Spirito
Il cardinale di Bergoglio cerca di prendere le distanze dal suo libro sull’orgasmo
Il cardinale Victor Manuel Fernández ha cercato di prendere le distanze da un libro sugli orgasmi recentemente riemerso che scrisse nel 1998, definendolo un testo che «certamente non scriverebbe adesso», pur non condannandone il contenuto.
Parlando alle testate Crux e InfoVaticana, il cardinale Fernandez ha tentato di calmare la tempesta internazionale che si è diffusa lunedì dopo la pubblicazione online del suo libro del 1998 La Pasión mistica: espiritualidad y sensualidad («Passione mistica: spiritualità e sensualità»).
Il prelato ha dichiarato che il libro è stato «abbandonato» poco dopo la sua pubblicazione e «non ha mai permesso che fosse ristampato».
È nato in primo luogo, ha detto, a partire dai suoi incontri con giovani coppie «che volevano comprendere meglio il significato spirituale delle loro relazioni». Subito dopo averlo pubblicato, Fernandez dichiarò che «pensavo che potesse essere interpretato male», poiché si trattava di «un libro per giovani» che «sicuramente non avrebbe scritto adesso».
Insomma, come nel caso del suo precedente libro sull’arte del bacio, si tratta di un’opera redatta per sentito dire: «mi hanno detto che…», «a mio cugino è capitato di…» «chiedo per un amico…»
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Per paura che il testo venga «travisato», Fernandez si è detto contrario alla sua ricomparsa online negli ultimi giorni: «per questo non credo che sia una buona cosa diffonderlo adesso. Infatti non l’ho autorizzato ed è contrario alla mia volontà».
Nel libro, i cui brani stanno sconvolgendo diversi osservatori cattolici in questi giorni, il cardinale collega la pienezza della spiritualità con l’esercizio del rapporto sessuale e dell’orgasmo, esaminando quindi la questione «se questa esperienza mistica, in cui tutto l’essere è preso da Dio, se questa specie di ‘orgasmo mistico’ viene vissuta da ciascuno secondo la sua sessualità».
Nel testo vi sarebbe una correlazione tra il «piacere dell’orgasmo» e la perfezione spirituale e la beatitudine: «il piacere dell’orgasmo diventa un’anteprima della meravigliosa festa dell’amore che è il paradiso. Perché non c’è niente che anticipi il paradiso meglio di un atto di carità».
Come scrive LifeSiteNews, capitolo 6 è stato inoltre motivo di preoccupazione a causa della sua apparente rappresentazione di una presunta fantasia erotica da parte di una ragazza di 16 anni, che ha raccontato i dettagli a Fernández.
«Gli sforzi di Fernandez per abbandonare il libro del 1998 sono stati certamente approfonditi. Non solo il testo era assente nel CV ufficiale del Vaticano che lo presentava come nuovo prefetto della Congregazione (Dicastero) per la Dottrina della Fede, ma il libro è apparentemente disponibile solo come copia d’archivio online» continua LifeSite.
«Tuttavia, il lavoro è incluso in una versione archiviata delle sue informazioni quando era membro della facoltà della Pontificia Università Cattolica dell’Argentina. Il libro è elencato nelle versioni archiviate della pagina web dal 2012 al 2018».
Il sito elenca che quando Fernández scrisse il testo nel 1998, ricopriva diversi ruoli, tra cui:
- Professore di Ermeneutica e Nuovo Testamento presso il Seminario Gesù Buon Pastore, a Cordoba.
- Professore di Teologia Morale presso la Facoltà di Teologia della Pontificia Università Cattolica dell’Argentina (UCA).
- Professore di Antropologia Teologica alla UCA.
- Professore di escatologia presso l’UCA.
- Professore di teologia dogmatica alla UCA.
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Il Fernandez ha ricoperto il suo nuovo ruolo di prefetto della Dicastero della Dottrina della Fede da metà settembre, e da allora sono stati pubblicati 12 documenti senza precedenti dall’ufficio dottrinale del Vaticano, molti dei quali sollevano preoccupazioni tra i fedeli cattolici riguardo all’insegnamento eterodosso.
