Economia
La Francia sta aumentando le importazioni di gas dalla Russia
Secondo un’analisi pubblicata dall’Institute for Energy Economics and Financial Analysis (IEEFA), le importazioni francesi di gas naturale liquefatto (GNL) dalla Russia sono più che raddoppiate nella prima metà di quest’anno, nonostante l’UE si sia impegnata a smettere di consumare carburante russo entro il 2027.
Secondo l’analisi dei dati commerciali condotta dall’IEEFA, le spedizioni di GNL russo verso i paesi dell’UE sono aumentate complessivamente del 7% nei primi sei mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
I dati dell’organizzazione non-profit, che si concentra sulla transizione verso l’energia sostenibile, hanno mostrato che le aziende francesi hanno importato quasi 4,4 miliardi di metri cubi (bcm) di GNL russo tra gennaio e giugno, rispetto a oltre 2 bcm nello stesso periodo dell’anno scorso. Spagna e Belgio sono stati i successivi maggiori acquirenti, con dati che mostrano rispettivamente un calo dell’1% e del 16%, ha affermato l’IEEFA.
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A giugno, l’UE ha vietato alcune operazioni relative al GNL di origine russa, tra cui il ricarico, i trasferimenti da nave a nave e i trasferimenti da nave a terra con lo scopo di riesportare in paesi terzi tramite il blocco. Le importazioni di gas russo via mare nell’UE sono rimaste consentite tramite terminali GNL collegati alla rete interconnessa del gas naturale. Francia e Spagna hanno il maggior numero di terminali GNL in Europa.
La grande azienda energetica francese TotalEnergies, che ha rappresentato la maggior parte delle importazioni, ha dichiarato all’Associated Press di essere vincolata da contratti con la Russia firmati prima del conflitto in Ucraina. La società ha aggiunto che onorerà gli accordi «finché i governi europei riterranno il gas russo necessario per la sicurezza dell’approvvigionamento dell’Unione Europea».
TotalEnergies detiene il 20% del più grande progetto LNG russo nella penisola di Yamal, nel Circolo Polare Artico. In base a un contratto firmato nel 2018, la società francese si è impegnata ad acquistare annualmente 4 milioni di tonnellate di gas dal progetto congiunto.
Commentando l’impennata delle forniture di gas russo, il ministero delle Dinanze francese ha attribuito la colpa agli attacchi dei militanti Houthi alle navi nel Mar Rosso che hanno costretto a rimodellare il commercio di GNL. Il gas superraffreddato dal Medio Oriente non può più essere facilmente consegnato all’UE, mentre le spedizioni di GNL della Russia attraverso la rotta artica sono rimaste inalterate, ha affermato il ministero, citando l’outlet.
Nel frattempo, i dati hanno rivelato che la Francia ha importato una quantità di GNL notevolmente superiore dalla Russia rispetto ad altri fornitori, tra cui Stati Uniti, Angola, Camerun, Egitto e Nigeria, mentre le esportazioni di questi paesi non sono state influenzate dagli attacchi nel Mar Rosso.
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Il rapporto ha anche mostrato che mentre la domanda di gas in Francia è calata del 9%, le esportazioni francesi verso il Belgio sono aumentate di quasi il 10%. Con il GNL russo solitamente venduto a un prezzo scontato, Jason Feer, responsabile globale della business intelligence presso Poten and Partners, ha suggerito che «le persone stanno guadagnando soldi da questo commercio».
Come riportato da Renovatio 21, Parigi aveva fatto discutere quando un anno fa aveva acquistato 65.000 tonnellate di GNL dalla Cina, pagando in yuan, la valuta cinese.
Nonostante le sanzioni, le esportazioni di gas russo verso la UE sono aumentate di molto nell’ultimo anno, scatenando l’allarme di alcuni parlamentari olandesi. La Spagna rimane un grande cliente del GNL di Mosca.
Come riportato da Renovatio 21, la Francia negli ultimi anni ha avuto qualche problema con i suoi impianti nucleari.
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Hollywood al capolinea: Netflix vuole comprare Warner Bros
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Economia
L’ex proprietario di Pornhub vuole acquistare le attività del gigante petrolifero russo
Bernd Bergmair, l’ex proprietario di Pornhub, starebbe valutando l’acquisto delle attività internazionali del gigante petrolifero russo sanzionato Lukoil. Lo riporta l’agenzia Reuters, citando fonti riservate.
A ottobre, gli Stati Uniti hanno colpito Lukoil con sanzioni che hanno costretto la compagnia a dismettere le proprie partecipazioni estere, stimate in circa 22 miliardi di dollari. Lukoil aveva inizialmente accettato un’offerta del trader energetico Gunvor per l’intera controllata estera, ma l’operazione è saltata dopo che il Tesoro americano ha accusato Gunvor di legami con il Cremlino.
Secondo Reuters, Bergmair avrebbe già sondato il dipartimento del Tesoro statunitense per una possibile acquisizione. Interpellato tramite un legale, ha né confermato né smentito, limitandosi a dichiarare: «Lukoil International GmbH rappresenterebbe ovviamente un investimento eccellente; chiunque sarebbe fortunato a possedere asset del genere», senza precisare quali porzioni gli interessino o se abbia già contattato l’azienda. Un portavoce del Tesoro ha declinato ogni commento.
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Il finanziere austriaco è l’ex azionista di maggioranza di MindGeek, la casa madre di Pornhub, la cui identità è emersa solo nel 2021 dopo anni di strutture offshore. Il Bergmair ha ceduto la propria partecipazione nel 2023, quando la società è stata rilevata da un fondo canadese di private equity chiamato «Ethic Capital», nella cui compagine spicca un rabbino. Il patrimonio dell’uomo è stimato intorno a 1,4 miliardi di euro, investiti principalmente in immobili, terreni agricoli e altre operazioni private.
Il mese scorso, il Tesoro statunitense ha autorizzato le parti interessate a intavolare negoziati per gli asset esteri di Lukoil; l’approvazione è indispensabile poiché, senza licenza, ogni transazione resterebbe congelata. La finestra concessa scade il 13 dicembre.
Fonti giornalistiche indicano che diversi player, tra cui Exxon Mobil e Chevron, avrebbero manifestato interesse, ma Lukoil preferirebbe cedere il pacchetto in blocco, complicando le trattative per chi punta su singoli asset. L’azienda ha reso noto di essere in contatto con più potenziali acquirenti.
Mosca continua a condannare le sanzioni occidentali come «politiche e illegittime», avvertendo che finiranno per danneggiare chi le ha imposte». Il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha definito il caso Lukoil la prova che le «restrizioni commerciali illegali» americane sono «inaccettabili e ledono il commercio globale».
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Immagine di Marco Verch via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)
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