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La Cina svela nuovi prototipi di aerei da combattimento

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Le immagini di due nuovi prototipi di jet da combattimento cinesi questa settimana sono apparse online. Pechino, tuttavia, non abbia ancora dichiarato nulla di ufficiale al riguardo.

 

Nel frattempo lo scalpore per questi caccia di 6ª generazione rimbomba in tutto il mondo degli addetti alle cose militari.

 

L’aereo più grande è un velivolo senza coda, approssimativamente a forma di diamante, dotato di tre motori e un elaborato sistema di controllo dell’imbardata, con timoni divisi. L’aereo era scortato da un Chengdu J-20, un caccia stealth di fabbricazione cinese in servizio a centinaia nell’aeronautica militare dell’Esercito di Liberazione del popolo.

 

 


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L’aereo più piccolo che è stato avvistato presenta una cellula a forma di ala a freccia con due motori. Questo aereo è privo anche di coda, con controllo probabilmente fornito da quelli che sembrano essere stabilizzatori verticali completamente mobili.

 

L’aereo era accompagnato da un caccia multiruolo Shenyang J-16, un derivato cinese della serie di aerei russi Su-27/Su-30.

 

Mikhail Khodarenok, un colonnello in pensione che ha prestato servizio presso la direzione operativa principale dello Stato maggiore delle forze armate russe, ha affermato che lo sviluppo rappresenta un «serio tentativo di dominare l’aria nel 21° secolo» e una grande vittoria mediatica sugli Stati Uniti, sebbene abbia anche messo in guardia dal trarre conclusioni inverosimili basate solo sull’aspetto degli aerei.

 

«La Cina ha fatto un serio tentativo di dominare l’aria nel 21° secolo. La potenza aerea cinese, che presto sarà basata su aerei da combattimento di nuova generazione, sarà chiaramente utilizzata come base per convincere gli oppositori della Cina», ha affermato Khodarenok, aggiungendo che i caccia emergenti di sesta generazione sono solo il «primo passo» in questa direzione.

 

Come riportato da Renovatio 21, filmati del caccia stealth Chengdu J-20 erano finiti in rete un anno fa.

 

La Cina potrebbe essere in gara senza gli Stati Uniti. L’estate scorsa, il Segretario dell’Aeronautica Militare degli Stati Uniti Frank Kendall ha messo in «pausa» il programma di caccia stealth di sesta generazione dell’Aeronautica Militare, denominato Next Generation Air Dominance, o NGAD, per questioni di bilancio e tecnologiche.

 

L’Aeronautica Militare statunitense aveva annunciato nel 2023 che nel 2024 avrebbe scelto Boeing o Northrup Grumman per andare avanti come appaltatore principale per NGAD, ma ora il futuro del programma è in dubbio.

 

Gli sforzi americani hanno portato alla realizzazione del bombardiere stealth B-21 Raider. Un bombardiere B-2 era stato indicato a Diego Garcia,  una base aerea USA nell’Oceano Indian, circa quattro mesi fa.

 

Come riportato da Renovatio 21, negli scorsi mesi scienziati cinesi hanno dichiarato di poter individuare un aereo Stealth tramite i segnali inviati dalla costellazione satellitare Starlink.

 

La Cina due settimane fa ha mostrato al mondo un drone ipersonico capace di raggiungere la velocità di Mach 7 lanciato da un pallona ad alta quota.

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Immagine via Twitter; immagine modificata

 

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L’esercito russo dice di aver circondato oltre 10 mila soldati ucraini

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Circa 10.000 militari ucraini sono stati accerchiati dalle truppe russe nelle zone di Kupjansk e Krasnoarmeysk, ha dichiarato domenica il presidente Vladimir Putin in occasione di una visita a un centro di comando dell’esercito russo.   Secondo il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov, Putin ha incontrato il capo di stato maggiore ValerijGerasimov e alti ufficiali militari, ricevendo aggiornamenti sulla situazione lungo il fronte.   «Sono stati segnalati circa 5.000 soldati ucraini circondati nella direzione di Kupyansk e intorno a 5.500 in quella di Krasnoarmeysk», ha precisato Peskov.   Kupyansk è una località nella regione di Kharkov, in Ucraina, situata a circa 100 km a est del capoluogo. Krasnoarmeysk, invece, si trova nella Repubblica Popolare di Donetsk, al momento sotto il controllo delle forze ucraine.

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L’esercito ha comunicato che le unità russe hanno inoltre conquistato un passaggio sul fiume Oskol, interrompendo i movimenti delle truppe ucraine. Al presente, stanno ultimando la liberazione di Yampol, mentre Volchansk, nelle vicinanze, sarebbe stata liberata al 70%.   In totale, 31 battaglioni ucraini risultano accerchiati nelle aree di Krasnoarmeysk e Dimitrov. Peskov ha riferito che Putin ha elogiato le truppe per i successi a Kupyansk e per i risultati ottenuti in altre operazioni di combattimento.   Nel corso dell’incontro, Putin ha disposto l’adozione di iniziative per favorire la capitolazione delle unità ucraine isolate e limitare al massimo le perdite. Ha rilevato che l’esercito russo ha sempre dimostrato clemenza nei confronti dei nemici e ha insistito affinché tale approccio prosegua.   Il presidente russo ha inoltre invitato i comandanti a «fare tutto il possibile» per tutelare la sicurezza dei civili nelle zone accerchiate, che, a suo avviso, le forze ucraine stanno utilizzando come scudi umani.   Putin ha quindi spronato l’esercito a proseguire l’«operazione militare speciale» «in linea con il piano delineato dallo Stato Maggiore», ribadendo che la protezione dei soldati russi debba costituire la priorità assoluta.    