La reazione globale contro la dichiarazione Fiducia Supplicans ha spinto il cardinale argentino voluto da Bergoglio ad una mossa totalmente inedita per la storia della chiesa, ossia pubblicare un comunicato stampo in cui spiegava che il documento precedente non è eretico.
Monsignor Viganò parla invece di «eresia manifesta», e negli scorsi giorni si è registrata la netta opposizione del cardinale guineano Robert Sarah.
L’emersione degli scandalosi dettagli sul libro del porporato ha portato monsignor Viganò a chiedere addirittura l’arresto da parte delle guardie svizzere. Le quali, ricordiamo, per editto sceso dall’alto hanno dovuto tutte vaccinarsi.
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Spirito
Chiesa 2.0 del cardinale Walter Kasper
Un’interpretazione molto personale dell’evoluzione della funzione cardinale
Radicata inizialmente nella liturgia, la funzione cardinalizia si sarebbe, secondo le parole dell’ex professore dell’Università di Tubinga, «politicizzata» per diventare il giocattolo delle grandi famiglie romane fino a essere coinvolte nel declino della Roma decadente del tardo Medioevo. In epoca moderna, la funzione cardinalizia si sarebbe poi ridotta all’esercizio del ruolo di funzionario della Curia Romana, prima della grande «riscoperta» di questa veneranda istituzione durante il Concilio Vaticano II, che costituisce tuttora l’alfa e l’omega della Chiesa per Mons. Kasper.Sostieni Renovatio 21
Un’affermazione molto discutibile
Gli studi concordano nel vedere la lontana origine dei cardinali nel presbyterium, un’assemblea di sacerdoti e diaconi che assistono e consigliano il vescovo nella guida del suo gregge. Sant’Ignazio di Antiochia lo menziona come «il Senato del vescovo», al quale i fedeli devono rispetto perché rappresenta il vescovo, ma al di sotto di lui. Anche il vescovo di Roma era circondato da un presbyterium. Ma, «dalla somiglianza di origine e dal fatto che il nome di cardinale era comune all’alto clero romano e all’alto clero di altre città vescovili, sarebbe errato concludere», precisa il Dizionario di Teologia Cattolica, «che questo nome rispondeva in entrambi i casi a identiche prerogative». «Il titolo di papa veniva anticamente dato indiscriminatamente a tutti i vescovi e non venne mai in mente a nessun cattolico di metterli tutti, per questa ragione, sullo stesso rango. È il caso del nome cardinale: in origine era generico e non implicava di per sé alcun ruolo specifico; nessun grado uniforme di potere; il suo valore esatto è stato determinato in base alle circostanze». «I cardinali di una determinata diocesi diversa da quella di Roma non hanno mai potuto ricevere dal loro vescovo, per condividerlo con lui, nessun altro potere se non quello contenuto entro i limiti di quella diocesi; ma i dignitari associati dal Sommo Pontefice all’amministrazione degli affari che gli spettavano acquistarono necessariamente potere e influenza estendendosi a tutta la Chiesa». Bastano queste righe autorevoli per rimettere in discussione i meriti storici di questo «bicameralismo» che il cardinale Kasper difende, e che equivarrebbe a diluire ulteriormente l’autorità del Romano Pontefice. «Speriamo di mantenere Francesco ancora per qualche anno e che i suoi successori completino le sue riforme», ha detto il cardinale Kasper. Una conclusione carica di incertezza, che lascia intendere che il progressismo è ancora lungi dall’aver vinto e che nel prossimo conclave resta l’elezione di tutte le possibilità, sotto la benevola grazia dello Spirito Santo.Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Spirito
Ritorno all’affare del catechismo olandese (1966-1968)
È utile raccontare la vicenda del Catechismo olandese, che è stata richiamata da mons. Peter Kohlgraf come punto di paragone con l’evoluzione della Chiesa in Germania.
