vide solo le sofferenze di Cristo di 2000 anni fa, ma anche quelle del Suo Corpo Mistico, la Chiesa, nel presente. Nelle sue visioni, descrisse profezie sul futuro della Chiesa, includendo con chiarezza l’attacco della massoneria, sia dall’esterno che dall’interno.   «Lo stato dell’intera Chiesa le fu mostrato, come sempre in tali visioni, nell’immagine della Chiesa di San Pietro, e della setta segreta che si ramificava in tutto il mondo in una guerra ininterrotta di distruzione contro di essa come regno dell’anticristo. La setta riceve la sua firma dalla bestia apocalittica che, essendo sorta dal mare, dimora con essa e la spinge a combattere contro il gregge di Cristo».   «Spesso giaceva in mezzo a loro mentre lavoravano; andavano anche da lei nella caverna dove a volte si nascondeva. Durante questo periodo, vidi molte persone buone e pie e specialmente ecclesiastici torturati, imprigionati e oppressi qua e là in tutto il mondo, e avevo la sensazione che un giorno sarebbero diventati nuovi martiri». Il piano ostile portò gli «abortisti a entrare nella chiesa con la bestia».

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La mistica descrisse molto chiaramente la giustapposizione delle due chiese: «ora mi è stato anche mostrato il paragone tra quel papa e questo e tra quel tempio e questo». Le è stato «detto e mostrato quanto debole nel numero e nel sostegno» l’uno fosse, «ma quanto forte nella volontà, avendo rovesciato così tanti dei».   Tuttavia, guardava all’altro con grande devozione, per cui «egli aveva l’unico vero Dio e l’unica vera devozione dissolti in così tanti dei e false devozioni» consentendo il falso tempio. Ciò portò all’adorazione di «mille idoli», ma non fu dato alcun posto al Signore. (4)   Nella descrizione, alla falsa chiesa venne dato un nome inequivocabile:   «Ho visto anche quanto sarebbero state gravi le conseguenze di questa chiesa post-cristiana. L’ho vista crescere, ho visto molti eretici di ogni rango trasferirsi nella città. (…) Ho avuto di nuovo l’immagine di come la chiesa di San Pietro sarebbe stata sistematicamente demolita dalla setta segreta e anche demolita dalle tempeste».
La Emmerick vide l’impronta diabolica della chiesa successiva in una dimensione sconvolgente:   «Questa chiesa è piena di feci, di nulla, di piattezza e di notte. (…) È tutto vuoto concetto. I muri sono ripidi, è vuoto. Una sedia è un altare. Su un tavolo c’è un teschio, coperto, tra le luci. A volte è scoperto; nelle loro consacrazioni hanno bisogno di semplici spade. È tutto malvagio da cima a fondo, la comunità degli empi. Non posso dirvi quanto siano abominevoli, corrotte e vane tutte le loro attività, che molti di loro non conoscono nemmeno. Vogliono diventare un corpo in qualcosa di diverso dal Signore».   La mistica riconobbe questa spirale discendente fino alle ultime conseguenze, sottolineando che ciò che era pericoloso nell’agenda era «l’apparente innocenza» e l’innocuità ostentata per nascondere malizia, errore, bugie e ipocrisia.   «Nacque un corpo, una comunità separata dal corpo di Gesù, la Chiesa, una dopo-chiesa senza salvezza, il cui segreto è di non avere segreti, e perciò la sua attività è ovunque temporale, finita, arrogante, autoindulgente e quindi corrotta e (…) che conduce al disastro». (6)   Alla suora prescelta venne mostrato fino a che punto sarebbe arrivata la devastazione della chiesa: «riguardava solo il pavimento e il retro, il resto è stato tutto distrutto dalla setta segreta e dagli stessi ministri della chiesa».   La Beata Emmerick vide i «Dodici», che riconobbe come i «nuovi apostoli». «Portarono la chiesa in un altro luogo, e fu come se diversi palazzi crollassero davanti a loro come campi di grano».   La Emmerick fu profondamente colpita dall’entità della devastazione: «Quando vidi la chiesa di San Pietro nel suo stato di demolizione e come così tanti ecclesiastici stavano lavorando all’opera di distruzione, senza che nessuno di loro volesse farlo pubblicamente davanti agli altri, fui così rattristata che gridai con veemenza a Gesù di avere pietà di me».  
Il Signore le diede la risposta alla sua supplica:   «E vidi il mio Sposo celeste davanti a me, come un giovane, e parlò a lungo con me. Disse anche che questo trasporto della Chiesa significava che apparentemente sarebbe affondata completamente, ma che si sarebbe appoggiata a questi portatori e sarebbe emersa di nuovo da loro; anche se fosse rimasto un solo cattolico, la Chiesa avrebbe potuto trionfare di nuovo, perché non era fondata nelle menti e nei consigli degli uomini. Ora mi mostrò come non mancassero mai persone che pregavano e soffrivano per la Chiesa. Mi mostrò tutto ciò che aveva sofferto per la Chiesa, e come aveva dato forza ai meriti e alle fatiche dei martiri, e come avrebbe sofferto di nuovo tutto se avesse potuto ancora soffrire. Mi mostrò anche in innumerevoli immagini tutte le miserabili vicende dei cristiani e del clero in cerchi sempre più ampi attraverso il mondo intero fino alla mia patria e mi ammonì di perseverare nella preghiera e nella sofferenza. Era un’immagine indescrivibilmente grande e triste che è impossibile esprimere. Mi fu anche mostrato che non c’erano quasi più cristiani anziani». (7)

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Tuttavia, nella sua più grande miseria, Anne Catherine Emmerick vide l’avvicinarsi della salvezza. Vide «una grande croce splendente in cielo, sulla quale pendeva il Salvatore, dalle cui ferite si diffondevano sul mondo fasci di raggi splendenti. (…) La chiesa ne fu completamente illuminata, e attraverso questo splendore vidi la maggior parte delle anime entrare nel Signore».   La beata suora riconobbe la posizione di rilievo della Beata Madre nel piano di salvezza del Redentore:   «Vidi anche un cuore rosso e luminoso sospeso nel cielo, dal quale un raggio bianco si dipartiva nella ferita del costato, e dal quale un altro raggio si diffondeva sulla Chiesa e su molte regioni; e questi raggi attiravano molte anime, che entravano nel costato di Gesù attraverso il cuore e il raggio di luce. Mi fu detto che questo cuore era Maria». (8)   Così, la vittoria alla fine della battaglia apocalittica è accompagnata da uno straordinario intervento della Beata Vergine e Regina Celeste. Il mistico vide la «donna maestosa camminare attraverso la grande piazza antistante la chiesa. Aveva stretto il suo ampio mantello con entrambe le braccia e fluttuava silenziosamente verso l’alto.   Stava sulla cupola e stendeva il suo mantello su tutto lo spazio della chiesa, che brillava come l’oro»  

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