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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0) 
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Ex comandante NATO afferma che l’Irlanda unita potrebbe aiutare Russia e Cina

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Un ex comandante della NATO ha messo in guardia sul fatto che l’eventuale unificazione dell’Irlanda potrebbe rappresentare un grave colpo alla sicurezza occidentale, aprendo la strada a un’espansione dell’influenza di Russia e Cina nell’Atlantico settentrionale.

 

Parlando mercoledì durante un briefing per membri del Parlamento e della Camera dei Lord, il contrammiraglio britannico in pensione Chris Parry ha sostenuto che la perdita della posizione del Regno Unito nell’Irlanda del Nord offrirebbe un’importante opportunità strategica a Mosca e Pechino.

 

Il Parry ha evidenziato l’importanza delle acque tra l’Irlanda del Nord e la Scozia per i sottomarini nucleari britannici, definendole «essenziali per il nostro deterrente strategico».

 

«Con un’Irlanda unita, non vi è alcuna garanzia che potremmo schierare i nostri missili balistici», ha dichiarato il contrammiraglio, suggerendo che l’unificazione irlandese potrebbe consentire agli avversari della NATO di minacciare i cavi sottomarini cruciali.

 

«Il Regno Unito deve valutare la minaccia che una Repubblica d’Irlanda neutrale rappresenta per sé stesso. Credo che il modo migliore per sostenere l’Irlanda ora sia incrementare l’attività della NATO e degli Alleati nelle acque della sua zona economica esclusiva», ha affermato l’ex militare.

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Il Parry ha persino proposto che la NATO conduca esercitazioni nelle acque sotto il controllo irlandese «indipendentemente dall’approvazione di Dublino», sottolineando che il blocco deve essere pronto a «contrastare i nostri potenziali avversari nelle acque irlandesi». Ha aggiunto che la Repubblica dovrebbe avvicinarsi a una cooperazione militare più stretta con la NATO e abbandonare la sua neutralità.

 

«Se qualcuno attacca la Gran Bretagna, attaccherà anche l’Irlanda… La neutralità non può più essere vista come un’obiezione di coscienza. Se fai parte del mondo libero, devi essere pronto a difenderlo. La Repubblica deve ridurre le sue vulnerabilità», ha dichiarato.

 

L’Irlanda mantiene una neutralità militare dall’indipendenza nel 1921 e non è membro della NATO, pur collaborando con l’alleanza.

 

L’idea della riunificazione irlandese – l’unione della Repubblica d’Irlanda con l’Irlanda del Nord, parte del Regno Unito – è contemplata dall’Accordo del Venerdì Santo del 1998. Questo accordo ha posto fine a tre decenni di conflitto tra nazionalisti irlandesi e unionisti filo-britannici, istituendo un governo di condivisione del potere a Belfast e stabilendo che lo status dell’Irlanda del Nord può essere modificato solo con il consenso della maggioranza tramite un voto.

 

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Immagine di Mike Weston ABIPP/MOD via Wikimedia pubblicata su licenza Open Government Licence version 1.0

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Zelens’kyj elogia il successo del test del «Flamingo», missile da crociera che può colpire Mosca

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Il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj ha proclamato il successo del test del Flamingo, un missile-drone con una portata di circa 3.000 km.   Secondo la stampa ucraina il missile da crociera Flamingo FP-5 sarebbe in grado di trasportare una testata nucleare e una carica esplosiva quasi tre volte superiore a quella del Tomahawk statunitense, sebbene con una precisione inferiore.   Le prime versioni di prova del missile sono già state impiegate in combattimento. Secondo fonti ufficiali di Kiev, la produzione di massa inizierà presto, ed entro la metà del 2026 l’Ucraina dovrebbe disporre di un arsenale capace di colpire qualsiasi obiettivo entro 3.000 km in Russia con una testata convenzionale da mezza tonnellata.   Immagini del razzo erano apparse sui social ancora un mese fa.

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Il Flamingo rappresenta il sostituto dei missili da crociera Kh-55, abbandonati dall’Ucraina negli anni ’90 (alcuni dei quali usati dalla Russia contro l’Ucraina nel 2022). Durante lo sviluppo, una copia di prova del missile è stata accidentalmente dipinta di rosa, un problema risolto, ma il soprannome è rimasto, come riferito da Zelens’kyj e dal suo staff.   Con una portata che include facilmente Mosca, un eventuale attacco alla capitale russa con questi missili potrebbe spingere Putin a ordinare rappresaglie più dure su Kiev. Nonostante oltre tre anni di guerra, l’esercito russo non ha ancora colpito direttamente gli edifici governativi di alto livello o i quartieri generali militari e di intelligence a Kiev, ma la situazione potrebbe presto cambiare.   La Casa Bianca auspica un accordo di pace per evitare un’escalation, ma il processo è in stallo, soprattutto dopo le nuove sanzioni di Trump contro il petrolio russo questa settimana. Nessuna delle due parti sembra disposta a compromessi, e con la Russia in vantaggio sul campo di battaglia, Mosca ha pochi incentivi a rinunciare alle condizioni massimaliste di Putin e agli obiettivi della sua «operazione militare speciale».  

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