Sfondo
I cattolici olandesi sono da tempo noti per la loro fede, perché fin dal XVI secolo hanno dovuto lottare contro un clima protestante ostile. Nel XX secolo sono diventati la maggioranza, con strutture importanti, una forte identità e numerosi missionari in tutto il mondo.
Ma dopo la guerra, il materialismo trasformò la vita. La pratica, superiore al 70%, era in declino. Dall’inizio degli anni ’60, tra i cattolici olandesi si diffuse l’uso dei contraccettivi, con la conseguente riduzione delle dimensioni delle famiglie, del numero dei candidati al seminario e una diminuzione del senso di fede. La tradizionale presa di distanza dai protestanti non aveva più senso.
Contesto
Dal 1956 i professori dell’Istituto catechetico superiore di Nimega furono incaricati dall’episcopato olandese di comporre un catechismo per i bambini. Nel 1960 si decise di realizzarlo per adulti. Fu pubblicato nel 1966 con l’imprimatur del cardinale Bernardus Alfrink.
La direzione si deve al gesuita olandese Piet Schoonenberg (1911-1999) e al domenicano belga Edward Schillebeeckx (1914-2009), professori dell’Istituto. Fr. Schillebeeckx era una voce ascoltata al Concilio Vaticano II, anche se non era stato nominato esperto.
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Le origini delle gravi carenze del Catechismo
Il testo considera la situazione del mondo, cercando di cogliere in modo positivo le diverse religioni, compreso il marxismo, come espressioni della ricerca di Dio. Integra la prospettiva delle scienze e quella dell’evoluzione. Questo approccio era difettoso.
Ciò nonostante, la cosa peggiore non fu questa. Sono stati scoperti gravi errori, la cui radice risiedeva in due intenzioni sottostanti. Il primo: andare d’accordo con la parte protestante del Paese, cercando di migliorare le spiegazioni cattoliche, ma evitando anche ciò che potrebbe dispiacere ai riformati.
La seconda: si trattava di raggiungere il mondo moderno. Ciò ha portato alla ricerca di formule morbide, a evitare argomenti difficili (il peccato originale, i miracoli) e a interpretare altri, «meno credibili», come il concepimento verginale, gli angeli e la risurrezione, come metafore. Gli scrittori si erano convinti che questi punti non fossero propriamente questioni di fede e che fossero liberi di cercarne un’interpretazione simbolica.
Infine, gli scrittori hanno cercato espressioni alternative alle formule tradizionali della Fede, sostituendo la terminologia «filosofica». Ciò ha portato a ricostruzioni difficili e insolite dei dogmi centrali – la Trinità, la personalità di Gesù Cristo, il peccato, i sacramenti – che hanno perso precisione. Il problema sta in ciò che non è stato affermato o in ciò che è stato reinterpretato.
Opposizione cattolica
L’opposizione sorse subito da parte dei cattolici ben formati. Hanno denunciato le carenze in un giornale (Confrontatiie) e hanno inviato una lettera al Papa, pubblicata sulla stampa cattolica (De Tijd). Gli autori del catechismo hanno reagito molto male.
Paolo VI nominò allora, d’accordo con Alfrink, una commissione mista composta da tre teologi romani (Edouard Dhanis, Jan Visser, Benedict Lemeer) e tre membri dell’Istituto di Nijmegen (Schoonenberg, Schillebeeckx e W. Bless). Si incontrarono a Gazzada (Italia) nell’aprile 1967, ma la delegazione dell’Istituto rifiutò per principio ogni cambiamento.
