Politica
La reazione al tentato omicidio di Trump dei media mainstream. Che tanto, a breve, spariranno

Nelle ore successive al tentato assassinio di Donald Trump, avvenuto il 13 luglio, una narrazione inquietante si è diffusa tra i media mainstream con tratti di manipolazione estrema.
Sono circolate voci secondo cui ai giornalisti era stato detto «Non chiamatelo assassinio» o «sparatoria» poiché «non è chiaro al momento».
I titoli visti su giornali ed emittenti indicano che le voci potrebbero essere veritiere.
USA Today: «Trump rimosso dal palco dai servizi segreti dopo che forti rumori hanno spaventato l’ex presidente e la folla».
NBC: «I servizi segreti portano Trump fuori dal palco dopo aver sentito dei rumori durante il suo raduno in Pennsylvania».
Associate Press: «Donald Trump è stato scortato fuori dal palco dai servizi segreti durante una manifestazione dopo che forti rumori risuonavano tra la folla» (la foto del volto insanguinato di Trump era già circolante).
CNN: «I servizi segreti portano Trump fuori dal palco dopo che è caduto al raduno».
MSNBC: «Trump portato via dopo forti rumori al raduno».
Iscriviti al canale Telegram
La linea è stata seguita anche dai massimi vertici della politica del Partito Democratico. Barack Obama, in risposta alla notizia, ha condannato «la violenza nella nostra democrazia», ma ha insistito sul fatto che «non sappiamo ancora cosa sia successo». In una conferenza stampa nella tarda serata di sabato 13 luglio, il presidente Biden, quando gli è stato chiesto se pensava che si trattasse di un tentativo di omicidio, ha risposto: «Non lo so… non ho ancora tutti i fatti».
Con il passare delle ore e l’avvicinarsi della domenica mattina, tutta la stampa si è messa in riga e ha cominciato a riferire che l’evento era, in realtà, una «sparatoria» e un tentato «assassinio».
Tuttavia la manipolazione narrativa è proseguita in modo ancora più allucinante, con l’insinuazione strisciante che «Trump se la sia cercata».
Il conduttore di ABC News George Stephanopoulos, rispondendo alla giornalista Martha Raddatz nella trasmissione domenicale della ABC, «This Week with George Stephanopolous», che «anche il presidente Trump e i suoi sostenitori hanno… hanno contribuito a questa retorica violenta».
Il corrispondente negli USA del canale britannico Sky News James Matthews: «all’indomani degli eventi in Pennsylvania, gli oppositori di Trump hanno ricordato come, in passato, avesse scherzato sulla brutale aggressione al marito dell’ex presidente della Camera democratica Nancy Pelosi. Allo stesso modo, la sua minimizzazione di un complotto di rapimento contro il governatore del Michigan Gretchen Whitmer non è stata dimenticata. Nessuno sostiene che qualcosa giustifichi un tentativo di omicidio, ma il chiaro suggerimento è che Donald Trump ha fatto la sua parte nel cambiare le regole di ingaggio e ha incautamente alimentato l’ostilità nella politica statunitense».
Solo per ricordare che il complotto per il rapimento della Whitmer è stato riconosciuto dai tribunali come una creazione dell’FBI, che aveva manipolato un gruppo di emarginati per poi gridare al lupo.
Tucker Carlson, presente alla Convention repubblicana di questi giorni, ha detto poche ore fa al conduttore Dan Bongino che siamo alla fine della strada dei media mainstream, e raccontato che la proprietà di un canale TV ha cancellato la puntata della trasmissione «Morning Joe» (condotto dai Joe Scarborough e la moglie Mika Brzezhinski, figlia dello stratega del Nuovo Ordine Mondiale tecnotronico Zbig Brzezhinski) perché avevano paura che conduttori e ospiti potessero usare retorica incendiaria contro Trump anche a poche ore dall’attentato.
Carlson dice che i vertici delle società di media non sanno più che fare con i loro giornalisti radicalizzati, e hanno audience ridicoli. Si tratta quindi delle ultime ore di vita per i grandi gruppi mediatici, ha detto.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine screenshot da YouTube
Politica
Orban dice che l’UE potrebbe andare al «collasso» e chiede accordi con Mosca

Sostieni Renovatio 21
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Politica
Il passo indietro di Ishiba: nuovo capitolo nella lunga crisi del centro-destra giapponese

Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Il primo ministro giapponese ha annunciato ieri le dimissioni dopo settimane di tensioni con i membri del Partito Liberaldemocratico, in difficoltà di fronte alla perdita di consenso tra gli elettori conservatori. Diversi candidati si sono già fatti avanti segnalando la volontà di succedere a Ishiba nella presidenza del partito, ma resta il nodo della guida del governo senza la maggioranza in parlamento.
A meno di un anno dal suo insediamento, il primo ministro giapponese Shigeru Ishiba ha annunciato ieri le dimissioni, aprendo una nuova fase di incertezza politica. La decisione è una conseguenza delle crescenti pressioni all’interno del suo stesso partito, il Partito Liberaldemocratico (LDP), che alle ultime elezioni ha subito significative sconfitte, arrivando a perdere la maggioranza in entrambe le Camere.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Ishiba si è assunto la responsabilità per i pessimi risultati dell’LDP alle elezioni della Camera dei Consiglieri a luglio e ha sottolineato che le sue dimissioni servono a prevenire un’ulteriore spaccatura all’interno del partito. Già a luglio, il quotidiano giapponese Mainichi aveva per primo riportato che Ishiba si sarebbe dimesso, basandosi su informazioni raccolte tra il premier e i suoi più stretti collaboratori.
Le prime indiscrezioni indicavano che i preparativi per la corsa alla presidenza dell’LDP sarebbero iniziati entro agosto. Ishiba, tuttavia, aveva pubblicamente smentito queste notizie e nelle sue affermazioni aveva sottolineato l’importanza di portare a termine le trattative sui dazi con il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che aveva imposto il primo agosto come scadenza ultima.
Nel suo discorso di ieri, Ishiba ha spiegato che l’annuncio delle dimissioni a luglio avrebbe indebolito la posizione del Giappone: «chi negozierebbe seriamente con un governo che dice “ci dimettiamo”?», ha detto.
Ishiba ha poi cercato di placare le pressioni interne all’LDP minacciando di sciogliere la Camera dei Rappresentanti e indire elezioni anticipate, una mossa che ha esacerbato le divisioni e spinto il principale partner di coalizione, il partito Komeito, a ritenere inaccettabile la decisione. Secondo l’agenzia di stampa Kyodo, l’ex primo ministro Yoshihide Suga e il ministro dell’Agricoltura Shinjiro Koizumi entrambi tenuto colloqui con il premier sabato, evitando una scissione all’interno del partito e aprendo la strada all’annuncio delle dimissioni di ieri.
Ora l’attenzione si sposta sulla scelta del prossimo leader dell’LDP, che potrebbe assumere anche la carica di primo ministro se ci fosse una qualche forma di sostegno o di accordo anche con le opposizioni. Tra i principali contendenti ci sono membri del partito che avevano già sfidato Ishiba in passato, tra cui Sanae Takaichi, ex ministra per la sicurezza economica, che ha ricevuto il 23% dei consensi in un recente sondaggio di Nikkei. Takaichi fa parte dell’ala conservatrice e ha una forte base di sostegno tra i fedelissimi dell’ex primo ministro Shinzo Abe, di cui è considerata l’erede, soprattutto per quanto riguarda le politiche economiche, che potrebbero favorire una ripresa dei mercati azionari. Takaichi ha inoltre la reputazione di andare d’accordo con il presidente Donald Trump.
Anche Shinjiro Koizumi, attuale ministro dell’Agricoltura e figlio dell’ex leader Junichiro Koizumi, è un altro papabile candidato, dopo essere riuscito ad abbassare i prezzi del riso appena entrato in carica. Il sondaggio di Nikkei ha registrato un 22% dei consensi nei suoi confronti.
Altri membri del partito hanno segnalato la volontà di candidarsi, tra cui Yoshimasa Hayashi, attuale segretario capo del Gabinetto e portavoce principale del governo Ishiba, che si è classificato quarto nella corsa per la leadership del partito del 2024. Tra gli altri contendenti figurano Takayuki Kobayashi, un altro ex ministro per la sicurezza economica che gode di un maggiore sostegno all’interno dell’ala centrista, e Toshimitsu Motegi, ex segretario generale dell’LDP e il più anziano tra i candidati con i suoi 69 anni.
L’LDP oggi si trova in una posizione di forte debolezza. Molti elettori conservatori alle ultime elezioni hanno preferito il partito di estrema destra Sanseito anche a causa dell’allontanamento di Ishiba dall’ala conservatrice.
Iscriviti al canale Telegram
Secondo un sondaggio di Kyodo, condotto prima che fossero riportate le dimissioni di Ishiba, l’83% degli intervistati ha dichiarato che un chiarimento pubblico del partito sulle ultime sconfitte non avrebbe comunque aumentato la fiducia degli elettori. È chiaro, quindi, che il compito del prossimo presidente di partito sarà quello di ripristinare la credibilità del centrodestra.
Chiunque verrà scelto si troverà davanti a un’importante decisione: se indire elezioni anticipate per cercare di riconquistare la maggioranza alla Camera bassa o rischiare di perdere il potere del tutto. Quest’ultima scelta rischierebbe di aprire una nuova fase di instabilità politica senza precedenti, che richiederebbe la ricerca di sostegno anche tra i partiti dell’opposizione per approvare le leggi e i bilanci.
Secondo diversi commentatori, il prossimo leader dovrà prima di tutto godere di una genuina popolarità sia all’interno che all’esterno del partito per affrontare sfide come l’invecchiamento della società, la forza lavoro in calo, l’inflazione e i timori che gli Stati Uniti possano abbandonare il loro ruolo di garanti della sicurezza nella regione asiatica.
Invitiamo i lettori di Renovatio 21 a sostenere con una donazione AsiaNews e le sue campagne.
Renovatio 21 offre questo articolo per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Politica
Il governo francese collassa

Sostieni Renovatio 21
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
-
Spirito2 settimane fa
Vescovo messicano «concelebra» la messa con una «sacerdotessa» lesbica anglicana «sposata» che ha ricevuto l’Eucaristia
-
Armi biologiche1 settimana fa
I vaccini COVID «sono armi biologiche» che «hanno provocato danni profondi»: nuovo studio
-
Spirito1 settimana fa
Leone punisca l’omoeresia: mons. Viganò sull’udienza papale concessa a padre Martin
-
Vaccini1 settimana fa
Vaccino COVID, mentre Reuters faceva «fact-cheking sulla «disinformazione» il suo CEO faceva anche parte del CdA di Pfizer
-
Spirito2 settimane fa
Don Giussani, errori ed misteri di Comunione e Liberazione. Una vecchia intervista con Don Ennio Innocenti
-
Gender2 settimane fa
Transessuale fa strage in chiesa in una scuola cattolica: nichilismo, psicofarmaci o possessione demoniaca?
-
Geopolitica2 settimane fa
Mosca conferma attacchi missilistici ipersonici contro l’Ucraina
-
Salute2 settimane fa
I malori della 35ª settimana 2025