La Commissione Cardinalizia
Paolo VI nominò poi una commissione di sei cardinali (giugno 1967): Josef Frings, Joseph-Charles Lefebre, Lorenz Jaeger, Ermenegildo Florit, Michael Browne, Charles Journet. Sarebbero assistiti da sette teologi. L’elenco dei punti da correggere o chiarire è lungo:
L’esistenza degli angeli e dei demoni, la creazione immediata dell’anima da parte di Dio, il peccato originale, il poligenismo, il concepimento verginale di Cristo, la verginità perpetua di Maria, la soddisfazione espiatoria del sacrificio della Croce, la perpetuazione del sacrificio nell’uomo Eucaristia, Transustanziazione, Presenza Reale, infallibilità della Chiesa, sacerdozio ministeriale e sacerdozio comune, primato di Roma, conoscenza della Trinità, coscienza divina di Gesù, battesimo, sacramento della Penitenza, miracoli, morte e risurrezione, giudizio e del Purgatorio, l’universalità delle leggi morali, l’indissolubilità del matrimonio, il controllo delle nascite, i peccati veniali e mortali e lo stato matrimoniale.
La commissione pubblicò una Dichiarazione (15 ottobre 1968), indicando le necessarie correzioni e integrazioni. Come riferisce Omnes, «L’Istituto si rifiutò di correggere il testo e promosse traduzioni in tedesco, francese, inglese e spagnolo, senza rettifiche o nihil obstat […] [E] erano sicuri che la loro proposta fosse il futuro della Chiesa universale ed erano pronti a difenderlo ad ogni costo.
«Si è deciso poi di convertire le correzioni in un Supplemento di circa 20 pagine, che potrebbe aggiungersi ai volumi invenduti delle varie edizioni e traduzioni, previo benestare degli editori».
Influenza del «Consiglio» pastorale olandese
Questo «concilio», iniziato nel 1966, è stato influenzato dagli errori del Catechismo olandese. In particolare, la terza sessione (1969) fu molto segnata dal clima creato dalla questione del Catechismo e dalla tensione con Roma scaturita dal suo esame e poi dalla Dichiarazione della Commissione Cardinalizia.
Ciò spiega in parte gli eccessi che questo «concilio» ha esaminato e poi votato con la benedizione dell’episcopato olandese.
Paolo VI, su richiesta di Jacques Maritain e del cardinale Charles Journet, che prepararono l’ossatura del testo, reagì con la pubblicazione del Credo du peuple de Dieu, proclamato solennemente in Vaticano il 30 giugno 1968, per la chiusura dell’Anno della fede. Il Papa ha sostanzialmente riaffermato le verità di fede negate o messe in discussione dal Catechismo olandese senza nominarlo.
Articolo previamente apparso su FSSPX.news.
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Immagini di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Spirito
Mons. Viganò: omelia per le Rogazioni contro il cancro conciliare
FIRMAMENTUM MEUM
Omelia nelle Litanie Maggiori, o Rogazioni Pozzolatico (Firenze). 25 Aprile 2024
Dominus firmamentum meum, et refugium meum, et liberator meus. Il Signore è mia roccia, mia fortezza e mio liberatore.
Ps 17, 3
Le Rogazioni riportano molti di noi a tempi remoti, nei quali il 25 Aprile era dedicato alla Benedizione dei campi. Ed era nelle campagne, un tempo nemmeno troppo distanti dalle città, che vedevamo processioni di fedeli e popolo seguire il sacerdote al canto delle Litanie. Ut fructus terræ dare et conservare digneris… Contadini vestiti con l’abito della festa accompagnavano i nostri parroci fino ai loro poderi, dove la sua preghiera echeggiava in un silenzio rotto solo dal canto degli uccelli. Gli alberi da frutto erano in fiore e nell’aria volavano i semi dei pioppi. E si sapeva, nell’intimo di una coscienza che parlava ancora, che il Signore premia il giusto e punisce il malvagio: non solo perché questo era ciò che si sentiva predicare in chiesa, ma anche perché questa giustizia semplice nella comprensione e divina nelle sue manifestazioni mandava le cavallette nel campo di chi lavorava la domenica, e rendeva feconde le coltivazioni, generosi i fianchi delle mucche e delle pecore di chi viveva in Grazia di Dio.Sostieni Renovatio 21
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